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Sanità

Medici e infermieri novax sospesi: chiudono i reparti!

15 Agosto 2021 by FronteAmpio.it 1 commento

medico-coronavirus-unsplash

Da settimane, chiaramente festanti, i giornali filo-regime dello stivale italico annunciano le sospensioni di alcune decine di sanitari che non hanno ottemperato all’obbligo vaccinale previsto dal Decreto Legge del 1° aprile (!) di quest’anno.

Il provvedimento del governo Draghi è talmente mal scritto e debole giuridicamente che si sono resi necessari dei mesi per giungere alle prime sospensioni.

Migliaia di Medici si rivolgano al TAR: sospensione novax illegittima!

Nel frattempo, i Tribunali Amministrativi Regionali si stanno intasando di ricorsi.

« Oltre a Genova – ci fa sapere il sito web “Il Paragone” [1] – sono stati presentati ricorsi anche a Brescia e Milano, per un totale di circa tremila sanitari. Tre i principi alla base del ragionamento dei ricorsi: l’incertezza “sui rischi derivanti dall’assunzione del siero” e le “sperimentazioni con tempi troppo brevi per considerarle affidabili”, la “percentuale di fallimenti nel produrre immunità dovuti alle nuove varianti” e, infine, “l’illegittimità dell’imposizione ai lavoratori della sanità” ».

In verità i ricorsi sono stati depositati un po’ in tutti i TAR, anche, ad esempio a Torino e Bologna. In questi casi, come a Genova, i sanitari sono assistiti dall’avvocato Daniele Granara, professore aggregato all’Università degli Studi di Genova e docente all’Università “Carlo Bo” di Urbino.

Centinaia di medici e infermieri sospesi: è punta iceberg, i novax sono migliaia!

Oggi il giornale Open scopre che con le prime sospensioni dei primi medici, infermieri e OSS si è toccata solo la punta dell’iceberg.

Scrive infatti, Open [2]: « in Sardegna sono partite 57 lettere di sospensione a medici e sanitari non vaccinati. Ma quelli senza copertura sono 500 secondo i calcoli delle Asl. In Veneto ne hanno fermati 70 a fronte di 4950 dipendenti delle aziende sanitarie locali scoperti. E poi c’è la Lombardia, severissima nell’iniziare la procedura di sospensione per 2500 sanitari ma le posizioni al vaglio sono attualmente diecimila ».

Non è difficile da intuire che se si continuerà con le sospensione degli operatori sanitari, interi reparti ospedali andranno ridimensionati o chiusi e gli ambulatori territoriali chiusi.

Già, ad esempio, succede al reparto cardiologia di Desenzano del Garda dove, ci fa sapere il giornale Brescia Today [3], « a causa dell’assenza di tre persone in reparto, la direzione ospedaliera è stata costretta a tagliare 10 posti letto ».

Un caso è denunciato sempre da Open: « il caso dell’ambulatorio di Cervarese Santa Croce, piccolo comune del Padovano. D.S., unica medica di base del paese, nei giorni scorsi ha appeso un cartello alla porta del suo ambulatorio: “Si avvisano i signori pazienti che da oggi sono stata sospesa dal mio incarico di medicina generale per non aver effettuato il vaccino obbligatorio contro il Covid-19”. E così 1.300 persone sono rimaste senza assistenza da un giorno all’altro ».

Il prezzo di quest’assurdità logica di chi dirige il teatrino della politica sarà pagato nel prossimo autunno, quando a detta degli esperti [4], esploderà la nuova terribile ondata di Covid-19, e gli ospedali non avranno un sufficiente e preparato numero di professionisti per assistere i malati.

—

Fonte e Note:

[1] Il Paragone, 10 luglio 2021, “Il Tar dà ragione ai medici non vaccinati: Non saranno sospesi”.

[2] Open, 15 agosto 2021, “I numeri shock dei sanitari No vax: 10mila in Lombardia, 5mila in Veneto. Ma le sospensioni vanno a rilento”.

[3] Brescia Today, 8 agosto 2021, “Tre infermieri no-vax, il reparto taglia 10 posti letto”.

[4] FronteAmpio, 9 agosto 2021, “Vanden Bossche, le varianti ci condurranno all’Endgame” : « Paradossalmente, i più in pericolo sono i vaccinati: « è altamente probabile – sostiene il virologo – un’impressionante ondata di infezione e malattia nei vaccinati ».

