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AIFA

All’Aifa denunciati 758 decessi dopo il vaccino Covid

28 Febbraio 2022 by FronteAmpio.it Lascia un commento

aifa

Il rapporto dell’AIFA, pubblicato lo scorso 9 febbraio 2022, dopo tre mesi di oscuramento dei dati sull’andamento degli effetti avversi connessi alla “vaccinazione” anti Covid, non può omettere di rivelare la presenza di « 758 segnalazioni gravi che riportano l’esito di “decesso” ».

Naturalmente l’AIFA, l’agenzia italiana del farmaco, prova subito a sminuire il dato: si tratta appena di « 0,7 eventi con esito fatale segnalati ogni 100.000 dosi somministrate », scrive!

Il calcolo della percentuale infausta sulle dosi e non sui soggetti è un’altra furberia per sminuire la gravità di questa informazione.

Per sgombrare il campo dalle aspettative del lettore, precisiamo che tale rapporto inizia così: « I vaccini per il COVID-19 rappresentano una delle armi più efficaci per il contenimento della pandemia ». Viene da domandarsi sulla credibilità e terziarità che un rapporto sulla sicurezza della terapia antivirale può avere con questa premessa.

L’AIFA ammette 22 decessi certamente correlati e altri 175 temporalmente compatibili con la “vaccinazione” anti Covid

Poi comunque, dopo aver ammesso di avere sinora studiato solo circa il 75% dei casi denunciati, rivela che ne « sono risultati correlabili 22 (3,8%) ». Ammette pure, l’AIFA, che in 175 casi, ovvero « il 30,2% (dei casi esaminati, NdR) la valutazione fornisce esito “indeterminato” ».

Nel criptico linguaggio burocratico, ciò vuol dire: « l’associazione temporale è compatibile, ma le prove non sono sufficienti a supportare un nesso di causalità ». Insomma, il decesso è avvenuto pochi minuti o ore dopo l’inoculazione del farmaco, ma non ci sono prove che non sia una sfortunata coincidenza.

Curiosa la circostanza che la decriptazione di tale termine non avvenga nel “Rapporto annuale sulla sicurezza dei vaccini anti-COVID-19 ( 27/12/2020 – 26/12/2021 )” ma solo nei rapporti mensili la cui pubblicazione è cessata per un caso sconosciuto lo scorso settembre 2021.

Nei soggetti che già soffrivano di altre patologie, l’AIFA giustifica spesso gli effetti fatali con « eventi avversi sistemici correlabili alla vaccinazione (iperpiressia, vomito), che hanno innescato uno scompenso delle condizioni cliniche fino al decesso ». Insomma il vaccino non uccide, al più da una “spinta gentile” verso la tomba a chi già è sofferente di suo ma, magari, avrebbe vissuto per anni ed anni ancora.

Invece, aggiunge, « i casi osservati in soggetti sani sono per lo più ascrivibili a eventi avversi gravi molto rari, come le reazioni anafilattiche e la trombocitopenia e trombosi immuno-mediata indotta da vaccino ».

Il rapporto AIFA poco credibile: tenta solo assicurare sicurezza

Ci saremmo aspettati che, per questi casi 22 correlabili e per gli altri 175 “sospetti” causa“nesso temporale”, l’AIFA avesse fornito un maggior numero di dettagli di circostanze.

Ma la nostra ingenuità cozza con la “serietà” dell’Ente governativo che corrisponde al nome di AIFA.

Il rapporto AIFA, infatti, dedica le sue 110 pagine solo a ribadire che il “vaccino”, quale esso sia, è sicuro. Tenta di “smontare” ogni dubbio su rischi connessi a gravidanza, allattamento, miocarditi, trombosi, ecc.

La sostanza è: dopo il vaccino ci sono casi avversi, anche gravi? Qualcuno è morto? Non c’è correlazione, ovvero, statisticamente, erano casi che sarebbero accaduti anche se il soggetto non si fosse vaccinato.

–

Fonti e Note:

[1] Scarica da qui il PDF integrale dell’AIFA, “ Rapporto annuale sulla sicurezza dei vaccini anti-COVID-19 ( 27/12/2020 – 26/12/2021 ) ”.

