1.000 morti in Italia per l’HAV, il virus dell’epatite A

coronavirus

Di epatite A sono morte 992 persone nel 2019, in Italia. Ne erano decedute 1.205 nel 2015.

Ma la prevenzione è una perfetta sconosciuta.

Come si contrae il virus dell’epatite A

L’epatite A è un virus (HAV) che colpisce il fegato, infiammandolo e facendolo ingrossare, e si contrae col contatto diretto con altri soggetti infetti o consumando cibi e bevande contaminate.

Indubbiamente è una patologia che spesso si evolve, nel 90%, spontaneamente in maniera benigna e che si previene con la “sempliceigiene delle mani, con la cottura degli alimenti ed evitando assolutamente i rapporti sessuali oro-anali.

In Italia non abbiamo i dati sui “casi” di contagio.

Studiando i dati americani, possiamo rilevare che i morti rappresentano la punta dell’iceberg: negli Stati Uniti si stimavano nel 2019 circa 37.700 “casi” con 225 decessi [vedi tabelle nelle note, 5]. Considerati i decessi italiani, è immaginabile nel nostro Paese un numero di circa 165.000 “portatori sani” di epatite A.

« In Italia la malattia è endemica soprattutto nelle Regioni meridionali, dove più diffusa è la pratica di consumare frutti di mare crudi » [1] ( ma si può contrarre pure con il consumo di ghiaccio, di sushi, frutta non sbucciata, frutti di bosco surgelati o verdure non lavate ).

L’epatite A si può prevenire pure con un vaccino.

La vaccinazione assicura una copertura vera dal virus per circa 20 anni [2].

Epatite A: chi è a maggior rischio d’ammalarsi a causa del virus?

Alcune categorie professionali sono più a rischio di contatto col virus e, per queste, il Ministero della Sanità fa espressa raccomandazione [3] di fruire della vaccinazione gratuita.

Tra queste il Ministero inserisce:

  • gli operatori sanitari,
  • il personale di laboratorio,
  • gli operatori scolastici,
  • i lavoratori a contatto con gli animali,
  • gli addetti alla raccolta ed allo smaltimento dei rifiuti.

Non è comprensibile perchè questo vaccino non sia reso obbligatorio per queste categorie di lavoratori a rischio ( per sé e anche per i propri colleghi, familiari e “clienti” ).

Intanto la diffusione del virus dell’epatite A è in crescita.

Il dottor Raniero Guerra, direttore generale della direzione prevenzione del Ministero della Salute, nel 2017, in una nota [4] indirizzata tra gli agli assessorati sanitari alla sanità, sosteneva che « sarebbe opportuno che si avviasse una adeguata campagna di informazione sulle misure precauzionali ».

Inoltre proponeva la vaccinazione di « persone con comportamenti a rischio » ( omosessuali, tossicodipendenti, viaggiatori ).

Se in Italia continuano a morire di epatite A ancora mille persone all’anno, evidentemente nessuno ha dato ascolto alla politica di informazione e prevenzione suggerita dal dottor Raniero Guerra.

La nostre salute non vale uno spot, se Big Pharma non vuole.

Fonti e Note:

[1] Ministero della Salute, “Malattie Infettive – Epatite A”.

[2] CDC, 28 luglio 2020, “Hepatitis A Questions and Answers for Health Professionals”.

[3] Ministero della Salute,Vaccinazioni -Persone a rischio per esposizione professionale”.

[4] Ministero della Salute, circolare 23039 del 26 luglio 2017, “Aggiornamento delle raccomandazioni di prevenzione e immunoprofilassi in relazione alla epidemia di Epatite A”.

[5] CDC,Viral Hepatitis”.

Natale-Salvo-BN

Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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