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Politica

TrapaniComix: 6.000 partecipanti, ecco cosa è piaciuto e cosa no!

13 Maggio 2019 by FronteAmpio.it Lascia un commento

Trapani Comix

Migliaia di persone, ragazzini, giovani e adulti, giunti anche dalla provincia e perfino da Palermo, hanno affollato l’evento “Trapani Comix” che si è concluso alla Villa Margherita. Alla fine, secondo le prime valutazioni, si conteranno seimila presenze paganti.

Tutti hanno pagato ben otto euro per accedere alle gare dei vari giochi (dai classici Risiko e Fifa19 ai successi globali del momento: Fortnite, League of Legends, HearthStone, CS:GO, Cod WWII), conoscerne dei nuovi (tra questi, ho provato con piacere 13 indizi della DV Giochi, una casa editrice umbra), ma anche partecipare agli eventi proposti sul palco tra cui lo spettacolare conclusivo concerto di Gianni Vanni, il re delle sigle dei cartoni animati.

TrapaniComix: Il meglio offerto dagli organizzatori

Affollatissimi gli stand dei giochi da tavolo quasi a voler sottolineare la richiesta dell’apertura di una ludoteca in città. E, in tal caso, perché non promuoverle a cura del Comune all’interno dei “Centri Territoriali d’Incontro” già esistenti?

@TrapaniComix : Affollatissimi gli stand dei giochi da tavolo quasi a voler sottolineare la richiesta dell'apertura di una ludoteca a #Trapani Condividi il Tweet

«Intervenire con la costituzione dei “Centri Civici di quartiere”, utilizzando gli innumerevoli immobili comunali in disuso ( per esempio il “Nino Via” del rione S. Alberto) nei quali, oltre a far funzionare i ”Servizi al cittadino”, si devono programmare attività di aggregazione ed incontro culturale intergenerazionale mediante l’opera di animatori del centro civico», proponevano ad esempio nel 2017 quelli dell’associazione “A Misura d’Uomo”.

Naturalmente tanti anche i Cosplay, ovvero coloro che erano travestiti da personaggi dei film d’animazione o dei fumetti. Il Cosplay, tuttavia, non è un semplice travestimento ma proprio un desiderio di identificarsi nel personaggio preferito. Tanti i fans a chiedere un selfie, una foto ricordo. Qualcuno, per l’anno prossimo, ha suggerito di aumentare la presenza di Cosplay, anche con inviti o gratuità.

Notevole successo anche l’incontro con lo youtuber messinese Marco Merrino, in arte Croix89: oltre 497.000 follower sul canale social, i suoi video superano spesso il milione di visualizzazioni e le migliaia di commenti. Simpatico il servizio di ristorazione a tema offerto dal MaiDolls Cafè.

TrapaniComix: Il peggio che abbiamo visto

Il sindaco non s’è lasciato scappare l’occasione di salire sul palco domenica mattina anche se totalmente ignorato da ogni qualsiasi utente della manifestazione. In effetti, provare a parlare di turismo o di Autorità Portuale in questo genere di evento, e al nugolo di ragazzini che affollavano a quell’ora la Villa, non è stata la scelta migliore!

Provinciali i ringraziamenti ai singoli assessori della sera, per il solo motivo che il Comune abbia offerto il patrocinio all’evento: cari Nerd Attack, aver concesso gratuitamente gli spazi o riparato i bagni della Villa Margherita mi sembrano solo un dovere a favore di chi ha riempito un contenitore vuoto!

Fuori luogo è apparsa la presenza dello stand dell’esercito, con la propria mascotte il “lupetto Vittorio” e la fanfara dei bersaglieri. Se da un lato hanno proposto un “laboratorio ludico”, dall’altro era presente un mezzo militare e un punto informativo per l’adesione alla scuola militare. Pochi, per fortuna, quelli che si sono avvicinati.

Sui Social, sulla pagina di TrapaniComix, sono apparsi anche altre specifiche critiche: dal prezzo (otto euro) troppo elevato alla quasi assenza di stand con espositori di fumetti (Manga, in specie). In effetti, in proposito, ci ha colpito solo l’esposizione di alcune “strisce” di Alessandro Mereu alias Don Alemanno autore del riuscito fumetto satirico religioso “Jenus di Nazareth” e illustratore di una “Divina Commedia” rivisitata.

TrapaniComix: Bilancio finale

Che dire, in conclusione? Complimenti a Erick Cannamela, Gianni Federico e Francesco Tarantino i “boss” di Nerd Attack l’associazione organizzatrice di Trapani Comix, e … arrivederci al 2020 per la seconda edizione certi che, in questa, sapranno fare esperienza dei piccoli errori per offrire un evento ancora più ricco e coinvolgente.

