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Massimo Calisti

I (veri) pericoli annidati nei social (seconda parte).

15 Maggio 2020 by Massimo Calisti Lascia un commento

connect-social

Nell’ultimo intervento teorizzavo rispetto ai pericoli che si annidano nei social, evidenziando in particolare il fatto che tramite i social i governi riescono a disinnescare ogni minima forma di dissidio sociale.

Ci sono anche modi molto diretti per ottenere questo risultato.

Vediamone uno.

Parliamo di quei post che distorcono la verità con il pretesto di far sorridere o ridere, ma in realtà spandendo una quantità di inesattezze enorme, alla stessa stregua delle fake news (altra piaga dei social, di cui parlerò nella terza parte di questo lungo post).

Vediamo un esempio pratico, che aiuta sempre a comprendere le questioni.
Guardiamo questo post, apparso molto di recente, sull’onda delle contestazioni dovute alla presentazione, da parte del Presidente del Consiglio, delle norme relative alla cosiddetta fase 2.
(Ce ne sono diverse versioni, nessuna è quella originale, o almeno non sono stato in grado di trovarla. Riporto qui la più diffusa.)

POPOLO ITALIANO

Al principio fu una leggera riduzione degli orari di bar e ristoranti e la chiusura delle scuole.
E il popolo insorse: “bisogna chiudere tutto altrimenti ci ammaleremo in troppi”.
Poi fu la volta della chiusura totale.
E il popolo insorse: “bisogna riaprire tutto o per l’economia sarà un disastro”.
Poi si dispose la chiusura anche delle Chiese, né cerimonie né funerali.
E il popolo insorse: “non possiamo nemmeno dire addio ai nostri defunti?”
Allora fu disposta la possibilità di celebrare i funerali.
E il popolo insorse: “eh si solo 15 parenti? E il cugino della cognata di mio fratello non deve venire?”
Si limitarono anche le uscite lavorative chiudendo fabbriche e aziende.
E il popolo insorse: “come arriviamo a fine mese?”
Allora fu garantita la cassa integrazione e prima 600, poi 800 euro al mese per gli autonomi.
E il popolo insorse: “che ci facciamo con questa elemosina?”
Allora fu stabilito che si poteva gradualmente tornare a lavorare.
E il popolo insorse: “si certo e i figli chi ce li tiene adesso?”
Allora si fece il buono baby sitter.
E il popolo insorse: “dove trovo una persona fidata a cui lasciare i miei figli?”
Fu stabilito che le mascherine fossero necessarie nella prevenzione del virus.
E il popolo insorse: “dove le troviamo ? E poi costano troppo bastardi speculatori …”
Allora fu stabilito un prezzo fisso contenuto di 0,50 cent ed eliminata l’IVA sulle stesse.
E il popolo insorse: “chissà che tipologia saranno e poi io la voglio gratis e al mio domicilio”.
Fu chiesto un prestito senza condizioni all’Europa, perché siamo già pieni di debiti e squattrinati dagli anni 60.
E il popolo insorse: “lo pagheremo per decenni, l’economia crollerà, non ce la faremo mai, governo di merda …”
Furono sospese per alcuni mesi tasse e mutui.
Ma il popolo insorse: “dovete regalarci la casa, non farci pagare mai più le bollette, però vogliamo i servizi e la sanità perfetta adeguata e funzionante”.
………………………………………………………….

Poi fu chiesto loro se volessero in salvo Gesù o Barabba… scelsero Barabba.

Fa sorridere, vero?
Ma se si va oltre il sorriso, e si prova ad analizzare la questione in un modo un po’ più articolato e consapevole, subito si smette di ridere e si diventa seri.
Quali i pericoli in un post come questo?

Ce n’è un’infinità.
Al di là della enorme quantità di inesattezze, di semplificazioni e di forzature presenti (che si potrebbero anche concedere come prezzo da pagare per la battuta umoristica), contiene una lunga teoria di pericoli che non si può far finta di non vedere.
Proviamo ad andare con ordine.

