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Polizia

Rapporto: gli Stati Uniti negano i Diritti Umani

13 Marzo 2022 by FronteAmpio.it Lascia un commento

polizia

Cade un altro mito: il sogno americano. Gli Stati Uniti non sono più, se mai lo sono stati, il paese del benessere, della democrazia, della tutela dei diritti umani e, soprattutto, della libertà. A sfatare il mito, il dettagliato rapporto 2021 appena pubblicato dalla Cina [1].

Al di la delle parole, sono i numeri impietosi del rapporto ha confermare le violazioni dei Diritti Umani negli USA.

  • 1) DIRITTO ALLA SALUTE. Le condotte non scientifiche, inique e irresponsabili di prevenzione e controllo delle epidemie da parte del governo degli Stati Uniti hanno seriamente minato i diritti alla vita e alla salute del suo popolo. Il New York Times ha riferito il 18 novembre 2021 che la pandemia ha dimostrato di essere un test che gli Stati Uniti hanno “fallito”. Gli Stati Uniti hanno il più alto numero al mondo di casi e morti di COVID-19, con 34,51 milioni di casi confermati e 480.000 decessi, che superano di gran lunga i numeri del 2020;
  • 2) DIRITTO ALLA VITA. La violenza delle armi da fuoco è stata dilagante. I ricercatori dello Small Arms Survey (SAS) stimano che gli americani possiedono 393 milioni di armi, 120 armi ogni 100 americani. Ci sono state 693 sparatorie di massa nel 2021, in aumento del 10,1% rispetto al 2020. Più di 44.000 persone sono state uccise dalla violenza delle armi. Un totale di 1.229 adolescenti dai 12 ai 17 anni sono stati uccisi e 3.373 feriti in sparatorie negli Stati Uniti nel 2021;
  • 3) DIRITTO ALLA VITA. La brutalità della polizia calpesta la vita umana. Secondo i dati compilati da Mapping Police Violence, almeno 1.124 persone sono morte nel 2021 a causa della violenza della polizia statunitense. La maggior parte delle uccisioni è avvenuta durante reati non violenti o quando non c’era nessun crimine. La polizia ha sparato mortalmente a più di 6.300 persone dal 2015, ma solo 91 agenti sono stati arrestati, l’1% di quelli coinvolti;
  • 4) DIRITTO ALLA NON DISCRIMINAZIONE. Il “virus” del razzismo è profondamente radicato negli Stati Uniti con crimini d’odio anti-asiatici che si verificano frequentemente, e la discriminazione contro le comunità musulmane che aumenta costantemente. Le statistiche rilasciate dal Dipartimento di polizia di New York l’8 dicembre 2021 hanno mostrato che i crimini d’odio anti-asiatici in città sono aumentati del 361% rispetto al 2020. Il New York Times ha commentato che non c’è “nessun vaccino per il razzismo” e che gli asiatici di New York vivono nella paura degli attacchi. Migliaia di asiatici e persone di altri gruppi etnici sono scesi in strada in raduni e marce di massa “Stop Asian Hate“;
  • 5) DIRITTO ALL’ASILO. Nel solo 2021, gli Stati Uniti hanno trattenuto più di 1,7 milioni di migranti al confine meridionale, compresi 45.000 bambini. Gli agenti di frontiera hanno usato mezzi sempre più violenti per espellere o impedire ai richiedenti asilo di entrare nel Paese. I dati rilasciati dalla U.S. Border Patrol mostrano che nell’anno fiscale 2021, ben 557 migranti sono morti al confine meridionale degli Stati Uniti;
  • 6) DIRITTO AD UNA VITA DIGNITOSA. Il numero dei senzatetto è impressionante. Secondo un rapporto del gruppo Advocates for Children, più di 100.000 scolari di New York City erano senza casa durante l’anno scolastico 2020-2021, quasi un decimo del sistema scolastico pubblico della città. Alcuni studenti hanno dovuto vivere in auto, parchi o edifici abbandonati;
  • 7) DIRITTI POLITICI. Più di 420 proposte di legge con disposizioni che limitano l’accesso al voto sono state introdotte in 49 stati americani. Noam Chomsky, commentatore politico e attivista sociale al Massachusetts Institute of Technology, ha sottolineato che c’è una correlazione positiva tra la ricchezza degli americani e la loro influenza sulla politica, e circa il 70% della popolazione con minor reddito non ha alcuna influenza sulla politica e sono effettivamente privi di diritti. La polarizzazione politica continua a dividere la società [2] ;
  • 8) DIRITTO ALLA GIUSTIZIA. La prigione di Guantanamo Bay è stata teatro di ripetuti scandali di tortura. Il 23 febbraio 2021, un gruppo di 16 esperti delle Nazioni Unite ha detto che molti dei detenuti rimasti sono individui vulnerabili e ormai anziani la cui integrità fisica e mentale è stata compromessa da un’incessante privazione della libertà e dalle relative torture fisiche e psicologiche e altri trattamenti o punizioni crudeli, inumani o degradanti. CBS News ha riportato il 29 ottobre 2021 che gli Stati Uniti detengono ancora 39 persone a Guantanamo Bay. Majid Khan, un ex detenuto lì, ha rivelato pubblicamente per la prima volta le torture che ha subito, tra cui essere picchiato, ricevere clisteri forzati, aggredire sessualmente, morire di fame e essere privato del sonno [3];
  • 9) INTROMISSIONE SOVRANITA’ ALTRI PAESI. Gli Stati Uniti hanno sempre perseguito l’egemonismo, l’unilateralismo e l’interventismo. Il paese usa frequentemente la forza, causando un gran numero di vittime civili. Il suo uso abusivo di sanzioni unilaterali ha causato crisi umanitarie. Gli USA sono diventati il più grande ostacolo e distruttore del sano sviluppo della causa internazionale dei diritti umani. Dal 21° secolo, gli Stati Uniti hanno lanciato una serie di operazioni militari estere globali in nome dell’antiterrorismo, causando quasi un milione di morti. Il sito web di USA Today ha riferito il 25 febbraio 2021 che la cosiddetta guerra antiterrorismo lanciata dagli Stati Uniti negli ultimi 20 anni ha causato la morte di più di 929.000 persone, secondo lo studio “costs of war” del Watson Institute for International and Public Affairs della Brown University [4]. Le operazioni militari statunitensi in Afghanistan, durate 20 anni, hanno ucciso 174.000 persone, compresi più di 30.000 civili. Il New York Times ha riferito il 18 dicembre 2021 che l’indagine ha scoperto che più di 50.000 attacchi aerei statunitensi in Iraq, Siria e Afghanistan sono stati sconsiderati e mal mirati, uccidendo decine di migliaia di civili.

