Draghistan patria del neo-maccartismo e della russofobia

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Una nuova variante pandemica si è diffusa in Europa, stavolta nel silenzio dei mezzi di propaganda orwelliani: il neo-maccartismo.

Se ancora non sono state istituite le commissioni per la repressione del pensiero non allineato a quello filo-governativo e quindi filo-americano, come negli anni cinquanta del secolo scorso, poco ci manca.

Il clima di sospetto generalizzato (« caccia alle streghe ») o di “anticomunismo” ( alias oggi in anti-putinismo o meglio ancora russofobia ) ottuso e fanatico, però, è sotto gli occhi di chiunque voglia vedere.

A farne le spese, oggi come ieri, persone, gruppi e comportamenti ritenuti “amici” del presidente russo Vladimir Putin e quindi non patriottici.

Neo-maccartismo: Riotta (Repubblica) e l’elenco dei “cattivi” italiani

Il giornalista Gianni Riotta, prende così carta e penna e, su Repubblica, pubblica « una lista di “cattivi”, di presunti “collusi col nemico“ », i cosiddetti per lui « Putinversteher » ( da Diego Fusaro a Ugo Mattei, da Carlo Freccero a Laura Boldrini, da Vito Petrocelli a Barbara Spinelli, etc ), tra l’altro falsamente attribuendolo ad uno “studio” pseudo-scientifico della Columbia University. [1].

Tra Neo-maccartismo e illegalità, da UniBicocca al sindaco Sala

Altri casi, però, assumono i toni del ridicolo.

Quindi il progetto dello scrittore Paolo Nori di presentare un ciclo di conferenze sulle opere dello scrittore russo ( morto nel 1881, per inciso ) Fëdor Dostoevskij è da censurare o, al minimo, da affiancare alle opere di autori ucraini [2].

Questa la scellerata posizione della rettrice dell’Università Bicocca di Milano che, tra l’altro, sicuramente non conosce l’articolo 33 della nostra Costituzione ( “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento” ).

Che il mondo della “cultura” sia sceso a livelli fascisti, lo dimostra anche la sospensione del professore di Uni Luiss, Alessandro Orsini, che si era permesso di dichiarare che « l’Unione europea deve riconoscere i propri errori » rispetto all’origine del conflitto tra Ucraiana e Russia nonché di esprimere un pensiero personale in tivù: « L’Ucraina sta alla Russia come il Messico e il Canada stanno agli Stati Uniti. Se il Messico si alleasse con Putin gli Stati Uniti lo distruggerebbero » [3].

Quindi, seguendo lo stesso metodo repressivo, Valery Gergiev, il direttore d’orchestra russo che non abiura la propria patria, va licenziato dal Teatro della Scala di Milano.

Questa la criminale posizione col sindaco di Milano Beppe Sala (PD) che ha chiesto a Gergiev « di condannare in modo deciso l’invasione, pena la possibilità di esibirsi in teatro » [4]. Il Sindaco di Milano, sicuramente non conosce l’articolo 610 del Codice Penale (“Violenza privata”) che prevede una pena fino a quattro anni contro « chiunque con minaccia costringa altri a fare, tollerare o omettere qualche cosa ».

Russofonia tra censura e boicottaggio: dalla Rai a Tito Boeri

Quindi il corrispondente della Rai da Mosca, Marc Innaro, deve « sparire dai radar televisivi del Tg1 » per aver rilevato, tra le cause della guerra in Ucraina, l’allargamento ad est della NATO ovvero che era altra rispetto a quella ucraina la versione russa sull’incendio nei pressi della centrale nucleare di Zaporizhzhia [5].

Naturalmente che la Rai sia diretta da Monica Maggioni, membro della Trilateral è un caso.

Di questa intromissione nel lavoro di un giornalista, di questa censura, dobbiamo “ringraziare” tanto i politici di destra che di “sinistra” italiani. « Filorusso », ha accusato Marco Innaro il senatore Francesco Giro ( Forza Italia ). « Rilancia la propaganda di Putin », ha aggiunto Andrea Romano deputato del Partito “Democratico”.

Troviamo, infine, pure “politologi” dell’ultima ora, come l’ex presidente dell’INPS Tito Boeri che giungono proporre di « boicottare i prodotti cinesi, nel senso di non comprarli, fin quando a Pechino smettono di avere atteggiamento di equidistanza » sul conflitto russo-ucraino.

Di esempi di questo neo-maccartismo, ne potremmo elencare a bizzeffe.

L’incivile esclusione dalle paraolimpiadi degli atleti disabili russi

A me, però, la notizia che mi ha più sconvolto è stata quella dell’esclusione dalle “Paraolimpiadi” in svolgimento a Pechino in Cina, da parte del “International Paralympic Committee” (IPC), delle squadre formata dai disabili russi e da quelli bielorussi.

Dopo aver stabilito, il 2 marzo, di far gareggiare tali atleti « sotto la bandiera para-olimpica » [6], l’indomani invece l’IPC ha deciso per la loro esclusione dopo le “minacce” di ritiro ricevute dalle delegazioni di alcuni altri paesi.

Eppure, all’indomani dell’inizio del conflitto russo-ucraino l’IPC aveva dichiarato: « lo sport è una piattaforma straordinaria per mostrare al mondo ciò che può essere realizzato quando persone di tutte le nazioni si uniscono in pace e solidarietà » [7].

No, discriminare pure i disabili per “punire” il loro Stato, no non l’accetto. E’ incivile, non è la maniera corretta di “imporre” ( esportare ) la pace e la democrazia.

Fonti e Note:

[1] Il Fatto Quotidiano, 5 marzo 2022, “La lista di proscrizione di Riotta contro i presunti “putiniani d’Italia”: cita “uno studio”, ma elenca nomi che in quel testo non ci sono”.

[2] AGI, 2 marzo 2022, “Il caso del corso di Paolo Nori su Dostoevskij all’università Bicocca”.

[3] La7, 3 marzo 2022, “Ucraina, il dibattito tra il Prof. Orsini e Federico Fubini: “Se il Messico si alleasse con Putin gli Stati Uniti lo distruggerebbero“.

[4] RaiNews, 28 febbraio 2022, “Il maestro russo Gergiev non prende le distanze da Putin. Sala: “Non sarà alla Scala il 5 marzo””.

[5] Il Tempo, 4 marzo 2022, “Marc Innaro di nuovo nel mirino. Centrale nucleare, in azione sabotatori ucraini? Caos Rai: “È filo-Putin””.

[6] Comitato Paralimpico Internazionale (IPC), 2 marzo 2022, “IPC makes decisions regarding RPC and NPC Belarus”.

[7] Comitato Paralimpico Internazionale (IPC), 24 febbraio 2022, “IPC calls for peace ahead of Beijing 2022 Paralympic Winter Games”.

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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