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Ti trovi qui: Home / INTERNO / Guerre & Disarmo / Con la “Gaudium et Spes”, il Vaticano indica via per la Pace

Con la “Gaudium et Spes”, il Vaticano indica via per la Pace

10 Novembre 2022 by Natale Salvo Lascia un commento

Occorre tornare indietro nel tempo di quasi sessant’anni per rilevare un documento equo e disinteressato che individui gli elementi indispensabili per un duraturo accordo di pace: si tratta della “Gaudium et Spes”, emanata dalla Chiesa cattolica e che porta la firma di papa Paolo VI [1].

Oggi, infatti, coloro che a parole chiedono “la pace” sono influenzati da fattori quali gli interessi politici contingenti e le proprie alleanze internazionali, tali da, di fatto, non saper avanzare vere proposte solutive ai conflitti, specie a quello Ucraino.

« La pace non è la semplice assenza della guerra, né può ridursi unicamente a rendere stabile l’equilibrio delle forze avverse », ribadisce innanzi tutto la “Gaudium et Spes”.

L’assenza della guerra, è ovvio, è solo un cessate-il-fuoco tra un conflitto e l’altro.

Perché di guerre ne esistono di tante forme; anche quelle condotte « con nuovi metodi insidiosi e sovversivi, guerre più o meno larvate » [ qualcuno penserà subito alle azioni della CIA, NdR ] oppure con « il ricorso ai sistemi del terrorismo » [ qualcuno penserà subito alle azioni, oltre che della stessa CIA, anche del Mossad israeliano, NdR ].

Vaticano: per papa Paolo VI necessario cessare corsa agli armamenti

E se una soluzione definitiva non può prescindere che « dall’amore del prossimo », dalla « assidua pratica della fratellanza umana » e dalla « ferma volontà di rispettare gli altri uomini e gli altri popoli e la loro dignità » [2], è possibile anche individuare una soluzione più … “umana” .

« L’edificazione della pace esige prima di tutto che, a cominciare dalle ingiustizie, si eliminino le cause di discordia che fomentano le guerre. Molte occasioni provengono dalle eccessive disparità economiche » scrive il Concilio Vaticano.

In secondo luogo, occorre « impegnarsi con alacrità per far cessare finalmente la corsa agli armamenti ». Infatti, « la corsa agli armamenti è una delle piaghe più gravi dell’umanità e danneggia in modo intollerabile i poveri », dato che impegna quelle risorse che altrimenti potrebbero essere utilizzate per porre « rimedio alle miserie così grandi del mondo presente ».

Secondo il Concilio, peraltro, le numerose guerre in corso dovrebbero rendere evidente che « la corsa agli armamenti, alla quale si rivolgono molte nazioni, non è una via sicura per conservare saldamente la pace, né il cosiddetto equilibrio che ne risulta può essere considerato pace vera e stabile ».

« La pace deve sgorgare spontanea dalla mutua fiducia delle nazioni, piuttosto che essere imposta ai popoli dal terrore delle armi», statuisce la “Gaudium et Spes”.

Da leggere:  Costa Rica, il Paese dove si vive lo stesso senza esercito

Inoltre, « il progresso delle armi scientifiche ha enormemente accresciuto l’orrore e l’atrocità della guerra », aggiunge il corposo documento.

Per giungere ad un disarmo universale, è però necessario, ad avviso del Concilio, che i governanti « dilatino la loro mente e il loro cuore al di là dei confini della propria nazione, deponendo ogni egoismo nazionale ed ogni ambizione di supremazia su altre nazioni, e nutrendo invece un profondo rispetto verso tutta l’umanità ».

Insomma, i nazionalismi vari sono incompatibili con la Pace.

Vaticano: papa Giovanni XXXIII chiedeva il bando delle armi nucleari

« La pace rimane solo suono di parole, se non è fondata su … sulla verità, costruito secondo giustizia, vivificato e integrato dalla carità e posto in atto nella libertà », aveva già sostenuto solo due anni prima papa Giovanni XXIII in “Pacem in terris” ]3].

Anche papa Giovanni XXIII lamentava che nel « creare armamenti giganteschi venga assorbita una percentuale altissima di energie spirituali e di risorse economiche ».

A garanzia della Pace, aveva richiesto « la loro effettiva riduzione » e la messa « al bando le armi nucleari ».

In “Pacem in terris” il papa aveva già avvisato sui timori che « la sciagura di una guerra mondiale si potesse rovesciare per la terza volta sull’umanità ».

Ed aveva invitato a percorrere la strada della « ricomposizione pacifica dei rapporti tra le comunità politiche … con sincerità nelle trattative, e fedeltà agli impegni assunti ».

Sincerità e Verità, Fedeltà agli impegni assunti che risultano tanto lontani, oggi, però, per la vicenda Ucraina.

–

Fonti e Note:

Credits: Foto di Caleb Miller on Unsplash

[1] Vaticano, Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo “GAUDIUM ET SPES”, 7 dicembre 1965.

[2] Solo allora, « con le loro spade costruiranno aratri e falci con le loro lance; nessun popolo prenderà più le armi contro un altro popolo, né si eserciteranno più per la guerra » (Is 2,4).

[3] Vaticano, 11 aprile 1963, enciclica “Pacem in terris”.

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