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Democrazia

Errico Malatesta : il governo è dannoso

24 Gennaio 2021 by FronteAmpio.it Lascia un commento

« L’Uomo, come tutti gli esseri viventi, si adatta e si abitua alla condizione in cui vive e trasmette, per eredità, le abitudine acquisite ».

La teoria evoluzionistica è unanimemente accettata. Oggi come nel 1891, quando Errico Malatesta scriveva “L’Anarchia”.

Malatesta : Non è il padrone che ci da da mangiare

E questa teoria, infatti, spiega Malatesta, a giustificare come « il lavoratore, costretto per secoli, e quindi abituato, ad attendere il lavoro, cioè il pane, dal buon volere del padrone ha finito col credere che sia il padrone che dà da mangiare a lui ».

La forza psicologica della persuasione e quella fisica poi fanno il resto.

« Se poi agli effetti naturali dell’abitudine, s’aggiunga l’educazione data dal padrone, del prete, dal professore, ecc, i quali sono interessati a predicare che i signori ed il governo sono necessari; se si aggiunga il giudice ed il birro, che si forzano di ridurre al silenzio chi pensasse diversamente e fosse tentato a propagandare il suo pensiero, si comprenderà come abbia messo radice, nel cervello poco coltivato della massa laboriosa, il pregiudizio della utilità, della necessità, del padrone e del governo ».

Errico Malatesta è di tutt’altro avviso : « il governo non solo non è necessario, ma è estremamente dannoso ». E lo sosterrà per tutta la vita, pur che essa lo costringerà all’esilio, a sfuggire ai giudici, alla galera.

Malatesta: se siamo incapaci di governarci da soli, come possiamo essere di votare ?

D’altro canto, si domanda ne “L’Anarchia”, se esistano uomini così « eccezionalmente dotati », ovvero « infallibili ed incorruttibili », cui abdicare la propria libertà e la propria iniziativa.

In sostanza, « che garanzia ha il pubblico che essi [ i governanti ] s’ispireranno all’utilità generale? ».

Invero, secondo Errico Malatesta, « gli eletti sarebbero coloro che meglio sanno ingarbugliare la massa ».

Al contrario, « le forze più vive e le capacità più reali finiscono col trovarsi fuori dal governo e quasi prove di influenza sulla vita sociale ».

Votare, cioè, ha un valore irrisorio. Infatti, se gli « elettori [ sono ] incapaci di provvedere da loro stessi ai propri interessi, come mai sapranno scegliersi i pastori che debbano guidarli ? Come far uscire l’elezione di un genio dal voto di una massa di imbecilli ? ».

Il governo? Un parassita che difende gli sfruttatori

La « funzione essenziale [ del governo ] è sempre quella di opprimere e sfruttare le masse, di difendere gli oppressori e gli sfruttatori; ed i suoi organi principali, caratteristici indispensabili sono:

  • il birro,
  • e l’esattore,
  • il soldato,
  • ed il carceriere,
  • ai quali si aggiunge immancabilmente il “mercante di menzogne” [ il giornalista, NdR], stipendiato o protetto dal governo per asservire gli spiriti e farli docili al giogo ».

Malatesta : Far comprendere vantaggi della cooperazione e della solidarietà

Per Malatesta, quindi, al contrario occorre la « costituzione di una società di liberi ed uguali, fondata sull’armonia degli interessi, sul consenso volontario di tutti al compimenti dei carichi sociali ». In definitiva occorre far comprendere « i vantaggi che possono venire a tutti dalla cooperazione e dalla solidarietà ».

Per giungere a questo risultato, occorre abolire ogni ostacolo, attraverso una « guerra alle religioni » e una « guerra al patriottismo,e l’abolizione delle frontiere », nonché « l’abolizione del governo, dei parlamenti, eserciti, polizie, magistratura e di ogni altra forza dotata di poteri coercitivi » e, naturalmente, « della proprietà privata della terra, delle materie prime e degli strumenti di lavoro [ intende le fabbriche, NdR ] perché nessuno abbia il mezzo di vivere sfruttando il lavoro altrui ».

A distanza di 130 anni, il pensiero di Malatesta, e degli anarchici, è ancora moderno ed attuale e riflette l’unica soluzione reale per superare l’infelicità dell’attuale società capitalista.

