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Guerra

Guerra nucleare, Italia: quanti morti e dove?

18 Marzo 2022 by FronteAmpio.it Lascia un commento

Lo scenario denominato “Plan A” riguardante una guerra nucleare, predisposto dagli scienziati dalla Princeton University, prevede 91,5 milioni di morti entro i primi 45 minuti dall’esplosione delle testate nucleari. Morti che si concentrerebbero su Italia e Europa centrale, Russia occidentale e Stati Uniti.

Lo abbiamo spiegato più in dettaglio in “Chiesa: spesa militare inutile difronte guerra nucleare”.

Chiesa: spesa militare inutile difronte guerra nucleare

Gli obiettivi russi in Italia: Aviano, Ghedi e Sigonella

Ma, più in dettaglio, quali potrebbero essere gli obiettivi e le vittime dei primi colpi russi in Italia?

L’Italia, purtroppo, è un paese NATO molto esposto militarmente, tanto per l’invio di armi all’Ucraina quanto, soprattutto, per la presenza delle basi americane sul proprio territorio.

Va giusto ricordato che l’Italia conserva, per conto della NATO:

  • 50 testate nucleari ad Aviano ( Pordenone ),
  • e 40 a Ghedi ( Brescia ) [1],

che sono quindi naturali obiettivi di un’eventuale attacco russo come potrebbe esserlo l’importante base americana di Sigonella, in Sicilia.

Un software calcola la carneficina di una guera nucleare sull’Italia

Utilizzando il software Nukemap [2], sviluppato da questi scienziati, si rileverebbe che una eventuale risposta russa con una bomba Topol SS-25 da 800 kilotoni ( Kt ) sulla base militare americana di Ghedi (Brescia) costerebbe immediatamente 18.000 morti e 32.000 feriti. La nube radioattiva, successivamente, potrebbe estendere i suoi effetti su oltre la città lombarda, l’intero circondario del Lago di Garda, Verona, Trento e Bolzano.

Tanti i fattori, chiaramente, che potrebbero influenzare i numeri: la direzione e la forza del vento, se l’esplosione avviene a terra o in aria, oppure ancora se i lanci di ordigni nucleari fossero multipli.

Una sola esplosione a Ghedi, con vento direzione Milano, causerebbe, ad esempio, 30.000 morti e 147.000 feriti nell’immediato.

Se uno degli obiettivi russi fosse la base Nato di Sigonella ( Lentini, Sicilia ), l’esplosione costerebbe immediatamente 7.830 morti e quasi altrettanti feriti. La nube radioattiva, successivamente, estenderebbe i suoi effetti su Catania, Acireale e tutta la costa siciliana sino a Messina e quindi su Reggio Calabria.

Più o meno lo stesso danno in termini di perdite di vite umane accadrebbe se ad essere colpita fosse la base americana di Aviano, Pordenone ( 6.570 morti, 11.610 feriti ).

La più grande bomba atomica mai lanciata, la Zar Bomba ( 50Mt )

Naturalmente, non immaginiamo che in Italia sia lanciata la “Zar Bomba”, quella da 50 Megatoni, ovvero da 3125 volte l’energia emanata da Little Boy ( la bomba atomica utilizzata dagli Stati Uniti su Hiroshima ). Quella sì che sarebbe “devastante”: il simulatore della calcola:

  • 180.000 morti immediati intorno Aviano,
  • 430.000 intorno a Ghedi,
  • 291.000 nell’area di Sigonella.

« Fateci un po una riflessione, chi non pensa che il problema della neutralità dell’Italia non conta e che il problema dell’uscita dalla NATO è inutile porselo perché non ce lo permetteranno mai. Questo è un modo da ragionare da schiavi » ( Giulietto Chiesa, articolo FronteAmpio citato ).

–

Fonti e Note:

[1] Panorama, 24 aprile 2013, “Armi nucleari in Italia: dove, come e perché”.

Le bombe nucleari “italiane” sono di modello B 61-3, B61-4 e B61-10. Il primo modello ha una potenza di 107 chilotoni, gli altri due di 45 e 80 chilotoni, rispettivamente.

[2] Nukemap.

Archiviato in:Guerre & Disarmo Contrassegnato con: Guerra

Chiesa: spesa militare inutile difronte guerra nucleare

18 Marzo 2022 by FronteAmpio.it Lascia un commento

« Gli 80 milioni di euro che noi paghiamo ogni giorno, cioè 25 miliardi all’anno, che noi spendiamo per comprare armamenti inutili [ in caso di guerra nucleare tra NATO e Russia ] dureranno un giorno e mezzo », ci avvisava Giulietto Chiesa in un video pubblicato [1] sei mesi prima dell’improvvisa scomparsa.