Archiviato in:Pandemia Sars-Cov-2 Contrassegnato con: AIFA, vaccinazione

Dopo vaccino 498 morti, ma per Aifa non c’è correlazione

13 Agosto 2021 by FronteAmpio.it Lascia un commento

vaccino-vaccinazione

498 sono i decessi segnalati all’AIFA, l’agenzia italiana del farmaco, a seguito della somministrazione dei farmaci anti Covid attualmente in uso, i cosiddetti vaccini.

In particolare, 307 cittadini sono morti dopo la somministrazione del “vaccino” Pfizer (Comirnaty), 86 a seguito dell’inoculazione del “vaccino” Moderna (Spikevax), 88 dopo l’introduzione del farmaco AstraZeneca (Vaxzevria) e, infine, 17 dopo la “vaccinazione” con il Jansen.

In particolare, 307 cittadini sono morti dopo la somministrazione del #vaccino #Pfizer, 86 a seguito dell’inoculazione del “vaccino” #Moderna, 88 dopo l’introduzione del farmaco #AstraZeneca e 17 dopo la “vaccinazione” con il #Jansen. Condividi il Tweet

A seguito della diverso numero di dosi somministrate per le varie tipologie di vaccino, il tasso di esito fatale della vaccinazione varia dallo 0,6 allo 1,30 per 100.000 dosi. In definitiva, dando per esatti i dati AIFA, muore di “vaccino” un cittadino ogni 66.000 soggetti “vaccinati” (133.000 dosi).


E’ quanto emerge dal “Settimo Rapporto AIFA sulla sorveglianza dei vaccini COVID-19” pubblicato dall’agenzia italiana del farmaco lo scorso 4 agosto 2021 e aggiornato al precedente 26 luglio [1].

>>> SCARICA PDF: 7° Rapporto AIFA sorveglianza vaccini COVID-19

Decessi post vaccino Covid: le norme non permettono chiarire casualità

Nel rapporto, l’AIFA tiene naturalmente a precisare che, sulla base della normativa italiana, « in sette casi, la causalità risulta correlabile », ovvero è accertato che la morte è dovuta certamente all’iniezione del “vaccino”.

Per 188 casi, il 37,7% degli eventi “avversi” fatali, ancora, « l’associazione temporale è compatibile, ma le prove non sono sufficienti a supportare un nesso di causalità ». In questo caso la correlazione è stata definita come “indeterminabile” o “inclassificabile”.

Negli altri casi, l’AIFA sostiene che non c’è correlazione tra vaccino e decesso. E’ solo una sfortunata coincidenza che la gente muoia anche solo « dopo due ore » dalla prima dose ( 343 casi ) o dalla seconda dose ( 145 casi ).

Secondo il grafico della figura 6 del rapporto ufficiale AIFA, il decesso quale esito fatale della vaccinazione rappresenta solo lo 0,6% delle segnalazioni ( ma è un evidente errore perché la tabella dell’immagine prima indica il dato dello 0,75% ).

L’Aifa ammette 11.000 gravi casi di effetti avversi dopo il vaccino Covid

La tabella indica che, a seguito della vaccinazione, il 3,5% dei cittadini è stata ricoverata in ospedale, lo 0,7% si trova in “pericolo di vita”, lo 0,6% è divenuto invalido. In totale, i “casi gravi” collaterali al vaccino risultano pari al 12,8% delle segnalazioni (11.000 circa).

Al di la delle percentuali relative, in numeri assoluti il dato è chiaramente pari a centinaia, anzi ad alcune migliaia di persone.

In proposito è importante precisazione che la “vigilanza” AIFA è di tipo passivo. Vale a dire che si basa sulle segnalazioni di “effetti avversi” da parte di medici curanti, farmacisti, e, in alcuni casi minoritari, da parte degli stessi cittadini, dalle forze armate ( per i militari vaccinati ) o da parte di avvocati dei familiari delle vittime.

Non essendo un “vigilanza” di tipo attiva ( le ASP non chiamano i vaccinati a 48-72 ore dall’inoculazione per sapere gli effetti avversi subiti ), è lecito credere che gli effetti collaterali siamo almeno di una grandezza maggiore.

