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Lockdown

Spagna, Covid: Corte Costituzionale boccia ancora il governo

1 Novembre 2021 by FronteAmpio.it Lascia un commento

« Le restrizioni imposte dal governo a seguito di questi Stati d’allarme erano state abusive e, come ha dimostrato la sentenza, persino illegali ».

Con queste parole [1], il presidente di VOX, Santiago Abascal Conde, ha commentato la sentenza del 27 ottobre 2021 emessa dalla Corte costituzionale spagnola che ha dichiarato parzialmente incostituzionale anche la proroga dello “stato d’allarme” in Spagna.

Il decreto, col fine di “contenere” la diffusione del virus Sars-Cov-2, era stato voluto dal governo spagnolo guidato dal socialista Sanchez e adottato per il periodo di sei mesi, dal 9 novembre 2020 al 9 maggio 2021.

Il presidente di VOX ha sottolineato che « la sua forza politica è stata l’unica a votare contro la dichiarazione di uno stato di allarme considerato “illegale” e che “tutti ci hanno insultato per questo” ».

Abascal (Vox Spagna): la pandemia si affronta nel rispetto della Costituzione

Nel ricorso [2], i 51 parlamentari di Vox non negano la necessità di affrontare la diffusione del virus ma sostengono che la pandemia debba essere affrontata « dentro i meccanismi costituzionali ».

Per Vox, è intollerabile « accettare che la gravità della crisi possa permettere una deroga – seppure transitoria – del nostro testo costituzionale [perché ciò] presuppone un’inammissibile degradazione democratica ».

Religione, deleghe alle regioni, esautoramento del Parlamento: ecco cosa contestava Vox al governo Sanchez

Vox, nel proprio ricorso alla Corte, tra l’altro contestava le limitazioni alla “libertà religiosa”, ovvero di poter esprimere collettivamente la propria fede garantito dall’articolo 16 della Costituzione spagnola ( “Se garantiza la libertad ideológica, religiosa y de culto de los individuos y las comunidades sin más limitación, en sus manifestaciones” ) [3].

Inoltre, difronte a uno “stato d’allarme” nazionale, a Vox appariva illecito che il governo delegasse alle singole regioni i poteri di determinare “l’ambito territoriale” delle restrizioni: non possono decidere i presidenti se in un territorio si limitano i diritti costituzionali, sosteneva Vox!

Infine, il partito spagnolo Vox contestava che – nei fatti – il governo aveva esautorato il Parlamento violando l’articolo 116.2 della Costituzione che espressamente, invece, garantisce a quest’Istituzione il diritto di prorogare, di 15 giorni in 15 giorni, lo “stato d’allarme” decretato dal governo.

Ora – sia pure con un ritardo scandaloso di un anno – giunge la sentenza [4] che potrebbe avviare una procedura legale contro il governo per « violazione dei diritti e delle libertà costituzionali ».

E mentre questo succede in Spagna, in Italia alcun partito – neanche d’opposizione, vedi Fratelli d’Italia – ha mai adito alla Corte Costituzionale contro lo “stato d’emergenza” e tutte le restrizioni ai diritti costituzionale deliberati dal governo Conte con DPCM e Decreti Legge vari.

–

Fonti e Note:

Credits: Photo Abascal by sito Vox Spagna.

[1] Vox Espagna, 27 ottobre 2021, “Abascal sobre la decisión del TC: ‘Hace un año nos quedamos solos votando contra el estado de alarma ilegal”.

[2] Vox Espagna, 6 novembre 2020, “Recursos de inconstitucionalidad y amparo de VOX al Estado de Alarma de Sánchez-Iglesias”.

[3] L’articolo 55 della Costituzione spagnola, infatti, nel prevedere lo “stato d’allarme”, consente, in tal caso, la limitazione di alcuni diritti costituzionali, ma non di quello previsto dall’art. 16 ovvero quello religioso.

