PMLI: a 100 anni morte, lezione Lenin ancora attuale

Il corposo documento prodotto dal Comitato Centrale del PMLI [1] alla “vigilia” del 21 gennaio, centesimo anniversario della morte di Lenin (1924-2024), è principalmente un compedio, un inno, dell’opera di analisi prodotta dal rivoluzionario russo.

Lenin non è stato solo l’uomo dell’incruenta rivoluzione dell’ottobre 1917 e della successiva guerra civile per difenderla; l’uomo che, rendendo prassi il marxismo, ha consegnato alla storia un’esperienza cruciale per valutare la teoria sociale di Marx ed Engels; ma anche il filosofo che ha saputo analizzare e prevedere fenomeni, quali l’imperialismo e il monopolismo, che, nel periodo storico in cui visse, si intravedevano appena.

In particolare, nel saggio L’imperialismo fase suprema del capitalismo” – afferma il documento del PMLI – Lenin anticipa concetti quali quello delle « guerre imperialistiche periodiche » ( necessarie per la sparizione del mondo in sfere di influenza e conquistare e difendere « i mercati di sbocco e di esportazione del capitale » ).

Se « segno caratteristico del capitalismo è l’aumento dello scambio delle merci così all’interno del paese come, specialmente, sul mercato internazionale » nonché « la disuguaglianza » – spiega Lenin -, l’imperialismo invece si identifica con « il monopolismo », « il parassitismo » e, poi, « la morte » del capitalismo.

Lenin ci mette in guardia da questa fase: « il processo di concentrazione della produzione in imprese sempre più ampie – precisa – a un certo punto della sua evoluzione, porta, per così dire, automaticamente alla soglia del monopolio. Infatti riesce facile a poche decine di imprese gigantesche di concludere reciproci accordi ».

Il monopolismo non si limita alla « concentrazione della produzione e del capitale » bensì prevede anche – spiega ancora Lenin – « la fusione del capitale bancario col capitale industriale » e, quindi, « la compiuta ripartizione della terra tra le più grandi potenze capitalistiche ».

Ora non è lo scambio delle merci l’obiettivo del capitalista, bensì l’esportazione del capitale finanziario. In questa fase, « il mondo si divide in un piccolo gruppo di Stati usurai e in una immensa massa di Stati debitori », si amplia « il ceto dei rentiers, cioè di persone che vivono del ‘taglio di cedole’, che non partecipano ad alcuna impresa ».

Questa è la fase, inoltre, in cui vi è « l’intensificazione dell’oppressione nazionale ».

Ma il documento del Comitato Centrale non si ferma ad una, pure importante, rievocazione storico-filosofica. Esso la cala nella realtà odierna giungendo, con coraggio, a prendere le distanze dalla Cina e dalla Russia di oggi ( da quello che chiama « imperialismo neozarista russo » ).

Nel documento afferma che solo la prospettiva comunista può arrestare « il frazionamento del mondo in tanti Stati separati e contrapposti nazionalisticamente gli uni agli altri ».

Il documento del PMLI e gli stessi scritti di Lenin non ci appaiono liberi da contraddizioni. Per esempio, ci fa sembrare incoerente la posizione del PMLI sulla guerra in Ucraina rispetto al suggerire che « i marxisti-leninisti […] non restino intrappolati e non si schierino con una delle parti in competizione tra alleanze imperialiste » o dall’affermare come « l’autodecisione delle nazioni sarebbe nociva […] sarebbe soltanto d’intralcio allo sviluppo della lotta solidale delle masse di tutte le nazioni contro l’imperialismo ».

Il documento del PMLI, nell’ambito di queste lotte imperialiste, esprime la preoccupazione di una « guerra imperialista mondiale » la cui « miccia potrebbe essere la questione di Taiwan ».

Conclude esortando in maniera « carolosissima » tutte le forze, comuniste e non, ad un’unità di azione per sostenere « il ritiro di tutte le forze militari [italiane, NdR] ancora impegnate nelle missioni imperialiste in tutto il mondo, e per la chiusura delle basi NATO e USA in Italia, a cominciare da quella di Sigonella » ma anche, più concretamente, « per concordare una linea comune contro il governo Meloni » ed « elaborare assieme un progetto per una nuova società ».

E non possiamo esimerci dal rispondere in maniera positiva a quest’appello.

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Fonti e Note:

[1] Comitato centrale del PMLI, 15 Dicembre 2023, “Teniamo alta la grande bandiera antimperialista di Lenin”.

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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