Archiviato in:Politica Contrassegnato con: Comix, Cosplay, Trapani

Il Fatto Quotidiano sostiene il dibattito sul Salario Minimo orario

16 Marzo 2019 by FronteAmpio.it Lascia un commento

giornali

Da alcuni giorni la politica, e soprattutto la grande stampa, hanno scoperto il “Salario minimo orario”. In particolare “Il Fatto Quotidiano” ha dedicato una intera pagina sull’argomento nei giorni 5, 14 e 15 marzo.

DiMaio-al-pd-votate-salario-minimoIl 5 marzo, “Il Fatto Quotidiano” titola «Di Maio tenta Zingaretti: “Votate il salario minimo”».

«Ieri – scrive il quotidiano diretto da Marco Travaglio – il capo politico del Movimento cala l’offerta a Zingaretti: “ […] Il M5S fra pochi giorni porta in Parlamento una misura che introduce ed estende il salario minimo a tutte le categorie di lavoratori. Una battaglia di tutti, e mi auguro di vedere un’ampia convergenza parlamentare, a partire proprio da Zingaretti”». Di Maio riceve una piccata risposta del capogruppo del Partito Democratico in Senato, Andrea Marcucci: «Di Maio è sempre sbadato, è il M5S che se vuole, potrà votare il disegno di legge sul salario minimo che a ha presentato il nostro collega Mauro Laus».

9-euro-salario-minimoIl 14 marzo, il quotidiano ritorna sull’argomento con un ampio servizio: “Sognando 9 euro l’ora. La battaglia dei costi per il salario minimo”.

Scrive Roberto Rotunno: «Se oggi applicassimo il salario minimo legale da 9 euro lordi all’ora, come suggerisce il Movimento Cinque Stelle, bisognerebbe alzare gli stipendi a quasi tre milioni di lavoratori italiani. A beneficiarne sarebbero soprattutto i giovani, le donne e gli apprendisti, specie al Sud. L’incremento medio per ognuno sarebbe di 1.073 euro all’anno, mentre le imprese dovrebbero sborsare 3,2 miliardi in più.[…] Come detto, però, è solo un’ipotesi. Perché le aziende potrebbero anche reagire riducendo le ore di attività, per mantenere fermi i costi del personale. […] Quindi serve la giusta via di mezzo».

salario-minimo-no-sindacatiInfine ieri, 15 marzo, il quotidiano di Marco Travaglio titola “Scavalcati sul salario minimo: perché i sindacati dicono no” riportando, in sintesi, la posizione e le preoccupazioni del sindacato confederale CGIL – CISL – UIL.

Qui, l’autore Salvatore Cannavò spiega che «Di Maio vorrebbe arrivarci entro l’estate e farne un tema di campagna elettorale per le Europee». Secondo i sindacati confederali che sono contrari, invece, è sufficiente «fissare i trattamenti economici dei contratti “con validità erga omnes”per tutte le imprese e i lavoratori, conferendo valore legale ai livelli di retribuzione di natura contrattuale.” E per far questo, Cgil, Cisl e Uil chiedono al governo di approvare la legge sulla rappresentanza sindacale per stabilire chi è davvero titolato a stipulare contratti nazionali».

Al contrario, appare strano l’atteggiamento de Repubblica. Il quotidiano da tempo, nei fatti, appare come un vero e proprio organo di stampa del Partito Democratico. Nonostante il senatore Mauro Laus (PD) sia uno dei presentatori della proposta di legge, il Salario Minimo orario non ha trovato spazio su Repubblica, nello stesso periodo.

Archiviato in:Politica Contrassegnato con: Lavoro, Reddito Minimo

Ruggirello & gli altri: gli affari delle loro cooperative sociali

14 Marzo 2019 by FronteAmpio.it Lascia un commento

Paolo-Ruggirello-Pd
L’ex deputato Ruggirello (PD) arrestato nell’operazione Scrigno

La vicenda di Paolo Ruggirello che, da deputato del Partito Democratico, armeggiava con le cooperative sociali è arrivata alle cronache nazionali solo per lo sdegno suscitato dall’aver lui pronunciato la frase «benedetti autisti», riferita ai poveri disabili per lui fonte di guadagno.

In realtà è vero che la cura dei disabili, degli anziani e dei migranti, a Trapani e nel trapanese, è l’industria che muove tanto la “nostra” economia quanto il fenomeno del clientelismo politico-elettorale. E’ una cosa nota che, spesso, dietro il prestanome delle cooperative sociali si nasconda un politico, spesso un deputato.

