I CPR sono strumentali a schiavizzare i migranti

L’occasione del dossier “Al di la’ di quella porta”, report-denuncia sulla gestione del locale Centro di Permanenza per Rimpatrio (CPR) e sulle condizioni interne di vita, realizzato dall’associazione Naga di Milano, è l’occasione per una breve, ma a mio avviso utile e pertinente, riflessione sul tema della migrazione da parte dei COMBAT, i Comunisti per l’Organizzazione di Classe.

Intanto la più evidente: « pestare il suolo italiano senza permesso di soggiorno è un “reato amministrativo”; eppure chi lo fa è sottoposto ad un trattamento più bestiale di quanto sia riservato ad un detenuto in un carcere ».

E ancora che, i migranti « in Italia trovano un’accoglienza ben poco congrua con il livello di sviluppo sociale che gli stessi malcapitati si aspetterebbero, un’”accoglienza” che si accanisce ferocemente su di loro ».

I migranti, i nuovi schiavi per industriali ed imprenditori agricoli

Poi due altri riflessioni che si incrociano tra loro tramite il sistema del “permesso di soggiorno” prevalentemente legato alla disponibilità di un contratto di lavoro “regolare”: « per i nostri industriali e imprenditori agricoli gli stranieri immigrati sono una risorsa preziosa: manodopera a basso costo, estremamente flessibile e china ad ogni esigenza del capitale, facilmente ricattabile ».

Conseguentemente, i migranti rappresentano una « forza lavoro in concorrenza con i lavoratori italiani meno qualificati da usare per spingere al ribasso anche il valore di questi ultimi ».

In altre parole, il CPR è « il prodotto di un sistema di controllo e privazione della libertà personale che è visibilmente fallito nel suo scopo ufficiale di ridurre e combattere l’immigrazione clandestina ma è funzionale a terrorizzare le centinaia di migliaia di immigrati irregolari, per costringerli ad accettare le peggiori condizioni di sfruttamento, perché se alzano la testa e chiedono i loro diritti di persone e lavoratori possono essere rinchiusi in un CPR ».

CPR che, come si è detto all’inizio, l’associazione Naga di Milano ha analizzato certificandone la disumanità in un rapporto 2023 appena diffuso.

D’altro canto non è una soluzione “umanitaria” neanche fermare i migranti per strada, in Libia, come in Tunisia o nello stesso Niger. Come ha confermato, per quest’ultimo caso, la stesso ONU.

Chiari quindi i motivi per cui si rende necessario lo smantellamento dei CPR, nonché della norma che prevede il permesso di soggiorno legato necessariamente alla presenza di un “contratto di lavoro”. Così, credo, come si è fatto per i profughi ucraini cui, certamente, non è stato assegnato lo stesso destino dei profughi asiatici o africani.

Fonti e Note:

Credits: Foto di engin akyurt su Unsplash

[1] Combat-Coc, 4 novembre 2023, “Al di la’ di quella porta”.

Natale-Salvo-BN

Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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