–

Credits : Photo by Marco Oriolesi on Unsplash

Archiviato in:I Grandi della Filosofia Contrassegnato con: Anarchia, Democrazia

Rosselli : l’italiano popolo servo e fascista di indole

23 Gennaio 2021 by FronteAmpio.it Lascia un commento

libertà-di-informazione

« Senza Uomini liberi, nessuna possibilità di Stato libero »; potrebbe sembrare un’affermazione ridondante, ed invece è servito il socialista Carlo Rosselli per farcelo sapere.

Era il 1928, lui viveva al confino a Lipari ( Messina ) perché antifascista e stava scrivendo il saggio “Socialismo liberale”. Nove anni dopo, fuggito dal confino, veniva ucciso in Francia da emissari del regime fascista.

Rosselli annota come « un servaggio di secoli fa sì che l’italiano medio oscilli oggi ancora tra l’abito servile e la rivolta anarchica ».

L’attivista socialista ha ben chiari i colpevoli di tanta indole da servi : « l’educazione cattolica – pagana nel culto e dogmatica nella sostanza – e la lunga serie dei paterni governi hanno esentato per secoli gli italiani dal PENSARE IN PERSONA PRIMA. La miseria ha fatto il resto ».

Rosselli: Non si ama e non si difende ciò per cui non si è lottato

Ed ancora : « Gli italiani sono PIGRI moralmente […], l’intervento del Deux ex machina, del duce, del domatore – che si chiami esso papa, re, Mussolini – risponde sovente ad una necessità psicologica. […] Si riallaccia alla tradizione di procedere sulla linea del minimo sforzo. Mussolini trionfò per la quasi universale diserzione ».

« La nostra storia non offre sinora NESSUNA VERA RIVOLUZIONE di popolo. In tutte le epoche della sua storia, il popolo italiano ha sprigionato dal suo seno punte di altruismo, solitarie, eroiche, ma […] la conquistata libertà non è legata in Italia non è legata a NESSUN MOTO DI MASSE ».

Per Carlo Rosselli il risultato di cotanta pigrizia è evidente : « la regola secondo cui NON SI AMA E NON SI DIFENDE se non ciò per cui si è molto lottato e sacrificato ha avuto la sua riprova più tipica nella esperienza fascista ».

Rosselli: Non v’è cosa peggiore che rassegnarsi alla servitù

« Se gli uomini non hanno radicato né il SENSO DELLA DIGNITA’ né quello della responsabilità, se non sentono la fierezza della loro autorevolezza […] non si fa il socialismo. Si fa lo STATO CASERMA, uno Stato che è libero nell’etichetta, ma schiavo nella sostanza ».

« Non v’è maggiore schiavitù di coloro che, raggiunta la consapevolezza della loro condizione servile, vi si rassegnano ».

Da qui l’amara considerazione : « il fascismo è stata l’AUTOBIOGRAFIA di una nazione che rinuncia alla lotta politica, che ha il culto dell’unanimità, che rifugge dall’eresia. Lottare contro il fascismo [ significa ] lottare contro un certo tipo di mentalità, di sensibilità, inconsapevolmente proprie di larghe correnti di popolo ».

Il nostro compito: acquisire consapevolezza e lottare

Parole pesanti, forti, che dovrebbero risvegliare la nostra dignità, che ci dovrebbero indurre a pensare con la nostra testa, a leggere in maniera critica le informazioni che ci fornisce il governo, il suo burattinaio ( i proprietari, la Confindustria ), i loro mass media.

La libertà è un bene prezioso, molto più d’IPhone-11, d’un SUV, d’una smart-tivù, d’una laurea, d’uno stipendio con quattro zeri, di un buon livello conquistato nel videogioco del momento.

La dovremmo difendere, tutti. Con proteste e lotte concrete.

Senza aspettare vigliaccamente che eroi la difendano per noi.

Senza fare diserzione.

Archiviato in:I Grandi della Filosofia Contrassegnato con: Democrazia

Istituto IDEA: con emergenza Covid violazioni Democrazia

14 Dicembre 2020 by FronteAmpio.it Lascia un commento

« Per affrontare la pandemia COVID-19, a partire da marzo 2020, più della metà dei Paesi del mondo (59 per cento) ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale, consentendo loro di adottare drastiche misure temporanee (e nella maggior parte dei casi necessarie) per combattere la pandemia. Queste misure hanno incluso, nella maggior parte dei casi, la temporanea limitazione delle libertà civili fondamentali, come la libertà di riunione e di movimento, e in alcuni casi il rinvio delle elezioni ».

Rapporto dell’Istituto IDEA sulla Democrazia durante la pandemia

Tanto ci fa sapere, lo scorso 9 dicembre, l’Istituto internazionale IDEA ha pubblicando il “Global State of Democracy (GSoD) in Focus”, ovvero un corposo rapporto di quarantesei pagine sullo stato della democrazia nel mondo.

