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Cookies : Non aprite la porta a questi sconosciuti!

12 Dicembre 2020 by Natale Salvo Lascia un commento

Da qualche tempo, quando apriamo il nostro sito web preferito, che sia un giornale online o un sito web di ricette, ci appare un banner ovvero una striscia che ci propone delle brevi, e spesso illeggibili, informazioni sui cookies.

Si tratta di un’informativa resa obbligatoria dalla normativa a tutela della nostra privacy.

Quasi sempre, tuttavia, liquidiamo questo fastidioso banner, che disturba la nostra esperienza di navigazione, cliccando frettolosamente sul “pulsante” messo già in evidenza : “accetta e chiudi”.

Ma sappiamo cosa “accettiamo”?

Accettiamo che dei piccoli file, ovvero dei contenitori di informazioni digitali, si depositino sul nostro computer. Grazie a questi files, genericamente chiamati “cookies” (“biscotti”), ed al normale funzionamento del software di di navigazione (browser) il gestore del sito web – o “terze parti” (società di distribuzione pubblicitaria separata) da lui più o meno autorizzate – possono accedere a tutta una serie di informazioni sull’utente del sito web.

Quali dati “rubano” i cookies dai nostri desktop e smartphone?

Tali informazioni possono includere dati personali, come:

  • un indirizzo IP ( e quindi gestore telefonico e luogo da dove si connette ),
  • un nome utente, un identificativo univoco o un indirizzo e-mail,

ma possono anche contenere dati non personali, come:

  • informazioni sul tipo di dispositivo che una persona sta utilizzando per navigare nel sito ( modello dello smartphone, sua risoluzione ),
  • software di navigazione ( chrome, firefox, safari, etc ),
  • sistema operativo dell’apparecchio ( windows, android, linux ),
  • data ed orario di connessione, pagina visitata, pagina di provenienza ( motore di ricerca, social, etc ).

Quegli che seguono, ad esempio, sono alcuni dei dati di cui vengo a conoscenza quando un visitatore raggiunge questo sito web:

Le informazioni che tali “cookies” possono apprendere sono, in realtà, “infinite”, e includono, solo per fare qualche altro esempio, quale video abbiamo visto e per quanti secondi, quale banner pubblicitario, e se ci abbiamo cliccato su, quali “app” abbiamo installato sullo smartphone e quali abbiamo cancellato, e così via.

La facilità con cui concediamo autorizzazioni a “terze parti” sconosciute, ha fatto preoccupare il Garante della Privacy italiano, che ha scritto come gli utenti della rete sono « sempre più orientati alla proliferazione delle proprie identità digitali come risultanti dall’accesso a molteplici servizi e funzioni disponibili e, in primo luogo, ai social network » [1].

Il rischio è quello di permettere la creazione di un nostro avatar

Il problema, infatti, non è dato dal singolo dato “concesso”, ma dal permettere che le sconosciute “terze parti” – immagazzinando informazioni su informazioni – creino un vero e proprio nostro “avatar”, insomma un nostro “sosia”, in possesso della nostra “identità digitale”.

« Tale fenomeno – scrive ancora il Garante della Privacy – comporta infatti il rischio che le informazioni personali oggetto di trattamento siano raccolte proprio incrociando i dati anche relativi all’utilizzo di funzionalità e servizi diversi (cd. enrichment), con l’effetto della creazione di profili sempre più specifici e dettagliati ».

Il suggerimento precauzionale, per tutelare la propria privacy presente e futura, è quello di negare il proprio consenso, spese ai cosiddetti “cookies” di “terze parti” (dette di “profiliazione”).

Da leggere:  Piattaforma Comunista: Fermare i controlli occulti sui lavoratori

Come sfuggire al controllo? Cambiare browser, motore di ricerca e negare i cookies

A tale scopo occorre intervenire contemporaneamente su diversi fronti.

Il primo, anche il più semplice, è quello di non usare il browser Chrome, bensì, Firefox – opportunamente integrato da certe “estensioni” tra cui, per prima, Ublock Origin – o almeno Brave su apparato desktop e Duckduckgo su smartphone. Tra le impostazioni da indicare quella della cancellazione delle schede e dei dati alla chiusura del browser o dopo alcuni minuti prestabiliti. In tale maniera, peraltro, si evita di occupare inutile spazio sulla scheda dello smartphone.

Il secondo è quello di non usare Google come motore di ricerca bensì sempre Duckduckgo oppure StartPage – che si basa Google ma non consente identificazione dell’utente -.

Il terzo è quello di pazientemente negare il “consenso” ai “cookies”, stando attenti a negare, soprattutto, le centinaia di “autorizzazioni” nascoste ( anche 500-600 per ogni sito web ) dietro la voce “legittimo interesse”. Esse vanno negate a parte.

i primi, in ordine alfabetico, dei “cookies” del sito web “Corriere della Sera”

Il quarto consiglio è quello di installare meno “app” possibili sul proprio smartphone, e di “disinstallare” o “disattivare” quelle non essenziali.

Quella contro le aziende che ci “tracciano” è una vera e propria guerra tecnologica. Dopo i “cookies” esse impiegano dei “tracker”, dei “pixel” (una minuscola immagine chiara), dei “fingerprint” (impronta), del codice javascript.

Scegli bene i siti dove navigare, cancella dai preferiti i peggiori

La questione è più semplice di quel che si creda: quando qualcuno vi regala delle informazioni su un giornale online o vi regala un “app” è solo perché voi non siete il cliente ma l’oggetto da vendere al vero cliente ( la società di propaganda ). Questo ci impone di scegliere bene i siti web dove navigare, escludendo quelli meno rispettosi della nostra privacy.

Su tutti, assolutamente da evitare per la poca semplicità nel gestire le autorizzazioni, indico, tra i principali, i seguenti siti web:

  • il Corriere della Sera (meglio Repubblica),
  • la Gazzetta dello Sport (meglio il Corriere dello Sport),
  • Wired,
  • Fanpage,
  • ed il francese LeFigaro (meglio France24).

Voi aprireste la porta ad uno sconosciuto le cui intenzioni sono poco chiare e lo fareste accomodare nel salotto di casa vostra?

Se la riposta è “no”; regolatevi alla stessa maniera con gli sconosciuti che vi vogliono “introdurre in casa” i siti web.

–

Fonti & Note:

[1] Garante Privacy, 10 dicembre 2020, “Cookie: il Garante privacy avvia una consultazione pubblica sulle regole per il loro uso”

Credits: Photo by Deva Williamson on Unsplash

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