Caso Cospito: il doppiopesismo della magistratura

giustizia

Un coraggioso articolo è apparso sull’ultimo numero de “Il Bolscevico”, l’organo di stampa del PMLI.

L’articolo [1] denuncia come « inaccettabile » il doppiopesismo della magistratura italiana, « spietata fino alla ferocia per chi (…) ha compiuto solo atti dimostrativi senza uccidere né ferire nessuno ».

Il riferimento è al procedimento penale in corso contro gli anarchici Alfredo Cospito e Anna Beniamino, per i quali la Procura chiede l’ergastolo ostativo per uno e 27 anni di reclusione per l’altra.

Il giornale conduce poi il lettore a « confrontare le pene che la giustizia vuole infliggere a questi anarchici, che non hanno ucciso mai nessuno, con quella inflitta agli autori di efferati fatti di sangue che ha visto protagonisti alcuni appartenenti a corpi di polizia ».

Le pene per gli assassini, quando sono agenti

Si citano i casi del diciottenne Federico Aldrovandi, del disabile psichico Riccardo Rasman, del tifoso laziale Gabriele Sandri, del senzatetto Giuseppe Turrisi, di Stefano Cucchi i cui agenti e carabinieri responsabili dell’omicidio, sono stati condannati a pene tra i 6 mesi ( caso Rasman ) e i 12 anni ( casi Turrisi e Cucchi ).

« Infine – a buon intenditor poche parole – bisogna ricordare che ci sono state personeGiuseppe Uva, Marcello Lonzi e Serena Mollicone tra gli altri – che di tutto sono morti tranne che per il freddo », aggiunge l’articolo in merito ai casi per i quali i motivi della morte non sono state accertate dalla magistratura.

Caso Cospito: l’accusa di una strage che non c’è

Il Bolscevico”, tuttavia, conosce bene le motivazioni della condotta dello stato: l’organizzazione anarchica perseguitata dal regime « non solo non fa parte della cricca istituzionale al potere ma contesta apertamente questo sistema », scrivono sul giornale.

La riflessione conclude così: « l’articolo 285 del codice penale è stato scritto agli inizi degli anni Trenta dello scorso secolo, in pieno regime fascista. Originariamente la pena per il reato che vogliono attribuire ad Alfredo Cospito era la pena di morte, ma l’ergastolo ostativo è quanto di più simile alla pena di morte che questo ordinamento borghese possa concepire ».

Fonti e Note:

[1] Il Bolscevico, n. 46 del 22 dicembre 2022, “Una mostruosità il regime del 41-bis e la richiesta dell’ergastolo ostativo per l’anarchico Cospito”.

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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Una risposta

  1. Antonio Sena (Gruppo dei Comunisti senza partito) ha detto:

    Lo Stato difende lo stato.

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