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Ti trovi qui: Home / INTERNO / Italia / Il premier Conte #negazionista dello Stato di Diritto

Il premier Conte #negazionista dello Stato di Diritto

18 Ottobre 2020 by Natale Salvo 1 commento

Giuseppe Conte diretta Facebook

Il Diritto alla Vita, e quindi anche alla Salute, è l’unico Diritto Umano inalienabile ? Tutti gli altri sono comunque recessivi rispetto a questo ?

Così sembra sostenere un recente decreto del TAR Campania che ha esaminato l’ordinanza del presidente De Luca in merito alla chiusura delle scuole al fine di contenere la diffusione dell’epidemia da Covid-19.

Fino a ieri, politici di sinistra, organismi pubblici e privati per la tutela dei diritti umani, agenzia di stampa che sostengono pur vagamente possederli nel proprio DNA hanno sempre dato per scontata la risposta : il Diritto alla Salute innanzi tutto.

Quindi, a loro, sono apparse di secondaria importanza le restrizioni, quando non le privazioni, di altri fondamentali Diritti Umani ( quelli alla circolazione, alla riunione, alla libera opinione, al culto, all’istruzione, alla difesa giudiziaria, all’attività economica ) decretati dai vari DPCM e dai vari Decreti Legge del loro partigiano governo di sinistra ( Conte II ).

Coloro che, altrimenti, han sostenuto la pari dignità dei Diritti Umani sono stati pubblicamente additati e squalificati a suon di #negazionisti, #complottisti e, perfino, #terrapiattisti o #fascisti (!!).

Fortunatamente, oggi, sembra quantomeno aprirsi un dibattito tra giuristi su questo tema.

Giuristi in fermento : come ribellarsi alle violazioni dei Diritti Umani

Abbiamo qui dato conto di un ricorso al Segretario Generale del Consiglio d’Europa presentato dall’Osservatorio permanente sulla Legalità Costituzionale, istituitosi presso il Comitato Rodotà.

Abbiamo altresì riportato sia le analisi del ricercatore universitario Niall Coghlan quanto le dotte riflessioni di tre giuristi nel corso di un webinar organizzato da IusInItinere.

In tale ultimo ambito, si è pure segnalata la possibilità di un’istanza alla Commissaria europea ai Diritti Umani al fine di reclamare un suo intervento rispetto ai Diritti Umani violati dai DPCM del presidente del consiglio italiano Giuseppe Conte.

I Diritti Umani secondo la Dichiarazione Universale dell’ONU

In proposito, vorremmo riportare quanto scrive la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo approvata dall’ONU nel 1948.

Quest’atto fondamentale, sin dalle premesse denuncia come « il disconoscimento e il disprezzo dei diritti umani hanno portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell’umanità » e, ancora, « è indispensabile che i diritti umani siano protetti da norme giuridiche, se si vuole evitare che l’uomo sia costretto a ricorrere, come ultima istanza, alla ribellione contro la tirannia e l’oppressione ».

L’articolo 2 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo è piuttosto rigido : « ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione ». Tuttavia il penultimo articolo, il 29, detta una limitazione : quella del « rispetto dei diritti e delle libertà degli altri e per soddisfare le giuste esigenze della morale, dell’ordine pubblico e del benessere generale in una società democratica ».

Da leggere:  Prepariamoci ad organizzare il nostro #buynothingday !

Appare certamente indubbio che articoli quali l’8 (ricorso a Tribunali), 9 (arbitrarie detenzioni), 12 (interferenze arbitrarie nella vita privata), 13 (libertà di movimento e di lasciare qualsiasi paese), 18 e 19 (libertà di religione e di opinione e espressione), 20 (libertà di riunione), 23 (diritto al lavoro), 26 (diritto all’istruzione), 27 (prendere parte alla vita culturale) sono stati pesantemente sono stati ristretti o negati durante il #lockdown e non solo.

Alcune limitazioni ai Diritti Umani consentite dalla nostra Costituzione

La stessa nostra Costituzione prevede « motivi di sanità o di sicurezza » per limitare il diritto alla movimento (all’articolo 16), oppure « comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica » per vietare riunioni in luogo pubblico (all’articolo 17), o, ancora « leggi che regolano » il diritto allo sciopero (all’articolo 40), e, infine, prescrivere che la libera attività economica non debba « recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana » (all’articolo 41).

Non sembra che tali limitazioni riescano a coprire tutti i Diritti Umani disconosciuti da premier Conte. Per diversi, quelli riferibili agli articoli 8, 9, 12, 19 e 26 ( per quest’ultimo ove la “didattica a distanza” non sia stata possibile attivare ), non sembrano esistere limitazioni ammesse.

La mancata comunicazione delle deroghe viola lo Stato di Diritto

Come spiegano i ricorrenti dell’Osservatorio permanente sulla Legalità Costituzionale, l’Italia avrebbe dovuto attivare una procedura ex art. 15 CEDU presso il Segretario Generale del Consiglio d’Europa, come han fatto una decina di paesi europei, per indicare e motivare i Diritti Umani cui voleva derogare.

Il governo Conte non l’ha fatto rendendosi quindi colpevole di violazioni ingiustificate.

Nei fatti questo indica la sospensione dello Stato di Diritto ovvero « atti di barbarie che offendono la coscienza dell’umanità ».

E sarebbero #negazionisti coloro che si ribellano a queste violazioni?

Così in basso sono giunte la politica nazionale di sinistra, le ONG, la stampa dei diritti umani per negare, loro, l’evidenza?

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Commenti

  1. Giuseppe dice

    18 Ottobre 2020 alle 12:05 PM

    Troppa benevolenza da parte della Magistratura nei confronti del premier: io lo penso.

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