[4] Tribunal Costitutional, 27 ottobre 2021. Comunicato stampa n. 100/2021

Archiviato in:Estero, Pandemia Sars-Cov-2 Contrassegnato con: Costituzione, Covid-19, Lockdown, Spagna

Fusaro: il distanziamento sociale produce imbarbarimento

31 Luglio 2021 by FronteAmpio.it Lascia un commento

La “Locked down society” è una nuova forma di società dove la sicurezza occulta la libertà e l’immunità sostituisce la comunità, perché il reale è contagioso e solo il virtuale è sano.

Questo è almeno il pensiero del filosofo Diego Fusaro che ne ha esposto i principi sul numero di luglio-agosto di “Bio’s”, la rivista ufficiale dell’Ordine dei Biologi [1].

Diego Fusaro denuncia l’istituzione di una società contactless, disumana

Per Diego Fusaro, « nella neoistituita “contactlss society” si è da subito confermato un nuovo ed efficace metodo di governo: in sua presenza, non vi sono più scioperi e manifestazioni, assembramenti e spazi di pubblico dibattito ».

Nella nuova forma di società voluta dall’elité mondiale, « ciascuno, come un monaco postmoderno, si trova sine die costretto nella sua cella casalinga, in una sorta di clausura epidemiologica coatta, condannato, quando gli è concesso di uscire all’aperto, a stare a distanza di sicurezza dal prossimo ».

Ma per Fusaro, così « vengono annientate l’intelligenza sociale dei popoli e l’idea stessa di natura umana relazionale e comunitaria: l’isolamento telematico e il distanziamento a norma di legge producono imbarbarimento ».

Fusaro: dal distanziamento sociale allo sbriciolamento della società

Il filosofo, su Bio’s, esplicita il suo ragionamento: « il distanziamento sociale allude all’esclusione dell’altro, trattato come un virus in quanto potenziale “malato asintomatico” ».

« Ne discende – prosegue – lo sbriciolamento della società, polverizzata in una moltitudine di atomi distanziati e senza relazioni in presenza […], l’annichilimento del legame tanto con l’altro quando con la realtà materiale esterna ».

L’Uomo « è permanentemente connesso alla rete internet e, insieme, disconnesso dalla realtà che essa stessa è stata messa in quarantena ».

Il mondo che residua è quello di « una società non socievole di egoismi e di interessi privati, dove il rapporto tra l’Io e il Tu è legato all’istantaneità effimera del do ut des e dello scambio di merci ».

–

Fonti e Note:

[1] La “Locked down society”, Diego Fusaro su Ordine dei Biologi, rivista sociale “Bios’s“, n. 9 luglio-agosto 2021, pagg. 34-35 (PDF).

bios_fusaro_locked_down_society

Archiviato in:I Grandi della Filosofia Contrassegnato con: Fusaro, Lockdown

Germania, Kassel: 20.000 in corteo contro Lockdown

21 Marzo 2021 by FronteAmpio.it Lascia un commento

Migliaia di persone hanno protestato contro le misure repressive anti-Corona a Kassel, nella regione dell’Assia, nella Germania centrale.

Gli organizzatori che hanno indetto la manifestazione sotto il motto “Cittadini liberi Kassel – Diritti fondamentali e democrazia” avevano annunciato fino a 17.500 partecipanti.

In realtà, nelle strade di Kassel ne sono giunti pure di più.

« La polizia ha stimato il numero di partecipanti fino a 20.000 nell’intera area della città », ammette il quotidiano tedesco Tagesschau [1].

I manifestanti hanno protestato innalzando dei cartelli che, tra l’altro, recitavano frasi del genere: “fermate l’isolamento” ( il lockdown ), “Söder via” [ il cancelliere bavarese, NdR ] e “Merkel via”.

Dopo un divieto, il Tribunale ha autorizzato a manifestare a Kassel

Non è stato facile per i manifestanti essere a Kassel, sabato.

Ma gli organizzatori – il movimento dei “Querdenker” [2], ovvero dei “Pensatori Laterali” – hanno voluto l’evento ad ogni costo, anche scontrandosi in punta di diritto col sindaco di Kassel, Christian Geselle [3].