Conseguentemente, aggiungeva l’insostituibile Chiesa, : « quindi noi stiamo buttando dalla finestra 25 miliardi di euro l’anno per un sistema difensivo che non avrà nessuna possibilità di reggere … ».

Denaro che, uscendo dalla NATO, potrebbe essere destinato alla salute dei cittadini, all’istruzione, alla lotta contro la povertà.

In quell’editoriale, Chiesa mostrava la video simulazione predisposta dalla Princeton University [2] in uno scenario di guerra nucleare.

« Questo pezzo audiovisivo di quattro minuti – spiegavano gli scienziati inglesi – è basato su valutazioni indipendenti delle attuali posizioni delle forze statunitensi e russe, dei piani di guerra nucleare e degli obiettivi delle armi nucleari » [3].

Guerra nucleare tra NATO e Russia? Quasi 100 milioni morti subito

Per farla breve, lo scenario denominato “Plan A”, piano A, prevede 91,5 milioni di morti entro i primi 45 minuti dall’esplosione delle testate nucleari [4]. Morti che si concentrerebbero su Italia e Europa centrale, Russia occidentale e Stati Uniti.

Morti ai quali, naturalmente, occorrerebbe aggiungere i successivi decessi, per i conseguenti danni da calore, incendi e radiazioni.

E, per questo, « lo strumento di simulazione incorpora un modello di trasporto atmosferico per valutare il fallout nucleare per ogni scenario di attacco ».

Un video che andrebbe mostrato a giovani e adulti, a Zelenskyy e a tutti coloro che oggi reclamano “no fly zone” sull’Ucraina, ai politici italiani ( dalla Lega al PD ) che sostengono la necessità di aumentare del 30% ( dall’1,5 al 2% del PIL ) la spesa italiana in armamenti.

–

Fonti e Note:

[1] Canale YouTube “PandoraTv”, 25 settembre 2019, “Il Punto di Giulietto Chiesa: Sarà così il suicidio nucleare?”.

[2] Princeton University, “Simulating Nuclear War”.

[3] Princeton University, “Plan A”.

[4] Canale YouTube Alex Glaser, 6 settembre 2019, “Plan A”.

Archiviato in:Guerre & Disarmo Contrassegnato con: Giulietto Chiesa, Guerra

Siria, dopo 11 anni di guerra: situazione umanitaria devastante

15 Marzo 2022 by FronteAmpio.it Lascia un commento

Dal marzo 2011 l’intero territorio della Siria è tutt’ora coinvolto in un complesso conflitto armato. « Sette milioni di siriani sono sfollati interni e sette milioni sono rifugiati » all’estero.

570.000 morti [ dati marzo 2019, NdR ], inclusi 112.000 civili e « 88.000 cittadini che sono stati uccisi sotto tortura nei centri di detenzione e nelle prigioni del regime », almeno due milioni i feriti sotto i bombardamenti, secondo l’Osservatorio siriano dei diritti umani [1].

Il rapporto ONU sulla Siria: diritti umani devastati anche dai cinque eserciti stranieri presenti

« Nei famigerati campi di Al Hol e Al Roj nel nord-est della Siria, sono internate quasi 60.000 persone, 40.000 dei quali bambini. Le popolazioni dei campi vivono in condizioni che equivalgono a trattamenti crudeli, inumani e degradanti, sotto il rischio costante di essere feriti, uccisi o trafficati »[2].

« Possibili crimini di guerra e altri incidenti che causano danni ai civili in Siria nel 2018-2019 da parte della coalizione guidata dagli Stati Uniti » non sono indagati, benché ripetutamente richiesto dall’ONU [2].

« L’economia è in caduta libera: si stima che il 90% della popolazione viva sotto la soglia di povertà ».

Questa la situazione della Siria, sinteticamente descritta nel nuovo rapporto, appena presentato dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite [3].

« Il rapporto documenta gravi violazioni dei diritti umani fondamentali e del diritto umanitario in tutto il Paese ».

Una situazione « devastante », ha commentato Paulo Pinheiro, presidente della Commissione internazionale indipendente d’inchiesta sulla Siria.

« La crisi nella Repubblica araba siriana – spiega il rapporto ONU – è esacerbata dalla presenza di cinque eserciti stranieri, vari gruppi armati non statali ed entitàdesignate quali terroristiche dalle Nazioni Unite ».