Lo scorso 5 luglio 2018, ad esempio, con l’operazione “Brother” è stato arrestato l’ex deputato regionale centrista Norino Fratello (poi l’arresto è stato annullato, per come fa sapere il 21 luglio 2018 NewsSicilia).

«Il politico nel 2005 fu coinvolto nell’operazione “Peronospera” e dopo le confessioni del collaboratore di giustizia Mariano Concetto, patteggiò una condanna a diciotto mesi di reclusione per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa».

L’operazione “Brother”, «trattava la gestione dei centri per richiedenti asilo, divenuti oggetto di interesse da parte di apparati criminali, tanto da lasciar pensare a una vera e propria spartizione dei migranti e dei minori non accompagnati in arrivo, in modo da poter accedere ai fondi destinati ai gestori dei centri di accoglienza» (scrive il 5 luglio 2018 Itacanotizie).

Non dimentichiamo l’ex senatore alcamese del Partito Democratico Antonino Papania che fu «accusato di aver agevolato l’accreditamento di alcune cooperative che concedevano derrate alimentari in cambio di voti» (scrive il 21 luglio 2016 Il Fatto Quotidiano), in riferimento alle elezioni comunali del 2012 (dopo la condanna in primo grado, il processo d’appello era ancora in corso ci ricorda l’11 gennaio 2018, ItacaNotizie).

Queste cooperative si occupano un pò di tutto: «la Cooperativa Letizia – che farebbe capo sempre all’ex deputato Fratello – ha curato nell’estate 2017 perfino la vigilanza nelle spiagge libere a Marsala» (si legge il 19 giugno 2017 su TP24.it).

Talvolta sono proprio delle «cooperative farlocche» come le chiama Rino Giacalone il 10 luglio 2018 su Liberainformazione: alla Guardia di Finanza non capita di rado di scoprire che «l’Assemblea e il Consiglio di Amministrazione sono istituiti solo cartolarmente» o che i «soci-lavoratori [sono] del tutto ignari di essere anche consiglieri» (come spiega NewSicilia il 21 maggio 2018).

Le cooperative, oltre che arricchire il deputato di turno e la sua rete di collegamenti, a spese dei fondi pubblici regionali e comunali, hanno finalità di raccolta del consenso. Nel caso della cooperativa Serenità riconducibile all’allora deputato del Partito Democratico ora arrestato, come si legge dall’ordinanza dei magistrati, «dall’attività d’intercettazione emergeva che i nuovi dipendenti della Cooperativa erano selezionati tra quelli vicini all’area politica dell’Onorevole Ruggirello in base al criterio di realizzare un credito di consensi nell’attesa di future competizioni elettorali».

«A Marsala i servizi sociali costano al Comune in totale 20 milioni di euro. Una parte di questa somma serve per dare incarichi a delle cooperative». Qui, proprio quest’anno, sta indagando la magistratura su «gli appalti aggiudicati alle diverse cooperative in tutti i servizi, dall’assistenza domiciliare agli anziani […]. I riflettori sarebbero puntati sul doppio ruolo […] di alcuni consiglieri comunali in Coop o Enti del terzo settore che si occupano di assistenza. I reati che potrebbero essere contestati vanno dall’abuso d’ufficio alla concussione».

In particolare, in quest’ultimo caso, come rileva TP24.it il 3 gennaio 2019, «la consigliera comunale Nicoletta Ferrantelli, che lavora proprio alla cooperativa “Serenità” […] fu assunta a fine 2017 – a ridosso delle campagna elettorale -, […poi passerà] da Forza Italia a [sostenere] la candidatura di Ruggirello con il PD».

Tutto legale, probabilmente. Ma resta che il voto elettorale viene sempre inquinato da “favori”, assunzioni, ecc. e che quindi alla fine, il risultato finale delle urne, ha poco di democratico.

Archiviato in:Politica Contrassegnato con: Cooperative sociali, Democrazia, Elezioni, Mafia

Senato, Difesa: Il governo propone aumentare il numero dei droni

13 Marzo 2019 by FronteAmpio.it Lascia un commento

droni: il MQ-9 Reaper

Il Governo avrebbe programmato «l’acquisizione di aeromobili a pilotaggio remoto con peso al decollo di 1500 chilogrammi in grado di operare sino a 14.000 metri di altezza per un massimo di 24 ore». Lo schema di decreto è all’esame della Commissione Difesa del Senato. Si tratterebbe di 10 sistemi di pilotaggio e 20 velivoli, con relativo supporto logistico e addestrativo che sarebbero forniti da Piaggio Aerospace (società che di italiano ha il nome ma di proprietà di un fondo sovrano degli Emirati Arabi Uniti). Per 15 anni i costi sono stimati in circa 766 milioni di euro. In capo all’Italia è prevista una penale, in caso di recesso, per un importo pari a quasi il 75 per cento della commessa.