Archiviato in:Lavoro & Salario Contrassegnato con: No-Vax, Sanità

La vera epidemia ? E’ quella del consumo di alcolici !

23 Dicembre 2020 by FronteAmpio.it Lascia un commento

alcolici

17.000 morti annui. Una strage. E’ quella che si compie con il consumo scorretto di alcolici, ovvero eccessivo, fuori dai pasti e in età precoce.

E’ questa, sì, un guerra. Ma una guerra che abbiamo già deciso di perdere. Il business è business ! Quasi nessun mass media ne diffonde i dati, per non perdere inserzionisti. Nessun partito politico si schiera contro i produttori, distributori e commercianti al dettaglio di bevande alcoliche e superalcoliche.

Ed i dati non si fermano ai 17.000 morti annui ( il numero di decessi di persone di età superiore a 15 anni per patologie totalmente attribuibili al consumo di alcolici è stato pari a 1.290, l’80% uomini ) [2]. Nel 2016, nei Paesi dell’Unione Europea compresi Norvegia e Svizzera, oltre 290 mila decessi sono stati causati dall’alcol.


5.097, invece, gli incidenti stradali per i quali almeno uno dei conducenti dei veicoli coinvolti era in stato di ebbrezza [4].

Le crisi acute da intossicazione alcolica, sono state causa principale o secondaria di 40.083 accessi in Pronto Soccorso ( il 9,7% hanno meno di 17 anni ).

Solo il 10% degli alcolisti si cura

Nel 2018, il SSN hanno preso in carico 65.520 alcoldipendenti, di cui 17.887 nuovi utenti ( 230 utenti totali sotto i 19 anni, 4.485 utenti totali di età compresa tra i 20-29 anni ). Ma si tratta della “punta dell’iceberg”. Sono oltre 4 milioni di binge drinkers [ in nota 3 spiego chi sono ] e circa 600.000 consumatori “dannosi” con diagnosi suggestiva di alcoldipendenza “in need for treatment” [ che dovrebbero curarsi, NdT ] [1].


Queste informazioni sono tratte dal sito dell’Istituto Superiore di Sanità e dalla relazione che, lo scorso 1 dicembre, come ogni anno, il Ministero della Salute trasmette al Parlamento. Sono pubblici, quindi.

I tecnici denunciano come occorra « contrastare efficacemente e tempestivamente la diffusione di fake-news da parte di alcuni settori della produzione » di bevande alcoliche : « non esistono livelli di consumo alcolico privi di rischio » [1]!

Il messaggio del “bere responsabile”, ad esempio è « ambiguo ».

Bere alcolici ? Un lento suicidio, celebrale e fisico specie per i giovani

Quello che va detto chiaramente – scrive l’Istituto Superiore di Sanità – è che il « consumo di alcolici va evitato almeno fino ai 25 anni, in quanto interferente con l’atteso sviluppo e la connessa rimodulazione (pruning) cerebrale danneggiata dal consumo di alcol ( e sostanze psicoattive ). Un danno irreversibile cui i giovani possono e devono essere sottratti » [2].

Invece, aggiungono, « rimane critico il consumo di bevande alcoliche tra i giovani, anche minorenni: nella fascia di età 11-24 anni è diffusa la consuetudine di bere alcolici fuori dai pasti, con una frequenza anche infra-settimanale e non solo nel week-end, a conferma del consolidamento di un consumo abituale e rischioso per il 17,2% dei giovani tra i 18 e i 24 anni di età (22,6% maschi e 11,1% femmine) ».

L’alcolismo, un costo sociale ed economico destinato ad aggravarsi

Il tema, per i ricercatori, assume particolare attualità oggi, con l’altra pandemia in corso, quella del virus Covid-19. Studi condotti durante l’epidemia di SARS (primi anni 2000) « hanno evidenziato un aumento del disagio psicologico dovuto all’incertezza, all’isolamento sociale e al disagio psicosociale come potenziale meccanismo che ha portato […] ad un aumento del consumo di alcol dopo un anno dalla conclusione dell’epidemia e nei tre anni successivi ».

« I danni alcol-correlati infine non coinvolgono i soli consumatori. Le conseguenze del consumo di alcol si ripercuotono sulle famiglie e sulla comunità in generale a causa del deterioramento delle relazioni personali e di lavoro, dei comportamenti criminali (ad esempio vandalismo e violenza), della perdita di produttività e dei costi a carico dell’assistenza sanitaria », aggiunge la relazione [4] .

