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Privacy : dove una volta c’era il web, ora è solo far-west

17 Dicembre 2020 by Natale Salvo Lascia un commento

Ministero della Verità - 1984

« Alla nascita del Web non esistevano mega siti e oligopoli ».

Non è l’inizio di quelle favole che si raccontavano molti anni addietro ed iniziavano “C’era una volta, tanto tempo fa‘”. E la storia reale del web, quello che abbiamo scoperto e conosciuto noi, quello fatto di modem a 56k e nuovi siti testuali da scoprire. Quello che ora è diventato un’altra cosa.

Cosa sia diventato ce lo insegnano due testimoni. Due tra i tanti possibili. I giornali online Agoravox e Le Alternative.

La trappola di internet: le aziende GAFAM contro la privacy

« Poi sono nati dei monopoli, dei duopoli, degli oligopoli. Google, Facebook, Microsoft, Amazon e Apple hanno tutti una quota di mercato ben oltre le soglie stabilite per il potere di mercato nel loro settore principale. Nel 2016 “Google e Facebook insieme riunivano oltre il 73 per cento della pubblicità digitale negli Stati Uniti, un duopolio notevole su un settore da 60 miliardi di dollari” », spiega Damiano Mazziotti su Agoravox, recensendo un libro di Matthew Hindman, “La trappola di internet” [1].

« Naturalmente per fare questo [ per ottenere grosse fette del mercato pubblicitario, NdR ], bisogna investire cifre da capogiro per attirare l’attenzione e trattenere il più a lungo possibile gli internauti », prosegue Mazziotti.

Poi il giornalista prosegue : « il libro di Hindman dimostra “come viene acquistato e venduto il pubblico”. Le migliori menti universitarie vengono foraggiate per trovare i modi più rapidi e coinvolgenti per adescare i cervelli dei futuri utenti e dei clienti in cerca di emozioni ».

Gli uomini, gregari per indole, cadono nel monopolio di Google

Damiano Mazziotti su Agoravox poi lancia l’allarme : « La natura umana è gregaria e la maggioranza delle persone segue la maggioranza delle persone ».

Ma dietro tutto questo coinvolgimento a senso unico c’è un rischio enorme : « il sostanziale monopolio di Google nei motori di ricerca occidentali sta manipolando miliardi di menti in tutto il mondo (è usato dal 95 per cento degli europei e dal 75 per cento degli americani) ».

Quante volte sono stati usati i vari motori di ricerca per giungere su FronteAmpio

Ad esempio, « i siti delle aziende che comprano pubblicità vengono fatte apparire tra i primi risultati, mentre gli studi e le riflessioni che contrastano gli interessi accademici (legate ai finanziamenti pubblici o privati), vengono fatte apparire in terza o quarta pagina e vengono poi eliminati col tempo ».

Da leggere:  Regno Unito: regime di sorveglianza per gli immigrati

Come lo fanno ? Coi dati, coi metadati.

Tutte quelle informazioni che regaliamo al motore di ricerca di Google ed ai suoi tentacoli (Chrome, Youtube, Gmail, Drive, Google Analytics, Maps, Play, Gboard, etc.) quando navighiamo :

  • gestore del collegamento telefonico,
  • modello dello smartphone da cui ci colleghiamo,
  • luogo di connessione,
  • browser utilizzato,
  • sistema operativo,
  • siti web dove si è navigato, e pagine visitate,
  • app che si sono scaricate,
  • elenco dei contatti telefoni, etc.
Dati di navigazione

Tutti strumenti che, intrecciando i dati, costruiscono una nostra “identità digitale”.

Le Alternative, un sito web a misura di privacy

L’interessante sito web Le Alternative [2] ammette la difficoltà di spiegare alla massa i rischi per la privacy : « davvero una delle cose più difficili è riuscire a far capire l’importanza dei metadati durante una qualunque discussione ».

Ma ci prova lo stesso, con un esempio : « Eccoli qua, i metadati. Quando parliamo di metadati in informatica ci riferiamo a quelle informazioni che molti considerano spazzatura o comunque inutili. È tutto quello che c’è fuori dalla conversazione vera e propria. Se è vero (e non essendo programmi open source possiamo solo fidarci di quello che dicono) che le conversazioni di Whatsapp e le chat segrete di Messenger sono crittografate end-to-end è anche vero che non lo sono i metadati. A che ora vi siete collegati, con chi avete parlato e per quanto tempo, a che ora avete visto un messaggio, a che ora avete aperto una chat e via dicendo ».

Esistono soluzioni al far-west della privacy, per sfuggire al controllo del Grande Fratello Google ?

Sì, certamente. Ed il sito Le Alternative è nato proprio per questo. Per fornircele.

–

Fonti & Note:

[1] Agoravox, Damiano Mazziotti, 4 dicembre 2020, “Hindman e le meravigliose trappole di Internet”,

[2] Le Alternative, 18 giugno 2020, “L’importanza dei metadati”.

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