Finiremo tutti video sorvegliati : ma a che prezzo ?

Come Cetto La Qualunque, sindaco dell’immaginario comune di Marina di Sopra, prometteva ai suoi elettori chiù pilu, così François Grosdidier (LR), candidato sindaco di Metz, cittadina francese di circa 120.000 abitanti, ha impostato la propria campagna elettorale promettendo più telecamere di sorveglianza !

Sembra che questa promessa funzioni, Grosdidier infatti è stato eletto.

Che la telecamera, col suo sapore voyeur, rappresenti una nuova frontiera del piacere?

Le telecamere come mezzo per soddisfare le insicurezze psichiche

Il sindaco « ha l’ambizione di far installare 1.000 telecamere nella sua città », ci fa sapere Jérôme Didelot per il quotidiano lussemburghese “RTL – 5 Minutes”.

Per il momento le telecamere istallate sono solo 153 telecamere ma il sindaco ne vuole mille « il prima possibile, a qualsiasi costo ».

Per farne che ? Metz – spiega il giornale – « non spicca nelle ultime analisi sull’insicurezza e la criminalità pubblicate dal Ministero dell’Interno ».

E allora ? La destra al governo nella città dell’est della Francia vuole semplicemente soddisfare i « sentimenti degli abitanti », colmi di insicurezze evidentemente, nonché combattere (?) « fatti di inciviltà » (deposito rifiuti, atti vandalici).

A che costo ? Per il momento, « al centro di supervisione di Metz sono impiegati solo dieci agenti di polizia dedicati al video. Probabilmente sarà necessario aumentare il numero del personale ».

Il sindaco Grosdidier, in proposito, pensa di assumere altri 20 agenti da dedicare esclusivamente alla supervisione delle telecamere di sorveglianza : costo previsto meno d’un milione di euro annuo!

Spesa che si dovrà finanziare magari in danno degli investimenti verso le attività sportive o culturali della città.

« Se Metz installa 1.000 telecamere, arriverebbe secondo sul podio delle città più attrezzate della Francia, dopo Nizza (3.300 telecamere), e potrebbe addirittura superare la città della Costa Azzurra se ci concentriamo sul rapporto “numero di telecamere per abitante” », conclude il giornale.

Le telecamere violano la privacy e rappresentano un problema di sicurezza

Nel costo, tuttavia, né il sindaco e né il giornalista citano quelli connessi alla privacy, e quindi alla libertà del cittadino, e neppure quelli connessi alla sicurezza.

Le telecamere, infatti, non si limiteranno a registrare reati o gesti incivili, ma anche la normale vita relazionale privata delle persone : con chi esci, cosa fai, dove vai. Il fatto che non si abbia nulla da nascondere non vuol dire che la propria vita privata debba essere alla merce di chiunque.

E il problema non si circoscrive alle osservazioni degli agenti e alla loro, probabile, correttezza.

Le telecamere connesse ad Internet fanno parte della categoria di prodotti denominati IoT (Internet of Things) cioè oggetti intelligenti che grazie alla connessione alla rete scambiano dati, sono raggiungibili e identificabili.

Il problema non è da sottovalutare : criminali informatici potrebbero accedere a quanto osservato dalle telecamere wi-fi poste dentro abitazioni, uffici, centri commerciali e, perché no, negli archivi dell’ente pubblico che registra cosa succede in strada.

In caso di furto di queste informazioni, le telecamere di sorveglianza, da strumento di prevenzione, si trasformerebbero in strumento per pianificare reati.

Il gioco vale la candela ?

Credits : Photo by Matthew Henry on Unsplash

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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