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Sorveglianza Massa

Bernays: la democrazia ci manipola con la propaganda

17 Aprile 2022 by FronteAmpio.it 3 commenti

Scrivendo “Propaganda” [1], Edward Louis Bernays esprimeva sin dall’allora, il 1928, due principi avanzatissimi:

  • la società democratica si basa sulla « manipolazione consapevole e intelligente delle opinioni e delle abitudini delle masse »;
  • « la propaganda è l’organo esecutivo del governo invisibile ».

In altre parole, « noi siamo governati da uomini di cui si ignora tutto, ma che sono in grado di plasmare la nostra mentalità, orientare i nostri gusti, suggerirci cosa pensare ».

Secondo Bernays, in sostanza, nella società democratica esistono due realtà:

  • quella teorica;
  • quella effettiva, pratica.

Nella condizione teorica, « ogni cittadino può votare per chi vuole », « ciascuno ha le sue idee per quanto concerne la vita pubblica e privata ».

In pratica, invece,

  • « gli apparati dei partiti hanno ristretto la scelta a due, tre o al massimo quattro candidati »,
  • « accettiamo che i nostri dirigenti e gli organi di stampa da loro utilizzati, ci indichino le questioni considerate di interesse generale »,
  • « accettiamo che una guida morale, un pastore, uno studioso, o semplicemente l’opinione diffusa ci prescrivano un codice di comportamento sociale standardizzato al quale ci conformiamo per la maggior parte del tempo ».
Edward Barnays

Con la Propaganda, il popolo ha riconsegnato il potere ai sovrani

La verità è – scrive Bernays – che se il progresso e l’alfabetizzazione hanno « strappato il potere ai sovrani per consegnarlo al popolo », ben presto « la minoranza ha scoperto di poter influenzare la maggioranza in funzione dei suoi interessi ».

Se « coloro che governano … non possono più fare ciò che vogliono senza il consenso delle masse », essi hanno trovato nella propaganda uno strumento sempre più affidabile per ottenere il consenso.

Naturalmente la propaganda non è, di per sé, qualcosa di negativo.

Spiega Edward Louis Bernays, infatti: « Un’organizzazione sociale, religiosa o politica che professa certi valori e vuole farli conoscere, con la parola o lo scritto, fa della propaganda ».

« La propaganda diventa cattiva e da condannare quando i suoi autori si adoperano deliberatamente e con conoscenza di causa a

  • diffondere menzogne,
  • e produrre effetti negativi per il bene pubblico ».

Dirigenti invisibili controllano il destino di milioni di esseri umani

Bernays nella sua opera pone anche l’accento su « chi sono gli uomini, i quali, senza che noi ce ne accorgiamo, ci suggeriscono cosa pensare, ci dicono chi dobbiamo ammirare e chi disprezzare ».

« Se volessimo compilare l’elenco degli uomini e delle donne che per la loro posizione sociale devono essere considerati come opinion maker, avremmo una lunga lista … migliaia di persone », riconosce lo scrittore e studioso.

In realtà, chiarisce Bernays, ci sono « abili personaggi che agiscono dietro le quinte », che solo a volte mostrano manifestamente il loro potere. Anche lo stesso presidente degli Stati Uniti, per citare l’esempio più eclatante, sappiamo « in realtà che è stato scelto da una decina di signori riuniti in un piccolo comitato ».

Questi « dirigenti invisibili controllano il destino di milioni di esseri umani » tramite dei “consulenti in pubbliche relazioni” che:

  • analizzano gli obiettivi proposti,
  • studiano i gruppi che si vogliono raggiungere,
  • individuano i leader che possano facilitare il raggiungimento dell’obiettivo,
  • e, infine, individuano gli strumenti e le azioni per influenzare la massa.

In tutto questo, è evidente, risulta fondamentale conoscere ogni informazione a riguardo i singoli individui che formano la massa. Oggi tale studio è facilitato dai Social Media cui noi regaliamo ogni nostro dato.

–

Fonti e Note:

Credits: Photo by Rishabh Dharmani on Unsplash

[1] “Propaganda“, Edward Louis Bernays, pubblicato nel 1928, alla vigilia della grande crisi. Si tratta di un classico della comunicazione, nell’incipit sta tutta la straordinaria forza dei classici che è quella di sparare all’orologio del tempo: « La manipolazione consapevole e intelligente delle opinioni e delle abitudini delle masse svolge un ruolo importante in una società democratica. Coloro che padroneggiano questo dispositivo sociale costituiscono un potere invisibile che dirige veramente il Paese ».

Edward Louis Bernays (1891-1995), figlio del fratello della moglie di Freud (Marta Bernays), e dunque nipote del fondatore della psicoanalisi, nasce a Vienna e viene unanimemente considerato, insieme a Ivy lee, colui che ha fondato negli Stati Uniti la “scienza delle pubbliche relazioni“.

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L’UE: mail e chat non saranno più private!

5 Maggio 2021 by FronteAmpio.it Lascia un commento

chat

« Tutte le tue conversazioni in chat e le tue e-mail saranno automaticamente esaminate. Nulla rimarrà riservato o segreto. Non ci sarà bisogno di un ordine del Tribunale o di un sospetto iniziale per cercare i tuoi messaggi. Avverrà sempre e automaticamente » [1].

L’allarme è lanciato da Patrick Breyer, deputato tedesco al Parlamento Europeo.

Non si tratta di folli preoccupazioni per un futuro distopico, ma una situazione attuale.

L’Unione Europa autorizza la deroga alla Privacy: via da chat e mail

Lo scorso 29 aprile, infatti, « il Consiglio dell’UE e il Parlamento hanno deciso di consentire ai fornitori di cercare automaticamente tutta la posta elettronica personale e i messaggi di ogni cittadino » [2].

La scusa ? La ricerca di eventuali segnali di « presunta pornografia infantile ».

In caso di sospetto, gli « utenti saranno denunciati alla polizia e le loro comunicazioni divulgate » . Patrick Breyer spiega più chiaramente la situazione: « questo accordo senza precedenti significa che tutte le nostre e-mail e messaggi privati saranno soggetti a sorveglianza di massa in tempo reale da parte di privati utilizzando macchine di incriminazione soggette a errori ».

Il parlamentare tedesco de “Partito Pirata” teme per quegli utenti che saranno criminalizzati ingiustamente, per quei minorenni che avranno autogenerato nudi ( sexting ) e vedranno cadere le proprie immagini in mani sbagliate. Per Patrick Breyer « scatenare tali macchine di denuncia è inefficace, illegale e irresponsabile; si stanno usando metodi totalitari » e, soprattutto, « questo accordo costituisce un terribile precedente ».

Questo provvedimento, infine, non tutelerà i bambini dagli abusi. Saranno individuate altre vie di comunicazione di più difficile individuazione.

« Finora il processo è utilizzato solo dai fornitori statunitensi », precisa il deputato europeo Patrick Breyer. Ma, aggiunge, « il controllo della chat diventerà obbligatorio per tutti i fornitori, compresi potenzialmente i servizi che sono così crittografati end-to-end in modo sicuro ».

Oggi le nostre foto intime finiscono in mano a Google, e domani cosa?

Tecnicamente, l’accordo prevede la scansione di video, audio e testi delle comunicazioni, alla ricerca di contenuti potenzialmente illegali, senza che i sistemi di intelligenza artificiale richiedino l’autorizzazione preventiva delle Autorità di protezione dei dati.

Anche la corrispondenza con medici, psicologi, avvocati, coperta da segreto professionale, non sarà esentata dal monitoraggio.

I piani legislativi dell’UE sul controllo delle chat violano i diritti fondamentali di tutti i cittadini europei al rispetto della privacy, alla protezione dei dati e alla libertà di espressione.

« Se un algoritmo classifica il contenuto di un messaggio come sospetto, le tue foto private o intime, flirt e sexting, possono essere viste da personale e collaboratori di società internazionali e dalle autorità di polizia. Anche le tue foto private di nudo possono essere guardate da persone che non conosci, nelle cui mani le tue foto non sono al sicuro » [1].

Breyer: rischio di falsi positivi, e di hackeraggi; certa violazione diritti

Gli algoritmi si baseranno anche su parole chiavi e differenza d’età tra gli interlocutori ( a rischio i nonni che parlano di regali coi nipoti e rischiano l’avvio di procedimenti penali per adescamento ). Ma si tratta di fattori aleatori: basta pensare che spesso i numeri telefonici sono intestati agli adulti e molti adolescenti barano sull’età per poter fruire dei social ( vietati agli under 16 ).

Se saranno create delle backdoor sui servizi di messaggistica criptata (Whatsapp e simili), il rischio è che anche gli hacker potranno accedervi.

« Questo è solo l’inizio – conclude Breyer -. Una volta che la tecnologia per il controllo dei messaggi e delle chat è stata stabilita, diventa molto facile usarli per altri scopi. E chi ci garantisce che queste macchine incriminatrici non saranno usate in futuro sui nostri smartphone e computer portatili? ».

Che fare? Breyer invita a diffondere quest’allarme ed esprimere la propria contrarietà verso un provvedimento che contrasta con l’articolo 15 della nostra Costituzione [3], scrivendo alla Rappresentanza Permanente italiana presso l’Unione Europea (COREPER).

–

Fonti e Note:

Credits: Photo by Adem AY on Unsplash

[1] Patrick Breyer, “Messaging and chat control: the end of the privacy of digital correspondence”.

[2] Partito Pirata, 29 aprile 2021, “Eu-deal on Chatcontrol: l’analisi indiscriminata di tutti i contenuti delle comunicazioni private diventa legge”.

[3] Articolo 15 della Costituzione italiana: « La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili. La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria, con le garanzie stabilite dalla legge ».

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E’ iniziata l’era della Polizia predittiva?

28 Febbraio 2021 by FronteAmpio.it Lascia un commento

polizia-francia-spara-lbd

Da quando sugli schermi cinematografici è apparsa per la prima volta il film “Minority Report” sono trascorsi solo diciotto anni, ma il mondo distopico nato dalla penna di Philip Dick e portato sullo schermo dal regista Steven Spielgerg, sembra essere già alle porte.

Tom Cruise, l’interprete principale del film, in un ipotetico anno 2054 cercò di dimostrare la propria innocenza rispetto all’accusa per un reato predetto da tre umani dotati di capacità paranormali ( i pre-cog ): oggi quest’incubo potrebbe coinvolgere ciascuno di noi.

Come funziona l’intelligenza artificiale della Polizia predittiva

Sì, la polizia predittiva è oggi una realtà.

Sono state create mappe delle città e suddivise in “celle” da 250 metri quadri circa. All’interno di ciascun blocco sono stati caricati i dati storici dei crimini che vi sono stati compiuti ( il luogo, data ed orario, le condizioni meteo, la tipologia di reato, le armi o i veicoli usati, etc. ). Vengono inseriti nel data base, poi, i profili e le caratteristiche dei pregiudicati e delle vittime.

Appositi software di “polizia predittiva”, quindi, analizzano queste ed altre variabili con lo scopo di individuare le frequenze, i ritardi, i luoghi delle possibili future scene del crimine.

Né più né meno come un pazzesco “gioco del Lotto”.

Spiega il giornalista Matthew Guariglia sul sito web Electronic Frontier Foundation: « per esempio, se un certo numero di crimini sono stati commessi nei vicoli il giovedì, l’algoritmo potrebbe dire al dipartimento che dovrebbe inviare agenti nei vicoli ogni giovedì. Naturalmente, questo significa che la polizia è predisposta ad essere sospettosa di tutti coloro che si trovano in quella zona in quel momento » [1].

Meno diffusi, ma egualmente presenti, i software che, piuttosto che prevedere le date e i luoghi dei futuri crimini, si propongono di predire la persona che compierà un dato crimine. Nel data base entrano quindi, ad esempio, l’età dei soggetti, il loro reddito, informazioni dai social media incluso l’elenco dei conoscenti, eventuali precedenti penali, etc.

Hunchlab_heatmap_timeday2
Copyright photo: Azavea

La raccolta pervasiva dei dati può giungere a violare i diritti umani

La sorveglianza dei social media « solleva anche problemi di libertà di parola », sottolinea Matthew Guariglia.

Potrebbe risultare che qualcuno venga « inserito in una “lista calda” ». Semplicemente vivere o passare del tempo in un quartiere o con certe persone può attirare i sospetti della polizia o indurla a trattare le persone come potenziali criminali. Ciò può esporre le persone a molestie mirate della polizia o alla sorveglianza senza alcuna prova effettiva che un crimine sarà commesso.

I contorni del problema sono chiaramente individuati da Robert Cheetham, CEO di Azavea la società che ha realizzato HunchLab, uno dei software predittivi, prima di rivenderlo due anni fa: « gli strumenti di “polizia predittiva” ( lettori di targhe, software di riconoscimento facciale, ecc. ) sono stati usati in alcune comunità per impegnarsi in una sorveglianza pervasiva dei cittadini, qualcosa che credo sia sbagliato. Sviluppare uno strumento che sosterrebbe la sorveglianza o violerebbe i diritti civili non era qualcosa che ho visto come allineato con la nostra missione. Crediamo che il software, l’apprendimento automatico e la raccolta pervasiva dei dati abbiano il potenziale di generare sia un grande bene pubblico che un grande danno nelle nostre comunità » [2].

La sorveglianza di massa per consentire alla polizia di predire la persona che compierà un dato crimine? Solo un pericolo per Diritti. Condividi il Tweet

Il business milionario della polizia predittiva

« C’è una ragione per cui l’uso della polizia predittiva continua ad espandersi nonostante le sue basi dubbie – spiega l’Electronic Frontier Foundation -: fa soldi. Molte aziende hanno sviluppato strumenti per la polizia guidata dai dati; alcune delle più grandi sono PredPol, HunchLab, CivicScape e Palantir ».

« La polizia di Los Angeles ha pagato 20 milioni di dollari nel corso di nove anni per utilizzare la sola tecnologia predittiva di Palantir ».

In Italia, è già in uso a Milano il software Keycrime ideato dall’ex funzionario di polizia Mario Venturi [3] [4].

A Santa Cruz la bocciano: è ora di rimettere il genio nella lampada?

Lo scorso giugno 2020, però, il Consiglio comunale di Santa Cruz, in California, negli Stati Uniti, ha votato per sopprimere il programma di “polizia predittiva” dopo nove anni di sperimentazione.

Hanno deciso di vietarlo per « paura che perpetuasse la disuguaglianza razziale ».

Ancora sul sito web Electronic Frontier Foundation si legge: « la polizia predittiva è una profezia che si autoavvera. Se la polizia concentra i suoi sforzi in un quartiere e arresta decine di persone nell’arco di una settimana, i dati rifletteranno quella zona come un focolaio di attività criminale ».

« Il sistema considera anche solo il crimine segnalato, il che significa che i quartieri e le comunità in cui la polizia viene chiamata più spesso potrebbero vedere una maggiore probabilità di avere la tecnologia di polizia predittiva concentrare le risorse lì. Questo sistema è fatto su misura per vittimizzare ulteriormente le comunità che sono già iperpolizzate ».

Quando gli strumenti di polizia basati sui dati sono scatole nere, è difficile valutare i rischi di tassi di errore, falsi positivi, limiti nelle capacità di programmazione, dati distorti, o anche difetti nel codice sorgente che influenzano i risultati della ricerca.

« Non è troppo tardi per rimettere il genio della polizia predittiva nella bottiglia », chiosa infine l’Electronic Frontier Foundation.

–

Fonti e Note:

[1] Electronic Frontier Foundation, 3 settembre 2020, Matthew Guariglia, “Technology Can’t Predict Crime, It Can Only Weaponize Proximity to Policing”.

[2] Azavea, 23 gennaio 2019, “Why We Sold HunchLab”.

[3] Più Sicurezza, “Keycrime: il più avanzato algoritmo della polizia predittiva è italiano”.

[4] Sito web Keycrime.

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Il Nuovo Mondo post Covid: Vaccini, lasciapassare, GPS

20 Novembre 2020 by FronteAmpio.it 1 commento

Ministero della Verità - 1984

« Gran parte della popolazione sarà vaccinata [ anti Covid ] nei primi nove mesi del 2021 ».

Che sia una promessa o una minaccia, è certamente il titolo che dell’articolo di ieri del giornale online La Repubblica [1] che raccoglie importanti dichiarazioni di Domenico Arcuri, il Commissario per l’emergenza Covid-19.

Si tratta di dichiarazioni estremamente gravi e preoccupanti, specie perché giungono non dal Parlamento ma da un semplice funzionario. Evidentemente qualcosa, come si suol dire, bolle in pentola.

