100 morti post-vaccino: per l’AIFA solo coincidenze

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Sono esattamente 100 in Italia, al momento [1], i decessi di soggetti che si erano appena sottoposti alla vaccinazione.

Lo dichiara l’AIFA, l’agenzia governativa del farmaco.

Il 53,9% dei decessi post-vaccino riguarda soggetti di sesso femminile.

Per quanto riguarda l’età, invece, il 20% dei soggetti deceduti dopo una vaccinazione anti-covid, aveva meno di 75 anni. Per gli eventi avversi fatali, ovvero che han avuto come seguito un decesso, il loro tasso di segnalazione, comunque, è di 1,1 casi ogni 100.000 dosi somministrate.

La tabella mostra come il vaccino Pfizer (Comirnaty) è il 50% più rischioso che l’AstraZeneca. Se risulta curioso il caso del 104enne deceduto subito dopo la vaccinazione, appare più preoccupante quella di un soggetto 32enne.

Da notare, tuttavia, che, per gli scienziati dell’AIFA, « il nesso di causalità risulta correlabile in 1 sola segnalazione, relativa ad un uomo di 79 anni, con storia clinica di ipertensione arteriosa, pregresso intervento per triplice by-pass aortocoronarico e impianto di pacemaker […]. Il medicinale ha provocato una iperpiressia resistente agli antipiretici che ha scompensato il paziente, causandone il decesso a distanza di tre giorni dalla prima dose di vaccino a mRNA ».

Si tratta, a parere di chi scrive, di una valutazione tecnica che appare poco legata all’evidenza dei fatti.

Benefici per tanti, costi (in vite umane) per pochi: OK, il prezzo è giusto?

Scrive infatti l’Agenzia italiana del farmaco nel suo rapporto: « il tempo intercorrente tra la somministrazione del vaccino e il decesso varia da due ore fino ad un massimo di 28 giorni, con una media di 4 giorni (mediana un giorno). In 74 casi il decesso è avvenuto dopo la prima dose ».

Non ammettere un nesso causale quando un decesso avviene due ore dopo la vaccinazione, o comunque nelle 48 ore successive, appare illogico.

L’AIFA tuttavia ammette che: « in base ai dati disponibili, è possibile che alcuni eventi attesi per i vaccini possano avere conseguenze clinicamente rilevanti in alcuni soggetti anziani fragili, specialmente se si presentano con particolare intensità (p. es. iperpiressia), a fronte di un beneficio indubbio della vaccinazione in quella fascia della popolazione ».

In poche parole, per i “soggetti fragili”, il vaccino anti-Covid è pericoloso ma utile. Per usare i termini in voga, i benefici ( la riapertura delle attività economiche ) superano i costi ( qualche centinaio di morti ).

L’AIFA ammette: diversa risposta immunitaria tra i due sessi

Andando oltre i soli casi fatali, raggiungono i 46.237 casi, nel complesso, le segnalazioni di casi avversi ( 510 ogni 100.000 dosi ), con netta predominanza di soggetti femminili ( tasso di segnalazione è di 645/100.000 dosi somministrate nel sesso femminile e di 299/100.000 dosi somministrate nel sesso maschile ).

Per l’AIFA, l’agenzia italiana del farmaco che cura il rapporto periodico, tra l’altro, dipenderebbe chiaramente anche da una « diversa frequenza di alcune reazioni avverse fra i due sessi ».

I tassi di segnalazione degli eventi gravi dei singoli vaccini sono 33 (Comirnaty/Pfizer), 22 (Moderna), 50 (Vaxzevria/Astrazeneca) ogni 100.000 dosi somministrate.

Scrive, in proposito, l’AIFA, che « secondo alcuni studi, infatti, la diversa risposta immunitaria nelle donne sembra incidere sulla frequenza e sulla gravità delle reazioni avverse alla vaccinazione ».

Col vaccino anti-Covid, anche casi di shock anafililattico e di Herpes

La notizia buona – prosegue il rapporto dell’AIFA – è che, comunque, « non sono segnalati decessi a seguito di shock anafilattico o reazioni allergiche importanti, mentre sono riportati spesso eventi cardiovascolari in pazienti con storia clinica di patologie pregresse o fattori di rischio cardiovascolari ».

Vero è che sono stati segnalati 410 casi di shock anafilattico, ammette l’AIFA, ma, aggiunge, per una Commissione medica all’uopo designata, solo un’ottantina erano da correlare alla vaccinazione.

Le segnalazioni di shock anafilattico o reazioni allergiche importanti, riguardano, nell’80% dei casi, eventi accaduti entro l’ora successiva alla somministrazione del vaccino ed hanno provocato una ipotensione ( 25% dei casi ) curata con una somministrazione di adrenalina.

Anche qui, il 90% degli eventi riguardava donne la cui età mediana era 47 anni.

Interessante sapere, quindi, che anche in Italia – lo sapevamo dai dati francesi, già – che la vaccinazione potrebbe avere la conseguenza di una riattivazione di altri virus presenti in maniera nel nostro corpo.

Sui motivi della riattivazione si brancola nel buio scientifico: « E’ difficile valutare l’impatto di condizioni quali lo stress da vaccinazione, lo stress strettamente connesso alla condizione pandemica o ad altri fattori », ammettono gli scienziati.

In particolare, spiega l’AIFA, « le infezioni latenti sono causate da virus che restano nella cellula ospite senza causare la patologia e possono permanere in tale stato per molto tempo, a volte anche per anni, finché uno stimolo a carico del sistema immunitario non ne determina la riattivazione ».

« Il virus dell’Herpes simplex è quello più frequentemente coinvolto in queste segnalazioni (n=179; 66,3 %), seguito da Herpes Zoster (n=90; 33%) », precisa l’AIFA. « Nella maggior parte di questi casi, l’evento è insorto dopo 1-4 giorni dalla somministrazione del vaccino ».

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Su quasi trecento casi di herpes segnalati dopo la vaccinazione, il 77,2% ha colpito le donne.

Naturalmente, anche per questo evento avverso, secondo l’AIFA non è dimostrato il nesso di casualità. Si tratta solo di sfortunata coincidenza.

Fonti e Note:

[1] AIFA, terzo Rapporto sulla Sorveglianza dei vaccini COVID-19( aggiornamento al 26 marzo 2021; pubblicato il 15 aprile 2021 ), PDF.

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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