Lo “International Institute for Democracy and Electoral Assistance”, di cui l’acronimo IDEA, è un ente intergovernativo fondato nel 1995 e con sede a Stoccolma ( Svezia ), del quale fanno parte trenta nazioni sparse tra i vari continenti. L’Italia non è rappresentata, lo preciso per i curiosi [1].

La serietà dell’Istituto è certificata dalla riconosciuta sua presenta presso l’ONU, con un seggio quale “membro osservatore”. Dallo scorso anno, ne è presidente Kevin Casas-Zamora, ex secondo vice presidente del Costa Rica.

Le precisazioni di cui sopra sono d’obbligo per presentare il rapporto che proverò a sintetizzare; non sono quattro paginette scritte da un tizio qualunque, insomma.

Tuttavia, continua l’Istituto IDEA nel rapporto [2] realizzato da Annika Silva-Leander, « più della metà dei paesi del mondo (61%) ha attuato misure che violavano gli standard democratici perché erano sproporzionate, illegali, indefinite o non necessarie in relazione alla minaccia per la salute ».

Filippine ed Italia in testa per durata dello Stato d’Emergenza

Mentre in diversi paesi lo Stato di Emergenza è stato di durata limitata, in altri è stato più volte rinnovato ed è tutt’ora in corso. La tabella 11 del rapporto mostra come l’Italia sia, dopo le Filippine e prima di Argentina, Sierra Leone, Togo, Botswana e Honduras, il secondo paese al mondo per durata ininterrotta dello Stato di Emergenza. E’ in compagnia delle più alte “democrazie” mondiali, come si nota.

« La pandemia – prosegue il rapporto scendendo più in dettaglio – ha approfondito i processi di regressione democratica e ha messo a nudo la debolezza e la fragilità democratica (Malesia, Mali, Myanmar, Sri Lanka). In alcuni casi, la pandemia ha anche esposto paesi che prima della pandemia non mostravano alcun segno apparente di malessere democratico [ad] un significativo deterioramento della loro qualità democratica (Argentina, El Salvador) ».

In particolare, « gli aspetti della democrazia che hanno visto gli sviluppi più preoccupanti durante la pandemia sono la libertà di espressione, l’integrità dei media, l’integrità personale e la sicurezza. Tuttavia, le libertà che sono state limitate nella maggior parte dei paesi sono la libertà di movimento e di riunione ».

Lotta Covid in Cina e Cuba ad alto costo per democrazia e Diritti Umani

Tali limitazioni devono essere proporzionate e limitate sembra sostenere l’Istituto IDEA quando cita, come esempio negativo della lotta al Covid-19, la Cina e Cuba : « il loro apparente successo nella lotta contro il virus è stato raggiunto ad un alto costo in termini di democrazia e diritti umani ».

Tra le misure criticate dall’Istituto IDEA, « la imposizione di severe restrizioni, senza una chiara base costituzionale o giuridica, quarantena forzata di persone con sospetta infezione, persone costrette ad assumere farmaci non testati contro COVID-19 ».

Sinceramente sembra quasi che il rapporto tratti dell’Italia ( vedi DPCM, quarantene per i viaggiatori, cure ospedaliere improvvisate che han portato alla morte numerosi ammalati ) e non, invece, citi le misure adottate da Cina e Cuba.

Istituto IDEA: Con scusa lotta disinformazione, limitata libertà d’espressione

La Tabella 17 mostra le maggiori preoccupazioni per i Diritti Umani, durante la pandemia.

Il rapporto mette in evidenzia, soprattutto, a mio modo di vedere, due punti:

  • le misure « intraprese per limitare la libertà di espressione, con la giustificazione di combattere la diffusione della disinformazione sul virus »,
  • e « la chiusura di istituzioni democratiche chiave, come i parlamenti e i tribunali ».

In particolare, in taluni casi, si è giunti alla « chiusura dei siti di informazione » ( vedi, in Italia, la cancellazione della video-intervista del professor Stefano Montanari dal canale Youtube di Byoblu). Ciò ha « impedito un sano dibattito e un controllo sulle prestazioni dello Stato nella gestione della pandemia ».

Emergenza Covid: Con poteri al governo, rischio democratico e di corruzione

A riguardo al secondo punto, il rapporto denuncia che « quando gli Stati d’Emergenza sono indefiniti o prorogati per periodi di tempo eccessivamente lunghi, i rischi di un eccessivo coinvolgimento dell’esecutivo e di un indebolimento democratico sono ancora maggiori ».