Naturalmente, di questo rapporto nulla si dice e nulla si scrive sulla stampa di regime dei Paesi satelliti degli Stati Uniti, l’autocensura di politici, editori e giornalisti è proporzionale alla loro schiavitù e assenza di totale dignità.

I cattivi, i Paesi che violano i diritti umani sono ben altri, secondo loro.

—

Fonti e Note:

[1] State Council Information Office of China (SCIO), 28 febbraio 2022, “The Report on Human Rights Violations in the United States in 2021”.

[2] Nel pomeriggio del 6 gennaio 2021, spinti dall’incitamento e dalla manipolazione di politici estremi, decine di migliaia di americani che rifiutavano il risultato delle elezioni presidenziali del 2020 si sono riversati a Washington, D.C., e un gran numero di dimostranti si è fatto strada nell’edificio del Campidoglio e si è scontrato con la polizia, lasciando cinque morti e più di 140 feriti.

[3] Wikipedia, “Majid Khan (detainee)“.

Il rapporto sulla tortura della C.I.A. del Comitato di Intelligence del Senato, rilasciato il 9 dicembre 2014, ha rivelato che Khan è stato uno dei detenuti sottoposti a “alimentazione rettale”, che i suoi avvocati hanno descritto come una forma di stupro, come parte del suo “regime di tortura” nella prigione del sito nero. Il “vassoio del pranzo” di Khan, composto da hummus, pasta al sugo, noci e uva passa è stato ridotto in purea e infuso per via rettale“, dice il rapporto.