Partiamo da quello che è il meccanismo ripetitivo principale del post: quell’ “e il popolo insorse”.
Insorse?
Andiamo sulla Treccani.
Insorgere: di popolazioni o gruppi sociali, sollevarsi, ribellarsi contro un’autorità, un potere costituito o in genere contro un oppressore; fare un’insurrezione.

Questo significa “insorgere”

E poi gli esempi: Milano nel 1848 insorse contro gli Austriaci; i contadini insorgevano contro i feudatari; insorgere in armi contro gli invasori.
Ne deriva il termine insurrezione: “Movimento collettivo di ribellione, in genere violenta, contro un’autorità; in particolare: sollevazione in armi”.

Questa è una “insurrezione”

In armi?

A qualcuno risulta che sia successo qualcosa del genere in Italia, a valle della conferenza stampa che ha dato le (paternalistiche e confuse) linee guida della Fase 2? E più in generale, a qualcuno risulta niente di simile in Itala, a valle di quel lontanissimo 1848, unica volta in cui il popolo italiano ha veramente pensato di usare il termine insorgere?
Parlare di “il popolo insorse” in questo contesto fa credere a chi legge due cose, entrambe false e pericolosissime:

  • che il popolo italiano sia un popolo che insorge;
  • che insorgere significhi fare un post incazzato su Facebook (o scrivere un post incazzato su un blog).

L’una conseguenza è più pericolosa dell’altra. Entrambe disinnescano dalle fondamenta ogni germe di ribellione che ci possa essere in un popolo.

Come se non bastassero queste due considerazioni, già secondo me devastanti, possiamo aggiungerne molte altre.

  • Si fa credere che tutto quello che il Governo ha deciso in questi giorni sia stato deciso sull’onda di quanto “ordinato” dal popolo: ossia si fa credere che il Governo abbia ascoltato il popolo “che insorgeva”. Cosa questa che è anzitutto falsa, ma secondariamente pericolosa, perché induce automaticamente a poter dire che, se qualcosa non ha funzionato, la colpa è del popolo, di cui il Governo non ha fatto altro che esaudire le richieste.
  • Si dà l’impressione di un popolo enormemente superficiale, perché non si spiegano mai i motivi di ciò che il popolo “chiede”. Si dà cioè, l’impressione che il popolo “insorga” (abbiamo già commentato l’assurdità di questo verbo) così, per capriccio, senza reali necessità: chiedono i 600 Euro tanto per fare qualcosa, non perché non sanno come mangiare.
  • Ancora, si dà l’impressione che sia il popolo a cambiare bizzarramente idea. Ossia che non sia lecito aspettarsi qualcosa dalle decisioni prese. “Bisogna chiudere tutto”. E subito dopo “Bisogna riaprire tutto”. Senza dire che sono passati mesi, mesi in cui il governo avrebbe dovuto fare un’infinità di cose che NON sono state fatte, mesi in cui chi è rimasto chiuso è stato ridotto alla fame. Niente, si trascura tutto. E’ il popolo colpevole che cambia idea così, a capriccio.
  • Non si entra mai nel merito dei provvedimenti. Non si spiega mai perché quei 600 Euro al mese siano una cosa offensiva, prima ancora che inutile, perché il bonus baby sitter sia una sciocchezza immane (presupporrebbe l’esistenza di un esercito di baby sitter che, ovviamente, non esiste), eccetera.
  • Si sorvola, ovviamente, ribaltando completamente i termini della questione, su operazioni vergognose come quella sul prezzo delle mascherine, più che quintuplicato in realtà, ma spacciato come calmierato (il popolo che “insorge” spesso è “ingrato” e non capisce i nobili sforzi di chi governa).
  • Si arriva, nel crescendo di comicità irresistibile, a dire cose non vere, che nessuno si è mai sognato neanche di pensare, nemmeno nelle insurrezioni da social. Ma il popolo insorse: “vogliamo le mascherine a domicilio” oppure “dovete regalarci la casa, non farci pagare mai più le bollette”. Cose false. Ma il climax è stato costruito così sapientemente che chi legge penserà che siano richieste vere, fatte dai pazzi insurrezionalisti.