Lo scorso 13 marzo, il relatore Mario Turco (Cinque Stelle), tarantino, docente di ragioneria, ha espresso dubbi sul progetto d’investimento: «il programma appare carente in relazione al calcolo della convenienza economica. Non vi sono infatti confronti con altri prodotti simili e con altre modalità di acquisizione basate sul leasing ovvero sul noleggio (ampiamente utilizzate, per contro e a titolo di esempio, in Germania). Inoltre l’Italia avrebbe già operativi 13 aeromobili a pilotaggio remoto di produzione americana (denominati “Predator”), di cui solo per 5 di essi sarebbe prevista la sostituzione per sopravvenuta obsolescenza e che vantano un costo unitario di circa 20 milioni di euro a fronte dei 38,3 di quelli destinati a sostituirli».

Il senatore e bancario genovese Vito Vattuone (Partito Democratico), al contrario, ha posto l’accento sulla «particolare rilevanza che il programma riveste per il Paese, sia in relazione allo sviluppo di nuove tecnologie, sia in relazione ai profili occupazionali, che potrebbero arrivare a comprendere, includendo anche l’indotto, circa 2000 posti di lavoro». D’accordo con collega del Partito Democratico si è dichiarata la senatrice e giornalista romana Isabella Rauti (Fratelli d’Italia) sia in riferimento alle «indubbie ricadute positive da un punto di vista occupazionale» quanto per «valorizzare l’industria italiana in un settore dall’alto valore aggiunto» (probabilmente non ha compreso che la Piaggio non è un’industria italiana, NdR).

Per altro verso, a sostegno del programma militare anche il senatore Andrea Causin (Forza Italia), presidente del patronato ACLI di Venezia nonché imprenditore del settore energetico e dei rifiuti, per il quale «la tecnologia a pilotaggio remoto rappresenta un pilastro portante della futura difesa aerea, al punto che anche in ambito NATO si sarebbero sollecitati i Paesi a raggiungere sul punto una sostanziale autosufficienza».

Per il senatore ex Cinque Stelle Maurizio Buccarella, avvocato leccese, «andrebbe valutata attentamente la possibilità di ricorrere a scelte alternative che fanno perno, tra l’altro, su sistemi d’arma già collaudati e meno onerosi». Per Buccarella, inoltre, «le considerazioni svolte in relazione ai profili occupazionali del programma non possono costituire un elemento determinante in relazione alle esigenze di difesa del Paese».

Il senatore Maurizio Gasparri (Forza Italia) ha sottolineato di aver «sempre sostenuto le scelte strategiche italiane in materia di difesa, a cominciare dalle missioni internazionali» (!).

Tutte discussioni inutili, probabilmente.

Il sottosegretario del Ministero per lo sviluppo economico, Crippa, la scorsa settimana, tuttavia ha segnalato l’intenzione del Governo relativa a una rimodulazione del programma, incentrata sull’acquisto e sull’evoluzione tecnologica del drone P1-HH (comprendente quattro sistemi di pilotaggio remoto), con un impegno finanziario non eccedente i 250 milioni di euro.

Archiviato in:Politica Contrassegnato con: Difesa, Droni, Guerra, Senato

Arresto Paolo Ruggirello (PD): «10 mila euro li possiamo acchiummigghiari»

11 Marzo 2019 by FronteAmpio.it Lascia un commento

Paolo-Ruggirello-Pd
L’ex deputato Ruggirello (PD) arrestato nell’operazione Scrigno

Usare le casse pubbliche come se fossero il proprio portafoglio. E’ il sistema che mostra di usare Paolo Ruggirello (Partito Democratico), e che viene evidenziato dalle indagini e dalle intercettazioni della Magistratura nel corso dell’operazione “Scrigno”. Un sistema, probabilmente in voga per altri deputati regionali, una sorta di routine, a giudicare la disinvoltura con la quale la usa Ruggirello.

E’ il 4 novembre 2016 e il deputato del Partito Democratico decide di recarsi a Firenze per partecipare alla conferenza denominata “Leopolda” e organizzata dal suo leader Matteo Renzi. Il deputato, però, si guarda bene dall’approntare la spesa con le proprie personali risorse ma preferisce addebitare tutto alla Regione Siciliana.