La cosa strana del rapporto AIFA è che da fine marzo le segnalazioni degli avverte avverse sono quasi cessate ( LINEA BLU, figura 12 del rapporto ). E’ probabile, quindi, che si riferivano ad anziani e sanitari e che, successivamente, ampliata la fascia d’età delle vaccinazioni, nessun cittadino s’è preso la briga di segnalare i disturbi patiti.

Da Pfizer ad AstraZeneca, ecco le patologie causate dai vaccini

Ancora, il rapporto ci fa sapere che col “vaccino” Pfizer sono « molto rare sono le paralisi del facciale, le reazioni anafilattiche e la miocardite/pericardite (il cui tasso è rispettivamente 5, 4 e 3 casi ogni milione di dosi somministrate) » (2,6 col Moderna).

Coll’AstraZeneca, invece, « fra gli eventi avversi molto rari (< 1 caso/100.000 dosi somministrate) rientrano le neuropatie acute e subacute (fra cui la Sindrome di Guillain-Barrè) e le trombosi venose intracraniche o in sede atipica con o senza piastrinopenia ». Invece, « il tasso di segnalazione per le reazioni anafilattiche è sovrapponibile a quello riportato nei precedenti Rapporti (2,7 casi ogni milione di dosi somministrate) ».

Infine collo Jansen, « il numero di casi di trombosi venosa cerebrale o in sede atipica con o senza piastrinopenia, di polineuropatie acute o subacute o di reazioni di tipo allergico grave è molto esiguo e comporta un tasso di segnalazione inferiore a 2 casi ogni 1.000.000 di dosi somministrate ».

Con la vaccinazione dei giovani (12-19 anni), l’AIFA segnala che « fra gli eventi avversi molto rari rientrano la miocardite e la pericardite acuta (3 casi ogni milione di dosi somministrate) ».

Nonostante la non completezza, la non imparzialità e non trasparenza del rapporto, che nulla dice sui motivi dei 498 decessi e sulle centinaia di invalidi, esso – a nostro parere – è sufficiente a dimostrare la non sicurezza assoluta del vaccino.

Chi si vaccina, lo fa a propria scelta e pericolo. E senza possibilità poi, per i familiari dei morti e degli invalidi, di chiedere risarcimenti a nessuno.

—

Fonti e Note:

[1] AIFA, 4 agosto 2021, 7° Rapporto AIFA sorveglianza vaccini COVID-19 [PDF].

Archiviato in:Pandemia Sars-Cov-2 Contrassegnato con: AIFA, Vaccino

Italia, Aifa: sono già 40 i decessi dopo il vaccino

13 Marzo 2021 by FronteAmpio.it Lascia un commento

vaccino-vaccinazione

Un rapporto che ci riporta indietro nel tempo, ai documentari dell’Istituto Luce di fascistissima memoria, tanto appare essere sola propaganda, tanto le informazioni risultano limitate, mal evidenziate, contraddittorie, almeno se paragonate al rapporto francese [1] ad esempio : questo il rapporto dell’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco, sull’andamento della vaccinazione [2].

Il secondo rapporto mensile è stato pubblicato lo scorso 10 marzo, in ritardo rispetto al precedente che fu pubblicato, invece, il 4 febbraio.

Che dice di rilevante che i giornalisti di regime non abbiano ancora detto sulla stampa nazionale ?

Morto due ore dopo il vaccino? Per l’AIFA il nesso di casualità non c’è!

Occorre andare a pagina 17 del report per leggere: « al 26 febbraio 2021 sono state inserite 40 segnalazioni con esito “decesso” per un tasso di segnalazione di circa 0,97 su 100.000 dosi somministrate ».

Al 26 febbraio 2021, 40 segnalazioni con esito “decesso” dopo una vaccinazione anti Covid. (AIFA) Condividi il Tweet

Ovviamente è chiara – spiega l’AIFA – « l’assenza di responsabilità del vaccino anche perché si tratta di persone che presentavano patologie pregresse e che assumevano più farmaci contestualmente ».

Insomma si trattava, sostengono, di gente ammalata, magari pure anziana, che sarebbe morta lo stesso, … prima o poi. Poi prendevano anche altri farmaci, magari sono morti per quelli, non certo per il farmaco dello Pfizer !

