Cookies : Non aprite la porta a questi sconosciuti!

Da qualche tempo, quando apriamo il nostro sito web preferito, che sia un giornale online o un sito web di ricette, ci appare un banner ovvero una striscia che ci propone delle brevi, e spesso illeggibili, informazioni sui cookies.

Si tratta di un’informativa resa obbligatoria dalla normativa a tutela della nostra privacy.

Quasi sempre, tuttavia, liquidiamo questo fastidioso banner, che disturba la nostra esperienza di navigazione, cliccando frettolosamente sul “pulsante” messo già in evidenza : “accetta e chiudi”.

Ma sappiamo cosa “accettiamo”?

Accettiamo che dei piccoli file, ovvero dei contenitori di informazioni digitali, si depositino sul nostro computer. Grazie a questi files, genericamente chiamati “cookies” (“biscotti”), ed al normale funzionamento del software di di navigazione (browser) il gestore del sito web – o “terze parti” (società di distribuzione pubblicitaria separata) da lui più o meno autorizzate – possono accedere a tutta una serie di informazioni sull’utente del sito web.

Quali dati “rubano” i cookies dai nostri desktop e smartphone?

Tali informazioni possono includere dati personali, come:

  • un indirizzo IP ( e quindi gestore telefonico e luogo da dove si connette ),
  • un nome utente, un identificativo univoco o un indirizzo e-mail,

ma possono anche contenere dati non personali, come:

  • informazioni sul tipo di dispositivo che una persona sta utilizzando per navigare nel sito ( modello dello smartphone, sua risoluzione ),
  • software di navigazione ( chrome, firefox, safari, etc ),
  • sistema operativo dell’apparecchio ( windows, android, linux ),
  • data ed orario di connessione, pagina visitata, pagina di provenienza ( motore di ricerca, social, etc ).

Quegli che seguono, ad esempio, sono alcuni dei dati di cui vengo a conoscenza quando un visitatore raggiunge questo sito web:

Le informazioni che tali “cookies” possono apprendere sono, in realtà, “infinite”, e includono, solo per fare qualche altro esempio, quale video abbiamo visto e per quanti secondi, quale banner pubblicitario, e se ci abbiamo cliccato su, quali “app” abbiamo installato sullo smartphone e quali abbiamo cancellato, e così via.

La facilità con cui concediamo autorizzazioni a “terze parti” sconosciute, ha fatto preoccupare il Garante della Privacy italiano, che ha scritto come gli utenti della rete sono « sempre più orientati alla proliferazione delle proprie identità digitali come risultanti dall’accesso a molteplici servizi e funzioni disponibili e, in primo luogo, ai social network » [1].

Il rischio è quello di permettere la creazione di un nostro avatar

Il problema, infatti, non è dato dal singolo dato “concesso”, ma dal permettere che le sconosciute “terze parti” – immagazzinando informazioni su informazioni – creino un vero e proprio nostro “avatar”, insomma un nostro “sosia”, in possesso della nostra “identità digitale”.

« Tale fenomeno – scrive ancora il Garante della Privacy comporta infatti il rischio che le informazioni personali oggetto di trattamento siano raccolte proprio incrociando i dati anche relativi all’utilizzo di funzionalità e servizi diversi (cd. enrichment), con l’effetto della creazione di profili sempre più specifici e dettagliati ».

Il suggerimento precauzionale, per tutelare la propria privacy presente e futura, è quello di negare il proprio consenso, spese ai cosiddetti “cookies” di “terze parti” (dette di “profiliazione”).

Come sfuggire al controllo? Cambiare browser, motore di ricerca e negare i cookies

A tale scopo occorre intervenire contemporaneamente su diversi fronti.

Il primo, anche il più semplice, è quello di non usare il browser Chrome, bensì, Firefoxopportunamente integrato da certe “estensioni” tra cui, per prima, Ublock Origin – o almeno Brave su apparato desktop e Duckduckgo su smartphone. Tra le impostazioni da indicare quella della cancellazione delle schede e dei dati alla chiusura del browser o dopo alcuni minuti prestabiliti. In tale maniera, peraltro, si evita di occupare inutile spazio sulla scheda dello smartphone.

Il secondo è quello di non usare Google come motore di ricerca bensì sempre Duckduckgo oppure StartPageche si basa Google ma non consente identificazione dell’utente -.

Il terzo è quello di pazientemente negare il “consenso” ai “cookies”, stando attenti a negare, soprattutto, le centinaia di “autorizzazioni” nascoste ( anche 500-600 per ogni sito web ) dietro la voce “legittimo interesse”. Esse vanno negate a parte.

i primi, in ordine alfabetico, dei “cookies” del sito web “Corriere della Sera”

Il quarto consiglio è quello di installare meno “app” possibili sul proprio smartphone, e di “disinstallare” o “disattivare” quelle non essenziali.

Quella contro le aziende che ci “tracciano” è una vera e propria guerra tecnologica. Dopo i “cookies” esse impiegano dei “tracker”, dei “pixel” (una minuscola immagine chiara), dei “fingerprint” (impronta), del codice javascript.

Scegli bene i siti dove navigare, cancella dai preferiti i peggiori

La questione è più semplice di quel che si creda: quando qualcuno vi regala delle informazioni su un giornale online o vi regala un “app” è solo perché voi non siete il cliente ma l’oggetto da vendere al vero cliente ( la società di propaganda ). Questo ci impone di scegliere bene i siti web dove navigare, escludendo quelli meno rispettosi della nostra privacy.

Su tutti, assolutamente da evitare per la poca semplicità nel gestire le autorizzazioni, indico, tra i principali, i seguenti siti web:

  • il Corriere della Sera (meglio Repubblica),
  • la Gazzetta dello Sport (meglio il Corriere dello Sport),
  • Wired,
  • Fanpage,
  • ed il francese LeFigaro (meglio France24).

Voi aprireste la porta ad uno sconosciuto le cui intenzioni sono poco chiare e lo fareste accomodare nel salotto di casa vostra?

Se la riposta è “no”; regolatevi alla stessa maniera con gli sconosciuti che vi vogliono “introdurre in casa” i siti web.

Fonti & Note:

[1] Garante Privacy, 10 dicembre 2020, “Cookie: il Garante privacy avvia una consultazione pubblica sulle regole per il loro uso

Credits: Photo by Deva Williamson on Unsplash

Natale-Salvo-BN

Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *