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Europa

Passaporto vaccinale: Stati ricatteranno i no-vax ?

19 Marzo 2021 by FronteAmpio.it Lascia un commento

passaporto-vaccinale-green-certificate

Passaporto vaccinale (o “Digital Green Certificate” che suona meglio) che uso farne ? Un mezzo per assicurare sicurezza sanitaria o, piuttosto, un modo di minacciare e ricattare no-vax e dubbiosi per obbligarli al Sacro Vaccino ?

Passaporto Vaccinale: Saremo tutti “marchiati” con un codice QR

« La Commissione propone oggi di creare un certificato verde digitale per agevolare e rendere sicura la libera circolazione all’interno dell’UE durante la pandemia di COVID-19. Il certificato verde digitale sarà una prova del fatto che una persona è stata vaccinata contro la COVID-19, è risultata negativa al test o è guarita dalla COVID-19. Il certificato sarà disponibile, gratuitamente, in formato digitale o cartaceo, e comporterà un codice QR che ne garantirà la sicurezza e l’autenticità », scrive, in un comunicato stampa, la Commissione Europea [1]

Tuttavia, il giornale svedese Samnytt riporta [2] una dichiarazione del ministro per la digitalizzazione, Anders Ygeman, che sembra propendere per la seconda ipotesi.

« Il ministro Anders Ygeman sta minacciando gli svedesi che si rifiutano di prendere il vaccino con restrizioni di vasta portata nelle loro vite. Avranno una libertà di movimento molto limitata. L’obiettivo è che il sistema venga introdotto entro il 1° giugno », anticipa il giornale svedese.

Poi ancora il quotidiano Samnytt spiega: « il ministro ha menzionato aree come viaggi, eventi culturali e sportivi, parrucchieri e ristoranti che dovrebbero poter richiedere la vaccinazione dei visitatori ».

Samnytt riporta, però, anche le voci contrastanti rispetto all’ipotesi allo studio.

Uno dei critici è il virologo belga Marc Van Ranst : « Va completamente contro la mia visione della democrazia ». Per Van Ranst, esisterebbe pure il problema che solo in pochi avranno la possibilità, per il primo giugno, di vaccinarsi. Sarebbe una grave discriminazione anche verso coloro che sono propensi ad immunizzarsi.

Passaporto vaccinale? « Va completamente contro la mia visione della democrazia » (virologo belga Marc Van Ranst). Condividi il Tweet

Critiche anche dallo svedese Kenneth Johansson, presidente del Consiglio statale di etica medica: « Solleva questioni legali. Può anche essere una violazione della privacy ». Per Johansson, risulterebbero poi problemi tecnici e d’opportunità per il commerciante che dovrebbe valutare chi autorizzare ad entrare nel ristorante.

Regno Unito: Necessario Passaporto Vaccinale pure per fare la spesa

La notizia ha dell’incredibile, ma è vera, riportata tanto dal New York Post, quanto da The Times. Ma riportiamo il giornale Breitbart [4] perchè più completo.

« Il ministro degli Esteri britannico Dominic Raab – spiegano – ha previsto che i negozi del Regno Unito inizieranno a richiedere una forma di passaporto dei vaccini per i loro clienti ». Alla domanda del giornalista, il ministro ha precisato: anche « in luoghi come i supermercati ».

Passaporto Vaccinale: In Italia, il ricatto inizia dall’accesso agli stadi

Che il pensiero del ministro svedese non sia un caso isolato, appare chiaro anche leggendo il quotidiano italiano Il Messaggero.

Anche l’Italia pensa, infatti, di combattere con l’arma del ricatto i no-vax.

Si comincia vietando l’ingresso agli stadi per le gare di calcio del Campionato Europeo.

« Il problema è che l’Uefa non vuole stadi vuoti – spiega il quotidiano romano Il Messaggero [3] –. Quindi una soluzione va trovata, entro metà aprile. Lo ha fatto capire bene il presidente della federazione del calcio europeo, Aleksander Ceferin: “L’opzione di giocare tutte le gare di Euro 2020 negli stadi vuoti – ha detto due giorni fa all’emittente inglese Sky Sports – è fuori discussione”. Ogni città quindi, per il numero uno dell’Uefa, “dovrà garantire che ci siano i tifosi durante le partite” ».

Ecco la soluzione dell’assessore al Turismo e allo Sviluppo economico della giunta Raggi, Andrea Coia: « L’idea è di riempire gli spalti al 50%, permettendo l’ingresso degli spettatori vaccinati, in grado di esibire il certificato di immunizzazione ».

« I nazisti sono tornati. Questa volta invece di una stella gialla ti danno un codice QR », commenta qualcuno su Twitter.

Commento Twitter sui passaporti vaccinali

–

Fonti e Note:

Credits: Photo by Markus Winkler on Unsplash

[1] Commissione Europea, 17 marzo 2021, “Coronavirus – La Commissione propone un certificato verde digitale”.

[2] Samnytt, 15 marzo 2021, “Ygeman minaccia chi rifiuta il vaccino: non potrai vivere normalmente in Svezia”.

[3] Il Messaggero, 19 marzo 2021, “Roma, l’idea per salvare gli Europei: «Tifosi all’Olimpico al 50% con il pass vaccinale»”.

[4] Breitbart, 15 febbraio 2021, “Vaccine Passports Could be Used in Supermarkets Suggests UK Foreign Secretary”.

Archiviato in:Estero, Pandemia Sars-Cov-2 Contrassegnato con: Europa, Passaporto vaccinale, Svezia, Vaccino

Reddito di Base, l’Italia indietro con le firme

4 Marzo 2021 by FronteAmpio.it 1 commento

Due buone notizie per l’avvio di Redditi di Base Incondizionati (UBI) nell’Unione Europea.

[ se non sai di cosa si tratta scoprilo sul sito RedditodiBase.org ]

La prima è che sono state superate le 100.000 firme dell’Iniziativa Cittadina Europea (ICE): esattamente sono 108.380 le firme online raccolte ad oggi dall’avvio della raccolta, circa cinque mesi fa.

Ricordo che devono raggiungere almeno il milione affinché la petizione sia valida e quindi possa essere presentata alla Commissione Europea, secondo la normativa europea. Quindi è stata quasi raggiunta la soglia dell’11% [1].

La seconda buona notizia è rappresentata dal fatto che, causa l’emergenza sanitaria in atto, sono stati riconosciuti ulteriori tre mesi – e quindi fino al 25 marzo 2022 – per raggiungere l’obiettivo.

Infatti – spiega la Commissione nella decisione n. C(2021) 1121 dello scorso 19 febbraio – poiché « cinque Stati membri hanno comunicato che al 1º febbraio 2021 stavano applicando misure nazionali di confinamento che vietano o limitano notevolmente la libera circolazione dei cittadini all’interno del loro territorio, […] Stati che rappresentano più del 35 % della popolazione dell’Unione » si è decisa la « concessione di una proroga dei periodi di raccolta ».

Le firme procedono comunque speditamente in Slovenia ( dai cui cittadini ne sono state apposte 6.238, il 110% della soglia minima Paese sempre prevista dalle norme in funzione degli abitanti di ciascun Stato europeo ), e in Lettonia ( 2.912 firme, 51.63% della soglia minima ), Grecia ( 49.91% ), Estonia ( 43.4% ), Germania ( 41.37% ), e Spagna ( 39.43% ).

Acerbo: col Reddito di Base, maggiore forza contrattuale per i lavoratori

In Italia, invece, risultano essere appena 11.441, ovvero il 21.35% della soglia minima prevista per il nostro Paese.

Il motivo di questa decable è presto spiegato: nessuna grossa organizzazione, sindacato, o partito sostiene l’iniziativa in Italia. Tra i partiti politici sembra sostenerla solo Rifondazione Comunista [2] di cui sappiamo però l’attuale debole organizzazione.

Così presenta il reddito di base incondizionato, il partito guidato da Maurizio Acerbo: « uno strumento di lotta contro la povertà e l’esclusione, di garanzia del diritto all’esistenza degna per tutte e tutti, ma anche di maggiore forza contrattuale e libertà rispetto al ricatto della disoccupazione ».

Appare indispensabile che ciascuno che condivide l’iniziativa non solo materialmente la firmi online [ cliccando sull’immagine sotto sarete rimandati alla pagina della petizione ], ma si faccia parte attiva per girare la notizia ed il link a « familiari, amici e colleghi », chiedono gli organizzatori. Per raggiungere la soglia minima, dopo tutto, in Italia si dovrebbero sottoscrivere 319 firme al giorno fino alla scadenza.