L’Agenzia italiana del Farmaco ribadisce ed assicura: « il nesso di causalità è considerato non correlabile nel 66% dei casi, indeterminato nel 27% dei casi e inclassificabile [nei restanti casi] ».

Onestamente non si comprende questa sicumena degli “scienziati” quando, per loro ammissione, « il tempo di insorgenza del decesso dalla somministrazione del vaccino varia da due ore fino ad un massimo di 21 giorni, con una mediana di 2 giorni ».

Due ore, due giorni in mediana, dopo la vaccinazione uno decede e il nesso non c’è? E’ una coincidenza? Allucinante !!!

Nel rapporto gli scienziati rassicurano : « non ci sono casi di decesso a seguito di shock anafilattico o reazioni allergiche importanti. Molto spesso il decesso è legato a cause cardiovascolari ».

Roba da stare più tranquilli, certo!!!

I casi di « shock/reazione anafilattico/anafilattoide », tutti collo Pfizer, sono solo 25, al momento. E non ne è morto nessuno.

Di più si sa che « il 60% dei casi [di decesso post-vaccino] riguarda donne [e] l’età media dei casi ad esito fatale […] si attesta su 86 anni ».

« Complessivamente, al 26 febbraio 2021, sono state valutate 30.015 segnalazioni su un totale di 4.118.277 dosi somministrate per tutti i vaccini, con un tasso di segnalazione di 729 ogni 100.000 dosi ».

L’AIFA s’affida alla spontaneità per raccogliere le segnalazioni avverse: allora quante saranno realmente?

Dalla figura 1B del grafico pubblicato nel rapporto AIFA, si evidenza che le segnalazioni sono più numerose con la somministrazione della prima e seconda dose del vaccino Pfizer alla popolazione medica e paramedica.

Era prevedibile.

Con l’inoculazione del farmaco agli “over 80”, chi si è interessato di raccogliere i loro disturbi e comunicarli all’Aifa? Evidentemente nessuno, come si evidenzia dal secondo grafico, la figura 4 !

L’AIFA l’ammette con “innocenza”: « la tipologia delle segnalazioni inserite dall’inizio della campagna vaccinale è prevalentemente di tipo spontaneo (99% circa) e le rimanenti segnalazioni sono invece stimolate tramite progetti di farmacovigilanza attiva ».

AIFA-Andamento-Segnalazioni-avverse
AIFA-Segnazioni-avvese-categoria

Vaccino Italia: circa 1.800, secondo l’AIFA, gli effetti avversi gravi

Se vuoi sapere quali sono gli effetti avversi, l’AIFA tra quelli minori elenca: « febbre, cefalea, dolori muscolari/articolari, dolore in sede di iniezione, brividi e nausea (il 93% delle segnalazioni) ».

A riguardo gli effetti avversi gravi, invece, l’Agenzia del Farmaco precisa « Complessivamente, sono presenti 1.700 segnalazioni gravi al vaccino Comirnaty [lo Pfizer], corrispondono al 6,1% del totale, con un tasso di 44 eventi gravi ogni 100.000 dosi somministrate ».

Solo 32 le segnalazioni di eventi avversi “gravi” per il Moderna, e 79 per l’AstraZeneca poiché da poco è iniziata la loro somministrazione.

Quali sono tali effetti collaterali gravi, eccetto la morte ?

Il rapporto spiega che « sono rappresentate prevalentemente da febbre alta, cefalea intensa, dolori muscolari/articolari diffusi e astenia. Meno frequentemente sono riportate, inoltre, reazioni di tipo allergico, linfoadenopatia, parestesia, tachicardia e crisi ipertensiva e paralisi facciale ».

Se la garanzia, di fatto, non è garantita al 100% sarà almeno assicurata l’efficacia dei vaccini?

Per l’AIFA, « non è sufficiente che un soggetto vaccinato per COVID-19 sia risultato positivo a un tampone o presenti sintomi della malattia per affermare che il vaccino non ha funzionato ».

E se non ti eviti il virus che ti vaccini a fare, verrebbe d’esclamare.