In merito ai costi diretti al carico del Sistema Sanitario pubblico, la relazione del Ministero della Salute del 2019 precisa come « nel 2018 il consumo complessivo a carico del SSN dei medicinali impiegati nel trattamento della dipendenza da alcolica ammonta a quasi 6,4 milioni di dosi. Nell’anno 2018 la spesa farmaceutica dei medicinali impiegati nel trattamento della dipendenza alcolica a carico del SSN ammonta a circa 8,97 milioni di euro ».

Ipotesi politiche per i parlamentari di buona volontà, se ci sono

Che ne farà il Parlamento di questa relazione?

Prenderà coraggio ed eleverà a 25 anni il divieto di consumo oggi previsto solo per i minori d’età dalla legge n. 189/2012 oppure, seguendo la legge sul divieto di fumo, ne vieterà il consumo nei luoghi pubblici [4] ?

Vieterà la pubblicità delle bevande alcoliche sui mass media oggi solo limitata per i minori in base alla legge n. 125/2001 [5] ?

O, più facilmente, pilatescamente, se ne laverà le mani e si limiterà ad assoldare qualche influencer amico per qualche inutile saltuario spot in tivù ?

Ci sono epidemie di serie B, temo.

—

Fonti & Note:

Credits : Photo by federica ariemma on Unsplash

[1] Istituto Superiore di Sanità, “Il rischio alcol nell’era post-COVID: una riflessione per il futuro”

[2] Istituto Superiore di Sanità, “Consumo di alcol nel 2018: i dati della Relazione al Parlamento 2020”

[3] binge drinking : “ modalità di consumo alcolico che comporta l’assunzione in un’unica occasione e in un ristretto arco di tempo di quantità di alcol molto elevate, è diffuso maggiormente tra i giovani di 18-24 anni. I giovani lo praticano soprattutto nei contesti della socializzazione e del divertimento collettivo, spesso bevendo volontariamente fino ad arrivare all’ubriachezza e all’intossicazione alcolica ”.

Per l’IARC l’alcol è cancerogeno classe 1

[4] Relazione del Ministro della salute al Parlamento sugli interventi realizzati ai sensi della legge 30.3.2001 n. 125 “legge quadro in materia di alcol e problemi alcol correlati” :

« I principali danni da alcol si riscontrano soprattutto per il fegato (epatiti alcoliche, steatosi, cirrosi), per il primo tratto dell’apparato digerente (gastriti acute e croniche, ulcere, emorragie, pancreatiti), per il sistema nervoso (conseguenze della neurotossicità dell’acetaldeide), e per l’insorgenza di tumori (bocca, faringe, laringe, esofago, fegato, mammella, colon-retto). Secondo le principali Agenzie Internazionali di salute pubblica, l’alcol è una sostanza tossica e cancerogena,tanto che la IARC (International Agency for Research on Cancer) lo classifica nel gruppo 1 (sicuramente cancerogeno per l’uomo). Il suo consumo prolungato e cronico è associato quindi ad aumentato rischio di cancro e non è possibile stabilire una quantità assolutamente sicura. [Tuttavia] e nuove linee guida italiane definiscono a basso rischio un consumo di 2 unità alcoliche per l’uomo adulto e 1 per donne adulte e anziani di entrambi i sessi, corrispondenti rispettivamente a 24 e 12 grammi di alcol ».

[5] Ministero della Salute, Legge 08 novembre 2012 , n. 189, “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158, recante disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute”.

[6] Camera dei Deputati, Legge n. 125 del 30 Marzo 2001, “Legge quadro in materia di alcol e di problemi alcolcorrelati“

La legge 125 del 2001 è inattuata

L’associazione Alcolisti Anonimi [leggi relazione in 4] lamenta perfino la mancata attuazione, a quasi 20 anni dalla nascita, della stessa normativa sulla cura degli alcoldipendeneti del 2001 [5].

In particolare:

  • « [il mancato] inserimento dell’alcologia negli ordinamenti didattici dei corsi universitari relativi alle professioni sanitarie o a quelle ad indirizzo sociale e psicologico nonché del corso di laurea in medicina e chirurgia »,
  • « l’assenza di norme che regolino l’istituzione, l’organizzazione e la funzione dei Servizi per l’alcologia. Negli ultimi anni la tendenza delle varie Regioni è stata prevalentemente quella di collocare i Servizi di alcologia all’interno dei Dipartimenti per le Dipendenze, in alcune realtà regionali gli stessi Servizi sono collocati nei Dipartimenti di Salute Mentale ».