Il finale … boh … il finale non l’ho capito. E’ del tutto fuori contesto, e non si capisce cosa voglia dimostrare. E’ anche anti-storico, tra l’altro.
Si vuole dimostrare che il popolo sbaglia sempre? Ma se il popolo avesse scelto Gesù, e non Barabba………. 2000 anni di dominazione cattolica quando mai sarebbero stati possibili?

Bisogna porre attenzione, un’attenzione estrema, rispetto alla deriva civica che i social stanno portando con sé.
Ma le armi a disposizione di chi questo pericolo lo sta vedendo sono poche, troppo poche, e troppo poco appuntite. Perché… vuoi mettere la potenza di quel popolo che insorse?

—

Crediti: nell’ordine di presentazione, Photo by NordWood Themes on Unsplash, AP Photo/Jeff Widener/LaPresse, Photo by Randy Colas on Unsplash, Photo by thom masat on Unsplash.

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I (veri) pericoli annidati nei social (prima parte).

13 Maggio 2020 by Massimo Calisti Lascia un commento

Tolte mia moglie ed una ristretta fascia di ultra settantacinquenni (con molte più eccezioni di quanto si pensi) i social sono ormai diventati uno strumento essenziale per la vita quotidiana.

In questa epoca di costrizioni e di privazioni di diritti e libertà, sono sicuro che se la soluzione unica imposta dal governo per risolvere la pandemia (state a casa a tempo indeterminato) fosse invece stata: “spegnete i social per 10 giorni”, quella rivoluzione che mai ci sarà (facendoci finire come rane bollite), sarebbe scattata subito, il giorno stesso, e le macerie di Palazzo Chigi ancora starebbero fumando.

Si parla spesso dei pericoli dei social, collegando il discorso essenzialmente a fenomeni come il bullismo e in generale a questioni legati ai minori.
Che questo problema esista è innegabile.
Che se ne potrebbe fortemente ridurre l’impatto con una vigilanza reale sui minori, spesso abbandonati sulla rete per comodità, è altrettanto vero.

Vediamo allora altri pericoli che derivano dai social. Pericoli più… sociali.

La pubblicità (più o meno nascosta)

Il primo è noto a tutti, anche se quasi tutti lo dimenticano: la raccolta spesso surrettizia dei dati personali per poter indirizzare poi pubblicità, impostare marketing, delineare strategie commerciali.

Si arriva anche a fini più… terra terra, come invadere tutti i supporti dell’utente con semplici messaggi pubblicitari spam che, visti gli enormi numeri su cui lavorano, anche se colpiscono una persona su diecimila, comportano sempre un risultato di tutto rispetto.

Per questa funzione ci potrebbe essere qualche strumento di difesa, se solo si perdesse un po’ di tempo a ragionare, per esempio interrogandosi sull’utilità di un test che ti dica che personaggio delle guerre puniche saresti, e per farlo ti chieda nome, cognome, lista degli amici, post, foto, eccetera.

Una risata seppellirà (il senso civico)

Vi è poi un altro pericolo, non direttamente riconducibile ai social, ma che dai social è stato enormemente amplificato negli ultimi tempi.

Questo pericolo riguarda la funzione della satira. Semplificando moltissimo, la satira, nata per sferzare ed attaccare il potere, si sta trasformando in una delle armi più grandi che il potere ha a sua disposizione per disinnescare le minacce sociali. Si ride con il comico, con le vignette (di Lercio, di Osho, eccetera).

Bellissimo, ma il problema è che si finisce per ridere tanto da dimenticare che la cosa su cui si è riso è quella che – a seconda dell’obiettivo – ci governa, ci comanda, ci tassa, ci deruba, eccetera.