Il vaccino non evita il contagio (attivo e passivo) solo la malattia

L’Agenzia precisa: « i vaccini COVID-19 attualmente autorizzati, infatti, sono tutti indicati per l’immunizzazione attiva per la prevenzione di COVID-19, malattia causata dal virus SARS-CoV-2 ».

Insomma col vaccino non si evita di contagiarsi ( e poi di contagiare ) ma solo, forse, si spera, si evita di contrarre la malattia in forma sintomatica.

Un pò poco per fermare la pandemia e tornare alla … normalità.

Come disse sin da subito la dottoressa Soumya Swaminathan, scienziato capo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS): « i vaccinati potrebbero infettare »!

In definitiva, come riporto nel mio post del 7 gennaio 2021 [3] , l’alto funzionario dell’OMS ribadì che « è importante che le persone continuino a seguire le misure comprovate », ovvero che tutti, anche i vaccinati, proseguano nelle misure di prevenzione sanitaria quali l’indossare la mascherina al chiuso, mantenere il distanziamento sociale, assicurare il ricambio d’aria dentro i locali, lavare spesso le mani ».

Il vaccino funziona? In 49 casi sembra proprio di no!

Nel rapporto l’AIFA ammette, comunque, anche il fallimento vaccinale clinico, sia pure in misura limitata: « al 26 febbraio 2021, risultano inserite nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza 49 segnalazioni riferibili a una possibile mancanza di efficacia della vaccinazione, tutte successive alla somministrazione di due dosi del vaccino Comirnaty [Pfizer] ».

Di questi casi, « 6 segnalazioni soddisfano i 4 criteri per la definizione di fallimento vaccinale clinicamente confermato, altri 14 segnalazioni sono compatibili con una definizione di fallimento vaccinale clinicamente sospetto ». Undici i positivi asintomatici, nonostante la doppia dose somministrata.

Sul rappporto AIFA, non mi sembra che ci sia altro d’aggiungere.

–

Fonti e Note:

[1] FronteAmpio, 8 marzo 2021, “Francia: salgono a 221 i decessi dopo il vaccino”.

[2] Aifa, 10 marzo 2021, “Secondo Rapporto AIFA sulla sorveglianza dei vaccini COVID-19”.

[3] FronteAmpio, 7 gennaio 2021, “Swaminathan (OMS): i vaccinati potrebbero infettare”.

Archiviato in:Pandemia Sars-Cov-2 Contrassegnato con: AIFA, Covid-19, Vaccino

AstraZeneca, EMA: #statesereni, vaccinatevi!

12 Marzo 2021 by FronteAmpio.it 2 commenti

vaccino-anticorona-covid

« Il vaccino può continuare ad essere somministrato »; questa la posizione dell’EMA, l’Agenzia del Farmaco Europea, espressa in un comunicato [1] dopo che allarme ha suscitato, in Italia, come in diversi Paesi europei, la morte di alcuni soggetti [2], o comunque la comparsa di casi di trombosi, dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca.

Repubblica-Morti-AstraZeneca

AstraZeneca: vaccino sospeso in tutta Europa, causa trombi?

Diversa la posizione delle autorità locali.

Ad esempio, spiega l’EMA nello stesso comunicato, « l’autorità nazionale competente austriaca ha sospeso l’uso di un lotto del vaccino COVID-19 di AstraZeneca (numero di lotto ABV5300) dopo che a una persona è stata diagnosticata una trombosi multipla (formazione di coaguli di sangue all’interno dei vasi sanguigni) ed è morta 10 giorni dopo la vaccinazione, e un’altra è stata ricoverata con embolia polmonare (blocco delle arterie nei polmoni) dopo essere stata vaccinata ».

In Italia, invece, « a seguito della segnalazione di alcuni eventi avversi gravi, in concomitanza temporale con la somministrazione di dosi appartenenti al lotto ABV2856 del vaccino AstraZeneca anti COVID-19, AIFA ha deciso in via precauzionale di emettere un divieto di utilizzo di tale lotto su tutto il territorio nazionale » [3].

Appare subito chiaro che quello italiano e quello austriaco sono due lotti diversi e che, quindi, non è problema di qualità di un lotto specifico che va quindi verificata – come promette l’AIFA -.