Archiviato in:Italia Contrassegnato con: Sanità

Rifondazione boccia l’intergruppo pro MES: la soluzione? BTP o Patrimoniale

22 Ottobre 2020 by FronteAmpio.it Lascia un commento

Maurizio Acerbo - Rifondazione Comunista - FB

Oramai sono mesi che il tema del dibattito nazionale è quello del finanziamento delle spese per la prevenzione anti Covid ovvero per il rafforzamento del Servizio Sanitario Nazionale.

La parola d’ordine è una sola : MES. Famigerato strumento finanziario concesso in prestito dall’Unione Europea che ci ricorda la Grecia e le sofferenze cui fu soggetta quella popolazione in cambio dell’aiuto.

Le posizioni nel Parlamento italiano sono a geometria variabile, e, mentre ufficialmente tutti, eccetto i liberisti del PD, di Italia Viva, Forza Italia e Più Europa, si pronunciano contro, nel Parlamento viene annunciato un intergruppo trasversale denominato MES subito e che vorrebbe sostenerlo.

A promuoverlo, tra gli altri Renato Brunetta (Forza Italia). « sì, ai 37 miliardi per MES per combattere la pandemia. Siamo già oltre 40 [ parlamentari, NdR]. Saremo la maggioranza entro due settimane », ha annunciato su twitter.

A fargli eco la segretaria dei Verdi Elena Grandi : « abbiamo bisogno dei fondi del MES per intervenire sulla Sanità Pubblica e assicurare a tutti cure e assistenza ».

Pesante il tweet di Benedetto Della Vedova (Più Europa) : « il M5S impedisce di accedere al MES per sanità e scuola. Trovo tutto questo auto-lesionista e anti-italiano ».

« I soldi del MES per rafforzare il trasporto pubblico, aumentando le corse utilizzando aziende private », reclama Antonio Tajani (Forza Italia).

Lo sostiene anche Laura Boldrini ( che lasciata la Sinistra ha aderito al Partito Democratico lo scorso 24 settembre 2019) : « Ma veramente la Sanità non ha bisogno di risorse aggiuntive ? il ricorso al MES deve essere discusso in Parlamento ».

Di nuovo Brunetta, sempre sul social twitter, ha evidenziato un sondaggio che avrebbe svolto il programma televisivo “Porta a Porta” per Rai1 dal quale si rileverebbe che il 48,5% degli italiani vuole il MES.

Quello che non spiegano lor signori è che il MES è un prestito, per cui bisogna fornire garanzie a copertura per una durata di 10 anni. E che gli devi dire ORA dove devi prenderai i soldi per renderglieli.

Acerbo : sciacalli coloro che han tagliato la Sanità ed ora chiedono il MES

Per andare oltre gli slogan, per comprendere le cose fuori dalle strumentalizzazioni di parte, occorre leggere quanto scrive Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista.

« È vergognosa e sciacallesca la campagna pro-Mes portata avanti da chi – politici, economisti, opinionisti – per anni ha proposto e attuato i tagli dello stato sociale e della sanità che ricordiamo erano costantemente raccomandati da Commissione Europea e Bce », scrive Acerbo sul sito web del Partito, unico spazio di comunicazione rimasto attesa l’oramai dichiarata censura dei media di regime.

« Purtroppo – lamenta il segretario comunista – su questo argomento lo stesso elettorato di sinistra tende a fare propria la parola d’ordine essendo abituato a ragionare sempre secondo la logica barbara del bipolarismo: se Salvini è per il no vuol dire che il MES va bene ».

« Che ci vogliano ingenti risorse da investire in sanità per contrastare questa seconda ondata della pandemia da Coronavirus è una verità. E servono alla svelta », ammettono i compagni della “Rete delle Città in Comune” ospiti sul sito di Rifondazione.

Questi, sulla falsariga di Acerbo, evidenziano a riguardo al MES come « stiamo parlando di circa 36 miliardi, che sono esattamente quelli tagliati nella sanità pubblica nazionale e locale dalle manovre dei vari governi negli ultimi 10 anni, in ossequio ai dettami europei di austerità e di bilancio ».