Addio al dissidio sociale

Il terzo pericolo, non certo per importanza, corrisponde al vero motivo per cui i social sono stati messi a nostra disposizione: neutralizzare completamente ogni forma di dissidio sociale.

Il like, nella forma più semplice, o il post veemente, incazzato, vibrante di sdegno, sono quello che noi facciamo su Facebook (o sugli altri social) se vogliamo partecipare alla vita sociale.

Ne ricaviamo un grande benessere.

Ne ricaviamo la sensazione di averle veramente dette (e fatte, ecco il pericolo) a tutti. Pensiamo che quel like a sostegno di un post di accusa sarà in grado di fare sfracelli. O pensiamo che a fare sfracelli sarà il nostro post di accusa, magari sostenuto da qualche like.

Ma qual è l’utilità reale di tutti questi post e di tutti questi like? Lo zero assoluto.

  • Non servono assolutamente a nulla,
  • Non muovono nessuna coscienza,
  • non fanno cambiare idea a nessuno,
  • non arrivano in alto,
  • non destano interesse che non vada oltre un altro like, o magari una condivisione, che creerà un altro post inutile, con altri like inutili.

L’inserimento di un paio di haters, una bella litigata, consumerà ancora inutilmente un po’ di risorse.

E’ tutto qui?

No, purtroppo. C’è un’ultima sfumatura da considerare. Quella veramente utile, la più subdola.

Questo effetto sfogo ha infatti un’ultima fortissima ripercussione sociale: dà una sensazione di appagamento sociale all’autore del post o al cliccatore del like.

In questo modo l’uno e l’altro si sentiranno nello stato di missione compiuta. Smetteranno di preoccuparsi perché: “Ormai ho ottenuto lo scopo, hai visto cosa ho scritto, detto, commentato?”
In questo modo la protesta sociale viene annientata completamente.

  • Basta rivolte,
  • basta proteste,
  • basta scioperi,
  • basta contestazioni.

Tutto sterilizzato. Tutto cloroformizzato.
Tutto spostato nel meraviglioso, incantato, virtuale (mai come in questo caso) mondo dei social
, dove il danno per il sistema che queste proteste possono provocare è pari allo zero assoluto.

La rivoluzione dal salotto di casa è molto comoda. Peccato che abbia un solo limite: è completamente inutile!

—

Crediti: nell’ordine di presentazione, Photo by NordWood Themes on Unsplash, Photo by Joe Yates on Unsplash, Photo by Toa Heftiba on Unsplash, Photo by Daria Nepriakhina on Unsplash

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I tre cardini del governo facile (un esempio pratico)

7 Maggio 2020 by Massimo Calisti Lascia un commento

memoria

Giorni fa teorizzavo su quali siano gli elementi che rendono “facile” la vita di un governante.
Vediamo adesso un esempio pratico, parlando dell’Italia di oggi.

L’ignoranza

Ignorare la nostra Costituzione fa sì che si sottovaluti l’importanza dei diritti costituzionali in essa sanciti, fondamenti essenziali dell’individuo e dello Stato, e che si trascurino i doveri civici. Condividi il Tweet

Non entro nel merito se la decisione sia stata quella giusta, ma è un fatto che nella gestione dell’emergenza Covid19 abbiamo avuto una sospensione assoluta dei diritti costituzionali, avvenuta nella generale noncuranza, visto che le persone, anziché interrogarsi su questo, lo hanno fatto su cose futilissime, come la possibilità di fare jogging.

Ciò deriva dalla pandemica ignoranza civica che ci caratterizza.
Ignorare la nostra Costituzione fa sì che si sottovaluti l’importanza dei diritti costituzionali in essa sanciti, fondamenti essenziali dell’individuo e dello Stato, e che si trascurino i doveri civici.

Prendiamo Report, un programma televisivo molto seguito. Dalle puntate emergono fatti così gravi che in un paese civicamente istruito dovrebbero provocare una rivoluzione. Da noi, il giorno dopo, non succede nulla, e chi ne parla lo fa come commenterebbe una puntata dell’Isola dei Famosi. Per moltissimi queste cose sono sullo stesso piano.

