CARC: A Palermo si organizza la Riscossa Popolare

Dal 31 luglio al 4 agosto, a Pisa, si terrà la nuova edizione della Festa della Riscossa Popolare. È l’evento annuale promosso dal Partito dei CARC, formazione politica marxista-leninista-maoista attiva in tutta Italia.
Un partito che conta alcune centinaia di militanti e migliaia di simpatizzanti, e che anni fa ricevette – suo malgrado – un “endorsement” indiretto: l’allora ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu (Forza Italia) lo definì «una formazione che sostiene posizioni tese al sovvertimento dell’ordinamento statuale, privilegiando il lavoro politico tra le masse» [1].
La politica comunicativa dei CARC è stata sempre piuttosto diretta.
Come:
- quando accusarono l’allora presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, di essere un assassino per le sue responsabilità per la diffusione del Covid;
- Oppure quando i “compagni” del (N)PCI predisposero, non senza ricevere polemiche, quella che, per loro, era una lista di coloro che sostengono lo stragista stato sionista in Italia;
- o, infine, nel caso Cospito, per l’aperta contestazione dell’uso dello strumento repressivo del 41bis contro gli attivisti rivoluzionari.
Carc, un’assemblea a Palermo in Sicilia
Domenica scorsa, a Palermo, presso il Laboratorio Andrea Ballarò, si è svolta la prima Assemblea Federale dei CARC in Sicilia, in preparazione alla Festa nazionale.
I partecipanti erano pochi – poco più di venti, tra militanti, simpatizzanti e ospiti – ma i contenuti si sono rivelati intensi e significativi. Presenti anche una delegazione del collettivo catanese “Antitesi”, membri di Antudo e rappresentanti dell’associazione RadioAut.
Tra i militanti di Antudo, è bene ricordare Luigi Spera, vittima della repressione di Stato.
A guidare i lavori è stato Claudio, dirigente del Partito. Con soddisfazione ha sottolineato:
«È la prima volta che il Partito dei CARC organizza un’iniziativa di questo tipo in Sicilia».
Un fatto che, secondo lui, rappresenta un chiaro segno di crescita dell’organizzazione.

Internazionalismo e memoria rivoluzionaria
L’assemblea si è svolta in concomitanza con la “Giornata Internazionale del Rivoluzionario Prigioniero”, che ricorda il massacro del 19 giugno 1986 in Perù, dove circa 300 militanti di Sendero Luminoso furono uccisi nelle carceri dall’esercito [2].
«La solidarietà delle masse popolari rafforza la resistenza dei rivoluzionari prigionieri, e viceversa»,
ha affermato Claudio.
Nel corso della giornata sono stati presentati anche due testi dedicati alla memoria storica della lotta di classe, in particolare:
- la Resistenza partigiana
- la lotta armata degli anni ’70
«Queste esperienze fanno parte della prima ondata della rivoluzione proletaria del Novecento. Non hanno abbattuto il capitalismo, ma ne hanno cambiato il volto»,
ha dichiarato Claudio.
«La Resistenza oggi non è solo memoria: è un esempio concreto per le masse popolari. È l’antidoto contro la rassegnazione».
Ha poi tracciato un parallelo con le Brigate Rosse:
«Negli anni ’70, parte della classe operaia sentiva di aver vissuto una Resistenza tradita. Le avanguardie rivoluzionarie raccolsero quella spinta. Le BR, nella loro fase iniziale, si richiamavano esplicitamente alla continuità con il Movimento partigiano».
Critica interna e lotta alla repressione
Su questo punto è intervenuta Silvia, giovane militante dei CARC, che ha precisato in senso critico:
«Le Brigate Rosse hanno avuto un’importante progettualità, ma la loro deriva militarista e soggettivista ha impedito di avanzare verso l’obiettivo della ricostruzione del partito comunista».
Ha poi ricordato il clima repressivo degli anni ’70 e ’80:
«Furono migliaia i prigionieri rivoluzionari. Chi non si dissociava o “pentiva” finiva nei braccetti d’isolamento, in celle singole. Tra le vittime della repressione c’era anche Giuseppe Maj, fondatore del nostro Partito, arrestato nel 1985».
Citazioni tratte dal libro “Il proletariato non si è pentito” hanno arricchito l’intervento:
«Non può esserci lotta alla repressione che non sia parte della lotta rivoluzionaria. Senza questo legame, si è destinati alla sconfitta».
I Carc invitano ad una scelta di campo
Silvia ha concluso con parole nette:
«La rivoluzione socialista è una questione attuale. Riguarda il futuro dell’umanità: o seguirà la via della mobilitazione rivoluzionaria o quella della mobilitazione reazionaria».
La sfida ora è rafforzare le relazioni nate, sviluppare il lavoro politico nei quartieri popolari e portare anche dalla Sicilia un contributo concreto alla Festa della Riscossa Popolare di Pisa. Una festa che, per i CARC, non è solo celebrazione, ma tappa di lotta nella costruzione del nuovo potere.

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Fonti e Note:
[1] Ministero dell’Interno, “Audizione alla Camera del Ministro dell’Interno Pisanu sul terrorismo interno e internazionale”.
[2] CARC, 30 maggio 2022, “19 giugno, Giornata Internazionale del Rivoluzionario Prigioniero”.
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