Nel rapporto pubblicato su “Andy Worthington“, il 15 giugno 2010, in particolare, al punto 101 si legge:

Utilizzando questo paradigma di guerra [al terrorismo, NdR], gli Stati Uniti hanno preteso di limitare il quadro giuridico applicabile del diritto di guerra (diritto internazionale umanitario) ed escludere qualsiasi applicazione del diritto dei diritti umani. Anche se e quando la legge sui diritti umani fosse applicabile, il governo era dell’opinione di non essere vincolato dalla legge sui diritti umani al di fuori del territorio degli Stati Uniti. Pertanto, stabilendo centri di detenzione a Guantanamo Bay e in altri luoghi del mondo, gli Stati Uniti erano dell’opinione che la legge sui diritti umani non sarebbe stata applicabile. Una delle conseguenze di questa politica è stata che molti detenuti sono stati tenuti segretamente e senza accesso alla protezione accordata a coloro che sono in custodia, vale a dire la protezione delle Convenzioni di Ginevra, la legge internazionale sui diritti umani, la Costituzione degli Stati Uniti e varie altre leggi nazionali.

[4] In dettaglio su “Tomdispatch“, 4 gennaio 2018, “Engelhardt, Seeing Our Wars for the First Time“.

Archiviato in:Diritti Civili Contrassegnato con: Polizia, USA, Violenza

Sacchetti, digos perquisisce abitazione del giornalista no-vax

29 Gennaio 2022 by FronteAmpio.it Lascia un commento

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« Prima delle sette del mattino, alle 6:40 per la precisione, gli uomini della DIGOS si sono presentati con un decreto di perquisizione del mio appartamento » [1].

A denunciare l’accaduto, incredulo e soprattutto insonnolito, è il giornalista Cesare Sacchetti che annuncia la nuova escalation del regime guidato da Mario Draghi.

Il giornalista, che ha in passato scritto su Il Fatto Quotidiano e Libero Quotidiano da tempo ha aperto un blog, “La cruna dell’ago” e un canale Telegram che porta il suo nome ( quest’ultimo con oltre 45.000 iscritti ) – spiega lui stesso – « per pubblicare notizie e opinioni censurate dall’inquisizione del politicamente corretto e dalla propaganda mainstream, la prima responsabile delle vere “fake news” già ai tempi della guerra in Iraq ».

Nottetempo, la polizia politica ha bussato alla porta di Cesare Sacchetti, lo ha perquisito e gli ha sequestrato pc e cellulare

Gli agenti della DIGOS [ la polizia politica, NdR ] di Roma, scrive Sacchetti in un post, avrebbero sul momento provveduto « al sequestro dei miei strumenti informatici, che sono anche gli strumenti attraverso i quali svolgo la mia attività di giornalista », telefono cellulare incluso.

A giudizio del magistrato che conduce le indagini, su tali strumenti informatici e di comunicazione avrebbe potuto conservare « tracce o cose costituenti corpo o profitto del reato o comunque utili alla prosecuzione delle indagini ».

In particolare Cesare Sacchetti è indagato per i reati prettamente politici quali quelli indicati all’articolo 290 del Codice Penale ( “Vilipendio [ disprezzo, NdR ] della Repubblica, delle istituzioni costituzionali e delle Forze Armate” ) e all’articolo 656 ( “Pubblicazione o diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose, atte a turbare l’ordine pubblico” ).

L’accusa della magistratura: Sacchetti ha scritto che Draghi sta male

La notizia che avrebbe scatenato l’immediata reazione delle forze dello stato sarebbe stata pubblicata, sul canale Telegram di Cesare Sacchetti, e avrebbe fatto riferimento – scrive il magistrato nell’ordine di perquisizione – a « precarie situazioni di salute dell’attuale presidente del consiglio Mario Draghi ».

