Gli amanti al tempo del coronavirus

Il 75% degli italiani e delle italiane non coltiva la fedeltà coniugale, ormai relegata in sacche che si spera minoritarie, come quella cui appartengono i boss di cosa nostra.

In tutta la mia vita anteriore al matrimonio, cui mi accostai alla veneranda età di quarantanove anni, ho sempre privilegiato le mogli degli altri, astenendomi solo dal corteggiare quelle di colleghi ed amici.

Dongiovanni ne ebbe mille e tre, io mi sono fermato a centotré , e siccome ho la memoria che conoscete, me le ricordo quasi tutte. Fra di esse faccio subito una netta distinzione.

  • Solo venticinque manifestarono subito l’inequivocabile desiderio di portarmi nel loro letto;
  • Altre cinquanta, sollecitate dalla mia corte, mostrarono di gradirla, e l’ultimo quarto non ne voleva proprio sapere.

L’uomo è cacciatore ed adora snidare la preda; ma mai più di tre amanti contemporaneamente !

Queste ultime sono quelle che ricordo meglio, perché l’uomo è cacciatore ed adora snidare la preda, molto di più di quanto non gli dia soddisfazione sparare il colpo che la porterà nel suo carniere.

Come tutti gli uomini da poco, sleali e menzogneri, ad ognuna di quelle venticinque donne ho giurato eterno ed esclusivo amore, e sono stato così perfido che, quando mi stancavo di esse, riuscivo a far credere loro di avere avuto l’iniziativa che portava alla rottura.

Da tutte e centotré sono stato quindi abbandonato tranne che dalla penultima, che mi scoprì mentre la tradivo con la mia futura moglie, mi dette un pugno in un occhio e, ringraziando Dio, scomparve dalla mia vita.

Uno dei brindisi tradizionali di noi maschietti vuole che leviamo il calice alla salute di mogli ed amanti, ed alla speranza che esse non si incontrino mai.

Nei nove anni che ho trascorso a Milano, visto che bello certo non sono, ho perfezionato le mie tecniche di seduzione, tutte incentrate su una grande ubriacatura di parole, arma tipica di noi istrioni.

Sempre a Milano ho scoperto che un uomo normale non può avere più di tre fidanzate contemporaneamente.

Non è una questione di potenza virile, ma di memoria, perché se fallisce quella è facile confondere le fidanzate tra loro, anche se le si chiama tutte “amor mio“, come facevo io.

In tempi di coronavirus, gli amanti hanno rinunciato ad incontrarsi e si consolano con l’onanismo ?

In un’epoca nella quale il cellulare era di là da venire, noi militari del Nucleo Investigativo ci eravamo forniti tutti di piccole radio ricetrasmittenti che ci consentivano di comunicare fra noi.

Quando furono introdotti in commercio i primi cellulari, scoprimmo che essi trasmettevano su una frequenza intercettabile dalle nostre piccole radio.

Scoprimmo altresì che i quattro quinti delle conversazioni erano fatti da uomini che chiamavano il telefono fisso delle loro amanti.

Io non so come si chiama quella deviazione sessuale che comporta l’eccitazione perché si ascoltano le conversazioni erotiche altrui, però sono certo che esista, in funzione di alcune mie poderose erezioni mentre a ciò ero intento.

Naturalmente siccome stava nel nostro DNA, ci divertivamo anche a cercare di scoprire l’identità degli ignoti amanti, e qui mi taccio, perché potrei fare anche dei nomi famosi.

Io mi chiedo oggi se gli amanti abbiano rinunziato ai loro appuntamenti clandestini per paura di infettarsi reciprocamente, o perché la cancellazione autoritaria che abbiamo subito del diritto di circolare liberamente rende estremamente difficoltoso incontrarsi, se non lungo il tragitto che ci porta al più vicino supermercato, tabaccaio, farmacista, benzinaio oppure edicolante.

Però sono convinto che il Coronavirus porterà come conseguenza sgradita ad una diffusa frustrazione sessuale ed all’imperio di un esasperato onanismo.

Voi che ne dite?

Note :

Tratto da “Amore e ginnastica al tempo del coronavirus” del generale dei carabinieri in pensione Nicolò Sergio Gebbia, pubblicato integralmente sul suo profilo Facebook.

Credits : Photo by Alejandra Quiroz on Unsplash

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