Si: Nel referendum vince la democrazia, perde la classe politica

300 ladroni in meno”. “Ora si vadano a cercare un lavoro, se ci riescono”. Questi i primi commenti a caldo, sentiti tra la gente, appena diffusi i primi exit-poll che davano vincitore il fronte del SI al taglio dei parlamentari (da 945 a 600) nel referendum del 20-21 settembre 2020.

Se la campagna elettorale, con diversi partiti politici che esprimevano divisioni rispetto alle posizioni ufficiali ed i media tutti chiaramente schierati contro il taglio dei parlamentari, sembrava far temere una vittoria del NO, l’esito del voto non ha lasciato spazio ad interpretazioni : oltre il 69% di SI. 17 milioni e rotti contro 7 milioni e rotti, in numero assoluto il risultato è ancora più eloquente.

Alta la partecipazione: 53,8%, la gente crede nella democrazia

E’ stata una vittoria della democrazia.

53,8% è stata, infatti, la percentuale degli italiani che si sono recati sorprendentemente alle urne. Basta ricordare che nel referendum del 2016 (sulle estrazioni petrolifere marittime) aveva votato solo il 31,8%. Oppure il fallimento dei quorum nei referendum del 1997, 1999, 2000, 2003, 2005 o 2009, cme risulta dall’esame della pertinente voce di Wikipedia. E questo fa dedurre che un’abrogazione del quorum previsto in Costituzione sarebbe un viatico alla maggiore partecipazione della popolazione ai referendum. Lo faranno mai ? Conviene al Potere ?

Solo in Sicilia (35,39%) e Sardegna (35,71%) la percentuale dei votanti è stata bassa. Altrove, anche nelle regioni dove non si votava per il rinnovo dei Consigli regionali, la percentuale è stata superiore o comunque prossima al 50%. Occorrerebbe studiare e comprendere la difformità di partecipazione di tali due regioni insulari – governate dall’estrema Destra – rispetto al resto del Paese.

Un voto esclusivamente che boccia una Classe Politica incapace

E’ stata una sconfitta della Classe Politica al potere.

Non ci nascondiamo dietro il paravento del miserabile risparmio per lo Stato che comporterà il taglio dei 345 parlamentari o dell’indimostrata maggiore efficienza dei lavori delle due Camere in assenza di esuberi. La gente ha votato, oltre 17.000.000 di italiani han votato, contro la “Casta”.

La popolazione ha voluto esprimere la propria complessiva bocciatura nei confronti della politica, delle sue proposte e dei sui dibattiti, opprimente e così lontana dai reali bisogni del Paese e, sopratutto, dei cittadini.

Se fosse stato possibile votare per l’abrogazione di tutti i 945 parlamentari, o per la sfiducia al governo probabilmente avrebbe sempre vinto il SI.

E’ il Sistema che non funziona. E, con intelligenza, lo aveva scritto il partito comunista dei Carc nel suo invito a votare SI giusto venerdì sera. Referendum : il vero voto è “Col Sistema” oppure “Contro il Sistema”, titolavo un mio post riprendendo la loro posizione.

Non funziona il Sistema Italia che offre lavoro precario, sfruttato e sottopagato, che non offre un servizio sanitario universale gratuito e tempestivo per tutti, che non offre una giustizia tempestiva ed equa, che non fa sentire tutti i cittadini partecipi delle scelte politiche ma solo sudditi di un potere mafioso e sempre più bramoso di danaro.

Che si tratti di un voto di insoddisfazione lo suggerisce anche l’esito del voto disaggregato per regione. Nelle regioni più ricche il NO è stato più solido (Friuli 40,43% di NO, seguito da 37,56% in Veneto e 36,22% in Liguria). Nelle regioni più depresse il SI, la bocciatura della “Casta”, delle politiche governative, si è fatta più sentire : al 20,11 si è fermato il NO in Molise, seguito da 22,47% in Calabria e 22,59% in Campania.

Non abbiamo però, al momento, segnali che il governo e i partiti di regime abbiano compreso il segnale, tutti impegnati ad esprimere soddisfazione. Gli uni (Lega-Fratelli d’Italia) per aver strappato le Marche alla Sinistra e gli altri (Partito Democratico) per aver difeso le proprie roccaforti di potere in Toscana e Puglia e per aver chiuso con un salomonico 3 a 3 la partita delle regionali.

Chissà ancora per quanto, e come, terranno a freno l’insoddisfazione e l’infelicità del Popolo.

Natale-Salvo-BN

Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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