L’ONU: E’ crisi economica globale, ora serve il Reddito di Base

E’ chiaro a tutti che le misure decretate da diversi governi per contenere la diffusione dell’epidemia da Covid-19 hanno avuto pesanti conseguenze sull’economia. In particolare, sono stati i lavoratori dipendenti ed i titolari di piccole attività commerciali a pagare il prezzo più pesante.

Esperti in tutto il mondo hanno evidenziato tale situazione.

Le varie agenzie delle Nazioni Unite (ONU) hanno analizzato i rischi per i vari soggetti e le possibili soluzioni.

Il Turismo calerà del 60% nel 2020

L’Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT), ad esempio, stima che «la crisi potrebbe portare a un calo del 60-80% nel 2020 rispetto ai dati del 2019».

«Ciò mette a rischio milioni di famiglie il cui sostentamento dipende dal turismo : da 100 a 120 milioni di posti di lavoro diretti nel turismo sarebbero a rischio nel mondo», ha dichiarato Zurab Pololikashvili, segretario generale dell’OIT.

«La maggior parte dei lavoratori informali non ha altri mezzi di sostentamento, si trova di fronte a un dilemma quasi insolubile: morire di fame o di virus», aggiunge un portavoce del OIL, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro.

Le misure di contenimento aumenteranno la povertà e la vulnerabilità dei due miliardi di lavoratori dell’economia informale in tutto il mondo.

La maggior parte di loro lavora nei settori più colpiti o nelle piccole imprese più vulnerabili agli shock. Secondo il rapporto dell’OIL, le donne sono particolarmente colpite nei settori ad alto rischio.

Oltre il 75% del totale dell’occupazione informale si trova in imprese che impiegano meno di dieci persone, compreso il 45% dei lavoratori autonomi senza dipendenti.

Facile passare da disoccupazione alla schiavitù o all’economia illegale

Più in generale, «la chiusura di imprese collegate a causa di misure di contenimento ha portato ad un aumento della disoccupazione nella maggior parte del mondo», ha aggiunto Tomoya Obokata, Relatore speciale ONU sulle forme contemporanee di schiavitù.

«Questo – ha poi aggiunto – ha spinto molti lavoratori precedentemente vulnerabili in situazioni ancora più precarie o addirittura in economie illegali», ha detto l’esperto indipendente dell’ONU il giapponese.

In sostanza, il rischio ben presente è che uomini, donne e bambini, in molti Paesi, accettino vere e proprie forme di schiavitù pur di sopravvivere.

Ancora, «la maggiore integrazione delle economie mondiali pone nuove sfide. Per esempio, il Bangladesh ha avuto pochissimi casi di Covid-19 qualche mese fa, ma più di un milione di persone nel settore dell’abbigliamento sono state licenziate. Quando la produzione cinese si è fermata all’inizio della pandemia, la catena di fornitura si è interrotta e non è stato più possibile spedire parti essenziali come bottoni e cerniere, con la conseguente chiusura delle fabbriche in Bangladesh».

Bene, anzi male, malissimo.

Ma cosa si può fare ? Che provvedimenti dovrebbero adotatre i governi dei vari Paesi ?

L’ONU: Serve il reddito di base universale per vincere la povertà

Un funzionario del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP) ha invitato i paesi a fornire ai cittadini un reddito di base universale per aiutare i milioni di persone che hanno perso il lavoro a causa delle misure di lotta contro il virus.

Kanni Wignaraja, che dirige l’ufficio Asia-Pacifico dell’UNDP, ha spiegato perché l’idea di un reddito di base universale (dove i governi danno un minimo di denaro a tutti i cittadini in base allo status di occupazione o al reddito) sta cominciando a guadagnare terreno.

«Senza i mezzi per mantenersi, le persone hanno molte più probabilità di soccombere alla fame o ad altre malattie molto prima che Covid-19 le raggiunga».

«Milioni e milioni di persone sono ora disoccupati. Un’enorme percentuale di persone lavora nel settore informale, senza contratti, assicurazioni o altre forme di sicurezza del lavoro. A questo si aggiungono gli sfollati, i rifugiati e le persone senza documenti che non hanno mai fatto parte di un sistema formale», spiega Kanni Wignaraja.

Per questo motivo l’UNDP ritiene che sia così essenziale avere una conversazione sul reddito di base universale e farne una parte centrale dei pacchetti di stimolo fiscale che i paesi stanno considerando.

Come finanziare il Reddito di Base Universale, però?

Kanni Wignaraja ha le idee chiare.

«Le “termiti fiscali” – spiega – divorano il gettito fiscale di un paese: i paesi consentono paradisi fiscali e agevolazioni fiscali. Inoltre, offrono massicci sussidi ai combustibili fossili. Si tratta di un pesante fardello per le risorse pubbliche. Senza contare la corruzione interna e le inefficienze. Dobbiamo fermare questa emorragia finanziaria. Rimediando in parte si libererebbe abbastanza denaro per pagare il reddito di base universale».

I governi l’ascolteranno ?

O ascolteranno i padroni del grande capitale che hanno tutto l’interesse ad una guerra tra poveri che spinga verso il basso il costo del lavoro ?

Credits : Photo by Banque mondiale/Chhor Sokunthea / Una impiegata dell’industria tessile a Phnom Penh, in Cambogia.

Natale-Salvo-BN

Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *