Svizzera, referendum: passa il divieto di velo

Niente più velo, niente burqa o niqab per le donne, in Svizzera.

Nella repubblica federale elvetica quest’oggi s’è votato per alcuni referendum, tra cui quello che prevedeva la possibilità di imporre, alle donne musulmane, il divieto di coprirsi il volto con un velo, come da loro tradizione religiosa.

L’iniziativa denominata “anti-burqa” è stata accettata dal 51,21% degli elettori.

Dopo il voto, diverse le voci che si sono alzate per commentare l’esito del voto popolare.

Pascal Gemperli, portavoce della Federazione delle organizzazioni islamiche in Svizzera, ad esempio, ha espresso « timori per la sicurezza dei musulmani in Svizzera. In Francia dopo il divieto, abbiamo visto un aumento della violenza » [1].

Amnesty: il voto in Svizzera viola la libertà di religione e di espressione

« Il divieto di coprirsi il viso non fa nulla per liberare le donne, al contrario. È una manovra politica che gioca sui simboli, che discrimina le donne interessate e viola la loro libertà di opinione e di religione », aveva già dichiarato Cyrielle Huguenot, responsabile dell’ambito Diritti delle donne di Amnesty International Svizzera [2].

« Proibire a una persona di esprimere un’affiliazione religiosa indossando determinati abiti nello spazio pubblico – ha aggiunto – viola la sua libertà di religione e la sua libertà di espressione ».

« Molti uomini e donne musulmani in Svizzera percepiscono i divieti sui simboli religiosi non come misure volte a promuovere l’integrazione, ma come un rifiuto delle loro comunità e della loro religione. Questo alimenta inutilmente i conflitti ».

Svizzera: i Verdi faranno ricorso alla Corte di Giustizia Europea

Oskar Freysinger (UDC) è esponente del partito che sosteneva l’iniziativa.

« La condizione della donna riflessa nel velo non è compatibile con i nostri valori », ha commentato.

Diverso l’avviso dei Verdi.

L’esito del voto – ha spiegato Nicole Baur – « è il risultato dell’aggiunta di voci contrarie all’Islam radicale e di altre, presentate come femministe, che vogliono impedire alle donne musulmane di coprirsi il viso ».

Più dura la posizione dei Giovani Verdi che hanno annunciato battaglia che si dichiarano « pronti a combattere in tribunale contro l’attuazione del divieto del velo e per le libertà delle donne direttamente colpite » [3].

« Che una maggioranza attacchi i diritti fondamentali di una minoranza con il voto è preoccupante e pericoloso – commenta Oleg Gafner, co-presidente dei Giovani Verdi della Svizzera – L’iniziativa “Sì al divieto di nascondere il viso” è un’incursione nella libertà individuale, nella libertà di religione e nella libertà di coscienza ».

Fonti e Note:

Credits: Photo by Avi Waxman on Unsplash

[1] Le Temps, 7 marzo 2021, “Votations fédérales, élections cantonales et communales du dimanche 7 mars”.

[2] Amnesty international, Svizzera, 8 febbraio 2021, “un’iniziativa inutile e discriminatoria nei confronti delle donne musulmane”.

[3] Jeunes Vert-e-s Suisse, Divieto del burqa: i giovani verdi difendono i diritti fondamentali e annunciano un’azione legale, se necessario fino a Strasburgo”.

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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