L’assenza di memoria

Parliamo degli esperti del Governo, che hanno cambiato idea su tutto, in modo ondivago, dalle mascherine, ai guanti, alle modalità di combattere il virus, e tutti a prendere per oro colato i loro quotidiani ripensamenti.

O quando hanno chiuso il Paese, dicendo che ci sarebbero voluti quindici giorni per vedere i benefici. E poi, per contrastare chi supplicava di riaprire, eccoli dire che in Germania due giorni dopo la riapertura era aumentata la mortalità. Nessuno che abbia eccepito: ma non ce ne volevano quindici, di giorni, per vedere i risultati?

Parliamo di un paese intero messo in quarantena perché “dovete dare al Governo il tempo per prendere le contromisure”, e dopo due mesi tutti fuori ma “non uscite perché l’unica contromisura è stare a casa”.

Parliamo del costo delle mascherine, che prima della crisi era di 2 centesimi, e che ora il governo ha calmierato, fissandolo a 50!

Nessuno ricorda il prezzo vero, e quindi il Governo ha imposto un aumento pazzesco del prezzo, ma la gente è convinta di aver ricevuto un regalo.

Tra l’altro le mascherine sono state rese obbligatorie perché salvano la vita. Dunque, in quanto farmaco salvavita, dovrebbero essere gratuite. Ma quasi nessuno lo sa (ignoranza), e chi lo sa, spesso non lo ricorda (memoria).

La paura

Da quando è iniziata questa crisi, l’unica certezza sono state le cifre diffuse. Cifre che spesso erano smentite dopo pochi giorni (confidando, ovviamente, sull’effetto “assenza di memoria”), ma che comunque nel momento in cui venivano sparate colpivano sempre il segno.

La paura ha regnato per giorni e regna tuttora. Tutto il resto della vita civile è passato in secondo, terzo, quarto piano.

Gli “add-on”

E veniamo agli add-on, quei fattori non essenziali, ma che se ci sono… aiutano.

L’elemento catalizzatore per “buttare tutto a referendum” resta Salvini.
Ma ormai facciamo referendum su tutto, non solo sulle persone.

  • Sei per lasciare tutto chiuso perché il virus non è passato? Allora sei un criminale che non pensa a chi muore di fame… meriti di finire a rovistare nei cassonetti!
  • Sei per riaprire perché l’economia sta morendo? Allora sei un assassino, un irresponsabile che meriterebbe di morire tra atroci tormenti per il male che fa al popolo!

Sempre tutto o niente. Ma le vie di mezzo costano tempo e fatica. E soprattutto costano il sovrumano sforzo di farsi un’opinione personale.

I sostenitori di cose assurde ci sono: i terrapiattisti funzionano sempre. Talmente ridicoli che non ci sarebbe bisogno di parlarne, vengono invece tirati fuori continuamente.

La loro esistenza e notorietà consentono al pensiero unico di mettere sullo stesso piano di un terrapiattista chiunque provi ad opporre un’idea non allineata, non omologata, non supina, silenziandolo immediatamente.

E’ Schopenhauer all’ennesima potenza (L’arte di ottenere ragione – stratagemma 32).

Quanto al germe della rivoluzione e al bisogno dell’uomo forte … beh … la nostra storia dice che siamo atavicamente refrattari al concetto di rivoluzione.
Il fascino dell’uomo forte non c’è neanche bisogno di dimostrarlo: senza arrivare a scomodare Mussolini, si può ricordare Craxi, Monti, Salvini, e oggi si può pensare allo stesso Conte, che ha scelto questo modo molto one man show di muoversi, e a cui proprio per questo demandiamo tutto supinamente.

La forte religione di Stato … accendete la televisione, su Rai Uno (ossia la principale rete pubblica di uno Stato “laico”) tutte le mattine alle sette. Non ho bisogno di aggiungere altro.