Reddito di Base: « uno strumento di maggiore forza contrattuale e libertà rispetto al ricatto della disoccupazione ». (M. Acerbo) Condividi il Tweet

In caso di difficoltà a seguire i vari passaggi per la firma online, vi rimando alla guida che ho pubblicato qualche settimana fa: “Reddito di Base : Come aderire alla petizione europea per istituirlo”.

Insomma il tempo c’è, ma serve impegnarci tutti: non bisogna dimenticare come un’analoga iniziativa, nel 2013 [3], naufragò con appena 276.914 firme ( e sole 4.525 in Italia ).

—

Fonti e Note:

[1] European Basic Income Network, “Tabella dei risultati ECI-UBI 2020”.

[2] Rifondazione Comunista, 11 novembre 2020, “Rifondazione Comunista sostiene Iniziativa Cittadini Europei per reddito base incondizionato”.

[3] European Basic Income Network, “Tabella dei risultati ECI-UBI 2013”.

Archiviato in:Reddito di Base Contrassegnato con: Europa, Reddito di Base

Il Consiglio Europeo vuole i passaporti vaccinali

26 Febbraio 2021 by FronteAmpio.it Lascia un commento

« Dobbiamo mantenere rigorose restrizioni », questa la sintesi del testo del comunicato finale del Consiglio Europeo che s’è riunito ieri 25 febbraio in video conferenza sul tema della pandemia Covid-19.

La linea comune del Consiglio Europeo, ovvero dei vertici dei capi di stato o di governo dell’Unione Europea, insomma, non ammette alcuna speranza per la restituzione ai cittadini europei del Diritto Umano alla libera circolazione delle persone.

« Per il momento, è necessario limitare i viaggi non essenziali », hanno ribadito [1].

Al contrario, il business, gli affari, non si possono fermare e quindi le merci devono poter invece circolare. Lo precisa sempre il comunicato finale della riunione: « il libero flusso di beni e servizi all’interno del mercato unico deve essere garantito, anche mediante il ricorso alle corsie verdi ».

Il Consiglio Europeo discute dei certificati vaccinali

Il futuro della libera circolazione delle persone è quindi sempre più legato ai passaporti vaccinali ( li preferiscono chiamare “certificati” ).

In proposito il presidente del Consiglio Europeo, il belga Charles Michel, è stato abbastanza chiaro : « Abbiamo anche discusso dei “certificati di vaccinazione”. Abbiamo deciso di continuare il nostro lavoro su un approccio comune. È necessario lavorare di più: sulla digitalizzazione e sulla cooperazione con l’Organizzazione mondiale della sanità. Ma stasera abbiamo sentito sempre più convergenza tra noi su questo importante argomento » [2].

Si attende a breve una « decisione politica » che stabilisca se il possesso di tale documento debba risultare indispensabile o meno per poter viaggiare o anche per condizionare l’accesso ad alcuni luoghi.

Il quotidiano Open [3] offre ulteriori dettagli sul tema:

  • la Presidente del consiglio tedesca Angela Merkel vorrebbe « un documento digitale che certifichi il vaccino nei prossimi tre mesi »;
  • Ursula Von der Leyen, la presidente della Commissione Europea, sarebbe contraria ad affidare la soluzione tecnica a Google e Apple, che si sarebbero già proposti, per evitare di condividere dati sensibili e sarebbe più propensa ad una « soluzione europea ».

Il Consiglio Europeo ha anche discusso sulla necessità di preparasi sin d’ora per le « future emergenze sanitarie ».

In tale ambito, si è deciso sia che l’Unione Europea dovrà disporre dei mezzi economici necessari all’acquisto di « un quantitativo sufficiente di vaccini e forniture essenziali a tutti i suoi Stati membri [nonché per] utilizzare al meglio i big data e le tecnologie digitali per la ricerca medica e l’assistenza sanitaria ».

In poche parole si va in direzione della società distopica della sorveglianza di massa.

Il Consiglio Europeo invia 600mila vaccini in Ghana

In merito alla risposta alla pandemia Covid-19 il presidente Charles Michel ha le idee chiare : « Questa pandemia è globale. Non saremo al sicuro finché tutti non saranno al sicuro ».