A sentire il magistrato [ documento integrale in calce, 2 ], una tale voce potrebbe costituire una « prevedibile istigazione ad una reazione nel contesto eversivo antigovernativo NO-VAX ».

In effetti, andando a scrutare il canale Telegram e il post incriminato si notano reazioni estremamente “eversive”, quali:

  • “Me lo auguro con tutto il cuore 🙏🙏🙏🙏”,
  • “Speriamo… Ho i brividi. Grazie Cesare”,
  • “volesse il cielo!”,
  • “Il KARMA!!!😍” e via dicendo su questo livello.

Insomma si discute del nulla e la perquisizione e il sequestro appaiano assolutamente sproporzionati in uno stato di diritto, meno certo in Italia.

Cesare Sacchetti ha così nell’immediato commentato l’accaduto: « sarebbe interessante sapere che razza di reato è », l’aver scritto quel post!

« Se questo regime pensa di intimidirmi e intimidirci così, si sbaglia di grosso. La nostra determinazione e resistenza potrà soltanto crescere e diventare ancora più forte », ha poi aggiunto.

Per poi concludere: « Un sistema che dà vita ad un’azione del genere è un sistema che è ormai all’angolo. È una bestia ferita che si dimena e che tenta di dare gli ultimi morsi prima della sua definitiva dipartita ».

Noi non possiamo che commentare esprimendo la nostra più grande delusione sul livello della nostra classe politica e della magistratura che stanno spingendo la democrazia in un baratro tirannico e senza diritto dal quale, spero, non occorreranno di nuovo vent’anni per uscirne.

—

Fonti e Note:

[1] La cruna dell’ago, blog di Cesare Sacchetti, 28 gennaio 2022, “Il sequestro del cellulare e la visita della DIGOS all’alba: i colpi di coda di un sistema all’ultimo stadio”.

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E, per soli fini d’informazione, non certo di condivisione del testo, si pubblica il “corpo del reato”:

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Archiviato in:Informazione Contrassegnato con: Polizia

Londra: Il caso Sarah Everard pone delle domande

15 Marzo 2021 by FronteAmpio.it Lascia un commento

I fatti sono questi: il 3 marzo un donna 33nne, Sarah Everard, sparisce in un parco di Londra mentre rientra a casa a piedi. Ritrovata morta dopo una settimana, sul corpo se ne rilevano sevizie e la violenza sessuale. Dell’accaduto, viene sospettato un poliziotto poi arrestato.

L’omicidio di Sarah Everard e l’arresto partecipanti veglia funebre

Altre donne vogliono protestare, almeno ricordarla. Viene loro vietato: l’assembramento può causare contagi Covid, le avvisano. Manifestano lo stesso in un centinaio nello stesso parco dove Sarah Everard fu rapita. Vengono malmenate, manganellate, e – quattro di loro – pure brutalmente arrestate dagli agenti.

La polizia si giustifica: l’abbiamo fatto per la loro sicurezza, per proteggerle dal contagio.

Quindi l’immaginabile seguito: montano le proteste, le richieste di indagini indipendenti sui fatti, di dimissioni del capo della polizia.

Sinceramente a me sembra che sia poco credibile che delle persone vengano picchiate “per il loro bene”. Le manifestanti indossavano la mascherina e non è stato chiesto loro di tenere il distanziamento.

L’azione violenta della polizia, invece, sa molto di vittoriano, di patriarcale, fa immaginare una civiltà dove agli “incapaci” – minori e donne, quindi -l’ordine, la disciplina e l’educazione vengonoancora inculcati con la cinghia.

Ciò soprattutto perché la risposta violenta della legge è incoerente con una pacifica semplice supervisione, pochi giorni prima, di una manifestazione prettamente maschile: lì, con un assembramento, si festeggiava un successo sportivo.

L’azione della polizia fa immaginare una civiltà dove agli “incapaci” – minori e donne – l’educazione viene inculcata con la cinghia. Condividi il Tweet

Quale il ruolo della repressione poliziesca in uno Stato liberale?

E’ chiaro allora che la repressione poliziesca avesse solo l’intento di punire una manifestazione di dissenso, le donne in particolare, anche da parte di agenti forse urtati dall’arresto del collega.

Viene da domandarsi se sia credibile che la repressione non sia stata autorizzata dai Vertici.

Comunque sia avvenuto, tutto questo non potrebbe avvenire in uno stato di diritto, non dovrebbe avvenire in una democrazia liberale.

Sui Social i commenti sono piuttosto caldi.

Ma nessuno si pone le domande giuste:

  • se impossibilitata a prevenire i reati ma, al più, solo a reprimerne una parte, a che serve la polizia?
  • il compito della polizia, in conclusione, è quello di difendere i cittadini o solo difendere lo Stato, e l’Elite, dai cittadini quando questi esprimono dissenso ?

La paura della repressione, della punizione (l’arresto, il carcere), incide a sufficienza nella prevenzione dei reati ? La legge del taglione, la sedia elettrica, la camera a gas, la somministrazione di veleno, tanto in voga negli Stati totalitari, quali la Cina, l’Iran, gli Stati Uniti siamo certi che lì abbiano funzionato per prevenirne di futuri?

Sarebbe, invece, forse, il caso di sciogliere i corpi, inutili e dannosi, della polizia e investire le risorse umane ed economiche risparmiate nella vera prevenzione che è chiaramente fatta di inclusione, socialità, educazione, formazione, reddito, e cultura ?

Archiviato in:Diritti Civili, Estero, Pandemia Sars-Cov-2 Contrassegnato con: Polizia, Regno Unito

E’ iniziata l’era della Polizia predittiva?

28 Febbraio 2021 by FronteAmpio.it Lascia un commento

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Da quando sugli schermi cinematografici è apparsa per la prima volta il film “Minority Report” sono trascorsi solo diciotto anni, ma il mondo distopico nato dalla penna di Philip Dick e portato sullo schermo dal regista Steven Spielgerg, sembra essere già alle porte.

Tom Cruise, l’interprete principale del film, in un ipotetico anno 2054 cercò di dimostrare la propria innocenza rispetto all’accusa per un reato predetto da tre umani dotati di capacità paranormali ( i pre-cog ): oggi quest’incubo potrebbe coinvolgere ciascuno di noi.

Come funziona l’intelligenza artificiale della Polizia predittiva

Sì, la polizia predittiva è oggi una realtà.

Sono state create mappe delle città e suddivise in “celle” da 250 metri quadri circa. All’interno di ciascun blocco sono stati caricati i dati storici dei crimini che vi sono stati compiuti ( il luogo, data ed orario, le condizioni meteo, la tipologia di reato, le armi o i veicoli usati, etc. ). Vengono inseriti nel data base, poi, i profili e le caratteristiche dei pregiudicati e delle vittime.

Appositi software di “polizia predittiva”, quindi, analizzano queste ed altre variabili con lo scopo di individuare le frequenze, i ritardi, i luoghi delle possibili future scene del crimine.

Né più né meno come un pazzesco “gioco del Lotto”.

Spiega il giornalista Matthew Guariglia sul sito web Electronic Frontier Foundation: « per esempio, se un certo numero di crimini sono stati commessi nei vicoli il giovedì, l’algoritmo potrebbe dire al dipartimento che dovrebbe inviare agenti nei vicoli ogni giovedì. Naturalmente, questo significa che la polizia è predisposta ad essere sospettosa di tutti coloro che si trovano in quella zona in quel momento » [1].

Meno diffusi, ma egualmente presenti, i software che, piuttosto che prevedere le date e i luoghi dei futuri crimini, si propongono di predire la persona che compierà un dato crimine. Nel data base entrano quindi, ad esempio, l’età dei soggetti, il loro reddito, informazioni dai social media incluso l’elenco dei conoscenti, eventuali precedenti penali, etc.

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Copyright photo: Azavea

La raccolta pervasiva dei dati può giungere a violare i diritti umani

La sorveglianza dei social media « solleva anche problemi di libertà di parola », sottolinea Matthew Guariglia.

