Palermo, Antudo: l’arresto di Luigi attacco al movimento

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Luigi Spera, il vigile del fuoco palermitano quarantaduenne accusato di “atto di terrorismo”, è « in isolamento » nel carcere di Pagliarelli a Palermo da circa venti giorni, dal 21 marzo [1], in attesa di essere trasferito – come ha stabilito il giudice – nel carcere di massima sicurezza di Alessandria. Lo fa sapere lo stesso detenuto tramite una lettera pubblicata ieri dal sito web Antudo [2].

Luigi, nella missiva, tranquillizza i compagni fuori di stare bene e di essere assistito, in questa sua esperienza, dalla comunità carceraria. Ammette, tuttavia, di patire la mancanza di sua moglie e dei suoi bambini.

Il vigile del fuoco, esponente del movimento Antudo, nella lettera denuncia come « Questo provvedimento inflitto a me, Marco e Domiziana, nelle sue tempistiche, nelle sue forme e nella sua narrazione è anche un tentativo di intimidire e un attacco nei confronti del movimento ».

Tuttavia Luigi, baldanzoso, allerta: « Non lasciamoci intimidire né distrarre dalla repressione ». La lettera riportata dal sito Antudo conclude, quindi, con un saluto rivolto a chi « in questi mesi è stato impegnato con me nella costruzione delle mobilitazioni contro il genocidio messo in atto a danno del popolo palestinese da parte del governo israeliano, contro l’industria bellica e le implicazioni del governo italiano nel commercio di armi con paesi imperialisti e guerrafondai. Contro le politiche coloniali estrattiviste e di distruzione dei territori connesse alla guerra e contro le grandi opere funzionali alla guerra come il ponte sullo Stretto di Messina. E in generale contro le guerre imperialiste messe in atto in questa nostra epoca, come sempre, per annientare l’autodeterminazione dei popoli ».

Il giorno precedente Antudo aveva lanciato un appello alla mobilitazione per richiedere la liberazione di Luigi.

Antudo: contro Luigi un accuse sproporzionate !

Nell’articolo-appello, Antudo, altresì, informava che « il tribunale di Palermo ha respinto il riesame delle misure cautelari disposte per tre appartenenti ad Antudo: Luigi resta in carcere con l’accusa di atto terroristico, con disposizione di trasferimento al carcere speciale di Alessandria »[3].

Antudo contesta « lo sproporzionato impianto accusatorio » e la « assenza di prove concrete o di flagranza di reato ».

Antudo rileva, altresì, « mentre con gli elicotteri e i droni prodotti da Leonardo vengono impiegati dal governo Turco contro il popolo curdo, da Israele per i bombardamenti su Gaza, dagli eserciti di mezzo mondo per alimentare i venti di sterminio e conquista, sul territorio italiano chi si è mobilitato contro la guerra si trovi adesso in carcere in via cautelare ».

Un mondo sottosopra, insomma!

Il sindacato di base USB Sicilia è subito intervenuto con un proprio comunicato dove scrive: « A Luigi e a tutte le persone coinvolte va tutta la nostra solidarietà e vicinanza nell’attesa di un immediato ritorno alla libertà: noi saremo sempre al loro fianco e contro ogni disegno bellicista che reprime chi lotta per uno stop al riarmo. […] Come sindacato conflittuale da tempo con lo slogan “Abbassate le armi, alzate i salari” » [4].

Ci sembra giusto, per i meno informati, ricordare la vicenda.

I Fatti: quelle fiamme del 26 novembre 2022 contro la Leonardo Spa di Palermo

Il 28 novembre del 2022 – due giorni dopo l’accaduto -, il sito web Antudo, corrispondente ad un’organizzazione che si prefigge l’autodeterminazione e l’autogoverno dei territori siciliani, pubblicava quel non è chiaro se sia una propria rivendicazione oppure il comunicato stampa di un terzo che comunque rivendicava un’azione – il getto sembra di un paio di fiaccole incendiare – dentro i cancelli della sede di Palermo della società Leonardo, fabbrica partecipata dallo Stato al 33% nota per la produzione e la commercializzazione di armi belliche.

L’azione, era spiegato nel testo pubblicato, era motivata dalla volontà di « sanzionare [ punire, NdR ] la Leonardo, azienda produttrice di morte » [5]. In particolare, in proposito, si precisava, come « lo stato turco sta attaccando il Rojava e il Kurdistan meridionale. […] Di questa carneficina sono responsabili, oltre che il governo di Ankara, lo Stato italiano e la sua industria bellica che arma la mano del governo turco incassando centinaia di milioni di euro sul massacro di un intero popolo, il popolo curdo ».

L’azione aveva chiaramente un mero interesse propagandistico. Ciò appariva evidente dalla successiva affermazione: « Il massacro che si sta consumando in Kurdistan avviene nel totale silenzio dei media mainstream occidentali che si guardano bene dall’accusare il governo di un paese partner della NATO di crimini di guerra e genocidio ».

Luigi Spera, tuttavia, ora rischia di aver compromesso il proprio futuro.

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Fonti e Note:

Credits: Immagine a cura di Antudo

[1] Blog Sicilia, 21 marzo 2024, “Lancio molotov a gruppo Leonardo Palermo, individuati autori”.

[2] Antudo, 10 aprile 2024, “Luigi ci scrive dal carcere. Pubblichiamo di seguito il testo”.

[3] Antudo, 9 aprile 2024, “Luigi Libero! Liber* di lottare contro la guerra!”.

[4] USB, 9 aprile 2024, “Palermo: solidarietà a Luigi e agli altri militanti di Antudo colpiti da un feroce atto repressivo”

[5] Antudo, 28 novembre 2022, “Sanzionata la Leonardo S.p.a. a Palermo. #DefendKurdistan (VIDEO)”.

Il comunicato pubblicato aggiungeva ulteriori dettagli sulle responsabilità della Leonardo, società a partecipazione statale italiana:

« Dal 2018 al 2020, secondo i report dell’Unione europea, l’Italia è stato il paese che ha esportato più munizioni pesanti alla Turchia per un valore di oltre 122.000.000 €. Nel 2019 l’Italia è anche diventata il principale fornitore di armamenti alla Turchia in termini assoluti con autorizzazioni per un valore di 338.000.000 € ma i rapporti con l’Italia vanno oltre le semplici esportazioni. La “Leonardo” ha una sede in Turchia, come la Beretta, ad Ankare, e subappalta le sue produzioni militari alla Turca Onuk-BG. Inoltre, l’azienda militare pubblica turca t.a.i. produce su licenza italiana gli elicotteri da guerra T-129 Atak, il cui progetto si basa sugli AW129 della Leonardo ».

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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