Conclusione

Non manca niente, il risultato è assicurato.

In una situazione come questa, con un Governo che si è mosso con un ritardo colpevolissimo ed abissale, senza uno straccio di linea di azione, senza una vaga idea di cosa fare, come farlo, e soprattutto quando farlo, la maggior parte della popolazione si sente sicura della guida che ha, ed ha un giudizio positivo sul governo (i sondaggi parlano sempre di un gradimento ben oltre il 60%).

Senza il verificarsi contemporaneo di tutti i fattori teorici indicati nella puntata precedente, ed esposti qui in pratica, questo non sarebbe mai potuto succedere.

—

Credits : nell’ordine di presentazione, Photo by andrew dinh on Unsplash, Photo by Matias Hernan Becerrica on Unsplash, Photo by Vera Davidova on Unsplash, Photo by National Cancer Institute on Unsplash, Photo by Kira auf der Heide on Unsplash.

Archiviato in:Autori Contrassegnato con: cittadini, Conte, coronavirus, Covid-19, craxi, Democrazia, diritti, Governo, ignoranza, memoria storica, monti, mussolini, paura, potere, rai uno, report, salvini, schopenhauer, sistema, sudditanza

I tre cardini del governo “facile”

3 Maggio 2020 by Massimo Calisti Lascia un commento

Parlamento Europeo

Dai vari libri di sociologia letti nel tempo ho constatato che tre sono i fattori-cardine di cui un sistema (democratico) ha bisogno per governare con facilità.

L’ignoranza del popolo

Un popolo ignorante è più facile da governare per diversi motivi.

Il primo è evidente: l’ignoranza dei propri diritti rende possibile calpestarli, anche sistematicamente, senza che nessuno se ne lamenti. Anzi, i pochi che se ne lamenteranno saranno isolati e mostrati alla massa come l’origine di tutti i problemi. E’, mutatis mutandis, il discorso de “Il Rinoceronte” di Ionesco.

Riuscire, tramite un fermo controllo dell’istruzione pubblica ed un’offerta mirata di prodotti massmediatici di infimo livello, a mantenere alta e diffusa l’ignoranza, permetterà di governare con disinvoltura, senza doversi preoccupare della protesta sociale, che potrà essere isolata o guidata nelle opportune direzioni (si pensi all’importanza del calcio in molte democrazie).

Mantenere alta e diffusa l’ignoranza, permetterà di governare con disinvoltura, senza doversi preoccupare della protesta sociale, che potrà essere isolata o guidata nelle opportune direzioni. Condividi il Tweet

Questo per quanto attiene al ruolo passivo del popolo. L’ignoranza è però importante anche quanto al ruolo attivo. La democrazia è una delle forme di governo più instabili che ci siano perché tende a stancare i cittadini che, assuefacendosi ai servizi, diventano sempre più esigenti. Cittadini ignoranti avranno pretese più basilari, e quindi più semplici da soddisfare.

L’assenza di memoria storica

Aiutata dall’ignoranza, l’assenza di memoria farà si che il popolo non sarà in grado di porre il sistema davanti alle sue contraddizioni.

Più quest’assenza di memoria è marcata, più sarà facile cambiare le carte in tavola anche nel brevissimo periodo con estrema nonchalance.

Anche in questo caso, quei pochissimi che esporranno la contraddizione, verranno immediatamente isolati e contrastati dal pensiero unico, bollati ora come catastrofisti, ora come populisti, come ignoranti (in un perfetto ribaltamento della realtà), resi quindi inoffensivi se non addirittura usati dal sistema per i propri obiettivi.

La paura

E’ il terzo principio, quello che consente ad un sistema politico di realizzare le … grandi imprese.

Un popolo spaventato, mantenuto nella paura, svilupperà una forma di sudditanza verso il potere, riconoscendolo come unica entità in grado materialmente di risolvere il problema che genera la paura.