Potrebbe risultare che qualcuno venga « inserito in una “lista calda” ». Semplicemente vivere o passare del tempo in un quartiere o con certe persone può attirare i sospetti della polizia o indurla a trattare le persone come potenziali criminali. Ciò può esporre le persone a molestie mirate della polizia o alla sorveglianza senza alcuna prova effettiva che un crimine sarà commesso.

I contorni del problema sono chiaramente individuati da Robert Cheetham, CEO di Azavea la società che ha realizzato HunchLab, uno dei software predittivi, prima di rivenderlo due anni fa: « gli strumenti di “polizia predittiva” ( lettori di targhe, software di riconoscimento facciale, ecc. ) sono stati usati in alcune comunità per impegnarsi in una sorveglianza pervasiva dei cittadini, qualcosa che credo sia sbagliato. Sviluppare uno strumento che sosterrebbe la sorveglianza o violerebbe i diritti civili non era qualcosa che ho visto come allineato con la nostra missione. Crediamo che il software, l’apprendimento automatico e la raccolta pervasiva dei dati abbiano il potenziale di generare sia un grande bene pubblico che un grande danno nelle nostre comunità » [2].

La sorveglianza di massa per consentire alla polizia di predire la persona che compierà un dato crimine? Solo un pericolo per Diritti. Condividi il Tweet

Il business milionario della polizia predittiva

« C’è una ragione per cui l’uso della polizia predittiva continua ad espandersi nonostante le sue basi dubbie – spiega l’Electronic Frontier Foundation -: fa soldi. Molte aziende hanno sviluppato strumenti per la polizia guidata dai dati; alcune delle più grandi sono PredPol, HunchLab, CivicScape e Palantir ».

« La polizia di Los Angeles ha pagato 20 milioni di dollari nel corso di nove anni per utilizzare la sola tecnologia predittiva di Palantir ».

In Italia, è già in uso a Milano il software Keycrime ideato dall’ex funzionario di polizia Mario Venturi [3] [4].

A Santa Cruz la bocciano: è ora di rimettere il genio nella lampada?

Lo scorso giugno 2020, però, il Consiglio comunale di Santa Cruz, in California, negli Stati Uniti, ha votato per sopprimere il programma di “polizia predittiva” dopo nove anni di sperimentazione.

Hanno deciso di vietarlo per « paura che perpetuasse la disuguaglianza razziale ».

Ancora sul sito web Electronic Frontier Foundation si legge: « la polizia predittiva è una profezia che si autoavvera. Se la polizia concentra i suoi sforzi in un quartiere e arresta decine di persone nell’arco di una settimana, i dati rifletteranno quella zona come un focolaio di attività criminale ».

« Il sistema considera anche solo il crimine segnalato, il che significa che i quartieri e le comunità in cui la polizia viene chiamata più spesso potrebbero vedere una maggiore probabilità di avere la tecnologia di polizia predittiva concentrare le risorse lì. Questo sistema è fatto su misura per vittimizzare ulteriormente le comunità che sono già iperpolizzate ».

Quando gli strumenti di polizia basati sui dati sono scatole nere, è difficile valutare i rischi di tassi di errore, falsi positivi, limiti nelle capacità di programmazione, dati distorti, o anche difetti nel codice sorgente che influenzano i risultati della ricerca.

« Non è troppo tardi per rimettere il genio della polizia predittiva nella bottiglia », chiosa infine l’Electronic Frontier Foundation.

–

Fonti e Note:

[1] Electronic Frontier Foundation, 3 settembre 2020, Matthew Guariglia, “Technology Can’t Predict Crime, It Can Only Weaponize Proximity to Policing”.

[2] Azavea, 23 gennaio 2019, “Why We Sold HunchLab”.

[3] Più Sicurezza, “Keycrime: il più avanzato algoritmo della polizia predittiva è italiano”.

[4] Sito web Keycrime.