Questo conduce anche agli inevitabili rischi di corruzione nella « gestione dei fondi pubblici durante la pandemia ». Infatti, scrive i rapporto, « in alcuni casi [ i fondi ] sono gestiti direttamente dall’esecutivo senza controllo legislativo ».

« La pandemia ha aperto nuove strade alla corruzione », scrive chiaramente l’Istituto IDEA poi ricordando come « uno studio del 2019 di Transparency International ha stimato che la corruzione nel settore sanitario costa 500 miliardi di dollari all’anno e ha un impatto drammatico sulla qualità dell’assistenza ». L’Istituto è particolarmente preoccupato per le procedure prive di controllo per l’acquisto di « ventilatori, maschere e dispositivi di protezione » (e di test e “app di tracciamento” aggiungerei) e rileva come esistano dei « casi segnalati a riguardo irregolarità nei processi di approvvigionamento e il pagamento di attrezzature mediche troppo costose ».

Non fa riferimento, in proposito, a alcun paese in particolare, non cita l’Italia quindi.

L’Istituto IDEA, se vogliamo fermarci qua per ragioni di economia della narrazione, nell’esame del rapporto sembra aver scoperto “l’acqua calda”!

Per un po’ tutti i governanti del mondo, l’epidemia è “caduta a fagiolo” per limitare le libertà democratiche e, soprattutto, depredare le casse statali.

–

Fonti e Note:

[1] Wikipedia, Istituto internazionale per la democrazia e l’assistenza elettorale

[2] Istituto IDEA, “Global State of Democracy (GSoD) in Focus” – edizione 2020 (“ Taking Stock of Global Democratic Trends Before and During the COVID-19 Pandemic ” – SCARICA PDF IN ENG)

Credits : Photo by Bret Kavanaugh on Unsplash

Archiviato in:Pandemia Sars-Cov-2 Contrassegnato con: corruzione, Covid-19, Democrazia, ONU

Decreti Sicurezza, ovvero Decreti contro le manifestazioni

1 Novembre 2020 by FronteAmpio.it Lascia un commento

Lo Stato impedisce manifestazioni politiche e scioperi

« L’aspetto negativo dei Decreti Sicurezza non consiste solo nelle norme sull’immigrazione che sono appena state modificate, ma si iscrive in un ben determinato percorso di criminalizzazione della povertà, della emarginazione e del dissenso », lo ha scritto, lo scorso 11 ottobre, il Centro di ricerca ed elaborazione per la democrazia (CRED), per come riporta l’agenzia di stampa Pressenza.

« Di fronte alla crisi dello stato sociale prodotto da decenni di politiche neoliberiste che ha condannato fasce sempre più ampie della popolazione alla precarietà, all’emarginazione e alla disoccupazione – spiegano -, i decreti Sicurezza hanno costituito lo strumento per gestire la povertà, il dissenso e il conflitto sociale secondo una logica esclusivamente improntata alla repressione ».

Quella approvata dal governo Conte I ( M5S – Lega ) « è una legislazione penale [ che ha come obiettivo ] il controllo degli individui […]. Questa parte del decreto Salvini è diretta contro ogni tentativo di mobilitazione sociale. Essa tende infatti a criminalizzare i lavoratori in lotta per la difesa del posto di lavoro che scendono in piazza alla notizia della lettera di licenziamento attraverso la minaccia di multe esose e anni di galera. Tende a creare di fatto il reato di occupazione di scuola e università, per stroncare sul nascere le mobilitazioni studentesche. Prefigura una società autoritaria, di stampo orbaniano o peggio ».

Decreti Sicurezza : Quali i punti da sopprimere

Di seguito, il Centro di ricerca ed elaborazione per la democrazia (CRED) indica le norme che vanno prioritariamente abolite :

  • art. 21 quater ( introduzione del delitto di esercizio molesto dell’accattonaggio ),
  • art. 23 ( disposizioni in materia di blocco stradale ),
  • tutto il Capo III ( disposizioni in materia di occupazioni arbitrarie di immobili ).

