L’equazione: meno porto d’arma, meno reati

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« Oggi sarebbe “patrimonio comune il pensiero che la limitazione delle [ licenze di porto ] armi private diminuisca i reati e aumenti la sicurezza, e che l’aumento delle armi detenute dai cittadini aumenti i reati compiuti con le armi” ».

Questa una considerazione esposta da una ricerca dell’Università La Sapienza di Roma [1].

« Eppure – scrive Giorgio Beretta in “Il Paese delle armi”, stando alla narrazione di buona parte degli organi di informazione, la volontà di difendere la propria vita e quella dei famigliari e conviventi a fronte di possibile rapine e aggressioni nelle proprie abitazioni starebbe inducendo gli italiani ad armarsi » [2].

Una narrazione falsa, quella degli organi di “informazione” mainstream.

I dati Istat 2021: 8 morti da rapina, 0,015% vittime violenze sessuale

I dati ufficiali dell’Istat lo confermano: ad esempio, « essere uccisi durante una rapina a casa » rappresenta « un’eventualità più rara rispetto alla morte per la scarica elettrica prodotta da un fulmine ».

L’Istat, insomma, dimostra numeri alla mano, che i reati violenti ( rapine con omicidio a casa, violenze sessuali, etc ) sono statisticamente irrisori.

A fronte 252 omicidi volontari consumati in Italia nel 2021, solo 8 sono avvenuti “a scopo di furto o rapina” ( includendo nel numero, tanto le rapine in abitazione, quanto quelle in banca o presso gli uffici postali ). Insomma, a casa avverranno solo 2-3 rapine all’anno che si concludono col morto!

Escludendo 21 omicidi “di tipo mafioso“, il rischio maggiore di essere uccisi è in ambito familiare o affettivo ( 147 casi denunciati alla Polizia nel 2021 ).

Molto più pericoloso comunque frequentare le strade: sono stati 873 gli “omicidi colposi da incidente stradale“.

Se è vero che sono che gli episodi di “violenza sessuale” (definizione diversa e molto più ampia dello “strupro“) sono stati 3.560 a carico di italiano/a e 1.032 a carico di straniero/a, occorre rilevare che, considerate le 30.211.177 donne residenti in Italia, si tratta di una percentuale dello 0,015%.

Quante licenze di porto d’arma in Italia? I dati della Polizia

Allo stesso modo “Polizia Moderna”, il periodico edito dalle questure, riporta i dati complessivi delle licenze di porto d’arma da fuoco in corso di validità.

Come rilevabile dal numero di aprile 2022 su dati 2021, le “licenze di porto d’arma in Italia” erano 1.222.537 in quell’anno,

  • in calo (del 12,8%) rispetto al 1.402.337 del 2017, e, ovviamente 2018,
  • e comunque di non molto (il 9,8%) superiore alle 1.113.647 del 2002, vent’anni fa [3] [4] .

Preoccupano i dati sulle armi sportive (“uso tiro a volo“), tuttavia anch’essi stabilizzati. Sono queste le armi con le quali, spesso, si commettono reati perché si tratta di “licenze” di più semplice ottenimento.

Due notizie positive.

Allora perché alimentare un’informazione né verificabile né veritiera?

Per alimentare, tra i creduloni, specie tra gli anziani che passano buona parte della giornata davanti la televisione, un senso d’insicurezza necessario ad indirizzare il voto verso la destra ovvero chi è percepito come politicamente più forte rispetto al tema securitario.

Uno studio di Alberto Parmigiani per LaVoce.info lo conferma [5].

Fonti e Note:

[1] “Sicurezza e Legalità. Le armi nelle case degli italiani”, prof. Paolo De Nardis e Roberta Iannone, p. 14, per come riportato da “Il Paese delle Armi”, Giorgio Beretta, 2022.

[2] “Il Paese delle Armi”, Giorgio Beretta, 2022.

[3] Polizia Moderna, numero di aprile 2022, pag. 67 [ scarica qui il PDF de Polizia Moderna, aprile 2022 ( compedio dati ) , 2.71 MB ].

[4] Altresì Beretta, cit. al 2, a pag. 92; ed ancora pubblicato su “Armi e Tiro”, 27 maggio 2022, Ruggiero Pettinelli, “Porti d’arma: in calo nel 2021”.

[5] LaVoce.info, 22 luglio 2017, Alberto Parmigiani, “Quando si fa politica con la cronaca nera”.

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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