Questa paura potrà essere relativa ad un pericolo reale o ad uno creato ad arte. Il risultato sarà lo stesso. L’unica differenza è che di fronte ad un pericolo immaginario sarà probabilmente più numerosa ed agguerrita la pattuglia degli oppositori. Ma a quel punto il sistema saprà già come trattarli.

Questi i tre principi-cardine.

Gli “add-on”

A loro si possono poi affiancare diverse aggiunte (add-on, per usare un termine comprensibile a … tutti).

Una figura che sia in grado di catalizzare l’odio della popolazione, e quindi di dare al sistema la possibilità di ridurre qualunque scelta ad un referendum su quel catalizzatore (e non quindi al reale merito delle questioni, che resterà nebuloso e strumentale), aiuterà moltissimo.

Gruppi di persone che sostengano tesi universalmente riconosciute come assurde, aiuterà ugualmente, consentendo al sistema di mettere su quello stesso piano tutti gli oppositori, anche quelli che invece sosterranno tesi fondate.

La propensione naturale del popolo verso questa o quella forma di potere, infine, potrà essere un ulteriore aiuto. Un popolo che nel DNA, porti i germi della rivoluzione, della libertà, al limite dell’anarchia, sarà evidentemente più difficile da controllare di un popolo menefreghista, che non veda oltre il proprio giardino di casa, a cui piaccia un sistema forte, che pensi al posto suo, che gli dica cosa gli piace e cosa no.

Infine, una forte religione di Stato, cui i cittadini deleghino buona parte delle questioni morali ed etiche, potrà essere un altro grande alleato a disposizione del sistema.

Bene. Fin qui la teoria. Nel prossimo… capitolo, vedremo un esempio pratico!

—

Credits : nell’ordine di presentazione, Photo by Frederic Köberl on Unsplash ; Photo by Fred Kearney on Unsplash ; Photo by Michael Dziedzic on Unsplash, e Photo by Yosh Ginsu on Unsplash

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No al green pass della vergogna!

Petizione contro il "green pass della vergogna" indirizzata ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari della Camera dei deputati.

Sì, firmo ora!
440 firme

No al green pass della vergogna

Ai Sigg. Presidenti dei Gruppi Parlamentari della Camera

Sig.ra/Sig. Presidente,

da oltre un anno e mezzo il popolo italiano subisce limitazioni radicali a diritti e libertà considerate fondamentali dalla Costituzione, dalla Cedu e dalla Dichiarazioni dei diritti fondamentali dell’uomo.

Se accettiamo che i principi fondamentali dello Stato di diritto possano essere sospesi oggi, in nome della gestione della pandemia, dobbiamo sapere che stiamo consegnando al futuro la possibilità di prendere direzioni diverse dalla democrazia in nome di qualsiasi altra minaccia che dovesse presentarsi, di origine umana o naturale

Il green pass colpisce una categoria di persone che esercita una libertà costituzionalmente garantita [non vaccinarsi], che viene penalizzata in quanto tale, per via di una propria qualità personale, di una propria condizione e di una libera scelta

Il “green pass” della vergogna viola:

  • l’articolo 1 della Convenzione ONU sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione,
  • gli articoli 2 e 3 della Costituzione italiana,
  • l’articolo 21 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE,
  • l’articolo 2 e 7 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo,
  • l’articolo 14 della Convenzione Europea sui Diritti Umani,
  • l’articolo 10 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea,
  • e, infine, la Risoluzione 2361 del Consiglio d’Europa approvata il 27/01/2021 che, al punto 7.3, vieta ogni forma di discriminazione per chi scelga di non vaccinarsi.

Le ragioni emergenziali non possono essere utilizzate come scudo per sospendere e annullare diritti considerati intangibili dai Padri Costituenti e dalla comunità internazionale

Pertanto, si chiede che l’emergenza sanitaria sia affrontata senza derogare di un passo dal percorso della civiltà del diritto.

**la tua firma**

Questa petizione è chiusa.

Data di scadenza: Sep 10, 2021

Firme raccolte: 440

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