ONU, il discorso del ministro del Burkina Faso che ricorda Che Guevara

Un discorso, quello pronunciato dal ministro del Burkina Faso Bassolma Bazie, che entrerebbe di diritto negli annali della retorica e sicuramente non in quelli dell’ipocrisia.

Ma solo se lo si conoscesse. E i giornali e le tivù dell’Impero d’Occidente si sono guardati a riportarlo, naturalmente. Eppure lo ha pronunciato durante il dibattito generale della 78a sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite lo scorso 24 settembre 2023.

Dobbiamo quindi la sua diffusione integrale tradotta ad un blog del PCI, il Partito Comunista Italiano [1]. Qui ne riportiamo alcuni passi, quelli, salienti a nostro avviso. Il suo discorso integrale in francese è comunque ascoltabile sui social.

Bassolma Bazie ha intanto affermato come siano « le menzogne di Stato, l’ipocrisia diplomatica, la bulimia del potere, la ricerca sfrenata del guadagno, lo spirito demoniaco di dominio e di sfruttamento dell’uomo da parte dell’uomo sono i veri flagelli che stanno corrodendo il nostro modo di vivere insieme e che stanno portando la società nel suo complesso alla rovina ».

Ha affermato anche come, nel mondo, « le disuguaglianze nel mondo sono intenzionali ».

Il ministro burkinabée ha quindi contestato ai presenti come, all’ONU, « ogni anno i discorsi piovono tanto quanto le promesse e gli impegni ». Ma i fatti … languono.

Consiglio Sicurezza ONU: il Burkina Faso chiede un membro permanente per l’Africa

Ha sollecitato i presenti affinché « l’ONU non sia mai uno strumento nelle mani di nessun Paese » ( senza citare il nome del paese, o dei paesi, che oggi di fatto guidano l’ONU ). Ha poi posto una precisa richiesta all’Assemblea: « perché l’intero continente africano, che conta 1,3 miliardi di abitanti, il che lo rende il secondo continente più popoloso, 30.415.873 km2 e 54 Stati, non ha un seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza con diritto di veto? Non è forse questo più che un crimine di Stato, un crimine delle Nazioni Unite? ».

In particolare, senza alcun pelo sulla lingua, ha accusato le Nazioni Unite, con la risoluzione 19-70, di aver messo « in ginocchio la Libia, saccheggiandola e uccidendo il suo leader » e d’essere quindi responsabile della « catastrofe umana » esistente in quel paese.

Poi ha accusato apertamente gli Stati Uniti e l’Unione Europea: sono loro « la causa del conflitto tra Russia e Ucraina, mantenuto e voluto da alcune altre potenze [con] ogni tipo di sostegno, soprattutto militare », ha dichiarato.

Ancora, ha accusato le Nazioni Unite, con una « sordida manovra, che si basa su pratiche medievali », di aver impedito l’accesso all’Assemblea « ai leader che rappresentano il fraterno popolo del Niger » [ per le sanzioni internazionali contro quel paese a causa del recente colpo di stato, NdR ] .

Ha accusato l’Unione Africana di non rappresentare gli interessi del continente: « certamente l’Occidente ha violentato, violato e derubato l’Africa – ha dichiarato Bassolma Bazie all’Assemblea dell’ONU –, ma qual è la nostra parte di responsabilità come leader africani? Non siamo noi, leader africani, quelli che si arrendono a essere calpestati? ».

Bassolma Bazie: Chi addestra e arma i terroristi nel Sahel?

« Il Mali, il Niger e il Burkina Faso stanno affrontando una guerra imposta loro dall’imperialismo con la copertura di terroristi di ogni tipo (AQIM, DAESH, JNIM, ecc.) che seminano terrore e desolazione », ha ricordato quindi il ministro burkinabée.

Ha pure denunciato come « nel Sahel abbiamo quasi diecimila soldati di eserciti stranieri, soprattutto francesi ma anche americani, tedeschi, italiani, ecc. con armi, mezzi di volo e di sorveglianza tra i più sofisticati al mondo, eppure nessuno vede colonne di centinaia di terroristi che si muovono per causare desolazione e morte, spesso con armi inimmaginabili ».

In proposito, Bassolma Bazie, ha retoricamente aggiunto una domanda: « in Mali, Niger e Burkina Faso non ci sono fabbriche di armi o munizioni. Allora chi recluta questi terroristi? Chi li addestra? Chi fornisce loro forniture permanenti? Chi li nutre e con quali risorse? ».

All’ONU, il ministro del Burkina Faso attacca il neocolonialismo della Francia

Ha quindi apertamente denunciato la volontà neocoloniale dell’Impero d’Occidente e, in particolare, della Francia: « Credete in questa filantropia in nome della quale gli occidentali mandano i loro soldati nel Sahel a morire per il bene delle popolazioni del Sahel? Se sì, cosa giustifica l’irritazione e la postura diplomatica non appena si dice alla Francia di togliersi di mezzo militarmente? Il vero motivo sono le risorse del sottosuolo del Sahel! Fino ad oggi, quest’area non ha eguali al mondo in termini di ricchezza del sottosuolo. Oltre che petrolio, abbiamo uranio, oro, cobalto, zinco, diamanti, litio, rame e così via ».

Ha risposto piccato alla « infelice uscita del presidente francese Emmanuel Macron, [che] aveva attaccato, come tanti altri suoi colleghi politici, la maternità africana » spiegando, dati alla mano, che in rapporto alla superficie la densità di maggiore in Europa è ben maggiore dell’Africa.

Sempre contro Macron, ha contestato « la decisione di bandire dalla Francia gli artisti del Burkina Faso, del Mali e del Niger [sostenendo che ciò] è un grave fraintendimento dell’importanza della cultura come motore dell’equilibrio familiare, comunitario e persino nazionale ».

Sempre rivolto soprattutto al presidente della Francia ha affermato che il suo paese non pagherà il debito coloniale « lasciando che il nostro popolo muoia di fame, sete e malattie ». E avvisato che esiste « la questione della moneta, cioè il franco CFA (Franc des Colonies Françaises d’Afrique), [che] non è una proprietà africana » e che dovrà essere risolta.

Il colpo di stato? Conseguenza dei mandati multipli, secondo Bassolma Bazie

Ha infine concluso anche con parole parzialmente autocritiche rispetto al proprio paese: « nessuno plaude a un colpo di Stato », ha detto infatti. Poi però proseguendo: « ma se ignoriamo il fatto che questi colpi di Stato sono spesso la conseguenza di un cattivo governo e di manipolazioni costituzionali per ottenere ulteriori mandati, ci saranno sempre colpi di Stato ».

Con le proprie ultime parole di commiato dall’Assemblea, Bassolma Bazie, ha voluto ricordare Ernesto Che Guevara: « Patria o morte, vinceremo! ».

Fonti e Note:

[1] L’Unità dei Lavoratori, 3 ottobre 2023, Trad. PierPaolo Capovilla, “Discorso all’ONU del rappresentante del Burkina Faso”.

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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