Rilancio del porto di Trapani: per Marascia serve subito l’Autorità

Tvio del 9.2.2017

«E’ ora che, a norma della legge 169 pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 31 agosto scorso, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Del Rio, d’intesa col presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta, compagno di partito, nomini il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale della Sicilia Occidentale nella quale è incluso il nostro porto di Trapani». Lo dichiara Giuseppe Marascia, candidato sindaco a Trapani per il movimento “Città a Misura d’Uomo” dopo che lo stesso ministro ha bocciato la moratoria richiesta da Crocetta dopo sollecito del sindaco del capoluogo Vito Damiano.

«Con un porto come quello di Trapani le cui attività commerciali risultano stagnanti – sostiene l’avvocato Marascia – è indifferibile che l’Autorità di Sistema Portuale adotti prima possibile quelle “strategie di sviluppo delle attività portuali e logistiche” che sono funzione propria dell’Autorità e che risultano indispensabili per un rilancio del porto».

«La nomina del Presidente dell’Autorità, infatti – aggiunge il candidato sindaco di “Città a Misura d’Uomo” -, aprirebbe la strada alla successiva nomina del “Comitato di Gestione” e del “Tavolo di partenariato della risorsa mare” che ne completerebbero il funzionamento».

«E’ importante, tuttavia – precisa ancora Marascia -, che si definiscano preventivamente i criteri per la nomina dei componenti il “Tavolo” e del componente del Comitato di Gestione di competenza del sindaco di Trapani. Nel merito, appare chiaro, sia visto il tenore letterale della legge-delega n. 124/2015 e sia al fine di evitare dubbie duplicazioni, che il sindaco debba nominare una figura politica che curi gli interessi globali dell’Ente Locale e dell’intera Comunità amministrata e non un tecnico dei servizi portuali posto che gli interessi di tutti gli operatori del porto sono già garantiti dai loro rappresentanti all’interno del “Tavolo” consultivo».

«A tale proposito – conclude Marascia – non risulterebbe peregrina l’ipotesi della nomina del proprio assessore alle attività produttive, e quindi anche al turismo, magari anche con la rinuncia, da parte di questi, di quella parte di indennità assessoriale che sia pari all’importo dei “gettoni di presenza” percepiti per le sedute del “Comitato di Gestione”».

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