Tagli-Sanità-10-anni

Le proposte di Acerbo per finanziare la Sanità : nuovi BTP o Patrimoniale

Come fare allora ? Come reperire le risorse finanziarie ?

Per Acerbo, le strade percorribili sembrano essere solo due :

  • il ricorso al mercato finanziario interno, con l’emissione di Buoni del Tesoro Poliennali (BTP),
  • l’imposizione di una tassa patrimoniale a partire da 1 milione di euro.

A proposito dei BTP, l’esponente di Rifondazione Comunista spiega : « i BTP settennali sono al 0,35% ».

Rifondazione e Volt : Serve una proposta di riforma del SSN

Sul sito del partito, Maurizio Acerbo conclude il proprio ragionamento levandosi un sassolino dalle scarpe : « se oggi le Regioni sono di nuovo impreparate sul piano sanitario lo dobbiamo al fallimento del federalismo eccessivo che è stato introdotto in Costituzione nel 2001 per iniziativa degli stessi che oggi invocano il MES » [ il governo PD-Lega, NdR ].

Sembra dargli ragione Andi Sheu ( del giovane partito Volt ) : « manca qualsivoglia proposta di riforma del SSN », scrive su twitter.

Un chiaro invito a ripristinare il vecchio testo Costituzionale del 1948 per ripensare ad un Servizio Sanitario Nazionale, visti i risultati, in termini di inefficienza, sprechi e ruberie della gestione regionale della Sanità.

Un percorso utopistico nell’epoca in cui l’emergenza Covid, e il caos dei vaccini anti-influenzali, hanno mostrato la necessità di una gestione centralizzata della politica sanitaria?

Archiviato in:Politica Contrassegnato con: Covid-19, MES, Sanità

Covid, Speranza ammette : Solo 323 posti di terapia intensiva occupati !

6 Ottobre 2020 by FronteAmpio.it 1 commento

Camera-Deputati

Un dibattito, quello di stamani alla Camera dei Deputati, che aveva per oggetto la relazione del ministro della salute sulla proroga dello “stato di emergenza” sanitaria post-Covid, che s’è tramutato in una farsa quando, alla fine, al momento di votare, si è constatata l’assenza del numero legale.

Il ministro Roberto Speranza ( Liberi e Uguali ) aveva iniziato la sua relazione con delle grida di allarme : « Durante l’estate eravamo arrivati ad avere trenta persone in terapia intensiva, oggi siamo a 323 persone [ su 8.000 posti letto disponibili, NdR] ».

L’esponente governativo ha quindi ufficializzato che il Governo delibererà la nuova proroga lo “stato di emergenza” sino al prossimo 31 gennaio ed emetterà l’ennesimo DPCM – il diciasettesimo sembra – nel quale sarà incluso l’obbligo indiscriminato di porto di mascherina all’aperto.

Speranza, per spiegare la proroga dei provvedimenti, ha ripetuto la poesia elementare alla quale oramai siamo abituati :

« L’Italia in questo momento abbia un piccolo vantaggio rispetto agli altri Paesi europei e lo dicono i numeri certificati dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, l’ECDC, ma questo vantaggio non può essere sprecato […] : noi dobbiamo continuare su quella linea della prudenza ».

Piccate le repliche dei deputati.

L’on. Guido De Martini (Lega Nord), nel suo intervento, ha accusato il Governo di non rispettare nel metodo il Parlamento, il Massimo consesso politico : « Venite a comunicarci il contenuto di decisioni già prese, decisioni che dovrebbero formarsi qui e invece si formano altrove; noi non sappiamo dove, come e quando. Per l’ennesima volta ci avete tagliato fuori anche da quest’ultimo DPCM. Il provvedimento entra in vigore domani e voi puntualmente venite in Parlamento oggi, all’ultimo secondo, per comunicarci quello che avete già deciso ».

La Destra : non siamo in emergenza, non serve lo “stato di emergenza”

In merito, il medico-oculista sardo De Martini ha evidenziato come « siamo oltre i 100 mila tamponi, quindi il paio di migliaia di malati che troviamo sono relativi anche al numero dei tamponi. Di più: una gran parte di questi che troviamo sono dei pazienti asintomatici. Per dire cosa? Che quello che ci deve guidare, secondo me, è un dato fondamentale, cioè il numero dei malati che abbiamo in terapia intensiva ».