Archiviato in:Sorveglianza di Massa Contrassegnato con: Polizia, Sorveglianza Massa

Parigi, confinamemto : Polizia ferma motociclista e gli spezza un femore

24 Aprile 2020 by FronteAmpio.it 1 commento

motociclista

Un nuovo gravissimo episodio è accaduto lo scorso sabato sera 18 aprile, ad una decina di chilometri a nord da Parigi. Solo di pochi giorni fa, come noto, l’incidente nel quale una bambina di 5 anni era rimasta colpita alla testa da un proiettile vagante sparato dalla polizia in un altro sobborgo di Parigi.

Per grandi linee sembra che, questa volta, si sia ripetuto simile episodio di quello Anderlecht (Belgio).

L’agente apre improvvisamente lo sportello dell’auto per bloccare il motociclista che cade e s’infortuna

Sono le ventuno e trenta circa, a Villeneuve-la-Garenne, piccolo comune dei sobborghi popolari di Parigi, un uomo di 30 anni circola in moto, nonostante viga il confinamento a casa ordinato dal presidente francese Macron, che obbligherebbe a restare a casa per l’emergenza sanitaria da coronavirus.

La polizia intercetta l’evaso in maniera sicuramente funzionale, ma a dir poco un tantino fuori dalle regole di ingaggio : con una sportellata !

Il ragazzo stava facendo motocross in sella al motociclo ed il poliziotto ha aperto la portiera della propria autovettura per sbarrargli la traiettoria, così la moto sbandando ha colpito un palo – spiega un commentatore su Twitter.

Schiacciato tra l’auto e il palo, l’uomo si è ferito gravemente.

Nel video postato sul Social si vede il ragazzo a terra urlare per l’atroce dolore, mentre un poliziotto cerca di fasciargli la gamba che sanguina copiosamente con qualcosa per bloccare l’emorragia.
Qualcuno dice che gli è si è girata la gamba, qualche altro ipotizza inizialmente che la gamba era tranciata.

Il giornale Le Point rileva, invece, che si tratta di una semplice frattura esposta della gamba.

La versione della polizia è ovviamente diversa.
Per come la racconta sempre il giornale Le Point, è stato un caso : il poliziotto stava aprendo lo sportello per scendere dalla vettura quando la moto è sopraggiunta ed ha urtato la portiera. Un testimone presente sul luogo e che ha postato il video sui Social sostiene che la polizia mente : il poliziotto, scrivono, ha deliberatamente aperto la portiera per abbattere il conducente !

Il giornale Le Point conferma, in ogni caso, che l’auto dei poliziotti non era contrassegnata, cioè non aveva i colori della livrea di ordinanza.

Il colmo è che il poliziotto ha sporto denuncia contro il ferito per “ aver messo in pericolo la vita altrui ” e poi contro le persone – una cinquantina – accorse sul luogo dell’incidente per “ oltraggio a pubblico ufficiale ” dato che avevano insultato i poliziotti investitori.

Parigi : Nel sobborgo esplode la rabbia: auto incendiate, polizia attaccata

L’episodio ha rinfocolato i malumori e le violenze contro la polizia.

« Da domenica, molte città dell’Ile-de-France (Parigi), ma anche di Lille e Tolosa, sono state teatro di violenze contro la polizia o i vigili del fuoco. Gli agenti di polizia denunciano spesso casi di imboscate cui sono soggetti », scriveva ieri il giornale Valeurs.

Il giornale Le Parisien, in tema di imboscate, così esordiva : « Colpi di mortai [lanci di fuochi d’artificio, NdR], lancio di pietre, bidoni della spazzatura ed auto in fiamme » sono avvenuti nel dipartimento di Yvelines.

A Versailles, cittadina famosa per il castello reale, in particolare, la polizia sarebbe caduta in una di queste imboscate e gli agenti sarebbero stati malmenati.

A Trappes, in particolare, « durante la notte da domenica a lunedì, una pattuglia è stata bersaglio di cinque colpi di mortaio per fuochi d’artificio mentre si avvicinava a un gruppo di una trentina di persone, alcune delle quali armate di sbarre di ferro ».

Sempre qui, successivamente, la polizia ha scortato i vigili del fuoco intervenuti per spegnere l’incendio di cassonetti sparando una decina di granate stordenti per disperdere un gruppo ostile di persone.

