274 aeroporti nel mondo ridurranno le emissioni di anidride carbonica (CO2)

attesa volo in aeroporto - © jeshoots-com-unsplash

Siamo stati abituati ad additare il traffico aereo quale fattore che contribuisce altamente all’effetto serra e, quindi, al surriscaldamento globale del pianeta a causa delle sue emissioni di CO2. Giunge notizia, invece, che qualcosa si muove in direzione contraria in tale settore.

Mi riferisco ad un elemento ben definito che è quello degli aeroporti, vale a dire dell’assistenza a terra degli aeromobili e dei passeggeri.

Oggi 274 aeroporti nel mondo sono impegnati in un processo di mappatura, riduzione ed ottimizzazione delle emissioni di anidride carbonica (CO2).

Lo riferisce l’ultimo rapporto dell’Airports Council International (ACI), pubblicato lo scorso 27 novembre 2019.

La certificazione “airport carbon accreditation”

L’ACI è l’unico rappresentante degli interessi degli aeroporti del mondo presso i governi e le organizzazioni internazionali. Sviluppa standard, politiche e pratiche raccomandate per gli aeroporti.

Nel Consiglio direttivo dell’ACA – il programma di riduzione delle emissioni – troviamo persone del calibro di Eamonn Brennan, direttore generale di Eurocontrol, rappresentanti dell’ICAO – l’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile, della Commissione Europea e professori universitari.

Quest’Ente ha realizzato il programma “Airport Carbon Accreditation” (ACA), strumento che si concentra sulle emissioni di anidride carbonica (CO2) che costituiscono la percentuale prevalente del complesso di emissioni aeroportuali e si basa sulla norma ISO 14064.

Esistono quattro livelli di certificazione :

  1. Mappatura,
  2. Riduzione,
  3. Ottimizzazione,
  4. Carbon neutrality” .

I maggiori aeroporti italiani investono nella carbon neutrality

Dei 274 aeroporti del mondo che aderiscono a questo programma, oggi 62 hanno raggiunto lo standard della “Carbon neutrality”, di questi 51 operano in Europa, in Italia sono sette :

  • Napoli [1],
  • Roma Ciampino e Roma Fiumicino [2], gestiti da ADR,
  • Milano Linate e Milano Malpensa [3], gestiti da SEA,
  • Venezia e Treviso [4], gestiti da SAVE.

Olbia-Costa Smeralda, Bologna, Milano-Orio (Bergamo) e Verona, invece, hanno iniziato la fase 2 del programma, ovvero, quella di “Riduzione” delle emissioni. Gli aeroporti di Torino e Cagliari, infine, sono ancora alla fase 1 ovvero quella di semplice “Mappatura” dei consumi.

L’obiettivo di ACI Europa, per il 2030, è giungere a 100 aeroporti “Carbon neutrality”.

E’ bene spiegare che quando si utilizza il termine “Carbon neutralitynon s’intende che queste strutture emettano zero CO2, in realtà alla concreta riduzione dei consumi, tanto dell’Ente gestore dell’aeroporto quanto dei partner dei diversi servizi aeroportuali, si accompagnano misure di cosiddetta “compensazione”.

Tra queste, ad esempio, vi sono:

  • la piantumazione di alberi;
  • la distribuzione di cucine ad energia solare nelle zone rurali del pianeta.

L’obiettivo, tuttavia, è quello di ridurre progressivamente le “compensazioni” ed arrivare a un reale azzeramento delle emissioni entro il 2050.

Come intervenire per ridurre le emissioni ?

Ma di cosa si parla, in particolare ?

In genere le riduzioni delle emissioni di CO2 si ottengono attraverso:

  • l’uso di combustibile a basse emissioni di carbonio (bio-diesel) o di elettricità per le attrezzature di supporto a terra;
  • il rinnovo delle flotte di veicoli;
  • il miglioramento dell’efficienza dell’illuminazione (l’uso del led o di lampade a vapori di sodio ad alta pressione), dei sistemi di riscaldamento e di condizionamento negli edifici dei terminal;
  • l’approvvigionamento o la produzione diretta di elettricità da fonti rinnovabili (solare più che eolico);
  • l’efficienza nella gestione dei percorsi di atterraggio, movimento e decollo degli aeromobili;
  • la corretta gestione del ciclo dei rifiuti.

Si tratta di riduzioni ancora certamente deboli, dell’ordine del 5-8% in media, tuttavia stante la quantità degli aeroporti che aderiscono al programma, trattasi pur sempre di numeri significativi.

In ogni caso, quindi, a mio avviso, si tratta di un percorso apprezzabile.


Note:

[1] L’aeroporto di Napoli dichiara aver ridotto le proprie emissioni del 20 % tra il 2012 e il 2017 e punta a ridurle di un’ulteriore 10% entro il 2019. Ciò anche grazie al rinnovo del parco di mezzi e bus interni che, al 70%, sono elettrici. L’aeroporto, inoltre, dichiara aver ridotto del 4% i consumi idrici. E’ certificato ISO 9001, ISO 14001, OHSAS 18001 e ISO 50001.

[2] ADR, negli ultimi 12 anni, ha ridotto del 50% il consumo di energia elettrica per passeggero per mq. Ha conseguito la certificazione del proprio Sistema di Gestione Ambientale, secondo lo Standard ISO 14001, già dal 1999 per Fiumicino e dal 2001 per Ciampino. E’ certificata ISO 50001 e OHSAS 18001.

[3] SEA Energia soddisfa tutto il fabbisogno energetico di Malpensa tramite il suo impianto di trigenerazione che, attivo dal 1998, rende autosufficiente lo scalo nella richiesta di energia elettrica. La positiva esperienza di Malpensa nella trigenerazione ha indotto la società ad avviare una nuova centrale di cogenerazione anche a Linate dove il calore prodotto è anche utilizzato per fornire teleriscaldamento ad un’ampia area urbana posta nel contesto territoriale di Milano-Est. La SEA, la società di gestione di Malpensa e Linate, è certificata ISO 9001, ISO 14001, OHSAS 18001 e ISO 50001.

[4] SAVE grazie all’attivazione del nuovo impianto di trigenerazione per il 2018 l’autoproduzione di energia, a Venezia, si attesta al 76,91% del fabbisogno. Energeticamente parlando invece SAVE – che gestisce gli aeroporti sia di Venezia che di Verona, Brescia e Treviso – risulta aver certificato il proprio Sistema di Gestione dell’Energia secondo la norma UNI CEI EN ISO 50001.

Credits : Free Photo by Jeshoots.com – Unsplash

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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