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Tasse

Tweet del giorno: PiùEuropa, civilizzare le carceri!

3 Maggio 2020 by FronteAmpio.it Lascia un commento

2 maggio 2020 – Oggi i nostri politici, sul social Twitter, ritornano al tema d’attualità dell’influenza da virus Covid-19 e, soprattutto, al dopo emergenza.

Covid-19 e Vaccino

Nicola Zingaretti (PD) cerca di confortare la popolazione con un annuncio: « Una notizia che dà speranza : da giugno lo Spallanzani inizia la sperimentazione sull’uomo del vaccino contro il Covid. Dalla regione Lazio investiti 5 milioni di euro per questa ricerca ».

Sicuramente, se mai arrivasse questo vaccino, Zingaretti poi spingerebbe per una vaccinazione obbligatoria degli italiani, come ha fatto per la semplice influenza nel Lazio da lui amministrato, non serva riceverne critiche.

Covid-19 e Scuola

L’ex ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini (Forza Italia) rileva un problema nella Didattica a Distanza voluta dal ministro Azzolina per far fronte alla chiusura delle scuole voluta dal governo per contenere l’epidemia influenzale Covid-19. « Chi glielo dice che in Italia sono ancora 1 milione e 600 mila i ragazzi che non accedono alla Didattica a Distanza perché non hanno una connessione internet o un computer ? ». Le proposte solutive al problema, però, non arrivano.

Covid-19 e Tasse

Il leader leghista Matteo Salvini è sempre scatenato sui social : ne pensa 100 al giorno pur di trovare un motivo di fare un post. In verità, poi, i suoi temi sono sempre triti e ritriti : « Abbiamo una proposta per la ricostruzione: azzeramento di tutto quello che è pregresso in Italia come cartelle esattoriali, Equitalia, contenziosi edilizi e tributari ».

Carceri: pugno duro o diritti umani?

In Italia i detenuti erano 61.230, a fronte di una capienza regolamentare delle carceri pari a 50.931 posti. In altre parole, dove dovrebbero stare 100 persone lo Stato italiano ne ha confinate 120. Condividi il Tweet

Dall’inizio dell’emergenza Covid-19, il tema del sovraffollamento delle carceri è ritornato all’attenzione politica.

« Secondo i dati del Ministero della Giustizia, al 29 febbraio (dato più aggiornato) in Italia i detenuti erano 61.230, a fronte di una capienza regolamentare delle carceri pari a 50.931 posti. In altre parole, dove dovrebbero stare 100 persone lo Stato italiano ne ha confinate 120 », spiegava già l’11 marzo l’Agenzia di stampa AGI. Che poi precisava : « Questa situazione non è poi omogenea e ci sono penitenziari più sovraffollati di altri. Ad esempio a Regina Coeli a Roma sono detenute 1.061 persone in 616 posti (più di 170 persone ogni 100 posti), a Brescia nel carcere Fischione i detenuti sono 366 e i posti 189 (194 persone ogni 100 posti), a Bologna nel carcere D’Amato sono confinati in 500 posti 891 detenuti (quasi 180 persone ogni 100 posti), a Busto Arsizio 434 detenuti per 240 posti (180 ogni 100 posti) e gli esempi potrebbero proseguire ».

Per Matteo Salvini (Lega) serve, tuttavia, solo un pugno più fermo contro i detenuti : « Le dimissioni del direttore del DAP Francesco Basentini non bastano a cancellare quanto è successo in poche settimane tra carceri in rivolta, morti, evasioni e perfino mafiosi e assassini usciti a decine di galera. Il ministro Bonafede è il primo responsabile : dimissioni! ».

Naturalmente di tutt’altro avviso Più Europa, da sempre sensibile ai temi dei diritti dei detenuti. « Perché carceri siano civilizzate e sia arginato rischio diffusione pandemia dietro le sbarre non serve altro capo del DAP, ma un’altra cultura della pena ». Tuttavia, su un aspetto concordato con Salvini : « Insomma, servirebbero le dimissioni di Bonafede ».

Le nostre carceri non sono quelle dell’El Salvador, andate sugli onori di cronaca in questi giorni, ma sono tutt’altro che rispettose dei Diritti Umani.

A mio parere, è questo il Tweet del giorno.

Per Pietro Grasso (Liberi & Uguali), invece, il problema carceri è solo una questione di affidarne la guida alla persona giusta. E Grasso condivide la soluzione individuata dal ministro per la nuova guida del DAP: « Conosco da anni Dino Petralia, la sua serietà e competenza. Lui e il vice Tartaglia sapranno affrontare con rigore e nel rispetto dei diritti il delicato tema delle carceri ».

Immigrazione : i numeri degli sbarchi

Matteo Salvini (Lega), da buon xenofobo, non manca di tornare – non c’era da temere – sul suo classico tema : gli sbarchi. « 3.465 sbarchi dall’inizio dell’anno al 30 aprile : nello stesso periodo dell’anno scorso, quando governava la Lega, erano stati solo 779 (+345%) ».

Dati esatti, perchè riprendono quelli appena diffusi dal Ministero degli Interni, ma che non evidenziano che, in ogni caso il trend è in discesa : nello stesso periodo 2018 (governo Gentiloni), gli sbarchi erano stati 9.467.

Salvini, naturalmente, evita di ricordare che nel 2019 la Lega governava assieme ai Cinque Stelle e che se gli sbarchi continuano non è altro dovuto al fallimento dei suoi tanto cari “Decreti Sicurezza” che evidentemente non erano lo strumento idoneo a regolare i flussi dell’immigrazione.

—

Credits : Photo by Hello I’m Nik 🎞 on Unsplash

Archiviato in:Tweet del Giorno Contrassegnato con: carceri, Covid-19, Immigrazione, scuola, Tasse, vaccini

Flat Tax, associazione articolo 53: E’ incostituzionale!

4 Ottobre 2018 by FronteAmpio.it Lascia un commento

tasse

«I media mainstream stanno provando a sdoganare la parola “Flat Tax”, facendo passare l’idea che la cosa sia corretta o possibile e gettando la palla nel campo dei fondi necessari per attuarla».

A denunciare questa orwelliana situazione è l’associazione nazionale “Articolo 53”. 

L’associazione contesta apertamente il dibattito sulla proposta di realizzare in Italia un sistema fiscale proporzionale piutosto che quello progressivo previsto dall’art. 53 della nostra Costituzione.

«Nessuno che dica o scriva che si tratta comunque di una proposizione che va in contrasto con il disegno costituzionale», spiega il portavoce per la Toscana Claudio Mazzoccoli Bonadies.

«Nessuno che descriva gli effetti a breve-medio e lungo termine di questa proposta sul paese e sull’impianto stesso della Costituzione», prosegue.

In definitiva, l’associazione Articolo 53 condanna «la continua pressione sulla popolazione affinché ciascuno trovi e mantenga il suo posto nella fazione che gli tocca: Opulenti o ricchi o poveri o miserabili. La impossibilità di portarsi da una fazione all’altra sembra essere la condizione che si vuole ristabilire».

Se è incostituzionale la flat tax globale di cui si discute, lo sono, naturalmente anche quelle sugli immobili (cedolare secca al 10% o al 21%), quella per i professionisti e partite IVA (attuale regime agevolato forfettario al 15%), la tassazione sugli strumenti finanziari , la “tonnage tax” per le imprese marittime ecc.

Per Mazzoccoli, il pensiero unico somministrato dai media mainstream è da ricollegare al fatto che che la proposta sembra sostenuta «senza distinzione di colore politico perché su questioni di interesse, diciamolo, si trovano sempre d’accordo tutti in uno dei tanti salotti buoni di questo paese».

Articolo 53: La proposta anti flat tax

La proposta politica dell’associazione Articolo 53 va in tutt’altra direzione.

L’associazione non si schiera contro una possibile riduzione del peso fiscale complessivo. Piuttosto, contro una legislazione che inverte la già debole progressività della contribuzione da parte dei cittadini alle spese pubbliche.

In tal senso, tra l’altro, propone «il diritto a dedurre, dal reddito lordo, le spese necessarie per i bisogni che la vita quotidiana richiede». Per esempio, l’associazione sostiene la deduzione delle spese per l’affitto, l’alimentazione, le cure sanitarie, l’istruzione, le spese delle bollette dei servizi idrici, energetici, telefonici o quelle per gli abbonamenti al trasporto pubblico.

L’associazione Articolo 53, oltre che a fare contro-informazione, sta già lavorando per costituire un Comitato anti flat tax.

Archiviato in:Italia Contrassegnato con: Costituzione, Economia, Flat Tax, Media Mainstream, Tasse

Flat Tax, Berlusconi e Salvini “Robin Hood” al contrario

5 Febbraio 2018 by FronteAmpio.it

Robin-Hood-Salvni-Berlusconi

La «riforma del sistema tributario con l’introduzione di un’unica aliquota fiscale (Flat tax) per famiglie e imprese» è il punto centrale del programma del centro-destra e indicata come salvezza per tutti i mali dell’economia italiana.

Nel programma non è precisata, tuttavia, l’aliquota che sarebbe applicata.

«Noi abbiamo pensato a questa tassa con una sola aliquota al 23%», ipotizza Silvio Berlusconi al TGcom24.

Matteo Salvini (Lega), invece, – assicura “La Stampa” – scavalca l’anziano leader di Forza Italia e garantisce una «tassazione unica al 15%».

Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) «fissa la Flat tax sotto il 20%» o «al 15% sui redditi incrementali ovvero su quelli in più rispetto quelli dichiarati l’anno precedente» sostiene in un’intervista su Mediaset.

