I tre cardini del governo “facile”

Parlamento Europeo

Dai vari libri di sociologia letti nel tempo ho constatato che tre sono i fattori-cardine di cui un sistema (democratico) ha bisogno per governare con facilità.

L’ignoranza del popolo

Un popolo ignorante è più facile da governare per diversi motivi.

Il primo è evidente: l’ignoranza dei propri diritti rende possibile calpestarli, anche sistematicamente, senza che nessuno se ne lamenti. Anzi, i pochi che se ne lamenteranno saranno isolati e mostrati alla massa come l’origine di tutti i problemi. E’, mutatis mutandis, il discorso de “Il Rinoceronte” di Ionesco.

Riuscire, tramite un fermo controllo dell’istruzione pubblica ed un’offerta mirata di prodotti massmediatici di infimo livello, a mantenere alta e diffusa l’ignoranza, permetterà di governare con disinvoltura, senza doversi preoccupare della protesta sociale, che potrà essere isolata o guidata nelle opportune direzioni (si pensi all’importanza del calcio in molte democrazie).

Questo per quanto attiene al ruolo passivo del popolo. L’ignoranza è però importante anche quanto al ruolo attivo. La democrazia è una delle forme di governo più instabili che ci siano perché tende a stancare i cittadini che, assuefacendosi ai servizi, diventano sempre più esigenti. Cittadini ignoranti avranno pretese più basilari, e quindi più semplici da soddisfare.

L’assenza di memoria storica

Aiutata dall’ignoranza, l’assenza di memoria farà si che il popolo non sarà in grado di porre il sistema davanti alle sue contraddizioni.

Più quest’assenza di memoria è marcata, più sarà facile cambiare le carte in tavola anche nel brevissimo periodo con estrema nonchalance.

Anche in questo caso, quei pochissimi che esporranno la contraddizione, verranno immediatamente isolati e contrastati dal pensiero unico, bollati ora come catastrofisti, ora come populisti, come ignoranti (in un perfetto ribaltamento della realtà), resi quindi inoffensivi se non addirittura usati dal sistema per i propri obiettivi.

La paura

E’ il terzo principio, quello che consente ad un sistema politico di realizzare le … grandi imprese.

Un popolo spaventato, mantenuto nella paura, svilupperà una forma di sudditanza verso il potere, riconoscendolo come unica entità in grado materialmente di risolvere il problema che genera la paura.

Questa paura potrà essere relativa ad un pericolo reale o ad uno creato ad arte. Il risultato sarà lo stesso. L’unica differenza è che di fronte ad un pericolo immaginario sarà probabilmente più numerosa ed agguerrita la pattuglia degli oppositori. Ma a quel punto il sistema saprà già come trattarli.

Questi i tre principi-cardine.

Gli “add-on”

A loro si possono poi affiancare diverse aggiunte (add-on, per usare un termine comprensibile a … tutti).

Una figura che sia in grado di catalizzare l’odio della popolazione, e quindi di dare al sistema la possibilità di ridurre qualunque scelta ad un referendum su quel catalizzatore (e non quindi al reale merito delle questioni, che resterà nebuloso e strumentale), aiuterà moltissimo.

Gruppi di persone che sostengano tesi universalmente riconosciute come assurde, aiuterà ugualmente, consentendo al sistema di mettere su quello stesso piano tutti gli oppositori, anche quelli che invece sosterranno tesi fondate.

La propensione naturale del popolo verso questa o quella forma di potere, infine, potrà essere un ulteriore aiuto. Un popolo che nel DNA, porti i germi della rivoluzione, della libertà, al limite dell’anarchia, sarà evidentemente più difficile da controllare di un popolo menefreghista, che non veda oltre il proprio giardino di casa, a cui piaccia un sistema forte, che pensi al posto suo, che gli dica cosa gli piace e cosa no.

Infine, una forte religione di Stato, cui i cittadini deleghino buona parte delle questioni morali ed etiche, potrà essere un altro grande alleato a disposizione del sistema.

Bene. Fin qui la teoria. Nel prossimo… capitolo, vedremo un esempio pratico!

Credits : nell’ordine di presentazione, Photo by Frederic Köberl on Unsplash ; Photo by Fred Kearney on Unsplash ; Photo by Michael Dziedzic on Unsplash, e Photo by Yosh Ginsu on Unsplash

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