Byoblu boicottato da YouTube, libertà a rischio

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« La censura dei contenuti non allineati da parte dei grandi colossi della rete è conclamata ». Esiste « come un plotone di esecuzione che fa irruzione nelle redazioni e decide cosa può andare in onda e cosa no ». Vogliono « schiacciare chi esce dal binario del conformismo sociale ».

Da diverse settimane il giornale, e video-giornale, online Byoblu indirizza pubbliche lamentale ed allarmi.

Che succede?

Chi è Claudio Messora, in arte Byoblu

Byoblu, ieri pseudonimo ed oggi società, dietro cui si cela il blogger Claudio Messora, è:

  • un videoblog che conta 521.000 iscritti su Youtube,
  • la cui pagina Facebook raggiunge i 161.000 mi piace,
  • e ha 77.000 follower su Twitter.
  • La sua tivù, testata giornalistica registrata in Tribunale, trasmette da qualche mese persino sul digitale terrestre, in cinque regioni.

E’ una vera e propria “macchina da guerra” della comunicazione.

Capacità che gli ha consentito, in passato, perfino di assurgere al ruolo di responsabile della comunicazione del Movimento Cinque Stelle (era pre-Casalino).

La “censura” di Youtube contro Byoblu

Oggi, però, Claudio Messora sta subendo la “censura”.

Non solo Youtube (Google, quindi), padrone inarrivabile del mercato video-digitale globale, gli sta cancellando dei contenuti ( celebre la cancellazione della video intervista allo scienziato Stefano Montanari su cui scrissi inByoblu : l’intervista a Montanari cancellata da Youtube” [1] ), ma è giunta a sospendere due volte l’account e quindi la possibilità di pubblicarne di nuovi.

Un danno al quale ora si aggiunta la sospensione degli abbonamenti al canale, e quindi delle considerevoli entrate pubblicitarie – 20.000 euro al mese lui sostiene – che lo sostenevano economicamente, e la minaccia di cancellazione dell’account [2].

Claudio Messora, e la sua azienda Byoblu, lamentano la violazione del « diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione », diritto civile sancito dall’articolo 21 della nostra Costituzione.

Lamentano, altresì, che lo stesso articolo precisi come « la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure [e che] si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria ».

Come dargli torto quindi?

I giganti del web, un problema per la Democrazia

Invero, in senso stretto, i suoi contenuti non sono – almeno ufficialmente – censurati dallo Stato Italiano bensì cancellati dai server di un fornitore di servizi gratuiti straniero – Youtube – sulla base di un contratto unilaterale e, forse vessatorio, che l’azienda statunitense impone ai suoi utenti.

Qui, e proprio qui, che s’inserisce la questione se Youtube rappresenti solo un’azienda privata, o, per il ruolo pressoché monopolista, e per il servizio che assicura, non sia invece un Servizio Pubblico.

La politica, nazionale ma soprattutto sovranazionale, dovrebbe porsi questa domanda e fornire una soluzione, perché il tema del diritto d’espressione è un tema centrale della Democrazia.

Un intervento regolatorio sui monopolisti digitali, ovvero l’offerta di un servizio di social network europeo – che agguanti con un’unica fava anche il piccione della Privacy -, sono oggi temi non più procrastinabili.

Byoblu? Un’attività imprenditoriale, non la tivù del cittadino

Byoblu ha contenuti chiaramente che spesso non condivido, poiché il più delle volte d’estrema destra, filo-leghisti, anche un poco xenofobi, e quindi non possegga quel titolo di TV dei cittadini (tutti) che pubblicamente si auto-riconosce.

Solo nelle ultime due settimane, per esempio, ha dato spazio a:

  • Matteo Salvini, Claudio Borghi e Francesca Donato, parlamentari della Lega Nord nonché a Paolo Becchi blogger della stessa area politica.
  • E quindi a Francesco Toscano e Marco Mori, esponenti del movimento sovranista di estrema destra Vox Italia.
  • E, ancora, ad Alessandro Meluzzi (ex?) massone e (ex) parlamentare di Forza Italia / PDL
  • infine, a Pierluigi Paragone, sovranista di Italexit.

Tanto la Sinistra, quanto i temi di Sinistra ( difesa dei lavoratori, dell’ambiente, dei diritti civili, i temi del disamo e del pacifismo, etc. ) non trovano spazio su Byoblu.

Questa la sua legittima linea editoriale.

Quella di Claudio Messora è solo un’iniziativa economica, che assicura lavoro a se stesso ed ai suoi collaboratori. E’ quindi tutelata dall’articolo 41 della nostra Costituzione, quello che sostiene che deve essere « libera », fatto salvo, naturalmente, che la stessa non debba svolgersi « in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana ».

Può essere la Magistratura a fermare Byoblu, non Youtube

Deve essere l’Autorità Giudiziaria ad accertare eventuali violazioni in tal senso, né un’Autorità Amministrativa ( AGCOM o altri ) né, tanto meno, un’azienda privata straniera.

Tra i messaggi che Messora posta c’è quello dove afferma che : « Non accettiamo che nessuno, al di fuori delle istituzioni italiane, attraverso gli organismi preposti, e all’infuori della magistratura che sono i soli organi che riconosciamo, possa sindacare su quanto viene detto dalla nostra redazione nel nostro telegiornale » [3].

Lo sottoscriviamo anche noi : « Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo » scriveva meglio di noi Evelyn Beatrice Hall qualche tempo fa.

Fonti e Note:

[1] Fronteampio, 19 aprile 2020, “Byoblu : l’intervista a Montanari cancellata da Youtube

[2] Byoblu, 23 febbraio 2021, “Youtube toglie a Byoblu la pubblicità e tutti gli abbonamenti

[3] Byoblu, 16 gennaio 2021, “Youtube verso la chiusura di Byoblu. È questo il mondo che volete?

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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2 risposte

  1. sandro ha detto:

    Stimo quello che fa Byoblu, ma non capisco questa lamentela che trovo molto banale ed infantile. Siete in casa d’altri, youtube fa quello che vuole a casa sua. L’errore è stato vostro ad aver sempre sfruttato la loro piattaforma, gratis, per tenere in hosting e mostrare i vostri video. Se aveste investito da sempre nel vostro sito e nella vostra community, con i video in hosting da voi, oggi sareste “davvero” indipendenti, e non avreste questo problema.
    Penso sia comodo usare un servizio free finché va bene e poi lamentarsi quando cambiano le carte in tavola.

  2. Natale Salvo ha detto:

    Sandro, condivido l’idea – comprenderai MOLTO costosa sul lato dell’occupazione di SPAZIO SERVER a fronte spesso di entrate prossime allo ZERO ( non è il caso di Byoblu ) dell’indipendenza; dovrai ammettere, però, che Google (YouTube) non “regala” spazi ma guadagna in pubblicità e che, oramai, essendo praticamente in regime di monopolio di fatto, rappresenti un “Servizio Pubblico” oppure, se preferisci, un privato erogatore di “Servizio Pubblico”. Non può IMPORRE REGOLE, deve RISPETTARE regole pena l’oscuramento.

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