« In questo momento il numero dei malati in terapia intensiva è pari a circa 300 in Italia, quindi, rispetto alla nostra possibilità di capienza – 8 mila posti – siamo molto al di sotto. Sulla definizione dello stato di emergenza, quindi, noi siamo contrari; […] perché in questo momento non c’è un’emergenza, cioè possiamo tranquillamente provvedere con gli strumenti ordinari », ha concluso il deputato della Lega Nord.

A dare man forte a De Martini, sicuramente in maniera involontaria, è intervenuto l’esponente dei Cinque Stelle campano Nicola Provenza.

Quest’ultimo, medico-gastroenterologo, ha sottolineato il dato essenziale : « La composizione percentuale dei casi attualmente positivi si mantiene costante. Mediamente – questi sono i dati – il 93-94 per cento sono asintomatici o oligosintomatici [1]; i pazienti ricoverati con sintomi rappresentano il 5-6 per cento del totale; quelli in terapia intensiva lo 0,5 per cento ».

Il deputato Provenza ha proseguito mostrando qualche dubbio sulla decisione di obbligare all’uso della mascherina : «Noi pensiamo che la popolazione vada proprio incoraggiata [non obbligata, NdR] a indossare le mascherine in situazioni specifiche secondo alcuni criteri, chiarendo quali sono i vantaggi che offre questa pratica ma tenendo conto – e devo dire anche questo con molta chiarezza – della densità della popolazione: una cosa è una strada di una città affollata – consentitemelo – ma altra cosa è una strada di campagna ». L’obbligo di mascherina potrebbe « alimentare un falso senso di sicurezza ». «Non trascurerei, poi, tutte le problematiche legate allo smaltimento delle mascherine », ha concluso il parlamentare grillino.

Francesco Paolo Sisto (Forza Italia), avvocato penalista e docente universitario pugliese, è poi ritornato sull’inopportunità della proroga dello “stato di emergenza” decisa dal Governo Conte : « L’emergenza non è una prospettiva ma è uno status: è indispensabile verificare che ci sia una situazione di emergenza per poter legittimare una proroga ». Sisto ha quindi denunciato che « sotto la specie dell’emergenza, si sono consumati i più gravi attentati alla democrazia e anche alla democrazia parlamentare ».

« Quanti DPCM sono stati utilizzati per comprimere le libertà personali, molto spesso semplicemente per rispondere a una domanda di sopravvivenza quotidiana del Governo? Noi siamo preoccupati, da questo punto di vista, di un utilizzo esorbitante, illegittimo del DPCM, semplicemente per offrire risposte e superare i controlli parlamentari del Presidente della Repubblica e della Corte costituzionale », ha concluso l’esponente berlusconiano.

Il dibattito sull’app Immuni : Importante o costosa e inutile ?

Luca Nervo Rizzo (PD), persona che, a giudicare la biografia presente su Wikipedia, non ha mai lavorato al di fuori della politica, è intervenuto nel dibattito per « sostenere con forza la prevenzione vaccinale antinfluenzale […] e di far percepire l’importanza dello strumento di tracciamento telematico dell’App Immuni ».

A proposito dell’app Immuni, Giovanni Donzelli (Fratelli d’Italia), altro politico di professione, è stato caustico : « è molto irresponsabile che ancora non ci abbiate detto quanto è costata questa app in termini di consulenze, di pubblicità, di sponsorizzazioni, di prebende agli amici degli amici ».

« Mi fa un po’ ridere – ha proseguito il fiorentino Dolzelli – che lei [il ministro Roberto Speranza, NdR] viene qui a dirci che Immuni è stato un successo quando l’ex Ministro della Salute [Beatrice Lorenzin, ora colpita dal Convid-19, NdR], che oggi siede in maggioranza, era uno di quelli che non ha nemmeno scaricato Immuni ! Massima solidarietà ma questo successo di Immuni è tutto da dimostrare ».

Sgarbi : Mascherina all’aperto ? Una completa idiozia !

In conclusione di questa rassegna, mi sembra interessante citare anche l’intervento dell’on. Vittorio Sgarbi :

« Obbligare all’uso delle mascherine all’aperto tutti e senza riguardo per la distanza interpersonale è, scientificamente parlando, una completa idiozia e tutti quelli che capiscono un briciolo di epidemiologia e virologia lo sanno benissimo. Occorre individuare i rischi reali e non esagerarli, con una psicosi collettiva che impone agli italiani la paura di camminare da soli in un bosco. C’è qualcosa di folle! ».

