416-ter, voto di scambio politico-mafioso: la Camera approva riforma

Camera-Deputati

Piera Aiello, deputata marsalese del Movimento Cinque Stelle e relatrice del Disegno di Legge n. 1302 che modifica e inasprisce l’art. 416 ter del Codice Penale sul voto di scambio politico-mafioso è soddisfatta. Giovedì 7 marzo, dopo un intenso dibattito, la Camera dei Deputati ha approvato il testo della riforma da lei sostenuta. La norma, di cui è primo firmatario il collega Giarrusso, ora passa al Senato per la definitiva approvazione.

Con la riforma dell’art. 416-ter, «ampliamo ulteriormente l’oggetto di quella che può essere la contropartita del patto, potendo essere non solo il denaro e ogni altra utilità ma anche la disponibilità a soddisfare gli interessi e le esigenze dell’associazione criminale», spiega Piera Aiello in Aula.

La nuova formulazione del Codice Penale sembra colpire il candidato che prometta, a soggetti mafiosi anche “a sua insaputa” – o loro intermediari – , una “disponibilità” ad affrontare determinati interessi. Di fatto, non potendo conoscere chi si cela dietro un interlocutore, i candidati non potranno promettere più alcun “interessamento” verso alcunché che non sia la semplice realizzazione del pubblico “programma” elettorale della lista.

Forza Italia e PD si scagliano contro la riforma del 416-ter

Si tratta di norme «che espongono persone estranee ai reati a grossi rischi», lamenta la deputata messinese Matilde Siracusano (Forza Italia). «Chi fa politica non sa come difendersi», conferma la deputata romana ed ex ministro della sanità Beatrice Lorenzin (ex UDC ora Civica Popolare). Anche il deputato milanese Alessandro Colucci (UDC) ritiene che «si cerchi di demonizzare le campagne elettorali, […] di scoraggiare, quindi, l’impegno sul territorio».

Per l’avvocato e docente universitario barese Francesco Paolo Sisto (Forza Italia) si tratta di una «mina» innescata, di «una norma inapplicabile, che non sarà mai applicata, se non nella mentalità giustizialista [dei Cinque Stelle, NdR], che non ha nessun fondamento nella civiltà giuridica». Il magistrato di Gela Giusi Bartolozzi (Forza Italia) lancia l’allarme: «se non mettiamo “consapevole”, anche le ipotesi di dolo eventuale e colpa cosciente saranno punite». L’avvocato di Cuneo Enrico Costa (Forza Italia) esprime la propria preoccupazione «il candidato come fa a conoscere, posto che non c’era scritto in fronte, se colui che si trova di fronte è un appartenente a un’associazione di cui all’articolo 416-bis?».

«Una norma che appare irragionevole e spropositata» anche per il deputato Michele Bordo (Partito Democratico), giurista foggiano, che già ne immagina la bocciatura da parte della Corte Costituzionale.

Il fronte dei pro arruola anche pezzi di Fratelli d’Italia

Di diverso avviso sono i favorevoli alla modifica dell’art. 416-ter del Codice Penale. Per il giurista catanese Eugenio Satta (Cinque Stelle), la nuova formulazione della norma «tutela la libertà di voto, la libera formazione del voto, che è proprio l’elemento fondante della nostra democrazia».

«Dobbiamo spezzare una volta per tutte ogni possibilità di legame tra il mondo della politica e quello della criminalità organizzata», conferma, convinto, l’on. Manfredi Potenti (Lega), penalista livornese. «Il voto di scambio politico-mafioso – aggiunge – […] comporta la perdita di fiducia dei cittadini verso le istituzioni. Accresce il potere delle mafie, […] produce istituzioni elette ricattabili».

La deputata catanzarese Wanda Ferro (Fratelli d’Italia) auspica che la riforma, da loro sostenuta, permetta che «le istituzioni si liberino da un certo bacino» di politici che non si curano dei bisogni della gente.

La norma dovrebbe trovare il voto definitivo al Senato entro questo mese. Si tratta di una norma molto pesante, certe preoccupazioni dei deputati di Forza Italia sono reali: si toglierà spazio alle difese e si rischia di gettare il bambino assieme all’acqua sporca.

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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