Covid-19, servirà un lasciapassare per poter circolare “liberamente”

« Stiamo progettando una piattaforma informatica che consentirà di sapere come si chiamano le persone che hanno fatto il vaccino e dove lo hanno fatto », confessa il Commissario.

« Una sorta di certificato speciale, o patentino per i vaccinati », spiega il redattore di La Repubblica.

Arcuri non lo dice, ma una tale applicazione potrebbe ben fondersi con Immuni ed integrare, un non lontano domani, un sistema di geolocalizzazione GPS.

Ecco svelato il secondo segreto di pulcinella : non solo saremo vaccinati a forza, ma anche tracciati a vita.

Covid-19, a gennaio partirà la vaccinazione su “larga scala”

« Per ora non è previsto l’obbligo di vaccino », dichiara, senza troppa convinzione Arcuri. Il “per ora” docet.

In merito alla tempistica della vaccinazione, i dettagli della fase 1 sono indicati in una lettera inviata alle Regioni [2] dal Commissario all’emergenza Covid-19. Subito, « i primi mesi del prossimo anno », il personale degli ospedali ed il personale socio-sanitario operante sul territorio, quindi il personale e gli ospiti delle RSA, le Residenze socio-sanitarie per anziani.

Nella fase 2, invece, saranno le « persone con un elevato livello di fragilità » gli obiettivi della vaccinazione. Infine, nella fase 3, si avvierà una « campagna su larga scala ».

Dopo gli illegali lockdown e quarantene, dopo i coprifuoco, sotto l’egida della sicurezza sanitaria, entreremo nel mondo del controllo digitale, così come annunciato ieri al parlamento tedesco dal leader del partito AfD. Subiremo, quindi, in silenzio, anche i patentini lasciapassare, e perfino il controllo costante sulla nostra posizione. Vivremo come in un qualsiasi paese soggetto a forze d’occupazione straniere o, se preferiamo, in puro stile “1984” di orwellina memoria.

–

Fonti:

[1] La Repubblica online del 19 novembre 2020.

[2] Scarica da qui la lettera sulla “Prima fase somministrazione vaccino Covid-19”.

Credits: Photo by Science in HD on Unsplash

Archiviato in:Pandemia Sars-Cov-2 Contrassegnato con: Covid-19, Distopia, Sorveglianza Massa

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No al green pass della vergogna!

Petizione contro il "green pass della vergogna" indirizzata ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari della Camera dei deputati.

Sì, firmo ora!
440 firme

No al green pass della vergogna

Ai Sigg. Presidenti dei Gruppi Parlamentari della Camera

Sig.ra/Sig. Presidente,

da oltre un anno e mezzo il popolo italiano subisce limitazioni radicali a diritti e libertà considerate fondamentali dalla Costituzione, dalla Cedu e dalla Dichiarazioni dei diritti fondamentali dell’uomo.

Se accettiamo che i principi fondamentali dello Stato di diritto possano essere sospesi oggi, in nome della gestione della pandemia, dobbiamo sapere che stiamo consegnando al futuro la possibilità di prendere direzioni diverse dalla democrazia in nome di qualsiasi altra minaccia che dovesse presentarsi, di origine umana o naturale

Il green pass colpisce una categoria di persone che esercita una libertà costituzionalmente garantita [non vaccinarsi], che viene penalizzata in quanto tale, per via di una propria qualità personale, di una propria condizione e di una libera scelta

Il “green pass” della vergogna viola:

  • l’articolo 1 della Convenzione ONU sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione,
  • gli articoli 2 e 3 della Costituzione italiana,
  • l’articolo 21 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE,
  • l’articolo 2 e 7 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo,
  • l’articolo 14 della Convenzione Europea sui Diritti Umani,
  • l’articolo 10 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea,
  • e, infine, la Risoluzione 2361 del Consiglio d’Europa approvata il 27/01/2021 che, al punto 7.3, vieta ogni forma di discriminazione per chi scelga di non vaccinarsi.

Le ragioni emergenziali non possono essere utilizzate come scudo per sospendere e annullare diritti considerati intangibili dai Padri Costituenti e dalla comunità internazionale

Pertanto, si chiede che l’emergenza sanitaria sia affrontata senza derogare di un passo dal percorso della civiltà del diritto.

**la tua firma**

Questa petizione è chiusa.

Data di scadenza: Sep 10, 2021

Firme raccolte: 440

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