Povertà : Tra la gente che sopravvive oggi e non sa domani

« Io ogni tanto lavoro, poi ho avuto il reddito di emergenza. Menomale. Mi hanno accettato la domanda per il bonus luce, a novembre deve arrivare di meno. Per la frutta già se ne vanno tanti soldi, ma fa bene. Non compro più schifezze ».

Così una donna separata, 52 anni, risponde alla mia domanda : “ E tu ce la fai ad arrivare alla FINE DEL MESE ? Come fai ? ”.

Sì, perché io non ci arrivo. Lo stipendio non mi basta. Eppure non mi sembra di fare sprechi, credo di impiegare le mie risorse solo per le spese alimentari, scolastiche e sanitarie strettamente indispensabili !

Il tenore delle risposte ricevute da questo mini-sondaggio è più o meno lo stesso.

Le risposte della gente : si sopravvive con stenti e facendo debiti

« Eh, sempre a mare sono », risponde una ragazza di 34 anni costretta ad emigrare.

« Mangio aria e bevo acqua ». Gianfranco, lavoratore autonomo, se ne esce con una battuta.

« Non mi parlare di soldi, che neanche li voglio più vedere, finiscono in un lampo », dichiara Salvatore, single disoccupato di 49 anni che vive a carico della madre pensionata.

« Anch’io faccio fatica ad arrivare a fine mese, nonostante una scopertura finanziaria in banca.
E spesso sono costretto a ricorrere ai piani di accumulo bancari », mi spiega Giovanni, un lavoratore pubblico.

« Rinnovo i prestiti, che man mano scadono o li rinnovo prima della loro naturale scadenza ..… io ne ho due [figli] all’università fuori sede … non ho altre soluzioni », confessa Carmelo, un lavoratore privato.

Certo c’è pure chi ce la fa.

« Io ce la faccio.
Ma io non ho più figli a casa.

Le mie figlie hanno il loro reddito », mi risponde Giacomo, un pensionato statale.

« Io ce la faccio perché credo di avere maggiori entrate rispetto alle tue. Come fanno gli altri ?
Anche io me lo chiedo, ma ho difficoltà a capirlo
», mi confessa Giuseppe, un pensionato che però non ha smesso di continuare a lavorare.

Ma la maggioranza è nella situazione di Vito : « Certo che c’è la faccio … Non aggiusto la casa, non mi cambio la macchina, non ho ancora fatto una grossa spesa dal dentista, non so più da quanti anni non vado in vacanza, è da tanto che non compro vestiti o quasi, ma in compenso sto pagando alcuni, non tutti, DEBITI con lo Stato ».

La situazione del Paese è grave, se non disperata. Si vive alla giornata, come se non ci fosse un domani.

Non serve ridurre le tasse, ma aumentare il Salario Minimo

Dentro il Governo si parla di ridurre la tasse alle aziende e sui lavoratori :

  • Ma che vantaggio ne avrà chi quel lavoro non l’ha ?
  • Cosa servirà pagare qualche decina di euro al mese in meno di tasse se, conseguentemente, aumenteranno bollette e ticket sanitari e caleranno i servizi assistenziali ?

Una soluzione al problema potrebbe essere quella di aumentare i salari e gli stipendi : « il lavoratore ha diritto ad una retribuzione [ … ] in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa », recita l’articolo 36 della nostra sempre calpestata Costituzione.

Ma vallo a spiegare a quei politici, Salvini, Meloni, Renzi, Bonino, Zingaretti, che difendono gli interessi degli imprenditori piuttosto che quelli dei lavoratori.

La battaglia del ministro Nunzia Catalfo (M5S) per individuare in 9 euro l’ora un Salario Minimo si è arenata con l’entrata nel Governo del Partito Democratico e di Italia Viva, i rappresentanti del liberismo filo-capitalista.

L’altra strada per sopravvivere, per chi, per ragioni d’età e d’assenza di utili competenze, è privo di lavoro, è quella del Reddito di Cittadinanza, ma solo se Conte e i soggetti di cui sopra non lo sopprimeranno nella prossima legge finanziaria.

Credits : Photo by Benjamin Disinger on Unsplash

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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