Operazione Scrigno: la mafia è sconfitta, la malapolitica no

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Ma la mafia è sconfitta? «Non riescono più a smuovere alcun consenso elettorale consistente», risponde Massimo Marino, editore di Telesud, nel corso di un’emissione televisiva di martedì 5 marzo, sulla base degli scarsi risultati elettorali dei candidati “graditi” a quegli che vengono indicati, dagli inquirenti, gli esponenti di “spicco” dell’organizzazione.

Eppure, ancora una volta, il voto è stato certamente inquinato, tanto alle elezioni comunali che alle regionali e alle politiche. Lo dicono le 594 pagine del provvedimento della magistratura palermitana che ha disposto 25 arresti e altri 8 avvisi di garanzia.

Sul presunto contributo elettorale a Simona Mannina (non indagata), nel 2017 candidata consigliera nel movimento civico “Erice che Vogliamo” a sostegno di Daniela Toscano, abbiamo detto ieri. Un contributo lecito, in quanto non sarebbe stato individuata una contropartita, ma pur sempre un sostegno inopportunamente richiesto a esponenti mafiosi e a figli di mafiosi ergastolani per omicidio.

Poco importa che alcuni indizi evidenziano che si tratti di un sostegno ininfluente per l’elezione di Mannina.

Francesco Virga, soggetto già condannato in via definitiva per associazione mafiosa, richiesto un sostegno da parte del padre Vito Mannina, non offre una particolare “disponibilità” – secondo le intercettazioni -: «quindi io fino a dieci» voti. Virga, infatti, avrebbe sostenuto il consigliere comunale Giovanni Maltese. Sarà Pietro Cusenza, anche questi accusato di fare parte della famiglia mafiosa, invece, probabilmente, a muoversi per “portare” più voti. Ma l’architetto Mannina resterà insoddisfatto: se ne aspettava di più; lo rileva lo stesso Cusenza: «ci è rimasto pure [male]» ammette questi sotto intercettazione.

Per comprendere meglio la portata della questione, è interessante scorrere la tabella dei risultati della Lista “Erice che Vogliamo – Toscano sindaco” pubblicata sul sito del Comune.

Erice-Che-Vogliamo-2018

La Lista riesce ad elegge un solo consigliere, la Mannina, che ottiene 251 preferenze, e giunge davanti al suocero Antonino Ingrasciotta (218) e Pippo Martines (205), quest’ultimo accoppiato con Giuseppina Alcamo detta “Pepea” (150 voti e quarta).

Dall’esame dei voti per sezione, si rileva che in tutte le sezioni, eccetto una, Mannina e Ingrasciotta (consigliere uscente con un buon bagaglio di voti già di suo), hanno sempre quasi le stesse preferenze. Alla sezione 11, quella della scuola Anna Franck di Ballata, invece c’è il “cappotto”: 28-0 di Simona Mannina sul suocero. Risultato che Mannina, ma anche la logica, attribuiscono al candidato locale Vincenzo Cusenza che lì, infatti, ottiene 33 preferenze. L’imprenditore Vincenzo Cusenza, spiega la consigliera, «era un amico di mio padre, che NULLA aveva ed ha a che fare con Pietro Cusenza, oggi indagato».

Resta un altro aspetto da approfondire della vicenda: le foto alle schede elettorali. Pietro Cusenza – riporta il rapporto dell’Autorità Giudiziaria – «aveva richiesto ad ogni persona, da lui contattata in quel periodo, di fotografare la propria scheda all’interno del seggio dopo aver espresso la propria preferenza e quindi, in virtù di tale accorgimento, era stato in grado di dimostrare che un rilevante numero di voti [60, NdR] erano stati dichiarati nulli per dei meri errori nella compilazione».

Ancora troppi smartphone che entrano nei seggi elettorali, insomma, e poca attenzione su questo aspetto da parte dei presidenti dei seggi e degli scrutatori. L’esame delle foto, se possibile, sarebbe utile a chiarire chi avrebbe fotografato la scheda, in quali seggi di Erice e con quali presidenti sarebbero avvenute tali irregolarità e le eventuali accoppiate votate da parenti e amici del Cusenza.

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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