In particolare, nel Paese, sono impegnati:

  • la Federazione Russa,
  • il Regno Unito,
  • gli Stati Uniti d’America,
  • la Turchia,
  • e Israele.
  • Nonché gruppi che fanno riferimento ad Al-Qaida o al Da’esh.

Siria, paese laico a maggioranza di islamici diventicato dai media

Eppure di questa situazione siamo all’oscuro, nessun telegiornale dello stato italiano o delle tivù commerciali, nessun talk show, nessun titolo di giornale con foto dei bambini siriani è stato loro dedicato.

Forse perché la Siria è un Paese a maggioranza islamica?

Forse perché tra i colpevoli dei bombardamenti e di migliaia di morti, bambini inclusi, c’è la “Coalizione Internazionale” capeggiata dai dispensatori di democrazia, gli Stati Uniti?

–

Credits: Photo by aladdin hammami on Unsplash

Fonti e Note:

[1] Syrian Observatory For Human Rights, 15 marzo 2019, “More than 570 thousand people were killed on the Syrian territory within 8 years of revolution demanding freedom, democracy, justice, and equality”.

[2] Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, 9 marzo 2022, “Syria’s abyss: UN Syria Commission warns of escalating violence, plummeting economy and a humanitarian disaster”.

[3] Nazioni Unite, 9 marzo 2022, “Fears grow for Syria amid rising violence, deepening humanitarian crisis” [ PDF ].

Archiviato in:Guerre & Disarmo Contrassegnato con: Guerra, ONU, Siria

Ucraina /5, Casini e Bonino: siamo in guerra e avrà un prezzo

1 Marzo 2022 by FronteAmpio.it Lascia un commento

guerra-armi

Pierferdinando Casini (già UDC), già candidato presidente della Repubblica, è stato il primo ad intervenire in replica all’intervento al Senato di stamani di Mario Draghi ma è anche il primo firmatario della risoluzione di maggioranza che sarà approvata dal Parlamento.

Una dichiarazione decisamente interventista, quella di Casini: « Non si tratta di essere guerrafondai, ma di essere pacifisti con intelligenza ». Sembrano le parole di Orwell: la guerra non è guerra, ma la guerra è pace intelligente!

Poi ha ammesso che con la sostanziale discesa in guerra contro la Russia siamo « chiamati a scelte di sofferenza ». Spiegando: « Dovremo fare dei sacrifici energetici, probabilmente dovremo anche dire alle famiglie e alle imprese che c’è una cinghia da stringere ».

Emma Bonino ( Più Europa ) conferma la difficile situazione dove sta per piombare l’Italia: « ci saranno costi da pagare, non solo per l’energia, ma anche per il grano ».

« Cari italiani, preparatevi perché ci saranno dei costi da pagare », ha detto chiaro e tondo!

Cangini (Forza Italia): La guerra non è una follia, è politica !

Andrea Cangini ( Forza Italia ) ha chiarito di cosa sta parlando il Senato: « La guerra, colleghi, non è una follia, come va di moda dire oggi. È – come diceva von Clausewitz – la prosecuzione della politica con altri mezzi. Una politica estera senza capacità di deterrenza militare è fisiologicamente debole e una politica estera fisiologicamente debole significa una politica impotente ».

E per scendere in guerra, occorre individuare anche stavolta in nemico interno: il pacifista tout court. Per Cangini, quindi, « occorre rieducare le opinioni pubbliche al realismo e non all’utopia ».

Laura Garavini ( Italia Viva ), « nell’auspicare che vengano estese anche alla Bielorussia », ha dichiarato come « emerge in tutta evidenza quanto sia necessario che l’Europa si doti di un’unione politica e di un’unione della difesa con mezzi adeguati [ armi letali, NdR ], moderni e sufficienti, che ci consentano di poter operare per la pace e contro i conflitti ».

Tra i più duri, l’intervento di Adolfo (!) Urso ( Fratelli d’Italia ). Il senatore dell’estrema destra ha evidenziato la necessità – a suo dire – di « aumentare la difesa dell’Alleanza atlantica nel nostro continente e nel Mediterraneo allargato ».

Sì, ha usato questo termine “mediterraneo allargato” e si riferiva all’Africa sub sahariana della quale la NATO e l’Europa non possono permettersi di perdere il controllo!

Secondo Adolfo Urso, « nuove minacce che si alzano in Bosnia e in Kosovo », ma occorre anche porre freno al « dispositivo militare russo in Siria », ai « golpe militari – sei – nel Sahel » (Sahel che ha definito « la frontiera del nostro Mediterraneo allargato »), ma anche alla nuova alleanza che si paleserebbe dalle « le manovre navali militari congiunte di Russia, Cina e Iran svoltesi in gennaio nel Golfo dell’Oman ».