« Proprio ieri – ha spiegato Michel -, 600.000 dosi di vaccini sono state inviate in Ghana, le prime ad essere spedite e consegnate ».

Con oltre 2,2 miliardi di euro già donati, l’Unione Europea è uno dei principali contributori del programma COVAX, creato per vaccinare gratuitamente contro il virus Covid-19 i cittadini dei Paesi poveri e guidato dalla “Global Alliance for Vaccines and Immunization” (GAVI), società partecipata da Bill Gates, e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO), di cui lo stesso Bill Gates è uno dei maggiori finanziatori privati.

L’obiettivo è un trattato per regole globali per le pandemie

All’interno del Consiglio Europeo si sta, infine, valutando l’ipotesi di « un trattato internazionale sulle pandemie » e il vertice mondiale sulla salute del G20 che si svolgerà a Roma potrebbe essere il luogo adatto per discuterne.

–

Fonti e Note:

[1] Consilium Europa, 25 febbraio 2021, “Dichiarazione dei membri del Consiglio europeo in materia di COVID-19 e salute”

[2] Consilium Europa, 25 febbraio 2021, “Remarks by President Charles Michel following the first session of the video conference of the members of the European Council”

[3] Open, 26 febbraio 2021, “Coronavirus, primo sì dei leader europei al passaporto vaccinale: si punta ad averlo entro l’estate”.

Credits : photo Copyright European Union

Archiviato in:Pandemia Sars-Cov-2 Contrassegnato con: Covid-19, Europa, Passaporto vaccinale

Al via petizione: vietare la sorveglianza di massa!

3 Febbraio 2021 by FronteAmpio.it 3 commenti

« La sorveglianza biometrica di massa può interferire, senza che sia necessario o in misura sproporzionata, con i diritti fondamentali delle persone segnatamente coi diritti alla riservatezza e alla libertà di espressione, col diritto di manifestare e il diritto alla non discriminazione ».

« Inoltre, l’uso di tecnologie come il riconoscimento facciale sono manipolative, per esempio costringendo le persone a evitare certi luoghi o eventi ».

Lo sostiene “ReclaimYourFace” [1], un movimento europeo che porta la voce delle persone nella discussione sui dati biometrici usati per monitorare la popolazione.

Sorveglianza di massa: non è sicurezza ma controllo totale

Il tema è sempre quello della sorveglianza e profilazione di massa.

Un problema esistente anche nel nostro Paese dove la polizia impiega un sistema denominato SARI che ha già schedato tra i 9 ed i 16 milioni di italiani e dove diversi amministrazioni comunali (Como, Torino, Udine) hanno installato o intendono installare sistemi di riconoscimento facciale dei normali cittadini che passeggiano in città.

I soggetti e le comunità più colpite e preoccupate dalla sorveglianza biometrica di massa oggi possono essere individuati nei giornalisti – attivisti per i diritti umani, nelle associazioni per la promozione dei diritti di genere o per la tutela dei lavoratori del sesso, nei tifosi di calcio, nelle minoranze religiose, etniche e politiche, etc.

Ma nessuno può prevedere come domani potrebbero impiegati i dati biometrici, ad esempio le impronte digitali che usiamo per accedere allo smartphone o in ufficio, in caso di furto di tali dati sensibili.

“Reclaim Your Face”, ovvero “Reclama le tue impronte digitali – e qualsiasi altra impronta e modello biometrico”, è altresì il nome di una campagna per sostenere una petizione europea (ICE) che chieda alla Commissione Europea la cessazione, o limitazione, della raccolta di dati biometrici da parte degli Stati, delle Forze di Controllo e degli Enti privati.

Per essere più chiari, per dati biometrici il movimento intende :

  • le impronte digitali,
  • il riconoscimento del volto,
  • il riconoscimento dell’iride o della retina,
  • il DNA,
  • il tono della voce,
  • la frequenza cardiaca e molto altro [2].

La Commissione Europea ha accettato l’avvio petizione contro Sorveglianza di Massa

Dopo l’istanza presentata in ottobre da un Comitato di cittadini guidato dall’avvocato spagnolo, ma residente in Belgio, Diego Javier NARANJO BARROSO ( associazione Edri ) e dall’ingegnere italiano Riccardo COLUCCINI ( vice-presidente dell’associazione Hermes Center ), lo scorso 7 gennaio la Commissione Europea ha accolto la registrazione dell’iniziativa [3].