Si tratta, se c’è, di un problema generale del vaccino AstraZeneca, o addirittura dei vaccini anti-Covid 19.

Lo ha capito la Danimarca, come ammette con dolore, ancora l’EMA, in un nuovo comunicato : « l’autorità sanitaria danese ha messo in pausa la sua campagna di vaccinazione con il vaccino di AstraZeneca. Questo è stato deciso come misura precauzionale. Alcuni altri Stati membri hanno anche messo in pausa la vaccinazione con questo vaccino » [4].

La pausa sarà, per ora, di « due settimane » precisa il giornale svedese Samnytt [5].

Lo stesso giornale riporta un’importante precisazione di Veronica Arthurson, responsabile dell’unità della Medical Products Agency svedese, paese in cui è stato pure distribuito il lotto austriaco: « allo stesso tempo sono stati segnalati coaguli di sangue anche dopo la vaccinazione con il vaccino di Pfizer / Biontech, il che indicherebbe che i coaguli di sangue non sono correlati alla vaccinazione o almeno specificamente a quello di Astra Zeneca ».

Conferma, la dottoressa, la nostra impressione: non è questione di lotto, e neanche di AstraZeneca. E’ una coincidenza oppure riguarda anche il Pfizer.

Naturalmente, l’EMA propende subito per la prima ipotesi : « al momento non è stato stabilito alcun nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino e tali eventi ».

Anzi, proprio lo esclude: « queste condizioni non sono elencate come effetti collaterali con questo vaccino ».

Il farmacalogo Garattini: non son morti per il vaccino, ma con Covid!

Il farmacologo Garattini a La7

Curiosa la battuta che Silvio Garattini, presidente dell’Istituto farmacologico Mario Negri di Milano, fa intervistato a La7: « Morire dopo il vaccino non vuol dire morire per il vaccino ».

«Morire dopo il vaccino non vuol dire morire per il vaccino».(Silvio Garattini). E morire dopo il Covid che vuol dire allora? Condividi il Tweet

Ripropone una nuova sfida sulla base della vecchia diatriba del morire “per” Covid e “con” Covid?

Peggio.

Garattini raddoppia.

Chi è morto DOPO il vaccino è in realtà morto con COVID, per il vegliardo farmacologo bergamasco – 91 anni quest’anno.

Maurizio Acerbo riporta, in proposito, il lancio di Repubblica che riporta l’ipotesi di Garattini : « La formazione di trombi è una delle conseguenze del Covid. Dovremmo controllare se le persone colpite non avessero contratto l’infezione in modo silente ».

Un’ipotesi ovviamente non assurda di principio, ma che conduce ad una domanda: perché prima di somministrare i vaccini non sono svolte analisi cliniche ed alti esami ( ECG, Pressione ), incluso un test PCR anti-Covid per accertarsi delle condizioni sanitarie del vaccinando e della loro compatibilità colla somministrazione del farmaco ?

Garattini: i morti dopo vaccino in realtà morti con covid

EMA, AstraZeneca: più benefici che rischi. Poi il balletto dei numeri.

Tuttavia l’Ente di farmacovigilanza europeo è lesto a correggersi: « è in corso un’indagine completa sulle segnalazioni di coaguli di sangue in persone che hanno ricevuto il vaccino. […] Una volta completata la revisione, il PRAC [6] farà tutte le raccomandazioni necessarie per minimizzare i rischi e proteggere la salute dei pazienti ».

In ogni caso, « la posizione del comitato per la sicurezza dell’EMA è che i benefici del vaccino continuano a superare i suoi rischi » ( che implicitamente ammettono d’esserci, anche letali ).

E snocciolano i numeri che dovrebbero dare conferma della propria valutazione.

« Al 9 marzo 2021, sono stati riportati 22 casi di eventi tromboembolici tra i 3 milioni di persone vaccinate con COVID-19 Vaccino AstraZeneca nello Spazio economico europeo », scrivono nel primo comunicato.

« Al 10 marzo 2021, sono stati riportati 30 casi di eventi tromboembolici tra quasi 5 milioni di persone vaccinate con il Vaccino AstraZeneca nello Spazio economico europeo », correggono nel secondo.

