Vacanze in Bosnia? Da organizzare con cura

Per la riuscita di una buona vacanza, si sa, è di fondamentale importanza la sua dettagliata organizzazione ( prenotazioni trasferimenti e albergo, dotarsi di mappe e itinerari, etc ).

Mai però avrei pensato, prima di partire per la mia prima visita in Bosnia ed Herzegovina, che avrei dovuto pure scaricare sullo smartphone l’applicazione “BH Mine Suspected Areas” !

« L’applicazione dispone di opzioni di monitoraggio e notifica per avvisare l’utente se si trova vicino a un campo minato » ( !! ) ed è stata realizzata con fondi dell’Unione Europea.

Funzionerà? Nonostante le oltre 5.000 installazioni, sul Google Play non c’è alcuna recensione. Un bene o un male? L’app è suggerita dal BH-MAC, il “Bosnia and Herzegovina Mine Action Centre” [1] [2].

Tuttavia, per tranquillizzare il viaggiatore chiarisco subito che se si resta all’interno delle città e dei percorsi turistici più battuti non vi sono pericoli reali.

Bosnia, un po’ di storia recente

La Bosnia ed Erzegovina purtroppo condivide assieme al Rwanda l’esperienza di aver vissuto una sanguinosa guerra civile tra le etnie che la compongono. In particolare, qui le etnie in conflitto furono tre:

  • i serbo-ortodossi,
  • i croato-cattolici,
  • e i bosnacchi, i bosniaco-musulmani.

Per sunteggiare, un amico ben informato ci spiega: gli ortodossi odiavano i mussulmani, e viceversa. I cattolici odiavano tutti, e furono quelli che si abbandonarono alle efferatezze peggiori.

Tra il 1992 e il 1995, ci informa l’enciclopedia Treccani, « le vittime del conflitto sono state stimate in quasi 100.000, di cui circa 40.000 civili » [3].

In quel periodo, i musulmani – nonostante la “protezione delle forze della Nazioni Unite” ( tra virgolette perchè dell’attività poco edificante in loco dei “caschi blu” olandesi ci sarebbe da scrivere tanto ) – furono persino rinchiusi – secondo almeno la propaganda occidentale – in “campi di concentramento” di nazista memoria per poi esservi sterminati ( Srebrenica è il caso più eclatante ).

Come entrare in Bosnia e Erzegovina

Sul sito del BH-MAC sono giunto tramite quello di “Viaggiare Sicuri” [4], sito web dell’Unità di crisi del Ministero degli Affari Esteri italiano. Un altro must della mia normale programmazione di un viaggio.

Su “Viaggiare Sicuri” apprendo, altresì, che per entrare in Bosnia è sufficiente la carta d’identità, anche cartacea, purché valida per l’espatrio e con scadenza almeno successiva di 90 giorni a quella del soggiorno. E’ altresì segnalato che, per evitare problemi doganali, è bene entrare col biglietto aereo di ritorno già prenotato.

Più dettagli sulle modalità d’ingresso si ottengono dal sito della Polizia Doganale bosniaca [5]. Nelle immancabili FAQ s’apprende soprattutto che esiste un “importo minimo di fondi necessari per sostenere uno straniero durante il soggiorno previsto in BiH” e che tale importo è “fissato in un importo minimo di 150 KM ( l’equivalente in valuta estera ) per ogni giorno del soggiorno previsto” ( al cambio di oggi circa 76 euro al giorno ).

Occorre fare attenzione pure all’importazione di farmaci : “è possibile effettuare il trasferimento oltre confine solo con il possesso dei prescritti permessi o nella misura prescritta“, in sostanza è meglio accompagnarle con la prescrizione medica ed esibirla all’ingresso [5]. La normativa sull’ingresso dei cittadini stranieri, ancora, prescrive il “possesso di una prova dell’alloggio pagato o del viaggio organizzato” [5].

Infine, la Bosnia e Erzegovina richiede per l’ingresso la prova di vaccinazione, guarigione o di tampone, anche rapido, anti Covid 19 [6].