« La città di Kassel aveva vietato i raduni e i cortei a causa dell’aumento del rischio di infezione con il virus Corona associato al raduno di molte persone ». Dopo ricorsi e contro-ricorsi, i Magistrati sono giunti ad un compromesso.

Solo un’assemblea statica avrebbe potuto aver luogo, e solo a determinate condizioni: « i partecipanti all’assemblea sono obbligati a mantenere una distanza minima di 1,5 metri tra le persone e una protezione medica bocca-naso dovrà essere indossata. Inoltre, il numero di partecipanti sarebbe stato limitato a un totale di 6.000 ».

« Il sindaco di Kassel aveva vietato i raduni e i cortei. Dopo ricorsi e contro-ricorsi, i Magistrati l'hanno autorizzato ». Condividi il Tweet

Kassel: La stampa denuncia scontri con polizia e contro-manifestanti

I partecipanti all’evento di sabato, però, spiega il giornale Tagesschau, « hanno ignorato le istruzioni delle Autorità e svolto un corteo non autorizzato ».

« Gran parte dei manifestanti, poi, non indossava maschere e non rispettava le regole di distanziamento ».

Racconta ancora il giornale: quando poi hanno cercato di « sfondare un cordone di polizia, sono avvenuti scontri tra i manifestanti e la polizia. Gli agenti hanno usato spray al peperoncino e manganelli. Poi pure cannoni ad acqua. Ci sono stati anche tafferugli con contro-dimostranti. Ci sono stati diversi arresti ».

Il sindaco di Kassel: solo violazioni amministrative, niente danni e feriti

Il sindaco di Kassel, Christian Geselle, ha commentato duramente l’evento [4]. Prima ne ha preso le distanze perché « quasi tutta la folla proveniva da tutta la Germania e anche da altri paesi europei ». Poi, da buon manipolatore populista, l’ha definita « uno schiaffo alla mia città ».

Geselle ha riconosciuto, tuttavia, « l’enorme potere di mobilitazione dei partecipanti » e l’impossibilità di bloccare la manifestazione.

« Le tante le persone anziane e famiglie con bambini piccoli all’intero del corteo – ha spiegato – hanno rappresentato un ostacolo per una dura applicazione delle condizioni di assemblaggio-legali e di controllo delle infezioni. Vista l’inferiorità numerica delle task force e le possibili conseguenze di un’ulteriore escalation, era giusto passare a una strategia di de-escalation nel corso della giornata ».

Lo stesso ha comunque ammesso che: « in questo contesto, si deve tener conto soprattutto del fatto che, sebbene i partecipanti abbiano commesso degli illeciti amministrativi violando le regole di Corona, secondo un primo resoconto non sono stati commessi reati penali. Soprattutto, le persone non sono state ferite gravemente, e non ci sono stati grandi danni alla proprietà ».

Insomma, alla fine sabato ha vinto il Diritto Umano a manifestare pacificamente e a esprimere la propria opinione, anche se Christian Geselle ha chiesto, per il futuro, che il Governo Federale « affronti il fenomeno dei “Pensatori Laterali” ».

–

Fonti e Note:

[1] Tagesschau, 20 marzo 2021, “Protest gegen Corona-Maßnahmen. Massive Auseinandersetzungen in Kassel”.

[2] Movimento “Querdenker” ( pensatori laterali ).

Chi sono i “Pensatori Laterali”? Un qualcosa a metà tra “Q” e il “Movimento Cinque Stelle”? Forse qualcosa in più, una vera Comunità.

Dal loro sito web: « I pensatori laterali contribuiscono in modo pacifico allo scambio e allo sviluppo potenziale delle persone. Uniamo le forze per avere un impatto sulla società e per contribuire a un cambiamento positivo nel mondo ».

