Errico Malatesta : il governo è dannoso

« L’Uomo, come tutti gli esseri viventi, si adatta e si abitua alla condizione in cui vive e trasmette, per eredità, le abitudine acquisite ».

La teoria evoluzionistica è unanimemente accettata. Oggi come nel 1891, quando Errico Malatesta scriveva “L’Anarchia”.

Malatesta : Non è il padrone che ci da da mangiare

E questa teoria, infatti, spiega Malatesta, a giustificare come « il lavoratore, costretto per secoli, e quindi abituato, ad attendere il lavoro, cioè il pane, dal buon volere del padrone ha finito col credere che sia il padrone che dà da mangiare a lui ».

La forza psicologica della persuasione e quella fisica poi fanno il resto.

« Se poi agli effetti naturali dell’abitudine, s’aggiunga l’educazione data dal padrone, del prete, dal professore, ecc, i quali sono interessati a predicare che i signori ed il governo sono necessari; se si aggiunga il giudice ed il birro, che si forzano di ridurre al silenzio chi pensasse diversamente e fosse tentato a propagandare il suo pensiero, si comprenderà come abbia messo radice, nel cervello poco coltivato della massa laboriosa, il pregiudizio della utilità, della necessità, del padrone e del governo ».

Errico Malatesta è di tutt’altro avviso : « il governo non solo non è necessario, ma è estremamente dannoso ». E lo sosterrà per tutta la vita, pur che essa lo costringerà all’esilio, a sfuggire ai giudici, alla galera.

Malatesta: se siamo incapaci di governarci da soli, come possiamo essere capaci di votare ?

D’altro canto, si domanda ne “L’Anarchia”, se esistano uomini così « eccezionalmente dotati », ovvero « infallibili ed incorruttibili », cui abdicare la propria libertà e la propria iniziativa.

In sostanza, « che garanzia ha il pubblico che essi [ i governanti ] s’ispireranno all’utilità generale? ».

Invero, secondo Errico Malatesta, « gli eletti sarebbero coloro che meglio sanno ingarbugliare la massa ».

Al contrario, « le forze più vive e le capacità più reali finiscono col trovarsi fuori dal governo e quasi prove di influenza sulla vita sociale ».

Votare, cioè, ha un valore irrisorio. Infatti, se gli « elettori [ sono ] incapaci di provvedere da loro stessi ai propri interessi, come mai sapranno scegliersi i pastori che debbano guidarli ? Come far uscire l’elezione di un genio dal voto di una massa di imbecilli ? ».

Il governo? Un parassita che difende gli sfruttatori

La « funzione essenziale [ del governo ] è sempre quella di opprimere e sfruttare le masse, di difendere gli oppressori e gli sfruttatori; ed i suoi organi principali, caratteristici indispensabili sono:

  • il birro,
  • e l’esattore,
  • il soldato,
  • ed il carceriere,
  • ai quali si aggiunge immancabilmente il “mercante di menzogne” [ il giornalista, NdR], stipendiato o protetto dal governo per asservire gli spiriti e farli docili al giogo ».

Malatesta : Far comprendere vantaggi della cooperazione e della solidarietà

Per Malatesta, quindi, al contrario occorre la « costituzione di una società di liberi ed uguali, fondata sull’armonia degli interessi, sul consenso volontario di tutti al compimenti dei carichi sociali ». In definitiva occorre far comprendere « i vantaggi che possono venire a tutti dalla cooperazione e dalla solidarietà ».

Per giungere a questo risultato, occorre abolire ogni ostacolo, attraverso una « guerra alle religioni » e una « guerra al patriottismo,e l’abolizione delle frontiere », nonché « l’abolizione del governo, dei parlamenti, eserciti, polizie, magistratura e di ogni altra forza dotata di poteri coercitivi » e, naturalmente, « della proprietà privata della terra, delle materie prime e degli strumenti di lavoro [ intende le fabbriche, NdR ] perché nessuno abbia il mezzo di vivere sfruttando il lavoro altrui ».

A distanza di 130 anni, il pensiero di Malatesta, e degli anarchici, è ancora moderno ed attuale e riflette l’unica soluzione reale per superare l’infelicità dell’attuale società capitalista.

Credits : Photo by Marco Oriolesi on Unsplash

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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