Niger: l’Italia in guerra per gli interessi della Francia

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Le truppe militari italiane “sbarcano” in Africa, in particolare in Niger. «Notizia di per sé clamorosa» scrive Carlo Panella su “Lettera43” rivelando che il «regista dell’operazione» è il ministro dell’interno Marco Minniti.

Ma tutto ciò avviene in un sostanziale silenzio della missione militare sui media nazionali.

Per Antonio Pannullo su “Il Secolo d’Italia”, si tratta di «una scelta politica dei governi del PD, che da una parte non possono non fare quello che dicono gli alleati europei e dall’altra non vogliono rendere troppo evidente la partecipazione militare tricolore nei teatri caldi».

«Per questo la Difesa negli ultimi anni ha centellinato le presenze dei giornalisti nei teatri vari, schiacciata tra l’ipocrisia di essere politicamente corretti (come si conviene a una sinistra sedicente “pacifista”) e la realtà necessaria delle operazioni militari».

Missione in Niger: uomini, mezzi, costi

Madama-Niger
Madama-Niger

All’inizio, l’impegno nell’operazione ammonterà in «450 militari e i 170 veicoli inviati dall’Iraq a Madama, un compound militare a ridosso della frontiera tra Niger e Libia».

Ma «è questo, con tutta probabilità, solo il primo contingente italiano con questa nuova “mission”», rivela “Lettera43”. Che poi aggiunge: oggi «in Niger e un domani in Ciad».

Analisi Difesa” sottolinea che l’operazione «sarà guidata dai francesi», e la spesa prevista si dovrebbe aggirare sui «423 milioni di euro» annui.

La quota di spesa italiana, alla fine, sarebbe stimabile «in almeno 150 milioni annui».

Si va in Niger per cosa fare?

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Sembra, che tra detto e non detto, i motivi sono due.

Annunciata come operazione blocca migranti

Il primo potrebbe essere quello «per controllare le piste dirette in Libia e attraversate dai traffici migratori illegali il cui blocco resta prioritario per Roma».

Analisi Difesa” è pessimista, però, in merito al raggiungimento di questo obiettivo: «non va dimenticato che i trafficanti potrebbero optare per rotte alternative, aggirando il dispositivo militare italiano grazie alle le piste desertiche che attraversano il confine algerino per poi sconfinare in Libia a sud di Ghat».

Probabilmente solo appoggio al colonialismo francese

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Per “Analisi Difesa” l’obiettivo è, invece, quello di «contrastare un’insurrezione jihadista che è stata sostenuta dal rivale Qatar» e che metterebbe a rischio il controllo francese sui ricchi e fruttuosi, per loro, giacimenti di uranio.

«In Niger, la società francese Areva [ora Oranogroup, NdR] estrae il 30% del fabbisogno di uranio per le centrali nucleari di sua proprietà in tutta la Francia», ribadisce e specifica Lorenzo Vita su “Occhio della Guerra”.

Antonio Pannullo, su “Il Secolo d’Italia”, ribadisce il ruolo di sudditanza dell’Italia in questa missione, come nello scacchiere politico globale: il nostro ruolo sarà semplicemente di «supportare le truppe franco-tedesche già presenti nell’ex colonia francese».

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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