AGGIORNAMENTO:

11 giugno 2022 – Fatta la prima esperienza diretta di viaggio in Bosnia ed Herzegovina, e rilevati i recenti aggiornamenti alle norme di prevenzione Covid 19 emanati tanto dallo Stato italiano che dalla Federazione bosniaca, si rende necessario precisare quanto segue:

  • All’ingresso in Bosnia, all’aeroporto di Banja Luka, la polizia doganale ha solo richiesto il documento d’identità valido e la documentazione sanitaria Covid che ha esaminato con particolare attenzione ( essendo in italiano e inglese e non in serbo ). Non c’è stata alcuna richiesta di documenti o attestazioni e nessun modulo da compilare in merito al denaro posseduto, ai farmaci trasportati, alla presenza di prenotazioni alberghiere o di biglietto di uscita dal Paese. Benché, in teoria, la legge del paese, come spiegato, lo preveda.
  • Oggi, infine, non è richiesta neanche più alcuna certificazione di prevenzione Covid-19, né in entrata in Bosnia e né di ritorno in Italia.
  • L’APP sui “campi minati” si è rilevata utile e funzionante; tuttavia, non risultano pericoli nei pressi di luoghi d’interesse turistico ( l’app, attivato il GPS, ci segnalava, nel peggiore di casi, una distanza di 4-5 chilometri).

Fonti e Note:

[1] BH-MAC, 10 febbraio 2022, “During 2022, 2,8 km2 of mine suspected areas are planned to be demined, in the area of ​​Posavina County”.

Il sito web del BH-MAC ci informa che, entro il 2022, le forze armate della “Bosnia e Herzegovina” dovrebbero completare i progetti di sminamento di aree quali, tra le altre, quelle di Banja Luka, Novi Grad, e Dubica.

[2] BH-MAC, “Current mine situation/plan/report.

Dal 1996, epoca dell’inizio dello sminamento della Bosnia, « 1.767 persone sono rimaste ferite, di cui 618 in maniera mortale dall’esplosione di mine anticarro o di bombe a grappolo inesplose. Tra i morti, anche 53 sminatori », ci informa ancora il sito web del BH-MAC.

[3] Treccani,Bosnia-Erzegovina: la guerra civile (1992-95)”.

[4] Viaggiare Sicuri, “Bosnia e Erzegovina”.

In merito alle informazioni sulla “Sicurezza” del Paese, “Viaggiare Sicuri” così avvisa:

« La presenza accertata di mine inesplose sparse sul territorio della Bosnia Erzegovina rappresenta un pericolo costante che richiede vigilanza. Secondo le informazioni fornite dalle varie agenzie impegnate nel delicato compito di rimozione degli ordigni, si calcola che solo il 60% dei campi minati sia documentato sulle mappe ufficiali. Gli smottamenti dovuti alle alluvioni del 2014 hanno inoltre causato in alcune aree lo spostamento di mine gia’ mappate e dell’apposita segnaletica. Si raccomanda pertanto ai visitatori di prestare costantemente la massima attenzione nei trasferimenti fuori dai centri abitati, in particolare qualora si decida di praticare attività outdoor, evitando di inoltrarsi in aree non conosciute, poco frequentate e non asfaltate ».

[5] Granična policija BiH, “Najčešće postavljena pitanja”.

In merito ai farmaci: “La legge sulla prevenzione e la repressione dell’abuso di stupefacenti prescrive […] che le persone che attraversano il confine di stato della Bosnia ed Erzegovina possono possedere un farmaco contenente una sostanza psicotropa sulla base della documentazione medica nella quantità necessaria per uso personale per un massimo di sette giorni. La persona è obbligata a denunciare la documentazione medica presentata al servizio doganale quando attraversa il confine di stato “.

[6] Granična policija BiH, “Uslovi ulaska u Bosnu i Hercegovinu”.

Natale-Salvo-BN

Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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