Queste divisioni dovrebbero accendere un campanello d’allarme nell’orecchio dell’elettore.

La flat tax è un sistema fiscale proporzionale e non progressivo.

Un sistema incostituzionale dato che, nel nostro Paese, l’art. 53 della Costituzione prevede che «il sistema tributario è informato a criteri di progressività».

Per provare a rispettare il dettato costituzionale il centro-destra prevede «no tax area e deduzioni a esenzione totale dei redditi bassi» di cui, nel programma, però, non precisa i margini.

Berlusconi, in proposito, sempre al TGcom24, sostiene che non sarebbero tassati «tutti i redditi al di sopra dei 12mila euro».

In questo caso, quindi, anche se l’aliquota legale è costante, l’aliquota media è crescente.

Dove sarebbe il guadagno per il contribuente medio, allora? Nessuno.

Precisa ancora il programma del centro-destra, infatti, che la riforma del sistema tributario avrebbe «piena copertura da realizzarsi attraverso il taglio degli sconti fiscali».

Una vera (e incostituzionale) “Flat Tax” al 15% – scriveva il quotidiano Libero – costerebbe a «l’Erario ci rimetterebbe circa 90 miliardi» l’anno. Ovvero poco meno metà delle entrate da IRPEF.

La “flat tax” del centro destra, in definitiva, se la “copertura” finanziaria è quella annunciata nel programma, si riduce – mediamente – a una misera azione di marketing elettorale.

Oppure, peggio, a una riduzione di tasse per i ricchi posta a carico del ceto medio ma beneficia di «sconti fiscali». Berlusconi e Salvini sarebbero dei “Robin Hood” al contrario, insomma.

Partiamo dall’attuale tabella IRPEF (in fondo) e facciano due esempi.

Oggi, chi ha un reddito di 75.000 euro annui, deve all’Erario un’imposta lorda del 33,89% (e guadagnerebbe quasi 14 punti per giungere al 23% “flat” auspicato da Berlusconi).

Invece, chi ha un reddito di 28.000 euro annui deve all’Erario un’imposta lorda del 24,85%.

Dalla “Flat Tax” al 23% , quest’ultimo risparmierebbe poco meno di 2 punti percentuali (518 euro annui) ma perderebbe di più per gli «sconti fiscali» che il centro-destra vuole abolire (detrazioni di spese per mutui, sanitarie, universitarie, per carichi di famiglia, affitti, manutenzioni, ecc.) che andrebbe a perdere. Un bell’affare.

Tabella scaglioni IRPEF 2018

Archiviato in:Politica Contrassegnato con: Elezioni, Tasse

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No al green pass della vergogna!

Petizione contro il "green pass della vergogna" indirizzata ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari della Camera dei deputati.

Sì, firmo ora!
440 firme

No al green pass della vergogna

Ai Sigg. Presidenti dei Gruppi Parlamentari della Camera

Sig.ra/Sig. Presidente,

da oltre un anno e mezzo il popolo italiano subisce limitazioni radicali a diritti e libertà considerate fondamentali dalla Costituzione, dalla Cedu e dalla Dichiarazioni dei diritti fondamentali dell’uomo.

Se accettiamo che i principi fondamentali dello Stato di diritto possano essere sospesi oggi, in nome della gestione della pandemia, dobbiamo sapere che stiamo consegnando al futuro la possibilità di prendere direzioni diverse dalla democrazia in nome di qualsiasi altra minaccia che dovesse presentarsi, di origine umana o naturale

Il green pass colpisce una categoria di persone che esercita una libertà costituzionalmente garantita [non vaccinarsi], che viene penalizzata in quanto tale, per via di una propria qualità personale, di una propria condizione e di una libera scelta

Il “green pass” della vergogna viola:

  • l’articolo 1 della Convenzione ONU sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione,
  • gli articoli 2 e 3 della Costituzione italiana,
  • l’articolo 21 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE,
  • l’articolo 2 e 7 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo,
  • l’articolo 14 della Convenzione Europea sui Diritti Umani,
  • l’articolo 10 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea,
  • e, infine, la Risoluzione 2361 del Consiglio d’Europa approvata il 27/01/2021 che, al punto 7.3, vieta ogni forma di discriminazione per chi scelga di non vaccinarsi.

Le ragioni emergenziali non possono essere utilizzate come scudo per sospendere e annullare diritti considerati intangibili dai Padri Costituenti e dalla comunità internazionale

Pertanto, si chiede che l’emergenza sanitaria sia affrontata senza derogare di un passo dal percorso della civiltà del diritto.

**la tua firma**

Questa petizione è chiusa.

Data di scadenza: Sep 10, 2021

Firme raccolte: 440

IL FORUM DI FRONTEAMPIO

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