Dal 17 febbraio, quindi, inizierà la raccolta del milione di firme online [4] necessaria per poter presentare la petizione alla Commissione Europea [5].

Sono 25 le associazioni che formano il movimento “Reclaim Your Face”, o comunque lo sostengono. Tra i più noti, ricordiamo Privacy International, Panoptykon Fundation e la Ligue des Droits Humains.

L’obiettivo sostanziale della ICE, della petizione insomma, è quello inserire nel diritto europeo una norma che esplicitamente vieti la sorveglianza biometrica di massa.

–

Fonti e Note:

Credits: Photo by sito web Panoptykon Fundation

[1] ReclaimYourFace

[2] Protezionedatipersonali, 8 ottobre 2020, “Dati biometrici”

« L’art. 4, par. 1, n. 14, del GDPR, definisce i dati biometrici “dati personali ottenuti da un trattamento tecnico specifico, relativi alle caratteristiche fisiche, fisiologiche o comportamentali di una persona fisica e che ne consentono o confermano l’identificazione univoca, quali l’immagine facciale o i dati dattiloscopici” ».

« L’uso di questa particolare categoria di dati è da un lato incoraggiato, perché eleva sicuramente il livello di sicurezza dei servizi a seguito di autenticazione biometrica, dall’altro occorrono particolari cautele per non configurare rischi o pregiudizi per i soggetti interessati al trattamento, conseguenti all’utilizzazione non autorizzata dei dati al di fuori degli scopi originari. Ad esempio, il furto di un dato biometrico derivante da un’impronta digitale può causare un danno notevole in quanto è un sistema di autenticazione univoco e può avere conseguenze per l’intera vita di un individuo ».

[3] Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, 15 gennaio 2021, “DECISIONE DI ESECUZIONE (UE) 2021/27 DELLA COMMISSIONE”

[4] Iniziative Cittadini Europei, “Civil society initiative for a ban on biometric mass surveillance practices”

[5] Parlamento Europeo, “Iniziativa dei Cittadini Europei” (ICE)

Tra il 2014 ed il 2020, sono state sei le petizioni presentate assieme al richiesto milione di firme:

  • Right2Water (Diritto all’acqua),
  • One of Us (Uno di noi),
  • Stop Vivisection (Basta con la vivisezione),
  • Ban Glyphosate (Vietare il glifosato),
  • Minority SafePack – un milione di firme per la diversità in Europa,
  • End the Cage Age (Basta animali in gabbia).

Dettagli su queste iniziative su “Iniziative Cittadini Europei – Find initiative”

In Commissione successivamente furono trattate tale petizioni ma nessun provvedimento risulta esserne scaturito.

Archiviato in:Sorveglianza di Massa Contrassegnato con: Europa, Privacy

Il Commissario Europeo ai Diritti Umani può difenderci dalla “dittatura sanitaria” ?

18 Ottobre 2020 by FronteAmpio.it Lascia un commento

La bosniaca Dunja Mijatović, Commissario europeo ai Diritti Umani

Il tema dell’articolo 15 della Convenzione Europea per i Diritti dell’Uomo (CEDU), che ammette delle deroghe ai Diritti Umani in determinati casi e con determinate procedure, è stato trattato già lo scorso 18 maggio 2020 dal sito IusInItinere in un articolo intitolato “Diritti umani ed emergenza sanitaria: la CEDU ai tempi del Covid-19”.

Qui erano stati riportati i pareri di alcuni esperti giuristi.

Sabato : Comunicare la deroga ai Diritti Umani fondamentale marcatore tra il prima ed il dopo

Il particolare il giudice della Corte europea dei diritti dell’uomo, dott. Raffaele Sabato aveva spiegato che la norma prevede la possibilità, per uno Stato, di emanare « misure in deroga agli obblighi previsti » dalla Convenzione, ma « nella stretta misura in cui la situazione lo richieda » e previa comunicazione al Segretario Generale del Consiglio d’Europa « sulle misure prese e sui motivi che le hanno determinate ».

