Papa Francesco in Iraq: la diversità è una risorsa

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Il recente viaggio di papa Francesco in Iraq è qualcosa di storico.

La missione, l’incontro con Ayatollah Al-Sistani, guida religiosa del Medio Oriente sciita, sono stati tuttavia sminuiti da qualcuno ad una semplice « richiesta a tutelare i diritti e la libertà dei cristiani perseguitati » [1].

« La vita dei cristiani è travagliata – certo ha ammesso il Papa –, ma non solo dei cristiani, abbiamo parlato dei yazidi » [ un popolo di etnia curda che vive in Iraq e professa un’altra religione monoteista, lo Yazidismo ].

In verità, si è trattato di un altro grande passo « sulla via della fratellanza » e per il « dialogo interreligioso ».

Papa Francesco: Tu sei un uomo, sei figlio di Dio e sei mio fratello, punto

Le parole di Francesco, anche riportate dal quotidiano leghista Il Giornale, infatti, possono essere lette in entrambi in sensi: « la diversità religiosa, culturale ed etnica, […] è una preziosa risorsa a cui attingere, non un ostacolo da eliminare. La coesistenza fraterna ha bisogno del dialogo paziente e sincero, tutelato dalla giustizia e dal rispetto del diritto ».

Dovrebbe valere, insomma, anche in quell’occidente a maggioranza cattolica dove le costruzioni delle moschee vengono ostacolate, i minareti vietati, i simboli religiosi islamici posti in votazione [2], i fedeli musulmani considerati dei terroristi, l’islamofobia è diffusa [3].

Pur conscio di non essere sempre compreso, anzi di essere da qualche parte indicato come eretico, Papa Francesco, in un’intervista al quotidiano Avvenire [4] è stato chiaro, riportando le parole del leader religioso sciita: « gli uomini sono o fratelli per religione o uguali per creazione ».

In sostanza, sintetizza il Papa: « Tu sei un uomo, sei figlio di Dio e sei mio fratello, punto ».

Migrazione: è un doppio diritto, a migrare e non dover migrare

Dentro lo stesso ragionamento non può che incanalarsi il tema della migrazione.

Coi giornalisti ha insistito: « La migrazione è un diritto doppio: diritto a non migrare, diritto a migrare. Questa gente non ha nessuno dei due, perché non possono non migrare e non possono migrare perché il mondo non ha ancora preso coscienza che la migrazione è un diritto umano ».

Papa Francesco ha riferito dei tanti giovani osservati in Iraq e ha condiviso la domanda che si è posto: « qual è il loro futuro? Dove andranno? In tanti dovranno lasciare il Paese ».

« Ci vuole urgente misura perché la gente abbia lavoro al suo posto e non abbia bisogno di migrare e anche misure per custodire il diritto di migrazione », ha quindi insistito.

La migrazione oltre che un diritto umano è una risorsa ha fatto osservare e ribadito: « mi diceva un sociologo italiano parlando dell’inverno demografico in Italia: entro 40 anni dovremo importare stranieri perché lavorino e paghino le tasse delle nostre pensioni ».

In proposito, Papa Francesco ha espresso il proprio chiaro disappunto quando ha ammesso come spesso oggi « la migrazione, la si vive come una invasione ».

Non è stato però duro, ha concesso delle attenuanti ai fratelli che mestano nella xenofobia: « È vero che ogni Paese deve studiare bene la capacità di ricevere, perché non è soltanto ricevere e lasciarli sulla spiaggia ma anche accompagnare, farlo progredire e integrarli ».

Disarmo, Papa Francesco: chi vende le armi ai distruttori?

Anche il tema del disarmo, e quindi della pace, è apparso evidente quando papa Francesco, rivolto ai giornalisti, ha raccontato un’altra sua riflessione del viaggio in Iraq.

« A Mosul mi sono fermato davanti alla chiesa distrutta, non avevo parole. Da non credere, da non credere la crudeltà umana nostra… Anche le altre chiese, anche una moschea distrutta. Una domanda che mi è venuta in mente nella Chiesa era questa: ma chi vende le armi a questi distruttori? Perché le armi non la fanno loro a casa… Ma chi vende le armi? Chi è il responsabile? ».

Covid-19, Papa Francesco: col lockdown mi sentivo imprigionato

Il Papa, infine, rientrando in Italia s’è soffermato anche sull’attualità, sull’epidemia dell’influenza da Sars-Cov-2 per la quale il governo ha imposto le restrizioni al diritto umano di circolare liberamente.

« Io mi sento diverso quando sono lontano dalla gente nelle udienze. Io vorrei ricominciare le udienze generali al più presto », ha auspicato.

« Adesso ho cominciato in piazza a dire l’Angelus, con le distanze si può fare. Ma dopo questi mesi di prigione, che davvero mi sentivo un po’ imprigionato, questo è per me rivivere », ha confessato senza per questo criticare le Autorità statali.

Pace, fratellanza, disarmo, rispetto, libertà. Come si può sostenere, difronte a questi temi sollevati da papa Francesco, che lui sia un eretico e non un santo?

Fonti e Note:

[1] Il Giornale, 6 marzo 2021, “Il Papa blindato in Irak tra martiri e silenzi Le armi devono tacere”.

[2] FronteAmpio, 7 marzo 2021, “Svizzera, referendum: passa il divieto di velo”.

[3] FronteAmpio, 21 settembre 2020, “21 settembre, giornata contro la discriminazione islamofoba”.

[4] Avvenire, 8 marzo 2021, “Conferenza stampa. Il Papa: dopo mesi di “prigione”, in Iraq mi sono sentito rivivere”.

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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