I loro obiettivi sono, tra gli altri, « contribuire alla pace e alla comprensione tra i popoli. Promuovere la prosperità economica del popolo ». Tra i loro princìpi, « seguire il primato della ragione, permettere l’esperienza soggettiva e accettare il percorso di vita di ogni individuo ».

Dal 2017, lo guida l’imprenditore e filosofo Ansgar Oschwald.

[3] Kassel Stadt, 19 marzo 2021, “VGH entscheidet: Versammlung findet nur unter Auflagen statt”.

[4] Kassel Stadt, 21 marzo 2021, “OB Geselle: „20. März war kein guter Tag für Kassel”.

Archiviato in:Estero, Pandemia Sars-Cov-2 Contrassegnato con: Covid-19, Germania, Lockdown, Proteste

Svizzera: In 8.000 protestano contro Lockdown

21 Marzo 2021 by FronteAmpio.it Lascia un commento

Proteste-Svizzera-Lockdown

Circa 8.000 persone – la maggior parte senza maschere protettive – hanno partecipato sabato a Liestal (BL) a una manifestazione autorizzata contro le misure anti-Covid-19.

« A Liestal, la polizia non è intervenuta per arrestare le persone che non indossavano maschere protettive. Invece, hanno cercato di assicurare che la manifestazione continuasse pacificamente. I manifestanti portavano cartelli con slogan come “La vaccinazione uccide” e “No ai test di massa” », riporta il giornale svizzero Le Temps [1].

La marcia è stata avviata dall’associazione “Protestation silencieuse“, che aveva già organizzato manifestazioni a Coira e Wohlen (AG) nelle ultime settimane.

Pochi giorni fa, il 6 marzo, erano stati invece in 4.000 a manifestare pacificamente a Coira contro le misure di lotta al coronavirus hanno manifestato sabato a Coira.

« Molti partecipanti indossavano tute bianche. Gli striscioni sostenuti dai manifestanti recitavano “Non abbiamo bisogno di uno stato di polizia” o “Stopp Diktatur” ( Stop alla dittatura ) », raccontava il giornale SwissInfo [2].

La manifestazione, qui come spesso altrove, è stata caratterizzata dalla presenza di politici della destra xenofoba, quali il deputato federale Ruedi Weber (SVP – UDC), già noti per « esigere l’apertura immediata di tutti i settori e le aziende che dispongono di misure di protezione » [3].

« Gli striscioni sostenuti dai manifestanti recitavano “Non abbiamo bisogno di uno stato di polizia” o “Stopp Diktatur” ». Condividi il Tweet

Pro e contro le violazioni dei Diritti Umani, anche in Svizzera sono divisi

Naturalmente c’è chi la pensa diversamente: « Com’è possibile? La terza ondata è qui dentro #Liestal e centinaia, se non migliaia, “passeggiano” senza maschere. La polizia sta guardando. Chi ne ha la responsabilità politica? », domanda un giovane su Twitter.

Subito ricevendo, per risposta: « Nasconditi a casa e aspetta che la decima ondata sia finita. Nessuno ti obbliga a prendere parte alla vita sociale ».

Oramai sembra che la gente si sia divisa in due partiti che non vogliono dialogare tra loro: pro e contro le restrizione ai Diritti Umani.

Berna ( Svizzera ): La polizia stronca la libertà di manifestazione

Nella città di Berna, invece, la polizia ha stroncato sul nascere ( “tué dans l’œuf”, ucciso nell’uovo, la colorita espressione usata dalla stampa francofona ) un tentativo di manifestazione che aveva lo scopo di protestare contro le misure sanitarie.

« Un movimento cittadino aveva convocato manifestazioni nel pomeriggio. “Tutti insieme per la nostra libertà”: questo slogan è stato stampato su un volantino, distribuito sui social network in francese e tedesco ma anche nelle cassette delle lettere della città di Berna », riporta il giornale svizzero La Liberté [4].

In ragione dell’attuale divieto di raduni di più di 15 persone in spazi pubblici, a mezzogiorno, poco dopo la chiusura del mercato, la polizia ha sigillato diverse piazze e bloccato i ponti che attraversano l’Aare conducono al centro cittadino.