Il senatore di Fratelli d’Italia ha quindi chiesto nuovi maggiori « investimenti per la difesa »: insomma l’acquisto di nuove e ancora più letali armi di fabbricazione americana.

Come ultima posizione citiamo quella di Alessandro Alfieri ( Partito Democratico ). Dopo il “giuramento di fedeltà” ( « noi stiamo dalla parte dei Paesi europei e dell’Alleanza atlantica » ) ha convenuto come sia legittimo, anche se in maniera « sofferta » che « al popolo ucraino va data la possibilità di difendersi legittimamente », anche se con ciò si vada in deroga [ violazione, NdR ] della legge n. 185/1990 che vieta il traffico di armi verso paesi belligeranti.

Insomma, siamo in guerra contro la Russia anche se, al momento, siamo belligeranti solo attraverso la consegna di armi letali ( missili anti-aereo, missili anti-carro, mine ) nelle mani dell’Ucraiana.

–

Credits: Photo by Kevin Schmid on Unsplash

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Afghanistan, l’Australia ammette aver commesso crimini di guerra

6 Dicembre 2020 by FronteAmpio.it Lascia un commento

guerra-afghanistan-soldato

« Esistono informazioni credibili a sostegno di 23 incidenti di presunte uccisioni illegali di 39 persone, perpetrate da 25 soldati delle Forze Speciali Australiane, prevalentemente del Reggimento del “Special Air Services”. Le persone che si presume siano state uccise illegalmente erano tutte persone sotto controllo, in termini profani, prigionieri, contadini e altri civili ».

Insomma, gli omicidi illegali non avvenivano in battaglia ma a sangue freddo, assassinando persone inermi, disarmate.

Lo ha dichiarato, lo scorso 19 novembre, il capo dell’Australian Defence Force (ADF), generale Angus Campbell. Lo stesso ha distribuito il rapporto finale dell’inchiesta ( 465 pagine, sia pure con l’intera seconda parte del rapporto che contiene i dettagli degli specifici “incidenti” coperta dagli omissis ) sulla vicenda elaborato dall’ispettore generale Jim Gaynor e dal giudice Paul Brereton.

« Il rapporto rileva – ha continuato il comandante australiano – che alcuni comandanti del Reggimento del “Special Air Services” [le truppe d’elite, NdR], hanno promosso all’interno della SAS ciò che Justice [Paul] Brereton definisce una “cultura guerriera” [poi] amplificata da alcuni sottufficiali esperti, carismatici e influenti ».

I crimini di guerra australiani: dal bambino ucciso ai ragazzi sgozzati, fino al bersaglio umano

Al di là delle parole di circostanza e delle limitate ammissioni del generale Angus Campbell, il giornale francese France24 [1] è più diretto e, ad esempio, cita « il caso di un bambino di sei anni ucciso in un’incursione in una casa ».

Tra casi, aggiunge Repubblica [2], quelli in cui « i commandos più giovani venivano obbligati dai propri sottufficiali a uccidere civili afghani per sporcarsi le mani di sangue per la prima volta, in una pratica conosciuta in gergo come “blooding” [“sanguinamento”, NdR] che ricorda comportamenti analoghi nelle gang giovanili e nella mafia ».

O, ancora, spiega sempre Repubblica, i casi di « due ragazzi di 14 anni sgozzati come agnelli sacrificali. Un giovane uomo usato come tiro a segno dopo che aveva alzato le mani in segno di resa. Un prigioniero ucciso perché “non c’era posto per portarlo via sull’elicottero” ».

Poi, al fine di “coprire” quelli che erano veri e propri omicidi a sangue freddo, – confessa il generale Campbell – venivano « piazzate armi e radio per sostenere le affermazioni secondo cui le persone uccise erano “nemici uccisi in azione” ».

L’inchiesta, durata quattro anni, era stata lungamente attesa, specie dai giornalisti australiani da tempo avevano denunciato diversi episodi di veri e propri crimini di guerra compiuti dai soldati australiani in Afghanistan.

L’ammissione ufficiale del generale Campell, è stata integralmente pubblicata dal giornale australiano ABC [3] e riportata anche dalla stampa occidentale.

« Alcuni di questi incidenti sono avvenuti nel 2009 e nel 2010, la maggior parte dei quali negli ultimi anni del 2012 e del 2013 », ha precisato il generale australiano.

