Ucraina: Draghi viola Costituzione e spedisce armi

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« L’Italia ripudia la guerra come … mezzo di risoluzione delle controversie internazionali ». In ogni caso, sono « le Camere [che] deliberano lo stato di guerra e conferiscono al governo i poteri necessari ».

Sono, questi, i testi degli articoli 11 e 78 della Costituzione Italiana, di quel documento che stabilisce i diritti e i doveri di ogni cittadino e la divisione dei poteri e che rappresenta il Contratto degli italiani con lo stato.

Un documento del quale, da mesi, il regime che ha preso il potere a Roma fa carta straccia; prima giustificandosi con la “emergenza” Covid e oggi con la “emergenza” Ucraina.

E mentre in diverse parti del Paese, a volte anche strumentalmente, le autorità locali promuovono manifestazioni popolari per un immediato cessate il fuoco in Ucraina, il regime di Roma alimenta la guerra con l’invio di strumenti militari, di armi insomma.

Ucraina: Draghi soffia sul fuoco della guerra e invia equipaggiamenti militati

In tale ambito, in particolare, il capo del regime Mario Draghi ha già firmato, assieme ai suoi consiglieri Luigi Di Maio e Lorenzo Guerini, quest’ultimo ministro della difesa, un nuovo Decreto Legge, il n. 14 del 25 febbraio 2022 con il quale, tra l’altro, « è autorizzata la spesa di euro 12.000.000 per la cessione, a titolo gratuito, di mezzi e materiali di equipaggiamento militari non letali di protezione alle autorità governative dell’Ucraina » .

Gli strumenti di propaganda del regime dettagliano quanto non specificato nel Decreto in merito a quali sarebbero gli « equipaggiamenti non letali » [1].

Con la stesso provvedimento il regime ha autorizzato la spesa di oltre 175 milioni di euro per sostenere il dispiegamento militare italiano in Lettonia e Romania, a fianco la NATO.

Tuttavia, con un nuovo Decreto, annunciato per oggi, riporta la stessa stampa, l’Italia è pronta, con un’ulteriore spesa non definita al momento, all’invio gratuito di « missili Stinger antiaerei, missili Spike controcarro, mitragliatrici Browning, mitragliatrici Mg, munizioni ».

Tutto ciò, non solo in “deroga” alla Costituzione ma alle stesse norme di legge che lo stato italiano si era dato.

La “Disposizioni concernenti la partecipazione dell’Italia alle missioni internazionali” ( legge 21 luglio 2016, n. 145 ), infatti, consente la partecipazione delle nostre Forze Armate o « l’invio di “asset” ( beni, NdR ) civili e militari » all’estero solo « a condizione che avvenga nel rispetto dei principi di cui all’articolo 11 della Costituzione » e, contemporaneamente, « in ottemperanza agli obblighi di alleanze o ad accordi internazionali o intergovernativi ».

In ogni caso, a norma dell’art. 312 del Decreto Legislativo 15 marzo 2010, n. 66 ( Codice dell’ordinamento militare ), l’Italia può cedere esclusivamente « i mezzi e materiali, escluso il materiale d’armamento, dismessi ».

Il regime Draghi s’inventa lo “stato di emergenza” per l’Ucraina

In occasione del consiglio dei ministri n. 64 del 25 febbraio 2022 [2], inoltre, il regime ha pure adottato « la dichiarazione dello stato di emergenza per intervento all’estero in conseguenza degli accadimenti in atto nel territorio dell’Ucraina ». Tale atto non risulta ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale e quindi non se ne conoscono i dettagli ( durata, caratteristiche, spesa, etc ).

Ci troviamo ancora una volta davanti un atto illegittimo del regime dato che per “lo stato di guerra” non è possibile alcuno “stato di emergenza” a norma del Decreto Legislativo n. 1 del 2018.

Ma oramai di cosa ci sorprendiamo? Draghi, in accordo al presidente Mattarella, fa quel che vuole. Le carte valgono solo per noi.

Fonti e Note:

[1] « Il decreto già approvato venerdì scorso stanzia 12 milioni di euro per la fornitura di materiale bellico. Nella lista già allegata al provvedimento ci sono giubbotti in kevlar, elmetti in kevlar, metal detector portatili, robot per lo sminamento ».

Corriere della Sera, 28 febbraio 2022, “Dall’Italia aiuti all’Ucraina nella guerra contro la Russia con missili, mitragliatrici e munizioni: oggi il decreto”.

[2] Governo, “Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 64”.

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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