« In un comunicato stampa di sabato sera – fa sapere ancora il giornale La Liberté -, la polizia cantonale di Berna ha dichiarato di aver presentato circa 600 denunce. La maggior parte di essi riguarda la violazione dell’ordinanza cantonale sul Covid-19. In tutto, 27 persone sono state portate alla stazione di polizia per ulteriori indagini. Sono stati tutti rilasciati la sera ».

Egualmente, a Berna, il giorno precedente era stata bloccata una manifestazione ambientalista di Friday for Future.

E’ chiaro che, in Svizzera, le manifestazioni sono “tollerate” secondo chi le promuove e a seconda di chi governa quel Cantone, e che la rabbia dei cittadini viene strumentalizzata da una parte politica e dall’altra.

–

Fonti e Note:

[1] Le Temps, 20 marzo 2021, “8000 personnes à Liestal contre les mesures anti-Covid”.

[2] SwissInfo, 6 marzo 2021, “Manifestation contre les mesures de protection à Coire”.

[3] SVP – UDC, 19 marzo 2021, “Quanto deciso dal Consiglio federale è uno schiaffo alla popolazione e alle imprese”.

[4] La Libertè, 20 marzo 2021, “Manifestations anti-mesures sanitaires à Liestal et à Berne”.

Archiviato in:Estero, Pandemia Sars-Cov-2 Contrassegnato con: Covid-19, Lockdown, Proteste, Svizzera

Londra: in migliaia in corteo contro lockdown

20 Marzo 2021 by FronteAmpio.it Lascia un commento

Sono solo « centinaia di persone » e, soprattutto « molte delle quali senza mascherina ». Con queste parole, Repubblica riporta quest’oggi [1] l’imponente manifestazione di protesta in corso a Londra contro le violazioni ai diritti umani perpetrati, nel Regno Unito, come in diversi Paesi, con la scusa di combattere l’epidemia influenzale Sars-Cov-2.

Sminuire e denigrare.

Questa l’azione, evidentemente filo-guidata dai Servizi interni nazionali, della stampa filo-regime italiana che omette di condividere notizie vere e complete per timore di episodi emulativi in Italia.

Ma la falsità di Repubblica, giornale simbolo del regime totalitario al potere in Italia, è presto svelata.

Londra, The Guardian: Migliaia di manifestanti contro i lockdown

Persino la stampa inglese è più onesta ed ammette – leggi The Guardian [2] -: « Migliaia di manifestanti si riuniscono a Hyde Park ».

« Migliaia di persone – scrive il quotidiano britannico ( il numero dovrebbe aggiorarsi sui 10.000 ) – hanno marciato sabato sotto una pesante presenza di polizia attraverso il centro di Londra per protestare contro il lockdown ».

I dimostranti si sono riuniti a Speakers’ Corner presso Hyde Park a circa mezzogiorno, dove la figura di Piers Corbyn, anti-lockdown, ha tenuto un discorso dicendo che « non avrebbe mai preso un vaccino » e sostenendo – falsamente, secondo The Guardian – che « la scala dei morti da Covid non era dissimile da quelli dell’influenza ogni anno ».

« La polizia lo ha circondato e ha trattenuto una manciata di persone mentre ordinava ai manifestanti di disperdersi », racconta ancora il giornale britannico.

Mentre venivano arrestate almeno 13 persone, « la folla ha poi marciato fuori dal parco e attraverso Londra ».

In Inghilterra, si alzano le voci di protesta anche sessantadue parlamentari e pari inglesi che, in una lettera al Ministro degli Interni, hanno lamentato come « inaccettabile e probabilmente non legale permettere alla polizia di criminalizzare le persone che protestano ».

« Hanno detto che il diritto di protestare è sancito dalla legge sui diritti umani », spiega The Guardian.