Il rapporto si conclude con 143 raccomandazioni per modificare l’organizzazione e la formazione, anche etica, dell’esercito australiano al fine di evitare il ripetersi di tali criminali condotte.

Al reggimento sarà tolto l’encomio, 19 soldati processati

Il generale conclude le sue dichiarazioni annunciando di aver chiesto al governatore generale, a seguito dell’infamante condotta dei suoi soldati, di « revocare l’encomio di unità meritevole assegnato alle rotazioni del gruppo di lavoro delle operazioni speciali in servizio in Afghanistan tra il 2007 e il 2013 ».

Inoltre, « le persone accusate di condotta illecita e criminale saranno deferite all’Ufficio dell’Investigatore Speciale, le persone accusate di negligenza nell’adempimento del loro dovere saranno gestite attraverso processi amministrativi e disciplinari ».

Più in particolare, « 19 persone dovrebbero essere deferite alla Polizia Federale Australiana e che un risarcimento dovrebbe essere pagato alle famiglie delle vittime », precisa ancora France24.

Lascia però perplessi, sul sito web ufficiale del Ministero della Difesa australiano che, se, da un lato, con trasparenza, vengono resi pubblici degli atti [5], dall’altro [6], leggere poi « la Difesa, con il Dipartimento degli Affari dei Veterani (DVA) [fornirà] agli ex membri del personale dell’ADF in servizio e le loro famiglie colpite dall’inchiesta in Afghanistan supporto medico, psicologico e, in alcuni casi, supporto legale ».

Come dire, saranno pure dei criminali di guerra, ma sono sempre i nostri soldati. Un’altra certificazione del fatto che non esistono i soldati buoni e quelli cattivi; la guerra è solo ferocia e disumanità, quale esportazione della civiltà.

–

Fonti & Note:

[1] France24, 19 novembre 2020. “L’armée australienne admet que ses troupes ont exécuté des civils en Afghanistan”.

[2] Repubblica, 19 novembre 2020. “Afghanistan, il rapporto shock sui soldati australiani: “Erano assetati di sangue. Dei veri pazzi””

[3] ABC, 19 novembre 2020. “ADF Chief Angus Campbell offers apology in wake of Afghanistan war crimes report. Read his speech in full”.

[4] il rapporto INSPECTOR‐GENERAL OF THE AUSTRALIAN DEFENCE FORCE AFGHANISTAN INQUIRY REPORT

[5] resources related to the IGADF Afghanistan Inquiry, including the Inquiry Report (Public Release Version)

[6] Welfare Support

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No al green pass della vergogna!

Petizione contro il "green pass della vergogna" indirizzata ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari della Camera dei deputati.

Sì, firmo ora!
440 firme

No al green pass della vergogna

Ai Sigg. Presidenti dei Gruppi Parlamentari della Camera

Sig.ra/Sig. Presidente,

da oltre un anno e mezzo il popolo italiano subisce limitazioni radicali a diritti e libertà considerate fondamentali dalla Costituzione, dalla Cedu e dalla Dichiarazioni dei diritti fondamentali dell’uomo.

Se accettiamo che i principi fondamentali dello Stato di diritto possano essere sospesi oggi, in nome della gestione della pandemia, dobbiamo sapere che stiamo consegnando al futuro la possibilità di prendere direzioni diverse dalla democrazia in nome di qualsiasi altra minaccia che dovesse presentarsi, di origine umana o naturale

Il green pass colpisce una categoria di persone che esercita una libertà costituzionalmente garantita [non vaccinarsi], che viene penalizzata in quanto tale, per via di una propria qualità personale, di una propria condizione e di una libera scelta

Il “green pass” della vergogna viola:

  • l’articolo 1 della Convenzione ONU sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione,
  • gli articoli 2 e 3 della Costituzione italiana,
  • l’articolo 21 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE,
  • l’articolo 2 e 7 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo,
  • l’articolo 14 della Convenzione Europea sui Diritti Umani,
  • l’articolo 10 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea,
  • e, infine, la Risoluzione 2361 del Consiglio d’Europa approvata il 27/01/2021 che, al punto 7.3, vieta ogni forma di discriminazione per chi scelga di non vaccinarsi.

Le ragioni emergenziali non possono essere utilizzate come scudo per sospendere e annullare diritti considerati intangibili dai Padri Costituenti e dalla comunità internazionale

Pertanto, si chiede che l’emergenza sanitaria sia affrontata senza derogare di un passo dal percorso della civiltà del diritto.

**la tua firma**

Questa petizione è chiusa.

Data di scadenza: Sep 10, 2021

Firme raccolte: 440

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