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Byoblu boicottato da YouTube, libertà a rischio

24 Febbraio 2021 by Natale Salvo 2 commenti

byoblu-claudio-messora

« La censura dei contenuti non allineati da parte dei grandi colossi della rete è conclamata ». Esiste « come un plotone di esecuzione che fa irruzione nelle redazioni e decide cosa può andare in onda e cosa no ». Vogliono « schiacciare chi esce dal binario del conformismo sociale ».

Da diverse settimane il giornale, e video-giornale, online Byoblu indirizza pubbliche lamentale ed allarmi.

Che succede?

Chi è Claudio Messora, in arte Byoblu

Byoblu, ieri pseudonimo ed oggi società, dietro cui si cela il blogger Claudio Messora, è:

  • un videoblog che conta 521.000 iscritti su Youtube,
  • la cui pagina Facebook raggiunge i 161.000 mi piace,
  • e ha 77.000 follower su Twitter.
  • La sua tivù, testata giornalistica registrata in Tribunale, trasmette da qualche mese persino sul digitale terrestre, in cinque regioni.

E’ una vera e propria “macchina da guerra” della comunicazione.

Capacità che gli ha consentito, in passato, perfino di assurgere al ruolo di responsabile della comunicazione del Movimento Cinque Stelle (era pre-Casalino).

La “censura” di Youtube contro Byoblu

Oggi, però, Claudio Messora sta subendo la “censura”.

Non solo Youtube (Google, quindi), padrone inarrivabile del mercato video-digitale globale, gli sta cancellando dei contenuti ( celebre la cancellazione della video intervista allo scienziato Stefano Montanari su cui scrissi in “Byoblu : l’intervista a Montanari cancellata da Youtube” [1] ), ma è giunta a sospendere due volte l’account e quindi la possibilità di pubblicarne di nuovi.

Un danno al quale ora si aggiunta la sospensione degli abbonamenti al canale, e quindi delle considerevoli entrate pubblicitarie – 20.000 euro al mese lui sostiene – che lo sostenevano economicamente, e la minaccia di cancellazione dell’account [2].

Claudio Messora, e la sua azienda Byoblu, lamentano la violazione del « diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione », diritto civile sancito dall’articolo 21 della nostra Costituzione.

Lamentano, altresì, che lo stesso articolo precisi come « la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure [e che] si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria ».

Come dargli torto quindi?

I giganti del web, un problema per la Democrazia

Invero, in senso stretto, i suoi contenuti non sono – almeno ufficialmente – censurati dallo Stato Italiano bensì cancellati dai server di un fornitore di servizi gratuiti straniero – Youtube – sulla base di un contratto unilaterale e, forse vessatorio, che l’azienda statunitense impone ai suoi utenti.

Qui, e proprio qui, che s’inserisce la questione se Youtube rappresenti solo un’azienda privata, o, per il ruolo pressoché monopolista, e per il servizio che assicura, non sia invece un Servizio Pubblico.

La politica, nazionale ma soprattutto sovranazionale, dovrebbe porsi questa domanda e fornire una soluzione, perché il tema del diritto d’espressione è un tema centrale della Democrazia.

Da leggere:  Agcom certifica postuma la violazione par condicio

Un intervento regolatorio sui monopolisti digitali, ovvero l’offerta di un servizio di social network europeo – che agguanti con un’unica fava anche il piccione della Privacy -, sono oggi temi non più procrastinabili.

Byoblu? Un’attività imprenditoriale, non la tivù del cittadino

Byoblu ha contenuti chiaramente che spesso non condivido, poiché il più delle volte d’estrema destra, filo-leghisti, anche un poco xenofobi, e quindi non possegga quel titolo di TV dei cittadini (tutti) che pubblicamente si auto-riconosce.

Solo nelle ultime due settimane, per esempio, ha dato spazio a:

  • Matteo Salvini, Claudio Borghi e Francesca Donato, parlamentari della Lega Nord nonché a Paolo Becchi blogger della stessa area politica.
  • E quindi a Francesco Toscano e Marco Mori, esponenti del movimento sovranista di estrema destra Vox Italia.
  • E, ancora, ad Alessandro Meluzzi (ex?) massone e (ex) parlamentare di Forza Italia / PDL
  • infine, a Pierluigi Paragone, sovranista di Italexit.

Tanto la Sinistra, quanto i temi di Sinistra ( difesa dei lavoratori, dell’ambiente, dei diritti civili, i temi del disamo e del pacifismo, etc. ) non trovano spazio su Byoblu.

Questa la sua legittima linea editoriale.

Quella di Claudio Messora è solo un’iniziativa economica, che assicura lavoro a se stesso ed ai suoi collaboratori. E’ quindi tutelata dall’articolo 41 della nostra Costituzione, quello che sostiene che deve essere « libera », fatto salvo, naturalmente, che la stessa non debba svolgersi « in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana ».

Può essere la Magistratura a fermare Byoblu, non Youtube

Deve essere l’Autorità Giudiziaria ad accertare eventuali violazioni in tal senso, né un’Autorità Amministrativa ( AGCOM o altri ) né, tanto meno, un’azienda privata straniera.

Tra i messaggi che Messora posta c’è quello dove afferma che : « Non accettiamo che nessuno, al di fuori delle istituzioni italiane, attraverso gli organismi preposti, e all’infuori della magistratura che sono i soli organi che riconosciamo, possa sindacare su quanto viene detto dalla nostra redazione nel nostro telegiornale » [3].

Lo sottoscriviamo anche noi : « Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo » scriveva meglio di noi Evelyn Beatrice Hall qualche tempo fa.

–

Fonti e Note:

[1] Fronteampio, 19 aprile 2020, “Byoblu : l’intervista a Montanari cancellata da Youtube”

[2] Byoblu, 23 febbraio 2021, “Youtube toglie a Byoblu la pubblicità e tutti gli abbonamenti”

[3] Byoblu, 16 gennaio 2021, “Youtube verso la chiusura di Byoblu. È questo il mondo che volete?”

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Commenti

  1. sandro dice

    29 Aprile 2021 alle 9:18 PM

    Stimo quello che fa Byoblu, ma non capisco questa lamentela che trovo molto banale ed infantile. Siete in casa d’altri, youtube fa quello che vuole a casa sua. L’errore è stato vostro ad aver sempre sfruttato la loro piattaforma, gratis, per tenere in hosting e mostrare i vostri video. Se aveste investito da sempre nel vostro sito e nella vostra community, con i video in hosting da voi, oggi sareste “davvero” indipendenti, e non avreste questo problema.
    Penso sia comodo usare un servizio free finché va bene e poi lamentarsi quando cambiano le carte in tavola.

  2. Natale Salvo dice

    1 Maggio 2021 alle 9:54 AM

    Sandro, condivido l’idea – comprenderai MOLTO costosa sul lato dell’occupazione di SPAZIO SERVER a fronte spesso di entrate prossime allo ZERO ( non è il caso di Byoblu ) dell’indipendenza; dovrai ammettere, però, che Google (YouTube) non “regala” spazi ma guadagna in pubblicità e che, oramai, essendo praticamente in regime di monopolio di fatto, rappresenti un “Servizio Pubblico” oppure, se preferisci, un privato erogatore di “Servizio Pubblico”. Non può IMPORRE REGOLE, deve RISPETTARE regole pena l’oscuramento.

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