E’ l’ora del Salario Minimo o sono solo chiacchiere?

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L’Italia è uno dei sei Paesi dell’Unione europea a non avere una legge nazionale sul “salario minimo” e, da alcuni giorni, politica e media sono ritornati a parlare dell’argomento.

Chi per snobbarlo, chi per affossarlo, chi, infine, per ipocritamente sostenerlo.

Nell’ultima categoria ci stanno bene il Movimento Cinque Stelle e il Partito Democratico che non hanno concretizzato la proposta di legge delle 9 euro lorde orarie giacente in Parlamento né quando la loro rappresentante, Nunzia Cataldo era ministro del lavoro nel governo Conte I e né quando sono stati assieme maggioranza nel governo Conte II.

L’ipocrisia del PD: Sì al salario minimo, ma non lo votano

Tuttavia l’ipocrita Enrico Letta (PD) insiste a dire che « da tempo » la questione salariale « fa parte del cuore delle priorità » del suo partito [1]. Ipocrita anche il leader del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte per il quale il “salario minimo” è « una battaglia da raggiungere e da completare subito » [1].

La coerenza dei filo-padroni di Fratelli d’Italia: No al salario minimo

Nel girone infernale dei contrari, invece, ci sta di diritto la destra notoriamente sempre filo-padroni.

Secondo Giorgia Meloni ( Fratelli d’Italia ), infatti, il salario minimo è come « la classica arma di distrazione di massa rispetto ai problemi del lavoro in Italia » [1].

Dello stesso avviso Pierluigi Paragone (Italexit): « la classe politica oggi si ripara dietro il reddito di cittadinanza e il salario minimo per non dire tutta la verità ai cittadini: i lavoratori non serviranno più [ a causa della ] sostituzione del lavoratore con la macchina o con l’intelligenza artificiale » [2].

Che Paragone, tanto per apparire sui media, immischi fischi con fiaschi è evidente. La statuizione del salario minimo e la lotta alla disoccupazione sono due distinte emergenze.

In realtà è direttamente l’INPS a sostenere che esista il problema del lavoro povero, del lavoro malpagato o, all’inglese, del working poor [3]: « Oggi ci sono 2 milioni di lavoratori che lavorano sotto i 6 euro netti l’ora e questo non è più tollerabile » [4].

Intanto in Germania dall’1 ottobre entra in vigore il salario minimo di 12 euro l’ora.

Fonti e Note:

[1] Pagella Politica, 9 giugno 2022, “Favorevoli e contrari al salario minimo in Italia”.

[2] Il Tempo, 11 giugno 2022, “La fucilata di Gianluigi Paragone sul salario minimo: è partito il balletto dell’ipocrisia”.

[3] Uno studio dell’INPS del 2020, tuttavia, spiega che il problema del working poor, del lavoro povero (malpagato) esiste.

Rispetto ad una proposta di 9 euro lorde orarie – spiega l’INPS – « si evince che si passa da una incidenza di 26,2% quando non si considerano componenti aggiuntive, al 14,8% quando i 9 euro includono la tredicesima, e al 9,7% se oltre alla tredicesima si include la quota del TFR ».

La precisazione dell’Inps è fondamentale. Nel dibattito politico, infatti, non si precisa se per salario minimo legale si debba intendere la paga oraria o anche ogni somma accessoria.

[4] Corriere, 25 settembre 2021, “Tridico (Inps): «Sì al salario minimo e al riscatto gratuito della laurea»”.

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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