Tuttavia, secondo i vertici della Polizia inglese, « L’attuale legislazione del governo rende illegali i raduni in gruppi di più di due persone. Riunirsi per una protesta non è un’eccezione secondo i regolamenti Covid-19. Il diritto di protestare deve essere bilanciato contro i diritti degli altri e la protezione della salute pubblica » [3].

Londra: « Inaccettabile e probabilmente non legale permettere alla polizia di criminalizzare le persone che protestano ». Condividi il Tweet

Londra: Non c’è democrazia in un paese dove è vietato protestare

La repressione delle libertà e dei diritti umani, dovrebbero aumentare e diventare permanenti a breve quando dovrebbe entrare in vigore un disegno di legge avversato da più di 150 associazioni di beneficenza per i diritti umani, sindacati e comunità di fede.

« Usare restrizioni a breve termine sulla protesta per soffocare il dissenso mentre passano quelle permanenti è tanto assurdo quanto autoritario », commenta Sam Grant del movimento per i diritti umani Liberty [4] secondo quanto spiega sempre The Guardian.

Silkie Carlo, il direttore del movimento Big Brother Watch [5], ha commentato seccamente: « Un paese non può essere descritto come una democrazia se la gente non ha la libertà di protestare ».

Tutte lamentale inutili: il Ministero dell’Interno continua a sollecitare « la gente ad evitare raduni di massa, in linea con le più ampie restrizioni sul coronavirus ».

–

Fonti e Note:

Credits: Photo by Mark Jones on Unsplash ( Anti-lockdown protesters occupy the road and stop traffic in London ).

[1] Repubblica, 20 marzo 2021, “Londra, proteste contro il lockdown: tensione con la polizia”.

[2] The Guardian, 20 marzo 2021, “13 protesters arrested at march against Covid lockdown in London”.

[3] Metropolitan Police, 19 narzo 2021, “Policing protests in central London”.

[4] Liberty.

[5] Big Brother Watch.

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No al green pass della vergogna!

Petizione contro il "green pass della vergogna" indirizzata ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari della Camera dei deputati.

Sì, firmo ora!
440 firme

No al green pass della vergogna

Ai Sigg. Presidenti dei Gruppi Parlamentari della Camera

Sig.ra/Sig. Presidente,

da oltre un anno e mezzo il popolo italiano subisce limitazioni radicali a diritti e libertà considerate fondamentali dalla Costituzione, dalla Cedu e dalla Dichiarazioni dei diritti fondamentali dell’uomo.

Se accettiamo che i principi fondamentali dello Stato di diritto possano essere sospesi oggi, in nome della gestione della pandemia, dobbiamo sapere che stiamo consegnando al futuro la possibilità di prendere direzioni diverse dalla democrazia in nome di qualsiasi altra minaccia che dovesse presentarsi, di origine umana o naturale

Il green pass colpisce una categoria di persone che esercita una libertà costituzionalmente garantita [non vaccinarsi], che viene penalizzata in quanto tale, per via di una propria qualità personale, di una propria condizione e di una libera scelta

Il “green pass” della vergogna viola:

  • l’articolo 1 della Convenzione ONU sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione,
  • gli articoli 2 e 3 della Costituzione italiana,
  • l’articolo 21 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE,
  • l’articolo 2 e 7 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo,
  • l’articolo 14 della Convenzione Europea sui Diritti Umani,
  • l’articolo 10 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea,
  • e, infine, la Risoluzione 2361 del Consiglio d’Europa approvata il 27/01/2021 che, al punto 7.3, vieta ogni forma di discriminazione per chi scelga di non vaccinarsi.

Le ragioni emergenziali non possono essere utilizzate come scudo per sospendere e annullare diritti considerati intangibili dai Padri Costituenti e dalla comunità internazionale

Pertanto, si chiede che l’emergenza sanitaria sia affrontata senza derogare di un passo dal percorso della civiltà del diritto.

**la tua firma**

Questa petizione è chiusa.

Data di scadenza: Sep 10, 2021

Firme raccolte: 440

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