« Nell’elenco dei paesi che hanno fatto dichiarazione ex art 15 CEDU [ al Segretario Generale del Consiglio d’Europa, NdR ] per la situazione di emergenza sanitaria non rientra l’Italia, inizialmente duramente colpita dal COVID. È invece compresa l’Albania [1], che ha fatto dichiarazione relativamente anche ai diritti che intende derogare », spiega il giurista.

Il prof. Andrea Saccucci, invece, ha spiegato che « la deroga è il marcatore che distingue una situazione “ordinaria” ( in cui i diritti possono subire limitazioni ) ed una situazione “eccezionale” ( in cui i diritti possono essere sospesi ). […] la Corte valuta la legalità della misura, lo scopo legittimo e la proporzionalità ».

Saccucci : La mancata comunicazione al Consiglio d’Europa pone perplessità

Quindi ha condiviso il proprio parere : « a me sembra che abbiano ben fatto alcuni Stati ad optare per la deroga, mentre la scelta di non derogare adottata da altri Stati pone delle perplessità. Perplessità anche legate al rischio di perdere quella fondamentale linea di demarcazione tra stato di emergenza e stato di normalità, alla quale è anche legata la disponibilità della collettività ad accettare le limitazioni. Il ricorso alle deroghe serve, in qualche modo, a segnare il passaggio da una situazione in cui le libertà sono sospese ( per far fronte ad una situazione straordinaria di contenimento bio-sanitario ) ad una situazione in cui le libertà sono ripristinate ».

Sommario : Poteri d’intervento anche da parte del Commissario Europeo ai Diritti Umani

Infine, il prof. Emanuele Sommario ha rilevato che « in alternativa, è anche possibile sollecitare l’intervento del Commissario europeo dei diritti umani ( ruolo in questo momento ricoperto dall’attivista bosniaca Dunja Mijatović ), il cui mandato è quello di promuovere il rispetto dei diritti dell’uomo negli Stati membri del Consiglio agendo con imparzialità e indipendenza ».

–

Note:

[1] Oltre all’Albania, anche Armenia, Lettonia, Estonia, Georgia, Moldavia, Romania, Serbia e, infine, San Marino.

Archiviato in:Pandemia Sars-Cov-2 Contrassegnato con: Covid-19, Democrazia, Europa, Libertà

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No al green pass della vergogna!

Petizione contro il "green pass della vergogna" indirizzata ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari della Camera dei deputati.

Sì, firmo ora!
440 firme

No al green pass della vergogna

Ai Sigg. Presidenti dei Gruppi Parlamentari della Camera

Sig.ra/Sig. Presidente,

da oltre un anno e mezzo il popolo italiano subisce limitazioni radicali a diritti e libertà considerate fondamentali dalla Costituzione, dalla Cedu e dalla Dichiarazioni dei diritti fondamentali dell’uomo.

Se accettiamo che i principi fondamentali dello Stato di diritto possano essere sospesi oggi, in nome della gestione della pandemia, dobbiamo sapere che stiamo consegnando al futuro la possibilità di prendere direzioni diverse dalla democrazia in nome di qualsiasi altra minaccia che dovesse presentarsi, di origine umana o naturale

Il green pass colpisce una categoria di persone che esercita una libertà costituzionalmente garantita [non vaccinarsi], che viene penalizzata in quanto tale, per via di una propria qualità personale, di una propria condizione e di una libera scelta

Il “green pass” della vergogna viola:

  • l’articolo 1 della Convenzione ONU sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione,
  • gli articoli 2 e 3 della Costituzione italiana,
  • l’articolo 21 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE,
  • l’articolo 2 e 7 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo,
  • l’articolo 14 della Convenzione Europea sui Diritti Umani,
  • l’articolo 10 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea,
  • e, infine, la Risoluzione 2361 del Consiglio d’Europa approvata il 27/01/2021 che, al punto 7.3, vieta ogni forma di discriminazione per chi scelga di non vaccinarsi.

Le ragioni emergenziali non possono essere utilizzate come scudo per sospendere e annullare diritti considerati intangibili dai Padri Costituenti e dalla comunità internazionale

Pertanto, si chiede che l’emergenza sanitaria sia affrontata senza derogare di un passo dal percorso della civiltà del diritto.

**la tua firma**

Questa petizione è chiusa.

Data di scadenza: Sep 10, 2021

Firme raccolte: 440

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