Il nuovo business della sanificazione

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Il prossimo 4 maggio – dopo circa due mesi di arresti domiciliari a casa – il Governo allenterà i cordoni, riapriranno alcune attività, però le regole cambieranno : non basterà pulire e lavare tutto, si dovrà provvedere alla SANIFICAZIONE.

Questa è la parola magica: Sanificare tutto, in cielo, in terra ed in ogni luogo. Non è certamente il Pontefice a raccomandarlo, ma i nuovi PROTOCOLLI, altra parola fantastica.

Ovunque si legge che serve PREVENZIONE, servono pure i comportamenti corretti ed omogenei in un vasto complesso di attività quotidiane, quali l’igiene ambientale, la disinfezione degli attrezzi, l’igiene delle mani, l’uso corretto dei guanti, la sterilizzazione e la SANIFICAZIONE.

In questi tempi di emergenza coronavirus, sono nati più operatori specializzati, anche sedicenti, che funghi, tutti lesti a proporre soluzioni a tutti, dai datori di lavoro agli amministratori di condominio, passando dai cittadini frastornati dai media.

Le soluzioni sono i miracolosi interventi di sanificazione, con o senza certificazione, magari pure senza nessuna garanzia, ma tutto solo ed esclusivamente per la salute dei cittadini e dell’ambiente che tanto sta a cuore ai nostri Governanti ed ai 450 componenti delle 15 Task Force governative, dove la scienza, distillata e sanificata, scorre a fiumi.

Il business dell’inutile sanificazione delle strade con la candeggina

In verità già alcune settimane fa altri personaggi unti con l’olio della scienza sanificata, forti del consenso elettorale, si erano avventurati nell’uso spettacolare della tossica varechina, irrorandola sulle strade pubbliche, seppur sarebbe meglio dire buttando al vento i denari pubblici che in tempi normali scarseggiano e che – stranamente – abbondano in questi tempi.

Poi, fortunatamente sono intervenuti l’Istituto Superiore di Sanità ed il Ministero della Salute per farci sapere che abbiamo sparso sulle strade migliaia di litri di ipoclorito di sodio, alias varechina, che è una sostanza tossica per l’uomo, se non usata in modo corretto, oltre che per l’ambiente, stante visto il potenziale corrosivo che esplica sui metalli ferrosi.

Però il danno è stato già fatto, nessun cittadino spaventato e frastornato si azzarderà a chiederne conto al proprio sindaco, che sia semplice o con qualifica aggiunta di sceriffo.

Dunque se non c’era alcuna evidenza scientifica, prima delle linee guida del 13 aprile u.s., che il virus coronato  poteva essere presente sugli asfalti stradali e sulle mattonelle dei marciapiedi, perché i sindaci si lanciarono nell’avventura – ovviamente senza gare o con affidamenti diretti – senza avere certezza che la varechina era tra i prodotti efficaci per il trattamento ?

Magari lo spiegheranno domani ai Giudici della Corte dei Conti, ai quali diranno che si trattava di pannicelli caldi per far star tranquilli i concittadini, e che la varechina e/o i sali quaternari di ammonio non hanno creato danni gravi, qualcosina solo agli animali non scolarizzati: gli uccelli ci hanno lasciato le penne ed i randagi il pelo.

Ma si, cosa volete che sia qualche bidone di varechina ? Un bidone !

I cittadini si sono tranquillizzati, così i sindaci hanno autorizzato i trattamenti dannosi, inutili e costosi con il loro placet !

Certamente non sarebbero stati applauditi se avessero lavato le strade con i soliti trattamenti di acqua irrorata a pressione.

Ora basta con la varechina o candeggina oppure ipoclorito di sodio !

Ormai il coronavirus ce lo ha spiegato bene cos’è l’ipoclorito di sodio : tutte le donne, principalmente lo usano come sbiancante e disinfettante, anche come candeggina, dal verbo candeggiare, rendere candido, bianco, anche per disinfettare i pezzi sanitari del w.c. per i pavimenti, per smacchiare, per sbiancare o decolorare i tessuti ed i capi di abbigliamento non colorati.

Ora è il tempo della sanificazione !

Come si sanifica un locale

sanificazione

/sa·ni·fi·ca·zió·ne/ sostantivo femminile

Il complesso dei procedimenti e delle operazioni di sanitizzazione.

La sanificazione si attua in due mosse:

  • la pulizia e poi
  • la disinfezione delle parti interessate.

La sanificazione può essere fatta con alcol senza bisogno di risciacquo, con etanolo, con varechina o con acqua ossigenata.

Sono tante le cose da sanificare, ad esempio la pulsantiera, il citofono, le maniglie, i corrimano, gli specchi, le cassette postali, etc.. , ma non una tantum ossia una volta oggi e poi si vedrà, ma due volte al giorno.

Ma non finisce qui, contro agenti patogeni e similari ecco spuntare l’ozono, adesso molto di moda e/o pubblicizzato, eppure l’ozono è un gas da utilizzare con molta cura, utile per sanificare le acque, per contrastare la legionella e per combattere le muffe che attecchiscono sugli alimenti stagionati.

Tra qualche giorno, con la Fase 2, salteranno fuori come grilli i nuovi affaristi rampanti della sanificazione, che trascurando il fatto che al momento non esiste un vaccino per prevenire la malattia da coronavirus (COVID-19) ripeteranno fino alla noia che non basta proteggersi ed evitare di trasmettere il virus ad altre persone, lavandosi regolarmente le mani per 20 secondi con acqua e sapone o con un prodotto a base alcolica, ma anche toccarsi occhi, naso e bocca con mani non pulite, ma tutto questo valeva solo nella Fase 1.

Adesso è il momento del business sanificatorio, urge affidare nuove commesse – sempre con carattere di urgenza, quindi senza gare – per sanificare ad ogni corsa gli autobus urbani, gli ambienti di lavoro ad ogni fine turno, l’autovettura a fine giornata, la propria abitazione ogni giorno, lo smartphone, le banconote, le monetine metalliche, le scarpe, il calzascarpe … e così via discorrendo.

Senza però dimenticare che servono nuovi ospedali, riaprire gli ospedali chiusi in nome dell’austerity e degli equilibri di bilancio, ma assolutamente serve subito riaprire i MANICOMI !!!

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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