« L’idea che la prevenzione sia il nome che si dà alla repressione, all’idiozia e alla minaccia di nuovi provvedimenti è tutta nelle parole del segretario del PD Zingaretti, che ha detto “toglieremo dalla vita sociale coloro che sono positivi” », ha concluso Sgarbi.

La maggioranza non ha battuto ciglio e si prepara a – per dirla come l’on. Guido De Martini – a fare quel che aveva già deciso di fare.

Viva l’inutile dibattito democratico, quindi.

–

Note :

[1] oligosintomatici (o paucisintomatici ) sono coloro nei quali « non si producono sintomi di rilievo, al punto da passare la malattia del tutto inosservata o da essere tutt’al più attribuita ad un lieve malessere passeggero o al peso degli anni ».

Archiviato in:Dal Parlamento Contrassegnato con: Covid-19, Democrazia, Libertà, Parlamento, Sanità

Morire di Covid-19 ? Rischio dello 0,0004% per abitante!

30 Settembre 2020 by FronteAmpio.it 3 commenti

Covid-Europa-30settembre2020

Dopo la pausa estiva allietata da tranquilli bagni di sole e d’acqua di mare, ed innaffiata da dibattiti televisivi su Recovery fund, MES e altri ostici strumenti di debito a vita, la tivvù è tornata a diffondere il terrore dai suoi ipnotici schermi.

“Siamo in piena seconda ondata”, gridano sgambettanti soubrette e giornalisti embedded col regime. “Serve prudenza”, urlano un po’ tutti : politicanti, studiosi di epidemiologia da scrivania o da salotto tivvù, navigatori di Facebook incalliti.

In verità, il grafico presentato dallo stesso “European Centre for Disease Prevention and Control” (ECDC), con le sue ampie e diffuse macchie di color rosso mattone, lascerebbe poco spazio all’ottimismo.

L’ondata di positività al virus Sars-Cov-2 si palesa nettamente più alta che quella della scorsa primavera !

curva-covid-europa-30settembre2020

Il pericolo Covid-19: i dati vanno esaminati nel loro complesso per essere significativi !

Una persona attenta, tuttavia, prima di trarre affrettate conclusioni, cliccherebbe sul pulsante in verde “Interpretation of the data”. Lì, acquisirebbe, una volta tradotto dall’inglese la seguente informazione : « Questi tassi […] sono influenzati dalla capacità dei laboratori e dall’efficacia dei sistemi di sorveglianza ». Detto in maniera più semplice : « Le politiche di test e il numero di test effettuati ogni 100 000 persone variano notevolmente nell’UE. Test più approfonditi porteranno inevitabilmente all’individuazione di un maggior numero di casi » e, magari, tassi diversi in rapporto al numero di abitanti d’ogni Paese.

Ma, ancora, scrive lo “European Centre for Disease Prevention and Control”, « quando si analizza la situazione epidemiologica di un Paese, si dovrebbero utilizzare una combinazione di altri fattori quali :

  • il numero di test eseguiti,
  • la percentuale di positività dei test,
  • la mortalità in eccesso rispetto alla mortalità pre-Covid,
  • e i tassi di ricovero in ospedale e in terapia intensiva (ICU) ».

Tutti dati che, invece, non conosciamo.

Da questa sostanziale premessa, risulta chiaro anche al profano che « i confronti tra i Paesi dovrebbero essere effettuati con cautela ».

La diffusione del virus Sars-Cov-2 in Europa : Ecco il tasso dei positivi rilevati

Illustro, in ogni caso, la mappa dell’Europa e i dati tabellari presenti sulla pagina dello “European Centre for Disease Prevention and Control”, e nell’immagine in testa al post.

In merito al tasso di positività al virus Sars-Cov-2 rilevano sui soggetti testati, è risultato che :

  • la Spagna oggi è avanti – quindi la peggiore – con 330,2 “infetti” ogni 100.000 abitanti;

e che è seguita da :

  • Repubblica Ceca con un tasso di 271,8
  • Francia con 232,2
  • Paesi Bassi con 189,3
  • Lussemburgo con 186,8
  • Belgio con 175,2
  • Islanda con 145,9.

L’Italia si trova in posizione nettamente più bassa in graduatoria con “appena” 38,1 casi di “positività” ( anche asintomatica ) ogni 100.000 abitanti. La famosa Svezia dove non è stato mai imposto il liberticida lockdown, non sono state chiuse le attività commerciali e dove, tanto meno, è imposto il porto della mascherina, ha un tasso di 49,7.

