Coi Comuni inattivi, quale scuola riaprirà a settembre ?

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Probabilmente la scuola italiana è l’unica, in Europa, ancora chiusa. Altrove gli studenti sono ritornati tra i banchi, dopo le chiusure per l’allarme epidemia.

S’è fatto tanto chiasso per far ripartire l’economia, le fabbriche del Nord, nessuno ha aperto bocca per parlare della scuola, della formazione.

L’istruzione è rimandata a settembre, vedremo come, sembra con un 50 e 50 di Didattica a Distanza (DAD) e presenza fisica, guanti e mascherine.

Il Cobas-scuola unica voce dissonante tra i sindacati filo-PD

L’unico sindacato a dire qualcosa, in merito, quello del COBAS – Scuola.

« Invece di consentire la ripartenza della didattica in presenza a settembre con aule meno affollate, il Ministero preferisce approfittare dell’occasione per ridurre classi e organici », esordiscono i sindacalisti di base. Una bocciatura a tutto tondo della ministra Lucia Azzolina (M5S) che punta a tagli al bilancio della scuola, piuttosto che a aumentare la qualità del servizio.

Per il sindacato, invece, si dovrebbe investire tanto nelle strutture, al fine di « adeguare e attrezzare classi, palestre, laboratori, spazi aperti », quanto in « un incremento dell’organico docente » finalizzato alla « riduzione del numero di alunni/e per classe ».

Servono nuove scuole : le attuali hanno classi che possono ospitare massimo 10-15 alunni

Di tutt’altro avviso, invece, la Azzolina : il problema delle “classi pollaio”, anche con 30 alunni, e della necessità di un “distanziamento sociale”, si risolve per la ministra con la DaD.

E’ Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl scuola, in un’intervista, a fornire i contorni del problema classi : « la capienza delle nostre aule consente di ospitare in sicurezza, cioè applicando i criteri di distanziamento fra i banchi, meno di dieci alunni nel 32% dei casi, e un numero compreso tra 10 e 15 nel 52,8% ».

Gissi ricorda, qui, le « competenze e responsabilità precise da parte degli enti locali » – i Comuni per materne, elementari, e medie inferiori – per adeguare l’edilizia scolastica.

Tornando al COBAS Scuola, l’altra loro proposta, a questo punto, diventa retorica utopistica : loro chiedevano « un rovesciamento delle politiche degli ultimi trent’anni di dimensionamento e accorpamento degli istituti: con un ripristino delle “scuole di prossimità” (così come è necessario ripristinare una sanità di prossimità) ».

Il governo PD-M5S pensa a tagliare le tasse: la conoscenza non serve

Una voce nel deserto. I sindacati governativi parlano d’altro, come ad esempio di aumentare i poteri ai presidi (dirigenti scolastici) ma contemporaneamente di liberarli delle responsabilità per l’inadeguatezza strutturale degli edifici.

Il premier Conte sostenuto da una maggioranza di Destra liberale (M5S-PD) macchiata di Sinistra (LeU), a sua volta, parla di taglio delle tasse e quindi delle risorse da poter investire sulla scuola.

Gli associazioni degli studenti, invece, rimangono in silenzio. L’attuale e le prossime generazioni di giovani dovranno così crescere senza conoscenze e spirito critico; la parola d’ordine della scuola liberista è solo quella delle “competenze” a fare.

Credits : Photo by National Cancer Institute on Unsplash

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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