Guerra nucleare, Italia: quanti morti e dove?

Lo scenario denominato “Plan A” riguardante una guerra nucleare, predisposto dagli scienziati dalla Princeton University, prevede 91,5 milioni di morti entro i primi 45 minuti dall’esplosione delle testate nucleari. Morti che si concentrerebbero su Italia e Europa centrale, Russia occidentale e Stati Uniti.

Lo abbiamo spiegato più in dettaglio in “Chiesa: spesa militare inutile difronte guerra nucleare”.

Gli obiettivi russi in Italia: Aviano, Ghedi e Sigonella

Ma, più in dettaglio, quali potrebbero essere gli obiettivi e le vittime dei primi colpi russi in Italia?

L’Italia, purtroppo, è un paese NATO molto esposto militarmente, tanto per l’invio di armi all’Ucraina quanto, soprattutto, per la presenza delle basi americane sul proprio territorio.

Va giusto ricordato che l’Italia conserva, per conto della NATO:

  • 50 testate nucleari ad Aviano ( Pordenone ),
  • e 40 a Ghedi ( Brescia ) [1],

che sono quindi naturali obiettivi di un’eventuale attacco russo come potrebbe esserlo l’importante base americana di Sigonella, in Sicilia.

Un software calcola la carneficina di una guera nucleare sull’Italia

Utilizzando il software Nukemap [2], sviluppato da questi scienziati, si rileverebbe che una eventuale risposta russa con una bomba Topol SS-25 da 800 kilotoni ( Kt ) sulla base militare americana di Ghedi (Brescia) costerebbe immediatamente 18.000 morti e 32.000 feriti. La nube radioattiva, successivamente, potrebbe estendere i suoi effetti su oltre la città lombarda, l’intero circondario del Lago di Garda, Verona, Trento e Bolzano.

Tanti i fattori, chiaramente, che potrebbero influenzare i numeri: la direzione e la forza del vento, se l’esplosione avviene a terra o in aria, oppure ancora se i lanci di ordigni nucleari fossero multipli.

Una sola esplosione a Ghedi, con vento direzione Milano, causerebbe, ad esempio, 30.000 morti e 147.000 feriti nell’immediato.

Se uno degli obiettivi russi fosse la base Nato di Sigonella ( Lentini, Sicilia ), l’esplosione costerebbe immediatamente 7.830 morti e quasi altrettanti feriti. La nube radioattiva, successivamente, estenderebbe i suoi effetti su Catania, Acireale e tutta la costa siciliana sino a Messina e quindi su Reggio Calabria.

Più o meno lo stesso danno in termini di perdite di vite umane accadrebbe se ad essere colpita fosse la base americana di Aviano, Pordenone ( 6.570 morti, 11.610 feriti ).

La più grande bomba atomica mai lanciata, la Zar Bomba ( 50Mt )

Naturalmente, non immaginiamo che in Italia sia lanciata la “Zar Bomba”, quella da 50 Megatoni, ovvero da 3125 volte l’energia emanata da Little Boy ( la bomba atomica utilizzata dagli Stati Uniti su Hiroshima ). Quella sì che sarebbe “devastante”: il simulatore della calcola:

  • 180.000 morti immediati intorno Aviano,
  • 430.000 intorno a Ghedi,
  • 291.000 nell’area di Sigonella.

« Fateci un po una riflessione, chi non pensa che il problema della neutralità dell’Italia non conta e che il problema dell’uscita dalla NATO è inutile porselo perché non ce lo permetteranno mai. Questo è un modo da ragionare da schiavi » ( Giulietto Chiesa, articolo FronteAmpio citato ).

Fonti e Note:

[1] Panorama, 24 aprile 2013, “Armi nucleari in Italia: dove, come e perché”.

Le bombe nucleari “italiane” sono di modello B 61-3, B61-4 e B61-10. Il primo modello ha una potenza di 107 chilotoni, gli altri due di 45 e 80 chilotoni, rispettivamente.

[2] Nukemap.

Natale-Salvo-BN

Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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