Lo scorso 19 maggio, scrivendo “Da 256 giorni Conte non modifica i Decreti Salvini”, aggiungevo personalmente altri due punti critici :

  • l’impiego dei taser, le armi ad impulsi elettrici, anche da parte della Polizia Municipale (L. 4 ottobre 2018, n. 113, Decreto Sicurezza, articolo 19),
  • l’inasprimento delle pene per una serie di reati quali l’oltraggio contro pubblici ufficiali, membri di un corpo politico o giudiziario e il danneggiamento di beni pubblici (pene fino a tre anni, ex articolo 341 bis, 343, 635 C.P.; Decreto Sicurezza bis, Legge 8 agosto 2019, n. 77, articolo 7).

« Da abrogare definitivamente non solo i cosiddetti decreti Salvini ma anche il cosiddetto decreto Minniti ( da non del ministro del Partito “Democratico” che l’ha sostenuto ), suo diretto presupposto.

In definitiva, il Centro di ricerca ed elaborazione per la democrazia respinge « l’idea che in una democrazia il conflitto sociale possa essere gestito attraverso la repressione ».

Modifiche, nel senso richiesto, non sono state implementate nell’ultimo Decreto Legge emanato dal governo (PD-M5S) che doveva eliminare le criticità del precedente Decreto (Lega-M5S).

Segno che Liberi ed Uguali, Italia Viva e Partito Democratico, nuovi partner del Movimento Cinque Stelle, ne condividono l’impianto repressivo.

—

Nota :

Invitiamo chiunque condivida questo appello ad esprimere la propria adesione comunicandola all’indirizzo ricercademocrazia@gmail.com.

Credits : Photo by Jorge Segovia on Unsplash

Archiviato in:Giustizia & Carceri Contrassegnato con: Democrazia, Diritti Umani, Forze di Controllo

Il premier Conte #negazionista dello Stato di Diritto

18 Ottobre 2020 by FronteAmpio.it 1 commento

Giuseppe Conte diretta Facebook

Il Diritto alla Vita, e quindi anche alla Salute, è l’unico Diritto Umano inalienabile ? Tutti gli altri sono comunque recessivi rispetto a questo ?

Così sembra sostenere un recente decreto del TAR Campania che ha esaminato l’ordinanza del presidente De Luca in merito alla chiusura delle scuole al fine di contenere la diffusione dell’epidemia da Covid-19.

Fino a ieri, politici di sinistra, organismi pubblici e privati per la tutela dei diritti umani, agenzia di stampa che sostengono pur vagamente possederli nel proprio DNA hanno sempre dato per scontata la risposta : il Diritto alla Salute innanzi tutto.

Quindi, a loro, sono apparse di secondaria importanza le restrizioni, quando non le privazioni, di altri fondamentali Diritti Umani ( quelli alla circolazione, alla riunione, alla libera opinione, al culto, all’istruzione, alla difesa giudiziaria, all’attività economica ) decretati dai vari DPCM e dai vari Decreti Legge del loro partigiano governo di sinistra ( Conte II ).

Coloro che, altrimenti, han sostenuto la pari dignità dei Diritti Umani sono stati pubblicamente additati e squalificati a suon di #negazionisti, #complottisti e, perfino, #terrapiattisti o #fascisti (!!).

Fortunatamente, oggi, sembra quantomeno aprirsi un dibattito tra giuristi su questo tema.

Giuristi in fermento : come ribellarsi alle violazioni dei Diritti Umani

Abbiamo qui dato conto di un ricorso al Segretario Generale del Consiglio d’Europa presentato dall’Osservatorio permanente sulla Legalità Costituzionale, istituitosi presso il Comitato Rodotà.

Abbiamo altresì riportato sia le analisi del ricercatore universitario Niall Coghlan quanto le dotte riflessioni di tre giuristi nel corso di un webinar organizzato da IusInItinere.

In tale ultimo ambito, si è pure segnalata la possibilità di un’istanza alla Commissaria europea ai Diritti Umani al fine di reclamare un suo intervento rispetto ai Diritti Umani violati dai DPCM del presidente del consiglio italiano Giuseppe Conte.

I Diritti Umani secondo la Dichiarazione Universale dell’ONU

In proposito, vorremmo riportare quanto scrive la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo approvata dall’ONU nel 1948.

Quest’atto fondamentale, sin dalle premesse denuncia come « il disconoscimento e il disprezzo dei diritti umani hanno portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell’umanità » e, ancora, « è indispensabile che i diritti umani siano protetti da norme giuridiche, se si vuole evitare che l’uomo sia costretto a ricorrere, come ultima istanza, alla ribellione contro la tirannia e l’oppressione ».

L’articolo 2 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo è piuttosto rigido : « ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione ». Tuttavia il penultimo articolo, il 29, detta una limitazione : quella del « rispetto dei diritti e delle libertà degli altri e per soddisfare le giuste esigenze della morale, dell’ordine pubblico e del benessere generale in una società democratica ».

