ISS: Solo 19 decessi under 40 senza patologie pregresse

Pazienti deceduti SARS-CoV-2 positivi”. E’ la nuova definizione presente nell’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità che “taglia la testa al toro” sull’annosa questione dei morti “con covid” e morti “per covid”.

In sostanza, tradotto dal linguaggio tecnico, vuol dire morti “con covid”.

Il nuovo report descrive le caratteristiche di 63.573 pazienti deceduti.

Al fine di provare ad alleviare le paure dei molti italiani, occorrerebbe dare il giusto valore all’evidenza che « il numero medio di patologie osservate [ nei deceduti “covid-positivi” ] è di 3,6 » e che, al contrario, solo lo « 3,1% del campione presentavano 0 patologie » [2].

Tra le patologie rilevate, al solito, evidenzio soprattutto le seguenti: ipertensione arteriosa (66% dei casi di decesso con covid), diabete mellito tipo 2 ( 29,2%), cardiopatia ischemica (27,9%), fibrillazione atriale (24,2%), obesità (10,5%).

Da evidenziare, altresì, che il 9,4% dei soggetti poi deceduti non si trovava ricoverato in ospedale per curarsi l’infezione da Covid-19 bensì per sopravvenuti infarti o ictus, per curare un tumore, o dei problemi gastrointestinali.

L’età mediana della mortalità da Covid coincide con la speranza di vita media

Allo stesso fine, altrettanto interessante risulta la precisazione che « le donne decedute dopo aver contratto infezione da SARS-CoV-2 hanno un’età più alta rispetto agli uomini (età mediane: donne 85 – uomini 80) ».

In proposito, giova ricordare che, secondo l’ISTAT, in Italia, « la vita media degli uomini è di 80,8 anni, quella delle donne di 85,2 » [3]. Benché sappiamo che i valori di mediana e media non coincidono, potremmo azzardare che si trattava di persone che erano giunge, pressappoco, già a “fine vita”.

Un’affermazione dura, comprendo, ma sincera ed onesta.

A controprova, il rapporto precisa : « al 16 dicembre 2020 sono 737, dei 63.573 (1,2%), i pazienti deceduti SARS-CoV-2 positivi di età inferiore ai 50 anni. In particolare, 190 di questi avevano meno di 40 anni ». Di questi 190 soggetti, SOLO « 19 non avevano diagnosticate patologie di rilievo ».

Si conferma quindi quel che appariva evidente sin dall’inizio : i soggetti a rischio Covid-19 sono gli anziani, gli ultraottantenni per essere più precisi, che contemporaneamente soffrono di parecchie patologie.

Nessuno vuole, o peggio auspica, che gli anziani muoiano. E’ un dato di fatto.

Il virus Covid-19 s’è ormai diffuso nel Paese, ma l’allarmismo di più

Infine, i decessi sono sempre concentrati quantitativamente sempre in Lombardia, 24.070 ( il 37,9% ).

Tuttavia, se si considerano solo i decessi da ottobre al 16 dicembre, dopo la Lombardia ( prima con 7.104 decessi, mortalità nel periodo 0,07% ), Veneto ( 2.884, mortalità 0,05% ) e Emilia Romagna ( 2.232, sempre 0,05% ), si rileva una diffusione della mortalità “con Covid” anche dove era prima quasi assente.

I dati sono chiari : in Campania i decessi del periodo della “seconda ondata” sono 2.102 ( mortalità, nel periodo, rispetto ai residenti 0,03% ), Lazio ( 2.099, 0,03% ), Toscana ( 1.764, 0,04% ), Sicilia ( 1.654, 0,03% ), Puglia ( 1.460, 0,03% ), Piemonte ( 1.326, 0,03% ), Liguria ( 974, 0,06% ), Trentino-Alto Adige ( 769, 0,07% ), Friuli ( 632, 0,05% ), Abruzzo ( 594, 0,04% ), Umbria ( 446, 0,05% ), Molise ( 146, 0,04% ),

Se il virus è “sbocciato” in Lombardiaa causa maggiore mobilità nell’area ed agevolato dal maggiore inquinamento atmosferico ( lo sapremo mai? ) si è oramai diffuso in tutto il Paese in maniera più o meno omogenea. Un caso a parte la Valle d’Aosta ( 216 decessi ma 0,16% di mortalità in funzione del basso numero di abitanti residenti ).

Solo Sardegna ( 361 decessi, 0,02% della popolazione ), Basilicata ( 143, 0,02% ), Marche ( 223, 0,01% ), e Calabria ( 225, 0,01% ) sembrano essere in condizioni migliori delle altre rispetto alla diffusione dell’infezione.

In ogni caso, si tratta di numeri e percentuali irrisori specie se confrontati con l’irrazionale paura diffusa tra la gente ( secondo un sondaggio ISS, il 39% degli italiani ha paura di ammalarsi di Covid ed il 32% lo teme in forma “critica” ) [4].

Il report rivela, infine, un’altra interessane precisazione quando spiega come il tasso di letalità spesso sbandierato sui mass media per terrorizzare le persone sia poco attendibile ( « distorto », scrive l’ISS ), « in funzione di diverse strategie di accesso al test adottate » nella varie regioni.

Serve analizzare dati ed individuare politiche di prevenzione per futuro

Si tratta di informazioni che meriterebbero un’attenzione particolare al fine di individuare future politiche di prevenzione.

Sul lungo periodo, è evidente che una regolazione della produzione e commercializzazione di alimenti poco salutari o la pubblicizzazione delle RSA e la loro riorganizzazione in “servizi a domicilio”, il prevedere limitate capienze per metro quadro in mezzi e locali aperti al pubblico al chiuso, potrebbero garantire un allungamento della durata e della qualità della vita.

L’alternativa è quella di vivere per sempre con la confezione di farmaci e/o vaccini a portata di mano.

Fonti e Note:

Credits: Photo by Isaac Quesada on Unsplash ( dettaglio )

[1] Istituto Superiore di Sanità, Epicentro.

>> SCARICA QUI IL PDF: “ Caratteristiche dei pazienti deceduti positivi all’infezione da SARS-CoV-2 in Italia ”, 16 dicembre 2020.

[2] Va precisato che gli Ospedali hanno inviato all’ISS solo 5.962 cartele cliniche dei deceduti e quindi la statistica si basa su questi dati e non sul complesso dei deceduti, la cui storia clinica non è stata possibile analizzare. Un fattore gravissimo nell’epoca della digitalizzazione.

[3] Sky TG24, 20 giugno 2019, “Istat, in Italia record ultracentenari. Donne più longeve, uomini con miglior salute

[4] FronteAmpio, 24 dicembre 2020, “Paura del Covid: 67% italiani disposto al vaccino

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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