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Pino Maniaci: assolto lo “scassaminchia”

9 Aprile 2021 by Natale Salvo Lascia un commento

Pino Maniaci « ha continuato a fare lo scassaminchia, senza guardare in faccia a nessuno, che si trattasse di Matteo Messina Denaro o di intoccabili colletti bianchi, denunciando tanto gli affari di mafia quanto gli interessi convergenti di amministratori locali, pezzi di magistratura, prefetti, professionisti a vario titolo. Come quelli al centro dell’indagine della procura di Caltanissetta sulla gestione dei beni confiscati, uomini e donne di Stato solo sulla carta, ma in realtà al servizio di se stessi, di amici, di parenti ».

Così scriveva l’avvocato Antonio Ingroia di Pino Maniaci, il giornalista fuori dal coro, conduttore del telegiornale di TeleJato, l’emittente locale di Partinico.

« Era ovvio che prima o poi gli avrebbero presentato il conto e così è stato » [1].

Una bella mattina all’alba, il 22 aprile del 2016, infatti, Pino Maniaci fu arrestato in una retata che coinvolse pure una decina di presunti mafiosi.

Un’onta assurda!

Dopo aver ottenuto lo stralcio della sua posizione da quella degli altri imputati [2], ieri ha finalmente avuto riconosciuta la propria innocenza.

Pino Maniaci è stato assolto dall’accusa di estorsione [3], ma fino all’ultimo, per la Procura, era colpevole e andava condannato ad undici anni di reclusione.

« Pino avrebbe promesso un trattamento di favore da parte di Telejato in cambio di soldi. Per quanto? Per meno di 400 euro. Estorsione in saldi, evidentemente. Mancano però le prove », spiegava [1] ancora l’ex PM Antonio Ingroia che di Maniaci, assieme all’avvocato Bartolomeo Parrino, è stato il difensore.

Perché quell’inchiesta, allora?

Dopo l’arresto, Pino Maniaci: “Pago le mie denunce contro la Saguto”

L’avvocato Bartolomeo Parrino già nel 2015, commentando la pubblicazione di alcune intercettazioni tra un magistrato e un prefetto, suggerì un « l’ipotesi di poteri dello Stato che tramano non solo contro un libero cittadino ma per di più giornalista e quindi contro il diritto costituzionalmente garantito di legittima informazione » [4].

Poco dopo l’arresto Pino Maniaci confermò tutto all’agenzia Ansa [5]: « Pago le mie denunce contro la Saguto e la sua gestione della sezione misure di prevenzione del tribunale. Basta leggere le intercettazioni per capirlo: era lei a sollecitare che si indagasse su di me ».

La “lettera aperta” di Pino Maniaci ai “porgitori di microfono”

Così scrisse Pino Maniaci rivolgendosi ai propri colleghi giornalisti, in una famosa lettera aperta:

« La Procura di Palermo ha deciso di “impallinarmi”, assieme a nove mafiosi di Borgetto che con me non c’entravano niente, a nessuno di voi è venuto il minimo dubbio che ci fosse qualcosa che non quadrava. Conosco il vostro rapporto con i magistrati: sono loro che vi passano le notiziee il materiale per integrarle, quindi nessuno di voi oserebbe mettere in discussione l’operato di chi, alla tirata delle somme, offre gli elementi per mandare avanti il proprio lavoro, di chi vi fa campare » [4].

Da leggere:  Dopo il “caso Byoblu”, regolamentare Youtube!

Il direttore di TeleJato poi così concludeva: « Cosa aggiungere? Che nessuno di voi, diversamente da quanto posso io fare, ha la piena libertà di scrivere ed esprimere i propri giudizi, dal momento che questi si uniformano a quelli di chi vi paga o vi da le informazioni? ».

Uno schiaffo alla “stampa positiva”, che vivacchia un po’ ovunque e si nutre dei frutti delle interviste “pattuite”, a quella stampa di quei giornalisti che Maniaci definisce [6] meglio come quella dei « porgitori di microfono », quella che pende dalle labbra del potente sindaco di turno, che non critica, che non svolge alcuna inchiesta che possa mettere in imbarazzo quei sindaci che poi, un pezzo di pane duro, sotto forma di pubblicità, possono sempre versarlo.

–

Fonti e Note:

[1] TeleJato, 11 luglio 2017, “Pino Maniaci, da eroe a criminale”.

[2] BlogSicilia, 4 ottobre 2017, “Pino Maniaci non sarà giudicato insieme ai boss di Borgetto e Partinico”.

[3] TeleJato, 8 aprile 2021, “Pino Maniaci assolto dall’accusa di estorsione”.

[4] TeleJato, 21 ottobre 2015, “Saguto e Cannizzo contro Pino Maniaci. La replica dell’avvocato Parrino”.

L’enciclopedia Wikipedia alla voce “Pino Maniaci” dettaglia:

« Pare che l’inchiesta sui beni sequestrati condotta da Telejato abbia infastidito i membri del cosiddetto “cerchio magico” di Silvana Saguto, ex Presidente della sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo, oggi accusata di corruzione, induzione, abuso d’ufficio. In una intercettazione, l’ex giudice parla della TV di Partinico, Telejato, con l’ex Prefetto Cannizzo, che le chiede “che tempi abbiamo”. La risposta: “Appunto, quello dice: ha le ore contate” – riferendosi proprio a Pino Maniaci. E il 14 maggio la Saguto dichiara in un’altra conversazione privata resa pubblica dagli inquirenti: “Se questi si spicciassero a fare le indagini che stanno facendo, noi non avremmo bisogno di fare niente. Se quei co*****i della procura indagassero su Maniaci l’avrebbero già arrestato”[88]. Le intercettazioni sono state trasmesse dal programma televisivo Le Iene, in un servizio di Matteo Viviani e Riccardo Spagnoli del 10 dicembre 2019[73], in cui viene descritto il processo Maniaci, partendo dalle indagini su Silvana Saguto, che al telefono con Cappellano Seminara, diceva: “Quello che non capisco è per quale ragione ancora nessuno si muove ancora contro questo str***o di Telejato” ».

[5] Agenzia Ansa, 6 maggio 2016, “Maniaci, contro di me vendetta per caso Saguto”.

[6] TeleJato, 28 settembre 2016, “Lettera aperta di Pino Maniaci ai colleghi giornalisti”.

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