Così chiama – all’oscuro dall’essere intercettato dalle Forze dell’Ordine – gli uffici del Parlamento regionale e chiede di essere messo in “missione”. In questa maniera non solo carica sul bilancio pubblico le spese personali di viaggio ma ottiene pure un’indennità. Nel rapporto degli inquirenti si registra la telefonata con la quale indica, come falsa motivazione da inserire nella richiesta quella di volersi recare «nella città di Pisa avrebbe incontrato la locale amministrazione comunale e che poi si sarebbe recato ad Assisi ed in Umbria per incontrare le famiglie dimoranti nelle zone terremotate».

«Vero motivo della “missione” chiesta dall’Onorevole regionale – scrivono ancora gli inquirenti – era quello, oltre di partecipare al convegno della “Leopolda” anche quello di poter incontrare, lontano dalla città trapanese … [una donna residente a Valderice, NdR]».

Il sistema dell’utilizzo dei soldi pubblici per interessi diversi da quelli pubblici traspare almeno in un altro caso.

Si legge nell’ordinanza del magistrato che dispone l’arresto del deputato: «RUGGIRELLO raccontava che in forza del rapporto d’amicizia che lo legava al GIARDINA (Vincenzo,ex consigliere e assessore di Campobello di Mazara, NdR) si era mostrato disponibile ad aiutarlo facendogli recuperare delle somme di denaro con consulenze fittizie affidate a professionisti suoi amici».

«Gli posso dare uno, due incarichi di consulenza e una diecina di mila euro li possiamo “acchiummigghiari” (raccogliere, NdR)», spiega – intercettato – Ruggirello che poi precisa che poi però: «io non glielo potuti fare perché è successo un pò di movimento all’interno dell’Assemblea, mi sono voluto un pochettino calmare le acque per fatti che ovviamente … sono di questa natura … ».

Una pratica, quindi, abusata quella degli incarichi inutili (se non proprio fittizi) alla Regione. Non solo da Ruggirello.

Si ricorderà che il deputato del Partito Democratico, assieme al socialista trapanese Nino Oddo, erano stati “citati”dalla Corte dei Conti – per come riporta il giornale online “La Sicilia” il 19 gennaio 2018 – per «45 consulenze ritenute illegittime» che avevano provocato una spesa inutile di 200 mila euro. «I due hanno patteggiato pagando il 30 per cento», racconta Repubblica lo scorso 31 ottobre 2018.

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No al green pass della vergogna!

Petizione contro il "green pass della vergogna" indirizzata ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari della Camera dei deputati.

Sì, firmo ora!
440 firme

No al green pass della vergogna

Ai Sigg. Presidenti dei Gruppi Parlamentari della Camera

Sig.ra/Sig. Presidente,

da oltre un anno e mezzo il popolo italiano subisce limitazioni radicali a diritti e libertà considerate fondamentali dalla Costituzione, dalla Cedu e dalla Dichiarazioni dei diritti fondamentali dell’uomo.

Se accettiamo che i principi fondamentali dello Stato di diritto possano essere sospesi oggi, in nome della gestione della pandemia, dobbiamo sapere che stiamo consegnando al futuro la possibilità di prendere direzioni diverse dalla democrazia in nome di qualsiasi altra minaccia che dovesse presentarsi, di origine umana o naturale

Il green pass colpisce una categoria di persone che esercita una libertà costituzionalmente garantita [non vaccinarsi], che viene penalizzata in quanto tale, per via di una propria qualità personale, di una propria condizione e di una libera scelta

Il “green pass” della vergogna viola:

  • l’articolo 1 della Convenzione ONU sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione,
  • gli articoli 2 e 3 della Costituzione italiana,
  • l’articolo 21 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE,
  • l’articolo 2 e 7 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo,
  • l’articolo 14 della Convenzione Europea sui Diritti Umani,
  • l’articolo 10 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea,
  • e, infine, la Risoluzione 2361 del Consiglio d’Europa approvata il 27/01/2021 che, al punto 7.3, vieta ogni forma di discriminazione per chi scelga di non vaccinarsi.

Le ragioni emergenziali non possono essere utilizzate come scudo per sospendere e annullare diritti considerati intangibili dai Padri Costituenti e dalla comunità internazionale

Pertanto, si chiede che l’emergenza sanitaria sia affrontata senza derogare di un passo dal percorso della civiltà del diritto.

**la tua firma**

Questa petizione è chiusa.

Data di scadenza: Sep 10, 2021

Firme raccolte: 440

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