L’attentato terroristico No-vax di Brescia una fakenews

« Due No Vax sono stati arrestati per l’attentato all’hub vaccinale di Brescia. Ora sono accusati di terrorismo ». Così titola, quest’oggi, Open [1], il giornale online fondato da Enrico Mentana.

Si tratta dell’ennesima fake-news su cui si è catapultata un po’ tutta la stampa mainstream nazionale.

Fake-news perchè si vuole affiancare l’azione – deplorevole in quanto criminosa – di un soggetto a un pensiero, per criminalizzare tutti. Fake-news perchè si ingigantisce un biasimevole danneggiamento fino a farlo diventare atto terroristico.

Non condivido l’opportunità di una dichiarazione del procuratore di Brescia Francesco Prete: « l’atto è stato commesso contro l’impronta che lo Stato ha dato per la gestione della pandemia » [1].

Peggio scrive Repubblica [2]: « Paolo Pluda, sebbene incensurato e mai emerso in indagini di criminalità eversiva, avrebbe manifestato “una convinta adesione alle tesi negazioniste e no vax , con una marcata ostilità nei confronti delle Istituzioni in relazione alla gestione della crisi sanitaria in atto” ».

Insomma Pluda – uno dei due indagati – avrebbe già commesso il reato di essere un convinto no vax!

Il Secolo d’Italia ci fa sapere che addirittura « i carabinieri hanno eseguito nelle province di Brescia e Verona perquisizioni nei confronti di alcune persone rientranti nel circuito relazionale degli indagati » [3]. Quasi che dietro il gesto sconsiderato e isolato ci fosse sa quale organizzazione!

Stato e stampa mainstream, insomma, continuano nella propria attività di criminalizzazione di chi non condivide la gestione politica della “emergenza sanitaria” determinata dall’influenza Sars-Cov-2.

Il “Grande Fratello” non ammette che una piccola minoranza possa avere un’idea, una convinzione, diversa e, peggio, non ammette che possa essere civilmente esposta.

Tornando al caso specifico di Brescia, è assurdo quel che fa “Il Fatto Quotidiano” ovvero sostanzialmente giungere ad accostare il danneggiamento alla deputata Sara Cunial (Movimento R2020) e al Movimento 3V solo perché uno dei presunti autori dell’azione, il bresciano Paolo Pluda, avrebbe assistito a un loro comizio lo scorso 27 febbraio [4].

Il caso di Brescia: cosa scrivevano sui social Paolo Pluda e Nico Zanardelli

Esaminando la pagina Facebook di Paolo Pluda, appare che lui, come tanti, è semplicemente un soggetto esasperato dalla continua imposizione alla popolazione di lockdown e mascherine, dalla crisi economica e dal fenomeno dell’immigrazione.

profilo facebook pubblico Paolo Pluda

Un terrorista che condivide post pubblici su Facebook? Non è credibile!

Pluda – nei suoi post – difende le ragioni del movimento “io apro” e quindi delle riaperture dei ristoratori, esprime la propria contrarietà ai pagamenti elettronici essendo a favore dell’uso del denaro contante.

Quanti milioni italiani condividono queste posizioni politiche?

Tutti terroristi?

L’altro indagato bresciano, invece, Nico Zanardelli, a vedere la sua pagina Facebook, sarebbe addirittura un pericoloso seguace di “Radio Radio” e “Byoblu”!

Pluda e Zanardelli – a mio parere – non possono essere definiti giuridicamente come terroristi o eversori, semmai fossero veramente colpevoli del lancio delle due molotov contro la sala mensa del centro vaccini di Brescia, all’alba del 3 aprile 2021 [5], quando questa era chiaramente chiusa e deserta.

Sono solo persone “stanche”, che semmai autori dell’azione certamente hanno sbagliato e vanno sanzionati per come vuole la legge, l’articolo 635 del Codice Penale, per un piccolo danneggiamento come questo (con lo svolgimento di « attività non retribuita a favore della collettività per un tempo determinato »).

Ecco perchè non si è commessa alcuna azione terroristica a Brescia

Non è possibile rovinare persone, con accuse sproporzionate, invece, per dare un segnale di “presenza” dello Stato!

L’azione violenta e assurda commessa a Brescia non può neanche essere rubricata come “incedio doloso”! « Non ogni fuoco è di per sè qualificabile come incendio, tale essendo quello in cui le fiamme, non controllate e non facilmente controllabili, assumano i connotati predetti (cfr., ex multis, Cass., n. 2805/1988) », spiega il noto sito web dello Studio legale Cataldi.

Per inserire l’accaduto all’interno del contesto giuridico reale ( danneggiamento aggravato ) e fuori dalla propaganda anti no-vax, basta ricordare che, per il Codice Penale, all’articolo 280 (“Attentato per finalità terroristiche o di eversione”) è specificatamente prevista, e punita fino a 30 anni di carcere, quell’azione che « attenta alla vita od alla incolumità di una persona ».

Fatto non occorso, e anzi proprio non ipotizzabile e non voluto se svolto a quell’ora, all’alba : « attorno alle 5.30 il duplice lancio incendiario, che sarebbe stato opera, a quanto si apprende, di una sola persona », spiegò il Giornale di Brescia, infatti [6].

Se, invece, ci soffermassimo all’articolo 280-bis del Codice Penale (“Atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi”) che persegue « qualsiasi atto diretto a danneggiare cose mobili o immobili altrui [con] l’uso di dispositivi esplosivi o comunque micidiali » ci troveremmo difronte alla necessità di dimostrare – concretamente, non per ipotesi – che gli ordigni impiegati erano « idonei a causare importanti danni materiali ».

L’articolo 270-sexies del Codice Penale (“Condotte con finalità di terrorismo”), poi, individua l’azione terroristica tra quelle che « possono arrecare grave danno » al Paese e « intimidire la popolazione o costringere i poteri pubblici o un’organizzazione internazionale a compiere o astenersi dal compiere un qualsiasi atto ».

Come si è realmente svolto il danneggiamento al centro vaccinale

Sempre Il Giornale di Brescia del 3 aprile, invece, racconta come « una delle molotov è andata a segno, con le fiamme che hanno interessato uno dei teloni che fanno da parete all’area mensa. L’altra bottiglia incendiaria, invece, è finita a terra: corto il lancio. Le fiamme divampate non hanno peraltro intaccato quanto presente all’interno: uno dei teloni cerati che fungono da pareti appare visibilmente bruciato e annerito. Non si registrano tantomeno feriti o intossicati » [7].

Soprattutto la stampa locale assicura che l’episodio « è stato scoperto alle 6.15 dal personale sanitario della struttura arrivato all’alba per avviare l’attività di giornata. Attività che nonostante l’inquietante imprevisto non si è in alcun modo interrotta » [8].

Due articoli che, al di la della condannabile e condannata azione, la inseriscono in quel che è: il danneggiamento perpetrato da parte una o due persone esasperate.

Terrorismo è solo l’ingigantire l’accaduto.

Fonti e Note:

[1] Open, 1 maggio 2021, “Due No Vax sono stati arrestati per l’attentato all’hub vaccinale di Brescia. Ora sono accusati di terrorismo”.

[2] Repubblica, 1 maggio 2021, “Attentato incendiario all’hub vaccini di Brescia, arrestati due no vax. Su Fb scrivevano: Distruggere il nemico con la paura”.

[3] il Secolo D’Italia, 1 maggio 2021, “Brescia, per le molotov al centro vaccinale arrestati due no vax. L’accusa è terrorismo”.

[4] Il Fatto Quotidiano, 1 maggio 2021, “Brescia, arrestati nella notte due no vax cinquantenni per l’attentato del 3 aprile all’hub vaccinale: “Indiziati di atto di terrorismo”.

[5] Sulla pagina Facebook di Paolo Pluda – 4965 “amici” – è effettivamente pubblicato all’alba del 3 aprile – alle ore 5:09 per l’esattezza, pochi minuti prima l’azione criminosa un post inappropriato che per gli inquirenti è indizio di colpevolezza: “Se vogliamo distruggere il nemico dobbiamo usare la stessa arma “LA PAURA” e la loro paura è la nostra UNIONE. Non ci sono altre soluzioni”.

[6] Il Giornale di Brescia, 3 aprile 2021, “Bottiglie incendiarie contro il centro vaccinale di via Morelli”.

[7] Ancora Il Giornale di Brescia, 3 aprile 2021, “Molotov contro il centro anti-Covid di via Morelli: cosa sappiamo”.

[8] Sempre su Il Giornale di Brescia, 3 aprile 2021,“Via Morelli, indagini in corso ma il centro funziona regolarmente”.

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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