Giova fare un conticino per meglio comprendere di cosa parliamo. I 38,1 casi ogni 100.000 abitanti vogliono dire che un italiano ha lo 0,0381% di possibilità di “infettarsi” !

Anche il meno attento comprenderebbe, se leggesse quest’articolo e questi dati, che l’attenzione mediatica ed il terrorismo diffuso sono totalmente fuori luogo e che, anzi, inducono a porsi domande e sospetti.

I decessi “con” la malattia del Covid-19 in Europa : Ecco il tasso dei decessi rilevati

Vogliamo parlare del dato più allarmante, quello dei fatali decessi “con” il Covid-19 ?

Sono 3,6 ogni 100.000 abitanti a Malta, e, a seguire, 3,4 in Spagna, 2,9 in Romania, 1,5 in Repubblica Ceca, 1,3 in Francia e, infine, 1,1 in Ungheria, Bulgaria e Croazia.

Al contrario, risultano dello 0,1 ogni 100.000 abitanti in Germania, Finlandia, e dello 0,2 in Svezia e Norvegia. L’Italia si attesta su un “buon” 0,4 decessi “con” Covid-19 ogni 100.000.

0,4 decessi ogni 100.000 abitanti che vuol dire che ogni singolo cittadino ha, in Italia, lo 0,000004% di possibilità di morire con il “Covid-19” addosso !

Si un quattro preceduto da cinque zeri !

Se sparissero vecchiaia e altre patologie, insomma, statisticamente, dovendo morire solo di Covid-19 potremmo dover aspettare anche 685 anni !

I dati su esposti fanno altresì immaginare una correlazione tra il numero dei decessi e la debolezza dell’economia di un Paese e, comunque, del suo Sistema Sanitario pubblico magari perché privatizzato e ridotto all’osso.

Spero d’aver fatto chiarezza statistica, senza per questo voler sottovalutare i pericoli rappresentati dai mila e mila miliardi di virus, batteri, funghi, o muffe presenti dentro il nostro organismo e, comunque, diffusi sul pianeta.

Archiviato in:Pandemia Sars-Cov-2 Contrassegnato con: Covid-19, Europa, Sanità

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No al green pass della vergogna!

Petizione contro il "green pass della vergogna" indirizzata ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari della Camera dei deputati.

Sì, firmo ora!
440 firme

No al green pass della vergogna

Ai Sigg. Presidenti dei Gruppi Parlamentari della Camera

Sig.ra/Sig. Presidente,

da oltre un anno e mezzo il popolo italiano subisce limitazioni radicali a diritti e libertà considerate fondamentali dalla Costituzione, dalla Cedu e dalla Dichiarazioni dei diritti fondamentali dell’uomo.

Se accettiamo che i principi fondamentali dello Stato di diritto possano essere sospesi oggi, in nome della gestione della pandemia, dobbiamo sapere che stiamo consegnando al futuro la possibilità di prendere direzioni diverse dalla democrazia in nome di qualsiasi altra minaccia che dovesse presentarsi, di origine umana o naturale

Il green pass colpisce una categoria di persone che esercita una libertà costituzionalmente garantita [non vaccinarsi], che viene penalizzata in quanto tale, per via di una propria qualità personale, di una propria condizione e di una libera scelta

Il “green pass” della vergogna viola:

  • l’articolo 1 della Convenzione ONU sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione,
  • gli articoli 2 e 3 della Costituzione italiana,
  • l’articolo 21 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE,
  • l’articolo 2 e 7 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo,
  • l’articolo 14 della Convenzione Europea sui Diritti Umani,
  • l’articolo 10 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea,
  • e, infine, la Risoluzione 2361 del Consiglio d’Europa approvata il 27/01/2021 che, al punto 7.3, vieta ogni forma di discriminazione per chi scelga di non vaccinarsi.

Le ragioni emergenziali non possono essere utilizzate come scudo per sospendere e annullare diritti considerati intangibili dai Padri Costituenti e dalla comunità internazionale

Pertanto, si chiede che l’emergenza sanitaria sia affrontata senza derogare di un passo dal percorso della civiltà del diritto.

**la tua firma**

Questa petizione è chiusa.

Data di scadenza: Sep 10, 2021

Firme raccolte: 440

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