Appare certamente indubbio che articoli quali l’8 (ricorso a Tribunali), 9 (arbitrarie detenzioni), 12 (interferenze arbitrarie nella vita privata), 13 (libertà di movimento e di lasciare qualsiasi paese), 18 e 19 (libertà di religione e di opinione e espressione), 20 (libertà di riunione), 23 (diritto al lavoro), 26 (diritto all’istruzione), 27 (prendere parte alla vita culturale) sono stati pesantemente sono stati ristretti o negati durante il #lockdown e non solo.

Alcune limitazioni ai Diritti Umani consentite dalla nostra Costituzione

La stessa nostra Costituzione prevede « motivi di sanità o di sicurezza » per limitare il diritto alla movimento (all’articolo 16), oppure « comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica » per vietare riunioni in luogo pubblico (all’articolo 17), o, ancora « leggi che regolano » il diritto allo sciopero (all’articolo 40), e, infine, prescrivere che la libera attività economica non debba « recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana » (all’articolo 41).

Non sembra che tali limitazioni riescano a coprire tutti i Diritti Umani disconosciuti da premier Conte. Per diversi, quelli riferibili agli articoli 8, 9, 12, 19 e 26 ( per quest’ultimo ove la “didattica a distanza” non sia stata possibile attivare ), non sembrano esistere limitazioni ammesse.

La mancata comunicazione delle deroghe viola lo Stato di Diritto

Come spiegano i ricorrenti dell’Osservatorio permanente sulla Legalità Costituzionale, l’Italia avrebbe dovuto attivare una procedura ex art. 15 CEDU presso il Segretario Generale del Consiglio d’Europa, come han fatto una decina di paesi europei, per indicare e motivare i Diritti Umani cui voleva derogare.

Il governo Conte non l’ha fatto rendendosi quindi colpevole di violazioni ingiustificate.

Nei fatti questo indica la sospensione dello Stato di Diritto ovvero « atti di barbarie che offendono la coscienza dell’umanità ».

E sarebbero #negazionisti coloro che si ribellano a queste violazioni?

Così in basso sono giunte la politica nazionale di sinistra, le ONG, la stampa dei diritti umani per negare, loro, l’evidenza?

Archiviato in:Italia Contrassegnato con: Democrazia, Diritti Umani

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No al green pass della vergogna!

Petizione contro il "green pass della vergogna" indirizzata ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari della Camera dei deputati.

Sì, firmo ora!
440 firme

No al green pass della vergogna

Ai Sigg. Presidenti dei Gruppi Parlamentari della Camera

Sig.ra/Sig. Presidente,

da oltre un anno e mezzo il popolo italiano subisce limitazioni radicali a diritti e libertà considerate fondamentali dalla Costituzione, dalla Cedu e dalla Dichiarazioni dei diritti fondamentali dell’uomo.

Se accettiamo che i principi fondamentali dello Stato di diritto possano essere sospesi oggi, in nome della gestione della pandemia, dobbiamo sapere che stiamo consegnando al futuro la possibilità di prendere direzioni diverse dalla democrazia in nome di qualsiasi altra minaccia che dovesse presentarsi, di origine umana o naturale

Il green pass colpisce una categoria di persone che esercita una libertà costituzionalmente garantita [non vaccinarsi], che viene penalizzata in quanto tale, per via di una propria qualità personale, di una propria condizione e di una libera scelta

Il “green pass” della vergogna viola:

  • l’articolo 1 della Convenzione ONU sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione,
  • gli articoli 2 e 3 della Costituzione italiana,
  • l’articolo 21 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE,
  • l’articolo 2 e 7 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo,
  • l’articolo 14 della Convenzione Europea sui Diritti Umani,
  • l’articolo 10 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea,
  • e, infine, la Risoluzione 2361 del Consiglio d’Europa approvata il 27/01/2021 che, al punto 7.3, vieta ogni forma di discriminazione per chi scelga di non vaccinarsi.

Le ragioni emergenziali non possono essere utilizzate come scudo per sospendere e annullare diritti considerati intangibili dai Padri Costituenti e dalla comunità internazionale

Pertanto, si chiede che l’emergenza sanitaria sia affrontata senza derogare di un passo dal percorso della civiltà del diritto.

**la tua firma**

Questa petizione è chiusa.

Data di scadenza: Sep 10, 2021

Firme raccolte: 440

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