Sembrano numeri “a caso”.

In definitiva precisano: « il numero di eventi tromboembolici nelle persone vaccinate non è superiore a quello visto nella popolazione generale ».

Sarà sicuramente così …

… ma, al 6 marzo, la stessa EMA, nell’area “EudraVigilance” del proprio sito web, indica in:

  • 66 gli effetti collaterali “fatali” successivi alla somministrazione del Tozinameran ( vaccino Pfizer ) connessi a “crisi vascolari”;
  • 24 dopo la vaccinazione col Moderna ( CX-024414);
  • e, infine, 10 a seguito dell’inoculazione del vaccino AstraZenaca ( Chadox1 Ncov19 ).

Poi ci sono le ospedalizzazioni, le guarigioni con conseguenze permamenti.

Numeri sicuramente modesti, ma rischi che andrebbero però comunicati nel “consenso informato”.

Moderna-decessi-vascolari-EMA

–

Fonti e Note:

[1] EMA, 10 marzo 2021, “COVID-19 Vaccine AstraZeneca: PRAC preliminary view suggests no specific issue with batch used in Austria”.

[2] Repubblica, 11 marzo 2021, “Astrazeneca, militare morto dopo il vaccino a Siracusa: 10 indagati per omicidio colposo. l’Aifa sospende il lotto di dosi. La pm si vaccina poche ore dopo”.

[3] AIFA, 11 marzo 2021, “AIFA dispone divieto di utilizzo di un lotto AstraZeneca. Accertamenti in corso in coordinamento con EMA”.

[4] EMA, 11 marzo 2021, “COVID-19 Vaccine AstraZeneca: PRAC investigating cases of thromboembolic events – vaccine’s benefits currently still outweigh risks – Update”.

[5] Samnytt, 11 marzo, “Astra Zenecas covid-vaccin stoppas i flera länder – patienter fick blodproppar”.

[6] PRAC = “Pharmacovigilance Risk Assessment Committee”.

Archiviato in:Pandemia Sars-Cov-2 Contrassegnato con: AIFA, AstraZeneca, Covid-19, EMA

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No al green pass della vergogna!

Petizione contro il "green pass della vergogna" indirizzata ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari della Camera dei deputati.

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440 firme

No al green pass della vergogna

Ai Sigg. Presidenti dei Gruppi Parlamentari della Camera

Sig.ra/Sig. Presidente,

da oltre un anno e mezzo il popolo italiano subisce limitazioni radicali a diritti e libertà considerate fondamentali dalla Costituzione, dalla Cedu e dalla Dichiarazioni dei diritti fondamentali dell’uomo.

Se accettiamo che i principi fondamentali dello Stato di diritto possano essere sospesi oggi, in nome della gestione della pandemia, dobbiamo sapere che stiamo consegnando al futuro la possibilità di prendere direzioni diverse dalla democrazia in nome di qualsiasi altra minaccia che dovesse presentarsi, di origine umana o naturale

Il green pass colpisce una categoria di persone che esercita una libertà costituzionalmente garantita [non vaccinarsi], che viene penalizzata in quanto tale, per via di una propria qualità personale, di una propria condizione e di una libera scelta

Il “green pass” della vergogna viola:

  • l’articolo 1 della Convenzione ONU sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione,
  • gli articoli 2 e 3 della Costituzione italiana,
  • l’articolo 21 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE,
  • l’articolo 2 e 7 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo,
  • l’articolo 14 della Convenzione Europea sui Diritti Umani,
  • l’articolo 10 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea,
  • e, infine, la Risoluzione 2361 del Consiglio d’Europa approvata il 27/01/2021 che, al punto 7.3, vieta ogni forma di discriminazione per chi scelga di non vaccinarsi.

Le ragioni emergenziali non possono essere utilizzate come scudo per sospendere e annullare diritti considerati intangibili dai Padri Costituenti e dalla comunità internazionale

Pertanto, si chiede che l’emergenza sanitaria sia affrontata senza derogare di un passo dal percorso della civiltà del diritto.

**la tua firma**

Questa petizione è chiusa.

Data di scadenza: Sep 10, 2021

Firme raccolte: 440

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