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Ti trovi qui: Home / Autori / I tre cardini del governo facile (un esempio pratico)

I tre cardini del governo facile (un esempio pratico)

7 Maggio 2020 by Massimo Calisti Lascia un commento

memoria

Giorni fa teorizzavo su quali siano gli elementi che rendono “facile” la vita di un governante.
Vediamo adesso un esempio pratico, parlando dell’Italia di oggi.

L’ignoranza

Ignorare la nostra Costituzione fa sì che si sottovaluti l’importanza dei diritti costituzionali in essa sanciti, fondamenti essenziali dell’individuo e dello Stato, e che si trascurino i doveri civici. Condividi il Tweet

Non entro nel merito se la decisione sia stata quella giusta, ma è un fatto che nella gestione dell’emergenza Covid19 abbiamo avuto una sospensione assoluta dei diritti costituzionali, avvenuta nella generale noncuranza, visto che le persone, anziché interrogarsi su questo, lo hanno fatto su cose futilissime, come la possibilità di fare jogging.

Ciò deriva dalla pandemica ignoranza civica che ci caratterizza.
Ignorare la nostra Costituzione fa sì che si sottovaluti l’importanza dei diritti costituzionali in essa sanciti, fondamenti essenziali dell’individuo e dello Stato, e che si trascurino i doveri civici.

Prendiamo Report, un programma televisivo molto seguito. Dalle puntate emergono fatti così gravi che in un paese civicamente istruito dovrebbero provocare una rivoluzione. Da noi, il giorno dopo, non succede nulla, e chi ne parla lo fa come commenterebbe una puntata dell’Isola dei Famosi. Per moltissimi queste cose sono sullo stesso piano.

L’assenza di memoria

Parliamo degli esperti del Governo, che hanno cambiato idea su tutto, in modo ondivago, dalle mascherine, ai guanti, alle modalità di combattere il virus, e tutti a prendere per oro colato i loro quotidiani ripensamenti.

O quando hanno chiuso il Paese, dicendo che ci sarebbero voluti quindici giorni per vedere i benefici. E poi, per contrastare chi supplicava di riaprire, eccoli dire che in Germania due giorni dopo la riapertura era aumentata la mortalità. Nessuno che abbia eccepito: ma non ce ne volevano quindici, di giorni, per vedere i risultati?

Parliamo di un paese intero messo in quarantena perché “dovete dare al Governo il tempo per prendere le contromisure”, e dopo due mesi tutti fuori ma “non uscite perché l’unica contromisura è stare a casa”.

Parliamo del costo delle mascherine, che prima della crisi era di 2 centesimi, e che ora il governo ha calmierato, fissandolo a 50!

Nessuno ricorda il prezzo vero, e quindi il Governo ha imposto un aumento pazzesco del prezzo, ma la gente è convinta di aver ricevuto un regalo.

Tra l’altro le mascherine sono state rese obbligatorie perché salvano la vita. Dunque, in quanto farmaco salvavita, dovrebbero essere gratuite. Ma quasi nessuno lo sa (ignoranza), e chi lo sa, spesso non lo ricorda (memoria).

La paura

Da quando è iniziata questa crisi, l’unica certezza sono state le cifre diffuse. Cifre che spesso erano smentite dopo pochi giorni (confidando, ovviamente, sull’effetto “assenza di memoria”), ma che comunque nel momento in cui venivano sparate colpivano sempre il segno.

La paura ha regnato per giorni e regna tuttora. Tutto il resto della vita civile è passato in secondo, terzo, quarto piano.

Da leggere:  L'amore e l'amicizia nell'era dei social media

Gli “add-on”

E veniamo agli add-on, quei fattori non essenziali, ma che se ci sono… aiutano.

L’elemento catalizzatore per “buttare tutto a referendum” resta Salvini.
Ma ormai facciamo referendum su tutto, non solo sulle persone.

  • Sei per lasciare tutto chiuso perché il virus non è passato? Allora sei un criminale che non pensa a chi muore di fame… meriti di finire a rovistare nei cassonetti!
  • Sei per riaprire perché l’economia sta morendo? Allora sei un assassino, un irresponsabile che meriterebbe di morire tra atroci tormenti per il male che fa al popolo!

Sempre tutto o niente. Ma le vie di mezzo costano tempo e fatica. E soprattutto costano il sovrumano sforzo di farsi un’opinione personale.

I sostenitori di cose assurde ci sono: i terrapiattisti funzionano sempre. Talmente ridicoli che non ci sarebbe bisogno di parlarne, vengono invece tirati fuori continuamente.

La loro esistenza e notorietà consentono al pensiero unico di mettere sullo stesso piano di un terrapiattista chiunque provi ad opporre un’idea non allineata, non omologata, non supina, silenziandolo immediatamente.

E’ Schopenhauer all’ennesima potenza (L’arte di ottenere ragione – stratagemma 32).

Quanto al germe della rivoluzione e al bisogno dell’uomo forte … beh … la nostra storia dice che siamo atavicamente refrattari al concetto di rivoluzione.
Il fascino dell’uomo forte non c’è neanche bisogno di dimostrarlo: senza arrivare a scomodare Mussolini, si può ricordare Craxi, Monti, Salvini, e oggi si può pensare allo stesso Conte, che ha scelto questo modo molto one man show di muoversi, e a cui proprio per questo demandiamo tutto supinamente.

La forte religione di Stato … accendete la televisione, su Rai Uno (ossia la principale rete pubblica di uno Stato “laico”) tutte le mattine alle sette. Non ho bisogno di aggiungere altro.

Conclusione

Non manca niente, il risultato è assicurato.

In una situazione come questa, con un Governo che si è mosso con un ritardo colpevolissimo ed abissale, senza uno straccio di linea di azione, senza una vaga idea di cosa fare, come farlo, e soprattutto quando farlo, la maggior parte della popolazione si sente sicura della guida che ha, ed ha un giudizio positivo sul governo (i sondaggi parlano sempre di un gradimento ben oltre il 60%).

Senza il verificarsi contemporaneo di tutti i fattori teorici indicati nella puntata precedente, ed esposti qui in pratica, questo non sarebbe mai potuto succedere.

—

Credits : nell’ordine di presentazione, Photo by andrew dinh on Unsplash, Photo by Matias Hernan Becerrica on Unsplash, Photo by Vera Davidova on Unsplash, Photo by National Cancer Institute on Unsplash, Photo by Kira auf der Heide on Unsplash.

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