Sono intervenuti i vigili del fuoco, assistiti da agenti di polizia che hanno disperso un gruppo ostile sparando dieci granate stordenti.

A Chanteloup-les-Vignes, riporta sempre Le Parisien, invece, alcuni poliziotti che controllavano le auto-certificazioni per giustificare la circolazione delle persone, ad un posto di blocco, sono fatte oggetto di diversi colpi di mortaio (!!!).

Storie d’ordinaria follia che in Italia giungono appena accennate dal solo giornale Avvenire. Meglio evitare, forse pensano i giornalisti, c’è il rischio di emulazione?

C’è chi chiede l’intervento dell’esercito per ristabilire l’ordine

La presenza dell’esercito, però, rappresenta una pessima idea per ricucire quello strappo sociale tra Stato e popolazione. Condividi il Tweet

« L’esecutivo sembra più che mai temere una conflagrazione dei “territori perduti della Repubblica”, mentre Christophe Castaner [il ministro degli interni, NdR] e la portavoce del governo Sibeth Ndiaye stanno cercando di minimizzare l’entità degli episodi di violenza che si erano verificati negli ultimi giorni, la polizia e i vigili del fuoco chiamati a intervenire negli incendi di questi quartieri sono stati istruiti a “lasciarla bruciare” [a non intervenire nei quartieri, NdR] per evitare la rivolta », commenta il giornale Valeurs.

Il ministro, tuttavia, nega l’esistenza di veri e propri disordini e parla di episodi sporadici dovuti da un lato alla povertà dei quartieri e dall’altra alla sofferenza del duro “confinamento” che i giovani non sopportano.
Il deputato Eric Ciotti (LR) accusa però il ministro di “lassismo” e chiede l’invio dell’esercito nei quartieri popolari.

L’esercito, forse potrebbe essere una buona soluzione per “riconquistare” il territorio e l’ordine.
La presenza dell’esercito, però, rappresenta una pessima idea per ricucire quello strappo sociale tra Stato e popolazione che, evidentemente, almeno in certe aree della Francia, risulta compromesso.

—

Credits : Photo by Alexey Savchenko on Unsplash

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No al green pass della vergogna!

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Sig.ra/Sig. Presidente,

da oltre un anno e mezzo il popolo italiano subisce limitazioni radicali a diritti e libertà considerate fondamentali dalla Costituzione, dalla Cedu e dalla Dichiarazioni dei diritti fondamentali dell’uomo.

Se accettiamo che i principi fondamentali dello Stato di diritto possano essere sospesi oggi, in nome della gestione della pandemia, dobbiamo sapere che stiamo consegnando al futuro la possibilità di prendere direzioni diverse dalla democrazia in nome di qualsiasi altra minaccia che dovesse presentarsi, di origine umana o naturale

Il green pass colpisce una categoria di persone che esercita una libertà costituzionalmente garantita [non vaccinarsi], che viene penalizzata in quanto tale, per via di una propria qualità personale, di una propria condizione e di una libera scelta

Il “green pass” della vergogna viola:

  • l’articolo 1 della Convenzione ONU sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione,
  • gli articoli 2 e 3 della Costituzione italiana,
  • l’articolo 21 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE,
  • l’articolo 2 e 7 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo,
  • l’articolo 14 della Convenzione Europea sui Diritti Umani,
  • l’articolo 10 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea,
  • e, infine, la Risoluzione 2361 del Consiglio d’Europa approvata il 27/01/2021 che, al punto 7.3, vieta ogni forma di discriminazione per chi scelga di non vaccinarsi.

Le ragioni emergenziali non possono essere utilizzate come scudo per sospendere e annullare diritti considerati intangibili dai Padri Costituenti e dalla comunità internazionale

Pertanto, si chiede che l’emergenza sanitaria sia affrontata senza derogare di un passo dal percorso della civiltà del diritto.

**la tua firma**

Questa petizione è chiusa.

Data di scadenza: Sep 10, 2021

Firme raccolte: 440

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